"Paradigmi e rivoluzioni scientifiche" (Thomas Khun) o "Rivoluzione permanente" (Karl Popper)? Quali idee ne avete?
Khun colse meglio i meccanismi evolutivi di adattamento, necessità e selezione che sono alla base dell'affermazione temporanea di un sistema, sia esso biologico-sociale che scientifico-teorico.
Sono comunque convinto che gli apporti epistemologici di Khun e di Popper (soprattutto l'ultimo periodo), siano complementari.
Conoscendo meglio il pensiero di K. Popper di cui ignoro, come Carlo il concetto di "rivoluzione permanente", credo che da epistologo Popper abbia indicato come s'individua la pseudoscienza. Il processo di falsificabilità ha posto un un criterio di "demarcazione" tra scienza e non scienza. Lo studioso-filosofo Dario Antiseri ci ha dato la "cifra" della modernità del filosofo austriaco sotto un duplice aspetto: come epistomologo e come politico. Del primo ne abbiamo detto sopra , del secondo Antiseri riporta "Si vive in una democrazia quando esistono istituzioni che permettono di rovesciare il governo senza ricorrere alla violenza, cioè senza giungere alla soppressione fisica dei suoi componenti. E' questa la caratteristica di una demcrazia". Circa la locuzione Rivoluzione permanente", va intesa metaforicamente come progresso della scienza, senza un intento politico-rivoluzionario.
Rivoluzione, sia nel senso politico che nel senso scientifico (pur ben distinti) è un concetto che implica un nuovo sguardo antropologico-culturale nella considerazione del mondo, ovvero, una ri-considerazione.
Ma è proprio questo che credo Popper non faccia. Mentre Kuhn introduce i cambi di paradigma (quando i vecchi muoiono), Popper introduce un metodo scientifico basato sul falsificazionismo cioè nel momento in cui esprimo un'ipotesi devo cercare di falsificarla. Lakatos, che purtroppo morì troppo presto introdusse le "ipotesi ad hoc" che a fronte di "anomalie" lo scienziato produce per salvare la sua teoria.
la vedrei così: un cambio di paradigma rappresenta in se una rivoluzione delle percezioni del mondo tangibile (mondo uno di Popper) rappresentando un nuovo modo di osservarlo (mondo due) che poi si evolve in nuovi mondi tre, se non falsificati come congetture e confutazioni: in sintesi un nuovo paradigma rivoluziona il modo di vedere le cose e se non è falsificato funziona e va bene. Questo nella scienza come nella politica, intesa come arte del decidere, e non di salir sul carro del vincitore di congetture e confutazioni.
Il confronto tra il "cambio di paradigma" e la "teoria dei tre mondi" come rappresentata da Fantuzzi va al cuore del problema: la centralità del mondo 2 (le menti e gli stati mentali).
Senza questi ultimi, i mondi 1 e 3 non possono interagire.
La critica ha parlato di "realismo astratto del mondo 3 "(pari alle idee platoniche) in quanto gli oggetti del mondo 3 "possono trovarsi tra loro in <relazioni logiche> (equivalenza logica, deducibilità, compatibilità (Popper)". Continua:" Queste relazioni logiche possono sussistere esclusivamente fra contenuti astratti del mondo 3, come le congetture e le teorie, e non si danno mai tra i processi mentali concreti del mondo 2".In buona sostanza Popper fa una netta distinzione tra "processi mentali" da una parte e "contenuti mentali" dall'altra. S. Moravia vede nel terzo mondo popperiano " un mondo eterno,assoluto e unico" in contrasto con "certe istanze pluralistiche avanzate dal filosofo in altri scritti".
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