Nel processo educativo il maestro si fa “parola” capace di costruire un legame. Un legame che ha bisogno di una rinnovata e inedita capacità di connessione da parte degli adulti nei confronti degli studenti, ma anche degli studenti tra di loro. Parole che guardano e parole che contengono, parole che regalano e parole che ringraziano, che costringono a trascendere l’esperienza stessa per il loro carattere irrevocabile di novità. Più che trascenderla, molti ragazzi l’abbandonano.
Serve la personalizzazione dell’apprendimento perché si fonda sull’idea che l’apprendimento mediato ha bisogno di un maestro che ti parla con calore, affetto, e ti aiuta ad entrare in contatto con i tuoi pensieri.
Serve la personalizzazione dell’apprendimento perché si fonda sull’idea che l’apprendimento mediato ha bisogno di un maestro che ti parla con calore, affetto, e ti aiuta ad entrare in contatto con i tuoi pensieri.
vero...perchè se manca la relazione, il "legame", "l'affetto", il verbo, inteso come parola, è cosa sterile, niente altro che un insieme di suoni...stonati.
Il legame non si sente durante, ma quando il legame si interrompe, quando finisce il percorso educativo, che ci si ricorda degli apprendimenti degli esempi gli esiti sono sempre aleatori, non dobbiamo comunque mai creare dipendenza ma interdipendenza, far capire che non siamo isole ma tutti legati, ogni uno con un compito
Condivido e aggiungo due righe, prendendole in prestito da "Il primo uomo", di Albert Camus: "... per la prima volta, in vita loro, i ragazzi sentivano di esistere e di essere oggetto della più alta considerazione: li si giudicava degni di scoprire il mondo. E anche il maestro. Non si occupava soltanto di insegnare ciò per cui era pagato, ma li accoglieva con semplicità nella sua vita personale, la viveva con loro ..."
Credo nella Scuola e nella buona prassi educativa, fatta di legami stretti, di fiducia, di passione verso il proprio lavoro che dall'altro lato si trasforma in passione verso i nuovi saperi... Una "giovane" insegnante che sogna ancora...
per entrare in contatto con gli alunni bisogna...sentirli e loro devono sentire te....così il gioco è fatto!
Pedagogia Libertaria !!
E SI! E' il legame di affetto e di tenerezza che si fa sprone nell'allievo, di ogni ordine e grado, per partecipare con entusiasmo alla vita della scuola, quando ogni insegnante non si serve, come in passato, di "punizioni", le temute "note", nella scuola elementare, e di ricatti psicologici nelle scuole successive. Insegnare ad amare la scuola è insegnare ad amare la vita oltre che a costruire, interiormente, la fiducia in sè stessi e nel prossimo. In certi insegnanti deve cessare la tendenza all'insulto e all'umiliazione dell'allievo. Insegnare è una vocazione e deve cessare di essere "mestiere".
Se non si crea legame, non si crea neanche apprendimento. Il legame, l'affetto, il cuore e l'anima sono le prerogative, in qualsiasi processo, progetto. Nel mondo della scuola, in particolare infanzia e primaria, sono i capisaldi. la maestra o il maestro sono tali solo se c'è amore in quello che fanno e per quello che fanno, perché in primis c'è il bambino.
se non c'è uno scambio di vibrazioni tra loro e te... è meglio cambiare mestiere!
Loro sono la.mia energia...e a loro dono tutta la.mia...da 25 anni...nonostante tutto e tutti!
...e quando li incontri,che non puoi riconoscerli perchè li hai salutati bambini di 10 anni,
e loro ti salutano, ragazzi di 20/25/30 anni, e ti parlano di loro....NON HA PREZZO!!!
educare vuol dire tirare fuori facendo prendere coscienza...si puo' fare solo con AMORE......
Il mio anno di prova si è concluso con l'affermazione del dirigente che la sua scuola sforna competenze e non ha bisogno di psicologi. La mia modesta risposta è stata chiedere ed ottenere il trasferimento presso una scuola dove oltre alle competenze costruisco intere giornate fatte di parole che aiutano a sfornare saperi consapevoli, personali e obiettivi.
“Nessuno può insegnarvi nulla, se non ciò che in dormiveglia giace nell’alba della vostra conoscenza. Il maestro che cammina all’ombra del tempio tra i discepoli non dà la sua scienza, ma il suo amore e la sua fede. E se egli è saggio, non vi invita ad entrare nella casa della sua scienza, ma vi conduce alla soglia della vostra mente”.
Gibran Khalil Gibran: Il Profeta
Aiutatemi ! Sono un padre disperato con sua moglie. Abbiamo una figlia di otto anni e mezzo a cui è stata fatta diagnosi neuropsichiatrica di OPI: atteggiamento oppositivo provocatorio con grave attaccamento dell'infanzia. E' una forma di iper attività con disturbo dell'attenzione, associati a difficoltà ad accettare le regole , ad una continua provocazione e atteggiamenti regressivi non idonei alla età . Oramai sono 4 anni che viene seguita e siamo al limite della disperazione. Adesso siamo in attesa di un ricovero all'ospedale regina margherita di Torino in neuropsichiatria perché chi la segue non ha trovato miglioramenti e non sa più che pesci pigliare! E' una bambina molto sensibile e intelligente ma con una bassa autostima e difficoltà a relazionerai e accettare un gruppo. Io da un anno ho chiesto supporto psicologico , mia moglie ha appena cominciato; ci sono volte che ci abbracciamo e piangiamo insieme per come ci sentiamo impotenti. Adesso abbiamo chiesto aiuto e paghiamo anche una ragazza che ha fatto la scuola ad indirizzò socio psico pedagogico affinché aiuti un giorno a settimana nostra figlia a fare i compiti perché noi non reggiamo più lo stress.
Scusatemi lo sfogo!
Scusatemi lo sfogo!
É verissimo Luci. Ma rarissimo. Nella mia vita scolastica e in quella dei miei figli ho incontrato solo due persone cosi. E pensare che è la cosa più importante!
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