martedì 13 dicembre 2011

Rachel Carson. Silent Spring - Primavera silenziosa. «L’uomo ha perduto la capacità di prevenire e prevedere. Andrà a finire che distruggerà la Terra». Albert Schweitzer, medico, teologo, musicista e Nobel per la pace nel 1952. A lui è dedicato Silent Spring. Le ricerche che costituirono la linfa di Primavera silenziosa, tuttavia, le aveva già iniziate da tempo, mossa da una più che motivata preoccupazione nei confronti dei nuovi pesticidi – quelli che adesso, con un’interessante operazione di occultamento della realtà, vengono chiamati “fitofarmaci”, quasi a farceli apparire innocui, se non benevoli –, che erano stati introdotti in agricoltura e si stavano ampiamente adoperando, come il Ddt, il dieldrin, il toxaphene e l’heptachlor.

“Più riusciamo a focalizzare la nostra attenzione sulle meraviglie e le realtà dell'universo attorno a noi, meno dovremmo trovare gusto nel distruggerlo”
Rachel Carson


“Perché il senso dell’olfatto, quasi più di ogni altro senso, ha il potere di richiamare i ricordi ed è un peccato che lo si usi così poco.”
Rachel Carson



Rachel Carson espose il crescente disagio dei biologi e dei consumatori nel celebre libro “Silent Spring”, pubblicato nel 1962 e tradotto in italiano con il titolo “Primavera silenziosa”. Vi spiegava con grande chiarezza che, se si fosse continuato ad usare in quantità crescenti e indiscriminate pesticidi clorurati e simili, essi sarebbero stati assorbiti anche dagli uccelli che sarebbero morti; la primavera, così, in futuro sarebbe stata privata del loro canto: “silenziosa”, appunto. Il libro subì durissimi attacchi da parte dell’industria chimica che vedeva compromessi i suoi crescenti profitti legati alla vendita di fitofarmaci.
http://www.expo2015.org/magazine/it/sostenibilita/27-maggio-1907--rachel-carson-e-la-primavera-silenziosa.html


Rachel Carson. Silent Spring, La primavera silenziosa.
Il coraggio della scienziata che pose le basi per la nascita dell’ambientalismo.

Ben difficilmente la giovane Rachel Carson, biologa marina nata in Pennsylvania nel 1907, avrebbe potuto immaginare di diventare un’icona e un punto di riferimento nella cultura popolare del Novecento.
Eppure, nonostante le umili origini, le difficoltà economiche che le impedirono di portare avanti gli studi fino al dottorato e la malattia negli ultimi anni di vita, il suo libro “Primavera silenziosa” del 1962 è diventato un punto di svolta nella storia dell’ambientalismo.

Il coraggio di questa autrice si era già rivelato nella sua determinazione di fronte a grandi difficoltà: era stata la seconda donna in assoluto ad essere assunta al Dipartimento per la Pesca degli Stati Uniti, dove riuscì a fare carriera come biologa marina e scrittrice scientifica; si era presa cura prima della madre anziana, poi dei figli della sorella morta prematuramente, e infine di una pronipote rimasta orfana a soli 5 anni.

Dopo essersi trasferita nella campagna del Maryland per prendersi cura dei suoi cari e dedicarsi alla scrittura, cominciò a interessarsi ai problemi causati dall’utilizzo del DDT e di altri pesticidi: nati per combattere la malaria e altre malattie trasmesse dagli insetti, l’accumulo di queste sostanze poteva però portare all’intossicazione nell’uomo e alla morte di molti altri animali (ad esempio, i gusci delle uova degli uccelli diventavano talmente sottili da rompersi prematuramente).

Lo scopo di “Primavera silenziosa” era soltanto quello di suggerire un utilizzo consapevole di questi prodotti, ma una massiccia campagna denigratoria fu comunque portata avanti da alcune industrie chimiche e supportata dal Dipartimento dell’Agricoltura americano.

Nonostante le opposizioni e la tentata censura, il libro uscì nel 1962 e divenne subito un bestseller, spingendo l’opinione pubblica a ricredersi sull’uso sconsiderato di alcuni pesticidi: il DDT che venne messo al bando in USA e in buona parte del mondo occidentale negli anni ’70. E Rachel Carson, che morì solo due anni dopo a causa di un tumore, divenne la bandiera del neonato movimento ambientalista mondiale.
di Alfonso Lucifredi
http://www.rivistanatura.com/rachel-carson-scienziata-coraggiosa/


United States - 14 APRILE 2014

«L’uomo ha perduto la capacità di prevenire e prevedere. Andrà a finire che distruggerà la Terra». Albert Schweitzer, medico, teologo, musicista e Nobel per la pace nel 1952. A lui è dedicato Silent Spring


Il 14 aprile del 1964, in una giornata di piena primavera di cinquant’anni fa, moriva Rachel Carson, biologa e zoologa, nonché autrice di Silent Spring, un libro bellissimo, tragico e tuttora attualissimo, che gettò le basi per la nascita del movimento ambientalista.

Quando vi mise mano, la Carson aveva già dato alle stampe due libri e pubblicato molti articoli scientifici, ma solo da qualche anno si stava dedicando a tempo pieno alla scrittura, in una bella casa immersa nel verde di Springdale, Pennsylvania. Le ricerche che costituirono la linfa di Primavera silenziosa, tuttavia, le aveva già iniziate da tempo, mossa da una più che motivata preoccupazione nei confronti dei nuovi pesticidi – quelli che adesso, con un’interessante operazione di occultamento della realtà, vengono chiamati “fitofarmaci”, quasi a farceli apparire innocui, se non benevoli –, che erano stati introdotti in agricoltura e si stavano ampiamente adoperando, come il Ddt, il dieldrin, il toxaphene e l’heptachlor.

La molla per iniziare a scrivere, invece, fu la lettera di un’amica, Olga Owens Huckins, che possedeva una santuario per uccelli che era stato abbondantemente spruzzato di sostanze chimiche. La lettera era un grido d’allarme: chiedeva alla Carson di usare la sua influenza con le autorità governative per avviare un’indagine sull’uso dei pesticidi. E fu così che la Carson decise di avvalersi delle proprie conoscenze e di attivare un’ampia rete di biologi, chimici, patologi ed entomologi che la sostennero nella propria ricerca e ne corroborassero i risultati.

Quello che fece la Carson fu, innanzitutto, rivelare connessioni, catene. 
Scoprì che, spesso, un prodotto non è velenoso solo per gli insetti che dovrebbe uccidere, ma anche per le colture che ne vengono spruzzate, per il suolo, per altri animali, per la salute umana. Quello che fece, fu mostrare come i comportamenti ambientali possano avere conseguenze opposte e contrarie

Primavera silenziosa delineava già con chiarezza la differenza tra buone e cattive pratiche in agricoltura: «Ci troviamo ora di fronte a due strade divergenti. Ma, a differenza delle strade nella nota poesia di Robert Frost*, queste due strade non sono ugualmente giuste. La strada su cui stiamo viaggiando da molto tempo è ingannevolmente semplice, una superstrada liscia su cui andiamo avanti a tutta velocità, ma alla fine di questa strada risiede il disastro. L’altra biforcazione della strada – quella meno battuta – è la nostra ultima, la nostra unica possibilità di raggiungere una destinazione che assicura la conservazione della terra».

La strada che raccomandava Rachel Carson era una strada meno ingombra di pesticidi e di sostanze chimiche, più rispettosa nei confronti della natura e del pianeta. Era una strada dove l’uomo avrebbe dovuto adottare il comportamento dello “spruzza il meno che ti sia possibile”, anziché dello “spruzza al limite delle tue capacità”, come invece stava accadendo. 

E per questo motivo, per negare lo scenario delineato nel libro della Carson si fecero avanti nemici agguerriti e potenti: Monsanto, Velsicol, American Cyanamid, ossia l’industria chimica adeguatamente supportata dal Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti, che iniziò una campagna denigratoria nei confronti dell’autrice sponsorizzando le proprie “ricerche scientifiche” e rivolgendole le accuse le più varie: falsa scienziata, birdwatcher, comunistaTutto questo, semplicemente, perché stava raccontando la verità. Una verità che ledeva i loro interessi economici.

Questa primavera, e anche tutte le prossime, pensiamoci alla Carson, quando sentiremo parlare di neonicotinoidi e morie di api, o della progressiva scomparsa delle farfalle monarca, che rischiano di non regalarci più la magia dei loro voli migratori. Pensiamoci, all’allarme lanciato da una donna coraggiosissima oltre cinquant’anni fa. E cerchiamo di comprendere quanto il suo messaggio sia ancora drammaticamente attuale benché il Ddt, proprio per effetto di Primavera silenziosa non sia più in commercio. Ricordiamoci della sua battaglia, perché non è affatto conclusa, e facciamola nostra. Perché è una battaglia per il bene più grande, la bellezza: «Più riusciamo a focalizzare la nostra attenzione sulle meraviglie e le realtà dell’universo attorno a noi, meno dovremmo trovare gusto nel distruggerlo».

Rachel Carson morì a 56 anni per un cancro al seno, che le era stato diagnosticato proprio mentre lavorava a Silent Spring. Non fece in tempo a festeggiare l’uscita di scena del Ddt, né a vedersi ufficialmente riconosciuta come un’autrice importante, affidabile, fondamentale**. Vogliamo credere che la sua non sia una battaglia persa.

Silvia Ceriani



* Il riferimento è alla poesia “The Road Not Taken”, inclusa nella raccolta Mountain Interval, del 1920.

** Nel 1980 le fu conferita postuma la medaglia presidenziale della libertà (Presidential Medail of Freedom), una decorazione concessa dal presidente degli Stati Uniti, il massimo riconoscimento esistente negli Usa. Per ricordare la Carson, le sono stati dedicati ponti, parchi e scuole e tuttora Primavera silenziosa è ritenuto un punto di riferimento per il movimento ambientalista.


http://www.slowfood.com/sloweurope/it/primavera-silenziosa-un-ricordo-di-rachel-carson/


Due strade divergevano in un bosco d'autunno
e dispiaciuto di non poterle percorrere entrambe,
essendo un solo viaggiatore, a lungo indugiai
fissandone una, più lontano che potevo
fin dove si perdeva tra i cespugli.
Poi presi l'altra, che era buona ugualmente
e aveva forse l'aspetto migliore
perché era erbosa e meno calpestata
sebbene il passaggio le avesse rese quasi uguali.
Ed entrambe quella mattina erano ricoperte di foglie
che nessun passo aveva annerito
oh, mi riservai la prima per un altro giorno
anche se, sapendo che una strada conduce verso un'altra,
dubitavo che sarei mai tornato indietro.
Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra molti anni:
due strade divergevano in un bosco ed io -
io presi la meno battuta,
e questo ha fatto tutta la differenza.
Robert Frost, La strada non presa


Disse una voce: guardatemi attraverso le stelle
e ditemi veramente, uomini terreni,
se tutte le ferite dell'anima e del corpo
non siano state troppo per pagare la sola nascita.
Robert Frost, "Una domanda"
Da: 'A Witness Tree'


Viviamo in un’epoca pericolosa. L’essere umano ha imparato a dominare la natura molto prima di aver imparato a dominare se stesso.
Albert Schweitzer


L'unica cosa importante quando ce ne andremo, saranno le tracce d'amore che avremo lasciato.
Albert Schweitzer


Ho sempre provato una simpatia particolare per l’etica indiana in quanto non si preoccupa delle relazioni dell’uomo con il proprio simile e con la società soltanto, ma anche del suo atteggiamento verso tutte le creature
Albert Schweitzer



Il grande segreto è camminare attraverso la vita senza essere consumati. E questo è possibile a chi non si appoggia su persone o su avvenimenti ma, in ogni circostanza, si riporta a se stesso e cerca in se stesso il senso ultimo delle cose.
Albert Schweitzer



[...] La Carson pone molta della sua attenzione ad una articolata disamina sulla natura e sull’uso del DDT (dicloro – dipentil  – tricloro – etano): sintetizzato nel 1874 e usato come pesticida dal 1940, è stato uno degli insetticidi più usati nella campagna indetta dal governo americano e spinto dal Dipartimento dell’Agricoltura, finalizzata all’irroramento di migliaia o milioni di ettari di terreni coltivati, foreste, fiumi e laghi per via aerea, con lo specifico scopo di sterminare alcune specie di insetti non nativi del continente seppure stanziali da ormai molti decenni.

Il DDT si presenta in forma di polvere o di liquido oleoso: può essere assorbito sia tramite inalazione che per ingestione. La più grande minaccia legata al DDT è la sua capacità di accumularsi in grandi quantità e per tempi prolungati nei tessuti viventi, soprattutto quelli adiposi, attaccando reni, fegato e intestini, distruggendo gli enzimi che servono per la degradazione di tossine e causando degenerazione cellulare.

La sostanza  viene passata da un organismo all’altro lungo la catena alimentare facendo vittime tra pesci, insetti, uccelli e mammiferi.

Una volta penetrato  nel suolo, il DDT è praticamente impossibile da eliminare; esso non si lega all’acqua, ma viene  trasportato fino al mare  da acque sotterranee e fiumi. Uno dei casi più clamorosi fu registrato sul fiume Colorado, dove le sostanze spruzzate percorsero più di 400 chilometri, raggiungendo il mare e causando la moria di tonnellate di salmoni fino alla quasi completa estinzione. Ironicamente, gli insetti presi di mira non vennero mai debellati e tornarono sempre a volare nell’aria e camminare sul suolo.

Altre sostanze come il  clordane e dieldrina sono più tossiche, e quando combinate con il DDT possono causare una combinazione letale agendo sul sistema nervoso e causando spasmi muscolari e convulsioni: tutti sintomi riscontrati durante le stragi di uccelli, scoiattoli o animali domestici che si verificavano a seguito delle operazioni di disinfestazione nelle città o periferie, riferite soprattutto dai cittadini che chiamavano in massa le autorità locali.

La maggior parte di casi cronici e fulminei riscontrati negli esseri umani sono stati raccolti dalle testimonianze e analisi su operatori e spruzzatori che maneggiavano il DDT, su piloti degli aerei che effettuavano le operazioni di disinfestazione e su agricoltori che affrontavano malattie improvvise spesso mortali, precedute da perdite di memoria, terrori notturni e dolori.

L’associazione Medica  Americana e la Food and Drug Administration scrissero diversi report sulla tossicità delle sostanze insetticide, invitando una maggiore attenzione al loro uso. Nel frattempo, le richieste d’attenzione nella maggior parte delle nazioni non vennero mai accolte fino agli anni settanta e ottanta e il DDT era a disposizione delle case domestiche, usato sulle  piante, nei giardini, negli armadi, e persino sui vestiti.

Come se non bastasse, le poche analisi effettuate dal governo erano spesso inconcludenti o ignorate a causa del conflitto tra le leggi federali e quelle statali (appartenenti ad ogni singolo stato federale degli Stati Uniti).  Le analisi sui cibi erano obbligatorie soltanto per la distribuzione ed esportazione tra un stato federale e l’altro, mentre i  limiti legali sulla presenza di sostanze tossiche presenti sulla frutta, verdura e latte (ma non prodotti latticini) poteva variare.

I pesticidi disponibili ad uso domestico furono bollati come completamente sicuri per gli uomini o animali a sangue caldo ma letali per gli insetti, visti come pericolosi, sporchi, portatori di malattie e distruzione, una paura che può essere osservata anche attraverso la nascita di un nuovo genere cinematografico tutto americano, figlio degli anni ’50 e ‘60: il film catastrofico sugli insetti giganti.

L’autrice venne pesantemente criticata perché le sue analisi attaccavano le fonti di grandi guadagni nell’industria chimica: venne bollata come “donna isterica” che voleva consegnare la terra agli insetti, e tutt’oggi disapprovata poiché i pesticidi da lei citati, nonostante tutto, ridussero drasticamente le epidemie di malaria salvando milioni di vite.

“Primavera silenziosa”  non è un vero e proprio libro scientifico, quanto un libro divulgativo e un importante quadro di un’epoca storica che vedeva la nascita e lo sviluppo di una coscienza ecologica. Nonostante sia stato scritto più di 50 anni fa è un libro molto attuale, non tanto per le statistiche o informazioni raccolte, quanto per la confermata incoscienza o insensibilità sull’uso di sostanze chimiche e dei materiali, e sulle politiche economiche che tutt’oggi affliggono l’industria e la società.

Nonostante il suo uso sia stato proclamato illegale negli Stati Uniti nel 1972  e nel 1969 in Italia (ma non la sua produzione), il DDT viene tuttora usato in moltissimi paesi subtropicali per combattere la malaria.

Inoltre, è ancora presente in alcuni terreni e acque italiane, in particolar modo nel fiume Toce e nei fondali del Lago Maggiore, perché prodotto nello stabilimento di  EniChem Synthesis vicino a Verbania fino al 1997. Un documento sulle analisi svolte può essere consultato qui.
http://www.sostenibile.com/blog/2013/02/primavera-silenzione-leredita-di-rachel-carson/


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