venerdì 8 agosto 2014

Parabola Buddista. Negli antichi tempi, in un certo paese ai piedi dell’Himalaya, abitava una rara specie di scimmie. Il loro sangue, d’un bel colore rosso traslucido, era molto apprezzato come tintura, dato che col tempo non si sbiadiva e non si spandeva. Le scimmie, perciò, erano ricercate dai commercianti di tessuti, così come dai re e dai principi. Si trattava, comunque, di una specie di primati intelligenti e furbi, in grado di sfuggire alle trappole e ai lacciuoli predisposti per acchiapparli; ma avevano due debolezze: amavano il vino di riso ed adoravano sfilare indossando scarpe vistose.


SOLO POCHE GOCCE * (PARABOLA BUDDISTA)

Negli antichi tempi, in un certo paese ai piedi dell’Himalaya, abitava una rara specie di scimmie. Il loro sangue, d’un bel colore rosso traslucido, era molto apprezzato come tintura, dato che col tempo non si sbiadiva e non si spandeva. Le scimmie, perciò, erano ricercate dai commercianti di tessuti, così come dai re e dai principi. Si trattava, comunque, di una specie di primati intelligenti e furbi, in grado di sfuggire alle trappole e ai lacciuoli predisposti per acchiapparli; ma avevano due debolezze: amavano il vino di riso ed adoravano sfilare indossando scarpe vistose.
Un giorno dei cacciatori, avendo scoperto dove stavano le scimmie, misero dei barili di vino di riso su una collina e li lasciarono lì, in modo che il vento ne trasportasse l’aroma nel circondario. Poi, prima di nascondersi nei cespugli lì attorno, sparsero centinaia di zoccoli di legno brillantemente colorati accanto ai barili. Le scimmie, attratte dall’aroma del vino, si avvicinarono alla collina. Osservando ed esaminando con cura la zona di nascosto con i loro occhi penetranti, le scimmie si dissero: «Questa ha tutta l’aria di essere una trappola tesa dagli uomini del villaggio qui sotto. Sapete quanto siano cattivi e crudeli. Se dovessimo assaggiare il vino, verremmo catturati e uccisi per via del nostro sangue. Andiamocene».
Così cominciarono a defluire verso la foresta, per mettersi al sicuro tra gli alberi alti e frondosi e nel fitto sottobosco. Tuttavia, mentre il gruppo già stava ritornando al coperto, alcune scimmie 
consentirono ai loro occhi di indugiare sui barili di vino. E così presero l’azzardo di ritornare alla collina che avevano appena lasciato, dicendosi: «È pericoloso esporsi in questo modo. Perciò assaggeremo solo poche gocce di vino e ce ne andremo: ricordatevi, soltanto poche gocce! Altrimenti, verremo catturati e scuoiati vivi…!».
Così intinsero furtivamente la punta del dito nei barili e assaggiarono il vino. Presto intinsero tutto il dito e poi… la mano intera. Povere scimmie! Prima non erano riuscite a resistere all’odore inebriante del vino, come avrebbero potuto ora resistere al suo sapore? Dopo aver osservato la scena da una distanza di sicurezza, anche il resto del gruppo venne ad affollarsi intorno ai barili. Così bevvero e bevvero sempre di più, lasciando perdere tutta la primitiva cautela. Fu allora che videro gli zoccoli sgargianti, le loro calzature preferite…
Osservando la scena dal loro nascondiglio, i cacciatori aspettarono pazientemente che il vino facesse effetto. Poi vennero fuori dai nascondigli e circondarono il gruppo di scimmie, che, poverette, non potevano più fuggire poiché non solo erano ubriache, ma erano per di più impedite dalle appariscenti calzature di legno pesante. Fu così che vennero catturate e uccise.




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