Lo sviluppo del disegno libero nel bambino:
il significato dell’uomo, della pianta e della casa
Nel primo settennio, la rappresentazione dominante nelle espressioni grafiche del bambino è l’uomo. Solo pian piano egli arriva però a raffigurarlo in modo completo; il primo abbozzo viene chiamato “uomo-pianta”, proprio perché proviene dalla percezione delle sue forze vitali che accomunano appunto l’uomo e il regno vegetale.
Inizialmente, si concentrano le forze circolari espresse nel “gomitolo di vortici” con le linee rette, che ancora sono fuse e sospese; successivamente, queste si separano, portandosi verso l’alto le prime e verso il basso le seconde, come a formare una sorta di chioma e di tronco.
Gomitolo di vortici
Attorno ai tre anni, in corrispondenza dell’arrivo dell’ ”Io”, il bimbo comincerà a sentirsi più ancorato a terra ed ecco che spunteranno i piedi, uniti con un senso di staticità, come una colonna; poi, l’aggiunta delle braccia e il primo abbozzo di movimento.
In seguito, noteremo invece come dal tronco centrale si dipartano delle emanazioni laterali, simili a rami, che ricordano proprio lo scheletro umano, che tra i 3 e i 4 anni il bambino percepisce chiaramente in sviluppo.
disegno-libero-del-bambino:
uomo
Ecco il formarsi della struttura ritmica della “scala”, che dominerà per molto tempo il disegno del bambino, anche associato al tema della casa.
Mentre le gambe per lungo tempo saranno rappresentate per lo più fisse, le braccia appaiono da subito libere, in movimento. Con l’acquisizione della posizione eretta, l’uomo si differenzia infatti dall’animale proprio in questo: riesce a liberare braccia e mani per portarle a compiere la propria volontà.
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scala
Questa fortissima sensazione porta il bambino verso i quattro anni a disegnare braccia e mani esageratamente grandi, con un gran numero di dita che sembrano i raggi del sole, come antenne di percezione tese a percepire il mondo intorno, ancora tutto da scoprire soprattutto proprio grazie ad esse e al senso primario del tatto.
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uomo-mani
La rappresentazione dei piedi e delle gambe arriva invece intorno ai cinque anni, in modo forte e potente, fino a ridurre lo spazio di rappresentazione del resto.
Quando il bambino attorno ai tre anni arriva dal gomitolo di vortici al cerchio chiuso con punto al centro, siamo alla prima percezione di qualcosa che lo circonda, lo avvolge, come se rivivesse il grembo materno.
Questo è il principio del tema “casa”, che poi continuerà nello sviluppo anche oltre il primo settennio: essa rappresenta la necessità protezione da ciò che lo circonda, anche a livello eterico (di cui si ha percezione dopo il settimo anno).
La casa come isolamento/separazione dal mondo cambia ed evolve sorprendentemente ogni volta che aumenta l’indipendenza dell’anima, perdendosi man mano quella fusione con il mondo circostante più tipica del bambino piccolo.
Inizialmente, la casa conserva ancora elementi che ricordano la sfericità, che poi man mano si perdono fino a diventare dei rettangoli dalle pareti aderentissime alle figure umane, con un senso quasi oppressivo. Abbinato a questa fase del disegno noteremo il tipico gioco della “casetta” in ogni angolo di casa, spesso anche stretto e buio: il bimbo comincia ora a prendere le misure e le distanze tra sé e il mondo circostante.
Si accende l’interesse verso la funzionalità delle cose, che fa nascere nel disegno nuovi particolari, come la maniglia sulla porta; la casa ha finestre che aprono lo sguardo sul mondo, il camino è fumante e il bimbo si sdraia a letto o sul divano: comincia a sentirsi inserito e a suo agio nel suo mondo.
Inoltre, la “scala” si articola e diventa “torre”, in cui spesso la figura umana resta imprigionata: è il tema della paura, che nasce proprio dalla perdita fisiologica nella crescita della connessione con l’ambiente circostante.
Tipico di questo periodo, anche nel gioco, l’alternarsi nel ritmo tra chiusura ed apertura
disegno-libero-del-bambino:
scala-torre
Dopo il quarto anno, nasce l’immagine dell’uomo “testa-piedi”, quando il bambino ha imparato a disegnare il cerchio chiuso con punto al centro e si espande a sperimentare il mondo circostante attraverso le membra, che di lì vi dipartono quasi fossero antenne.
Talvolta, dal punto centrale del cerchio, il bambino traccia dei raggi, quasi fosse una “ruota”, che lo riporta al mondo interiore del plesso solare.
Il disegno libero nel bambino ha sempre un significato ma spesso viene sottovalutato…
Bibliografia di riferimento e fotografie tratte da “Il linguaggio degli scarabocchi” di Michaela Strauss
http://www.eticamente.net/1843/lo-sviluppo-del-disegno-libero-nel-bambino.html
Scarabocchi degli adulti
A molti sarà capitato di essere al telefono o durante una riunione, di lasciare andare la mano su un foglietto e disegnare distrattamente le cose più bizzarre: cerchietti, fiori, faccine. Sono quelli che comunemente chiamiamo scarabocchi, ovvero dei disegni che in apparenza sono privi di senso, ma che nella realtà si possono rivelare ricchi di significato.
Preziose rivelazioni di sé
Molti studiosi considerano gli scarabocchi uno strumento prezioso per l’interpretazione della nostra personalità. Gli scarabocchi, come la calligrafia, sono una delle espressioni attraverso cui si rivelano emozioni e aspetti del nostro inconscio.
A parlare non sono le parole, ma i segni tracciati spontaneamente, quando si è soprappensiero. Semplici segni che attraverso i colori usati, il ripetersi dei tratti e i soggetti dei disegni dicono molto di noi e del nostro mondo interiore, a dispetto della loro apparente casualità.
Il disegno fa parte del linguaggio inconscio, così come il sogno, e può essere più reale della parola perché rileva sentimenti inespressi. Si tratta di manifestazioni in cui togliamo la maschera alle nostre emozioni più autentiche e raccontiamo in modo ironico e senza ipocrisie, qualcosa di noi.
I simboli più comuni
Gli psicologi sostengono che lo scarabocchio riveli alcuni stati d’animo del momento. Capire il codice misterioso di questi segni ci può aiutare a decifrare meglio le nostre emozioni che popolano il nostro complesso mondo interiore, aiutandoci ad esprimerle senza paure o ritrosie.
Ecco alcuni possibili significati.
- Le frecce: se la freccia è rivolta verso l’esterno può rivelare aggressività e rabbia verso l’interlocutore, e il desiderio di colpire il cuore dell’amato. La freccia all’interno, invece è la spia di un sentimento di collera inespressa contro noi stessi.
- Fiorellini: il fiore esprime sentimenti di dolcezza, gentilezza, genuinità; indica una persona sensibile e molto aperta al mondo.
- Forme geometriche: (cerchi, quadrati, rombi) sono espressione di un bisogno di razionalità e voglia di mettere a posto i pensieri racchiudendoli dentro ad uno schema sintetico. Ma possono denotare anche una certa chiusura di sentimento, troppo dominato dalla logica.
- Casette: esprimono un richiamo ai valori tradizionali, e il desiderio di stabilità, sicurezza e protezione.
- Alberi: qui i significati cambiano; alberi piccoli esprimono insicurezza, quelli grandi entusiasmo, quelli spogli povertà e vuoto affettivo, con un tronco massiccio una forte autostima.
- Annerimento degli occhielli delle lettere: denota in genere uno stato di ansia e la presenza di problemi irrisolti
- Volti: disegnare facce segnala il bisogno di trovare la propria identità; ma anche narcisismo, se il disegno è ricco di particolari (ciglia, tratti marcati, ornamenti).
- Stelline: segnalano un animo idealista, ma possono nascondere anche un’aggressività latente.
I benefici dello scarabocchio
Gli studiosi sono convinti che scarabocchiare è salutare, perché vengono coinvolti processi mentali e fisici che mantengono la mente vigile e attiva impedendo al pensiero di divagare. È anche un’attività distensiva che permette di scaricare la tensione, lasciando sul foglio le sensazioni negative e gli stati d’animo del momento. Lo stesso Jung li consigliava come cura per contrastare l’insonnia.
http://www.amando.it/salute/psicologia/scarabocchi-degli-adulti.html
DOODLINGS.
Cos'è quel "vizio" di scarabocchiare disegnini su lutti i foglietti (in calce, a margine, di traverso) che mi capitano sotto mano, soprattutto in certe riunioni dove si chiacchiera molto e non si conclude niente? Ma, anche, nelle lunghe telefonate, quando l'altro, che per riguardo non dev'essere interrotto, non la smette di raccontare di sé, dei suoi acciacchi... Io, intanto, sempre a fare disegnini, a volte informali, ghirigori che si sviluppano in spirali concentriche irregolari; altre volte pietre tombali viste dall'alto, in prospettiva, o di sghembo; o i cipressi che da Bolgheri alti e schietti vanno chissà dove; o grattacieli arditissimi; o infine ritratti immaginari, spesso mostruosi, gibbosi, grifagni, non c'è limite alla fantasia dei miei disegnini.
Una gentile amica aveva preso l'abitudine di starmi a guardare e, come finiva la riunione, si precipitava a strapparmeli di mano, qualche volta mi pregava di datarli, più avanti volle addirittura che li firmassi. Lo consideravo un'innocua mania da collezionista, c'è gente che colleziona scatole di fiammiferi e altre cosucce assolutamente inutili.
Ma un giorno m'informa che [...]
Manlio Cecovini, Dizionarietto di filosofia quotidiana.
quando andavo a scuola, le magistrali, avevo un quaderno solo per questo.
Mentre i professori spiegavano o interrogavano, io scarabocchiavo.
Era come se tenendo le mani occupate, il corpo fisico impegnato in un'attività,
la mente potesse rendersi indipendente.
Se l'insegnante era interessante seguivo ciò che diceva
ma se era noiosa me ne andavo vagando per altri mondi... E lo faccio tuttora!
Scarabocchiavo spesso una casetta, le montagne sullo sfondo e vicino delle siepi con degli alberi alti che sembravano cipressi ma che io sapevo che non lo erano. In età adulta ho trovato quegli alberi nella realtà e sono i pioppi. Mi piacciono moltissimo per le loro foglie che si muovono al minimo soffio di vento resistendogli. Che dici, vado a vedere o potrei scoprire qualcosa che non mi garba?
Però non sono d'accordo con l'ultimo paragrafo,
per me tenere la mente (corpo) occupata consente allo spirito (anima) di poter emergere e volare...
Io figure geometriche......mi preoccupa la chiusura del sentimento e la troppa logica.
Uhmm dovrò cambiare disegno.
Maria Montessori e il disegno libero.
Il disegno libero del bambino è usato come test per rilevare il loro sviluppo intellettuale e la loro capacità di osservazione. I disegni rivelano l'integrazione del bambino con l'ambiente.
Maria Montessori
La Maestra Larissa
Un passaggio della Montessori - che molti, e io stessa tra i tanti, apprezzano - sul disegno infantile, che sicuramente suscitera' un po' di discussione per le sue posizioni in merito:
"Il cosiddetto disegno libero non entra nel mio metodo:
io evito le prove immature, inutilmente affaticanti e gli spaventosi disegni tanto in voga nelle scuole moderne d'idee avanzate (...), quegli strani scarabocchi del cosiddetto "disegno libero", in cui il bambino deve spiegare che cosa intende rappresentare con i suoi inomprensibili saggi"
Maria Montessori, "La scoperta del bambino"
Beh é come e noi dovessimo spiegare gli scarabocchi che facciamo mentre siamo al telefono o ad una conferenza... Forse sarebbe più giusto chiedere perché hanno usato quei colori, come si sono sentiti mentre disegnano. Inizialmente i bambini sperimentano i materiali ed imparano il gesto e non vogliono disegnare nulla... A volte inventano per fare un piacere a noi
hai ragione,,si tende sempre a chiedere al bambino cos'ha rappresentato come se dovesse esserci sempre un significato
ci hanno sempre detto che il disegno libero era necessario per i bambini ...... e ora?......... comincio a capirci poco............ fatemi sapere.... non si finisce masi di imparare....
benvenga il disegno libero! è importante la libertà di espressione in ogni età. Non è necessario che il bambino debba spiegare cosa ha rappresentato. "Spaventosi disegni"? E' già sbagliato l'approccio da parte dell'adulto .
Ma come?? Io impazzisco invece quando quello che per noi è un puntino per loro è una balena.. No?!
Io penso che una cosa non escluda l'altra: anzi, il disegno libero è comunque frutto delle abilità acquisite in quel momento dal bambino, anche attraverso le attività strutturate proposte dall'insegnante. La creatività si esprime al meglio quando si può disporre della più vasta gamma degli strumenti acquisiti.
Mmmmm no .... Non sono d'accordo .....spesso sono proprio loro che si presentano con i propri disegni e mi dicono loro cosa hanno rappresentato ....
Dissento. Il bambino nel disegno libero comunica stati d'animo, mettendo in atto le proprie abilita' cognitive connesse alla fase di sviluppo che sta vivendo
Sinceramente... i miei bambini di 5 anni, ma anche quando ne avevano 4, dopo aver lavorato con una scheda strutturata, mi chiedono di poter disegnare " a piacere" e sono molto contenti quando sono accontentati. Conta molto la padronanza che hanno acquisito.
La frase "non entra nel mio metodo" significa semplicemente, come è scritto subito dopo, che "noi non diamo lezioni di disegno [...], eppure molti dei nostri bambini sanno disegnare fiori, uccelli, paesaggi e persino schizzi immaginari in modo invidiabile". Quindi, dopo altri esempi, la Montessori conclude: " "Noi non insegnamo a disegnare disegnando, ma dando l'opportunità di preparare gli strumenti dell'espressione. Io considero questo un vero aiuto al disegno libero che, non essendo inefficace, né incomprensibile, incoraggia il bambino a continuare!"
Maria Montessori, La scoperta del bambino, p.306
disegno libero è spontaneità ed emotività del bambino che esprime in quel momento. Spaventoso è solo l'adulto che non rispetta quel tempo del bambino e ha fretta di strutturargli tutto compreso il disegno.
Non vorrei dire cavolate ma la pedagogia di loris malaguzzi ha il concetto esattamente opposto nel senso che punta al disegno libero così come alle attività di gioco non strutturato. Fin qui non ci vedo granché male se non fosse per il fatto che dopo i bambini sono quasi "costretti" a giustificare e spiegare quello che hanno fatto,che cosa ci vedono e trovare per forza qualcosa di assolutamente creativo.ed è a questo punto che mi chiedo "ma cosa si intende per libero e spontaneo?".
Concordo pienamente! Sono per un'attività didattica strutturata anche nelle espressioni grafico-pittoriche. Ogni tanto lo si può proporre ai bimbi di 5 anni!
io li lascio disegnare liberamente e adoro tutti i loro disegni! (anche perchè I MIEI disegni la suora non li appendeva dicendo che erano brutti e con questo mi ha provocato una sofferenza che ricordo tutt'ora)
Nella sostanza, la posizione di Maria Montessori è la seguente:
a) quando il bambino manifesta interesse per il segno grafico mette insieme due aspetti destinati poi a separarsi: da un lato il segno si muoverà verso la rappresentazione e quindi il disegno; dall'altro prenderà la direzione dell'assunzione di significati formali, andrà cioè verso la scrittura; in altre parole, in disegno è preludio alla parola scritta;
b) il "disegno libero", in cui il bambino deve spiegare che cosa aveva inteso rappresentare con i propri strani scarabocchi, finisce per avere scarsa rilevanza educativa se è fine a se stesso e non preparazione "della mano e dei sensi";
c) inoltre è noto che in generale i bambini, che per un certo tempo appaiono artisticamente dotati, perdono poi improvvisamente ogni interesse per il disegno e per l'espressività grafica. Divenuti più grandi le loro rappresentazioni non migliorano, appaiono poche evolute dopo la prima 'esplosione' infantile.
Maria Montessori assume dunque, nei confronti di questo problema, un'ottica particolare: non pare interessata ad affrontare il ruolo ed il valore in sé del disegno e delle attività grafiche in genere ma ne focalizza esclusivamente gli aspetti grafici connessi con la scrittura.
Disegni liberi cioè che decidono loro di fare, quando vogliono, in che modo preferiscono.... Spesso vogliono spiegarlo perché li abbiamo abituati così
il disegno libero spontaneo è assolutamente escluso in quanto considerato del tutto al di fuori della portata del bambino. La Montessori definisce il disegno libero "sgorbio dell’anima". Il disegno è visto come esercizio psicomotorio, come preparazione alla scrittura. Esso deve essere sempre assolutamente preciso come ogni cosa nell’ambito montessoriano. Solo molto più tardi e solo per alcuni soggetti particolarmente dotati sarà possibile un disegno libero.
Il disegno cosiddetto libero è tale solo se nasce spontaneamente dal bambino e solo cosi il bambino esprime al meglio se stesso, le sue emozioni. Se gli viene richiesto diventa per forza una consegna e dunque è un'altra modalità.
Amo il suo pensiero, e qui parliamo, come sempre, del suo metodo che condivido e apprezzo da anni. Conoscendolo e sapendolo applicare è davvero una garanzia di successo nell'apprendimento dei bambini.
un bambino autistico in Italia è stato cacciato da una scuola Montessori