COME SI E’ DIFFUSO IL CRISTIANESIMO IN COREA
In Corea, il cristianesimo si è diffuso in maniera stupefacente. Infatti, si tratta dell’unico caso nel mondo in cui l’evangelizzazione non è stata determinata dall’opera di missionari, ma dall’impegno dei laici. Semplici uomini che, nel XVIII secolo, venuti a contatto con una religione straniera sconosciuta, si sono adoperati per diffonderne i precetti, determinando anche lo sviluppo umano e generale del Paese. Si narra che il primo coreano ad essere battezzato, nel 1784, fu Yi Seung-hu e capitò che costui dovette letteralmente andare oltre confine, a Pechino, per ricevere il sacramento. Ad amministrarlo fu il gesuita francese padre de Grammont. Rientrato in patria sarà lui stesso ad amministrare il battesimo agli altri convertiti. Nasce così il primo nucleo della nuova Chiesa. Questo, perché la Corea era una terra che ancora non era stata raggiunta da missioni evangelizzatrici. Così quando il primo missionario, un sacerdote cinese, arrivò in Corea, nel 1794, trovò già quattromila battezzati. Cristian Martini Grimaldi, studioso dell’area asiatica, commenta: "Come pecore di un gregge senza pastore, insomma, le prime comunità cattoliche coreane avevano poche chances di cementare la loro unione e molte invece di disperdere la primigenia vocazione. Eppure si verificò esattamente il contrario. Questi primi nuclei di fedeli seppero infatti trovare la forza di restare uniti e perfino di prosperare".
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