"L'uomo è forte" del mio corregionale Alvaro. Dieci anni prima di Orwell:
"Noi -proseguì l'Inquisitore- vogliamo che i nostri cittadini siano felici. Devono essere felici per forza - (strinse il pugno e digrignò i denti) -tutto quello che li turba è delittuoso. Essi hanno la verità, la giustizia, la felicità. Essi non hanno misteri. Possono vivere pubblicamente uno di fronte all'altro senza nascondersi nulla. Non devono nascondersi nulla. Il mondo intero deve essere pulito, senza ombre, senza dubbi, senza segreti, senza veleni di desideri e nostalgie. Ora esiste una pianta umana che non siamo riusciti ad estirpare del tutto. È un'intera razza di uomini. Essa deve scomparire. Dopo il mondo sarà felice, soltanto dopo. DEVE essere felice."
Alvaro, L'umo è forte
Libro rarissimo, di Alvaro si trovano le solite menate sulla vita aspra in Aspromonte. Questo è 1984 ma pensato dieci anni prima, con tutto il rispetto reverenziale che porto al Grande Blair. Me lo trovo, questo prezioso documento contro il fascismo, -le introduzioni lo fanno passare come critica alla URSS- grazie alla lungimiranza di un vecchio, mio padre, che mi costruì una dignitosa biblioteca.
Ah la lettura. Disse Hobbes che bisogna smettere di leggere i libri per leggere l'uomo, ma con tutta la lanterna che mi porto dietro, di uomini non ne vedo, nemmeno allo specchio
Poiché: "Tutta a nostra libertà non è null'altro che teoria!" (A. Ruge)
Ah la lettura. Disse Hobbes che bisogna smettere di leggere i libri per leggere l'uomo, ma con tutta la lanterna che mi porto dietro, di uomini non ne vedo, nemmeno allo specchio
Poiché: "Tutta a nostra libertà non è null'altro che teoria!" (A. Ruge)
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