I matrimoni politici.
In una monarchia il matrimonio del re o di un principe è al tempo stesso un atto politico che presuppone tempestività e lungimiranza.
La politica matrimoniale venne abitualmente usata in tutte le epoche nei rapporti fra le monarchie europee, con lo scopo di stringere un’alleanza, di suggellare una pace, di preparare il passaggio di un territorio sotto una diversa sovranità. Essa divenne nel XV secolo un elemento essenziale del sistema internazionale e fu usata coscientemente come mezzo per favorire la creazione di vasti complessi territoriali prima dai duchi di Borgogna e poi dagli Asburgo. Nel 1477 le sorti delle due dinastie furono unite da un altro matrimonio politico, quello fra Maria di Borgogna e Massimiliano d’Asburgo.
Matrimoni incrociati.
La strategia dei matrimoni regali si fece decisamente più complessa quando mirò a stabilire unioni incrociate. Fu un’unione di questo tipo il doppio matrimonio del 1496 e 1497 tra Filippo d’Asburgo e Giovanna di Spagna, da un lato, e fra Margherita, sorella di Filippo (e quindi futura zia di Carlo V) e il figlio dei re cattolici, Giovanni di Spagna, dall’altro.
Margherita aveva allora diciassette anni, ma già all’età di tre anni era stata protagonista di un altro tentato matrimonio politico con il futuro re di Francia, il tredicenne Carlo VIII, fallito quando questi preferì sposare la duchessa di Bretagna.
Era normale che i fidanzamenti politici fossero precoci. Un decisivo incrocio di fidanzamenti (che precedette i matrimoni avvenuti nel 1522) fu quello del 1515 fra Luigi Jagellone, che l’anno dopo divenne re d’Ungheria e Boemia, e Maria d’Asburgo (sorella di Carlo), e tra Ferdinando d’Asburgo (fratello di Carlo) e Anna Jagellona. A questa data i fidanzati avevano rispettivamente nove, tredici e dodici anni.
Fra i grandi doppi matrimoni del Cinquecento va ricordato ancora quello che unì Carlo V e il re portoghese Giovanni III con le loro rispettive sorelle, Caterina d’Austria e Isabella del Portogallo.
Successi, fallimenti, imprevisti.
Questi doppi matrimoni raggiunsero a volte il loro scopo, anche se spesso attraverso vicende tragiche. Nel 1526 il ventenne Luigi II Jagellone morì senza eredi nella battaglia di Mohács, consentendo a Ferdinando d’Asburgo di candidarsi felicemente a essere eletto dalle diete di Boemia e Ungheria alle due corone, che da quel momento divennero un possedimento stabile della dinastia. Nel 1578 la morte senza eredi di Sebastiano del Portogallo preparò l’unione del Portogallo stesso con la Spagna.
In molti altri casi una o più morti precoci fecero, invece, fallire l’operazione politica e aprirono prospettive del tutto impreviste. Giovanni, l’unico erede maschio dei sovrani di Spagna, morì nel 1497 a ventun’anni, appena sei mesi dopo il suo matrimonio così accuratamente preparato, lasciando sua moglie incinta. Ma il figlio maschio generato poco dopo dalla diciassettenne Margherita nacque morto. Dal lato maschile la discendenza della dinastia spagnola si era dunque estinta.
La stessa unione delle due corone di Castiglia e Aragona parve allora diventare precaria. Isabella di Castiglia morì nel 1504 dopo aver riconosciuta come unica erede la figlia Giovanna, benché già allora cominciasse a essere chiamata “Giovanna la pazza”. Giovanna e suo marito Filippo d’Asburgo giunsero in Castiglia nell’aprile 1506. Ma già nell’ottobre precedente Ferdinando d’Aragona, che non voleva lasciare il suo regno a un Asburgo, aveva contratto un secondo matrimonio con una nipote del re di Francia, con il proposito di creare una nuova dinastia separata. Ma l’unico figlio che Ferdinando ebbe nel 1509 morì solo poche ore dopo la nascita.
Nel frattempo era morto (nel 1506, a ventotto anni) anche Filippo d’Asburgo, dopo aver avuto da Giovanna la Pazza ben sei figli. Il futuro Carlo V fu il primo dei maschi. Se Carlo poté ereditare Paesi Bassi, Castiglia, Aragona e Austria (ed essere infine eletto imperatore) ciò dipese dunque da un’incredibile serie di morti precoci e parti falliti.
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