Una Base sicura...
“questa è la caratteristica più importante di essere genitori: fornire una base sicura da cui un bambino o un adolescente possa partire per affacciarsi nel mondo esterno ed a cui possa ritornare sapendo per certo che sarà il benvenuto, nutrito sul piano fisico ed emotivo, confortato se triste, rassicurato se spaventato” .
“questa è la caratteristica più importante di essere genitori: fornire una base sicura da cui un bambino o un adolescente possa partire per affacciarsi nel mondo esterno ed a cui possa ritornare sapendo per certo che sarà il benvenuto, nutrito sul piano fisico ed emotivo, confortato se triste, rassicurato se spaventato” .
John Bowlby, Una base sicura
Se il fatto che i bambini piccoli non siano mai completamente o troppo a lungo separati dai loro genitori, fosse diventato parte della tradizione, allo stesso modo in cui il sonno regolare e la spremuta d’arancia sono diventate consuetudini nell’allevamento dei piccoli, credo che molti casi di sviluppo nevrotico del carattere sarebbero stati evitati.
John Bowlby
"Per certe famiglie diventa evidente, via che il lavoro procede, che i genitori sono interessati, talvolta quasi a qualunque costo, a presentare il comportamento del paziente come irragionevole e incomprensibile, e sé stessi come persone ragionevoli che hanno fatto tutto il possibile per lui. Un medico perspicace può accorgersi di quanto tali genitori siano sensibili ad ogni segno di critica nei loro riguardi, specialmente se essa proviene dal paziente, e con quale decisione cerchino di difendersi dall’accusa di avere avuto una parte qualsiasi nel creare il problema. Essi sostengono che il comportamento del paziente va inteso esclusivamente basandosi sul paziente stesso: egli è emotivamente disturbato, malato, matto o cattivo" .
John Bowlby, Attaccamento e Perdita
"Per certe famiglie diventa evidente, via che il lavoro procede, che i genitori sono interessati, talvolta quasi a qualunque costo, a presentare il comportamento del paziente come irragionevole e incomprensibile, e sé stessi come persone ragionevoli che hanno fatto tutto il possibile per lui. Un medico perspicace può accorgersi di quanto tali genitori siano sensibili ad ogni segno di critica nei loro riguardi, specialmente se essa proviene dal paziente, e con quale decisione cerchino di difendersi dall’accusa di avere avuto una parte qualsiasi nel creare il problema. Essi sostengono che il comportamento del paziente va inteso esclusivamente basandosi sul paziente stesso: egli è emotivamente disturbato, malato, matto o cattivo" .
John Bowlby, Attaccamento e Perdita
"Nessun aspetto della psichiatria infantile degli ultimi anni è così significativo come il crescente riconoscimento che i problemi che essa è chiamata ad affontare spesso non sono problemi limitati agli individui, ma in genere derivano dalle modalità stabili d’interazione sviluppatesi tra due, e più spesso tra più membri di una famiglia. L’abilità diagnostica consiste nella valutazione di queste modalità d’interazione, e delle disposizioni che in ogni membro della famiglia contribuiscono a mantenerle; l’abilità terapeutica consiste nel ricorso a tecniche che permettano di apportare dei cambiamenti più o meno concomitanti in tutti i membri di una famiglia, in modo che si possa instaurare e stabilizzare una nuova modalità d’interazione ".
John Bowlby, Attaccamento e perdita
John Bowlby, Attaccamento e perdita
"ll "bonding" o legame di attaccamento per gli esseri umani rappresenta la forma di relazione che assicura la sopravvivenza fisica ed emotiva del bambino. Progressivamente le esperienze relazionali vissute sin dalle prime fasi della vita diventano il modello di relazione che il bambino interiorizza e riproduce durante la crescita: per questo l’amore e la fiducia ed un'atmosfera di serenità con i genitori che egli sperimenta precocemente saranno determinanti nelle sue capacità future di stabilire delle buone e sane relazioni".
Rita Giorgi criminologipuntocom
Il bambino si costruisce un modello interno di sé stesso in base a come ci si è presi cura di lui
John Bowlby
LA PRIMA ESPERIENZA DI DIPENDENZA CHE OGNUNO DI NOI HA È CON LA PRIMA FIGURA DI ATTACCAMENTO. Bowlby, studiando il RAPPORTO MADRE-BAMBINO, e in particolare con lo studio delle RISPOSTE CHE LA MADRE DÀ ALLE RICHIESTE DI ACCUDIMENTO DEL PICCOLO e di come questi poi si relaziona col genitore, ha parlato di QUATTRO STILI DI ATTACCAMENTO: SICURO, INSICURO-EVITANTE, ANSIOSO-AMBIVALENTE, DISORGANIZZATO. Lo stile di attaccamento è molto importante durante la crescita poichè È LA PRIMA ESPERIENZA DI RELAZIONE CHE IL BAMBINO HA. IN BASE A QUESTA, IL BAMBINO STRUTTURA LA PROPRIA PERSONALITÀ E LE SUCCESSIVE RELAZIONI INTERPERSONALI, DATO CHE LO STILE DI ATTACCAMENTO SARÀ RIPROPOSTO ANCHE NEL RESTO DEI RAPPORTI AFFETTIVI, TRA CUI QUELLI DI AMORE. Un bambino con ATTACCAMENTO SICURO tenderà ad essere esplorativo, sapendo che c’è una FIGURA AFFIDABILE, AMOREVOLE E ATTENTA AI SUOI BISOGNI, PER CUI SI SENTIRÀ TRANQUILLO ANCHE DURANTE IL DISTACCO SENZA IL TIMORE DI ESSERE ABBANDONATO. L’Altro è visto come positivo e accudente, e IL BAMBINO SVILUPPERÀ UN SÈ POSITIVO, GIOIOSO E FIDUCIOSO IN SE STESSO E NEGLI ALTRI. Un bambino con un CAREGIVER INAFFIDABILE E A TRATTI RIFIUTANTE svilupperà un ATTACCAMENTO DI TIPO INSICURO-EVITANTE. L’adulto, infatti, NON SI MOSTRA SENSIBILE ALLE RICHIESTE D’ACCUDIMENTO, PER CUI IL PICCOLO TENDERÀ A NON CHIEDERE AIUTO ALL’ALTRO MA AD AFFIDARSI SOLO A SE STESSO. Per questo motivo, DA ADULTO, LE RELAZIONI SARANNO VISSUTE CON POCO COINVOLGIMENTO poichè L’ALTRO È STATO INTERIORIZZATO COME RIFIUTANTE PERCHÈ NON SI È DEGNI DI ESSERE AMATI. Un BAMBINO CON ATTACCAMENTO ANSIOSO-AMBIVALENTE INTERIORIZZERÀ L’ALTRO COME FIGURA DISCONTINUA. LA MADRE, INFATTI, NON RISPONDE COSTANTEMENTE AI BISOGNI DEL BAMBINO, ma Si Mostra Sia Presente Sia Assente. L’esplorazione Sarà Caratterizzata Dall’ansia E Dalla Paura Dell’abbandono. DA ADULTO, LE RELAZIONI SARANNO VISSUTE SMINUENDO IL PROPRIO SÈ E SOPRAVVALUTANDO GLI ALTRI, AMANDO L’ALTRO IN MODO POSSESSIVO E CON MOLTA GELOSIA. Infine, nell’ESPERIENZA DI ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO, IL BAMBINO SVILUPPA UN’IMMAGINE DI SÈ E DELL’ALTRO NEGATIVA, LA RELAZIONE È CONFUSIVA IN QUANTO IL PICCOLO CERCA L’ACCUDIMENTO MA ALLO STESSO TEMPO È SPAVENTATO DAL CAREGIVER. DA ADULTO, NELLE RELAZIONI DI COPPIA, IL SOGGETTO TENDERÀ AD ESSERE DIPENDENTE E PASSIVO DALLA PERSONA CHE AMA, COLPEVOLIZZANDOSI LADDOVE CI DOVESSERO ESSERE DEI PROBLEMI DI COPPIA.
Riconoscere l'importanza delle cure che il bambino riceve fin dai primissimi giorni di vita e il ruolo che hanno sul suo sviluppo, non significa attribuire ai caregivers ogni responsabilità rispetto alla persona che diventerà e al tipo di vita che condurrà. Significa affermare che da lì la persona comincia a formarsi ed a crescere all'interno della relazione con l'altro. Questo ci ricorda quanto l'altro sia parte di noi e contribuisca alla formazione e al cambiamento della nostra identità personale.
I modelli operativi interni....I suoi tomi, complessi quanto attuali e utili nella pratica...anche nell'adultità.
La stima e il rispetto che avrà di sé stesso saranno esattamente corrispondenti alla stima e al rispetto ricevuti dai genitori.
Sto leggendo il 3 volume sulla teoria dell'attaccamento, fantastico!
Teoria dell'Attaccamento
I bambini COERCITIVI PUNITIVI utilizzano la rabbia per fare dispetti al genitore. Minacciano, picchiano, urlano, oppure si chiudono in se stessi, diventando impenetrabili ai tentativi della figura di attaccamento di confortarli. Inoltre adottano spesso comportamenti il cui fine è di far vergognare il genitore o di farlo sentire in imbarazzo, prima di porre fine al loro comportamento ostile e vendicativo. Questi comportamenti non hanno un fine punitivo, ma sono l’unico modo per il bambino, di ottenere dal genitore una risposta che soddisfa i suoi bisogni. Purtroppo, in questi casi il genitore spesso risponde con comportamenti di maggior severità o minacciandolo di privarlo dell’affetto, aggravando di fatto il problema, in quanto al bisogno di conforto, la risposta di severità viene interpretata dal bambino come un abbandono, sollecitando così la necessità di essere maggiormente oppositivo nei confronti del genitore.
Questi bambini incontrano grosse difficolta nelle situazioni in cui devono condividere con altri, le attenzioni di un adulto, in quanto sono portati ad interpetrare una normale disattenzione nei loro confronti, come una punizione. Per conquistarsi l’attenzione, l’unico comportamento che sono in grado di attuare è quello di essere indisciplinati, anche a costo di essere sgridati o incorrere in sanzioni disciplinari.
Teoria dell'Attaccamento
Innanzitutto è importante conoscere l’effettiva interazione fra i diversi membri della famiglia: come i genitori stanno gestendo i figli? Quali strategie utilizzano? Cosa fanno per rendere ubbidiente il figlio? Ecc. In funzione delle risposte ottenute si può adottare un’opportuna strategia correttiva, tenendo conto che i bambini piccoli preferiscono essere guidati, piuttosto che comandare.
Ad esempio, quando il figlio inizia a fare il biricchino, il genitore potrebbe dirgli: "ho capito che per te è importante fare quello che fai, quindi adesso hai mezz’ora di tempo per farlo, aspetta il mio via e parti… adesso inizia a farmi i dispetti"; il genitore deve assumere un atteggiamento orientato all’osservazione, senza intervenire, allontanandosi di qualche metro, ma mantenendo il contatto visivo, in modo da segnalare al figlio che non sta attuando un ricatto affettivo e non ha intenzione di abbandonarlo.
Questa strategia priva il bambino del potere del ricatto, rendendo così inefficace il suo comportamento.
Elisa Bratz
È giusto ciò che dici ma mio figlio ha 3 anni e lui non ascolta i miei comandi...nessuno!né a scuola né a psicomotricità...vuole comandare essere il leader. Questo porta a mettere un pericolo se stesso e anche gli altri purtroppo. Noi lo coccoliamo molto gli diamo molte attenzioni ma per lui non è sufficiente. È nata la sorellina che ora ha 10 mesi e ci gioca insieme e non le ha mai fatto nulla anzi è molto geloso con chi le si avvicina...la sua maestra ha detto che dobbiamo lavorare insieme per estinguere certi comportamenti :lanciare i giochi,spuntare,alzare le mani,urlare,scappare via ecc.....è dura tanto tanto...
Teoria dell'Attaccamento
Un bambino di tre anni non possiede i requisiti per essere un leader, ma non gli è difficile essere un piccolo dittatore. Non tollerano i comandi, ma gradiscono essere guidati con autorevolezza. Un uomo ricco non è mai soddisfatto di ciò che ha, vuole sempre più denari, nello stesso modo i bambini “molto coccolati” non saranno mai soddisfatti dell’amore che ricevono, ne cercheranno sempre di più. Ed è anche molto probabile che in queste situazioni i genitori adottano strategie punitive, seguite da manifestazioni di intenso amore, che contribuiscono ad alimentare ulteriormente il problema. [...]
Forse la soluzione è davanti ai vostri occhi e ve la sta fornendo vostro figlio. Osservando il suo comportamento con la sorella potrebbe ispirarvi
Dalla breve descrizione, le frasi che seguono forniscono una prima indicazione del modello interattivo genitori/figlio: “lui non ascolta i miei comandi”; vuole comandare essere il leader; Noi lo coccoliamo molto gli diamo molte attenzioni ma per lui non è sufficiente. Sono queste tentate soluzioni che alimentano il problema, probabilmente insieme ad altre che non sono emerse
Per risolvere il problema occorre adottare un diverso modello interattivo genitori/figlio, che miri a stabilire in modo chiaro i ruoli e il rispetto di alcune regole fondamentali, altrimenti il bambino potrebbe crescere con l’illusione egocentrica di essere ciò che non è. Il rischio è che da adulto potrebbe crollare di fronte alle prime difficoltà.
Teoria dell'Attaccamento
I bambini COERCITIVI PUNITIVI utilizzano la rabbia per fare dispetti al genitore. Minacciano, picchiano, urlano, oppure si chiudono in se stessi, diventando impenetrabili ai tentativi della figura di attaccamento di confortarli. Inoltre adottano spesso comportamenti il cui fine è di far vergognare il genitore o di farlo sentire in imbarazzo, prima di porre fine al loro comportamento ostile e vendicativo. Questi comportamenti non hanno un fine punitivo, ma sono l’unico modo per il bambino, di ottenere dal genitore una risposta che soddisfa i suoi bisogni. Purtroppo, in questi casi il genitore spesso risponde con comportamenti di maggior severità o minacciandolo di privarlo dell’affetto, aggravando di fatto il problema, in quanto al bisogno di conforto, la risposta di severità viene interpretata dal bambino come un abbandono, sollecitando così la necessità di essere maggiormente oppositivo nei confronti del genitore.
Questi bambini incontrano grosse difficolta nelle situazioni in cui devono condividere con altri, le attenzioni di un adulto, in quanto sono portati ad interpetrare una normale disattenzione nei loro confronti, come una punizione. Per conquistarsi l’attenzione, l’unico comportamento che sono in grado di attuare è quello di essere indisciplinati, anche a costo di essere sgridati o incorrere in sanzioni disciplinari.
Nicoletta De Maria
"Un uomo ricco non è mai soddisfatto di ciò che ha, vuole sempre più denari, nello stesso modo i bambini "molto coccolati" non saranno mai soddisfatti dell'amore che ricevono, ne cercheranno sempre di più"...
Mi hai fatto tornare alla mente (e cercare in un libro che non sfogliavo da anni) una massima epicurea: "Niente basta a colui per il quale il bastevole è poco" .
Tornando alla teoria dell'attaccamento, io continuo a prendere appunti.
"BOWLBY, AMATO-ODIATO DALLA PSICOANALISI.
La teoria dell'attaccamento ha avuto un' influenza importante negli ultimi trenta anni nella psicoanalisi, nel cognitivismo e nella psicologia dello sviluppo, mettendo in luce il ruolo delle prime esperienze con i genitori nello sviluppo della personalità. Oggi può sembrare un'affermazione scontata, ma in passato la teoria dell'attaccamento si è dovuta scontrare con le concezioni psicoanalitiche che sostenevano la centralità delle fantasie sessuali ed aggressive nello sviluppo infantile oppure con le tesi innatiste dello sviluppo infantile che lo riconducevano alla dotazione genetica. Ora il libro John Bowlby dalla psicoanalisi all'etologia di Frank Van Der Horst (Cortina, pagg. 198, euro 22) ripercorre in chiave storica ed epistemologica lo sviluppo e il successo della teoria dell'attaccamento attraverso la storia del suo fondatore, appunto lo psichiatra e psicoanalista inglese John Bowlby (1907-1990). Van Der Horst nel tracciare il percorso professionale di Bowlby valorizza l'influenza delle sue esperienze infantili di separazione, prima la perdita della sua governante e poi il distacco dalla famiglia quando fu mandato in collegio, che lo avrebbero segnato dolorosamente. Più tardi, se da una parte Bowlby fa esperienza diretta delle scuole progressiste, influenzate dalla psicoanalisi, dall'altra si trova nel pieno delle controversie che infiammano il mondo psicoanalitico britannico e vedono contrapposte Melanie Klein ed Anna Freud. Bowlby, fin da allora, tiene fede alla sua convinzione empirista secondo cui occorre documentare nel modo più attento e affidabile le osservazioni cliniche, come nel suo studio effettuato negli anni Quaranta su 44 giovani delinquenti, molti dei quali avevano avuto un'infanzia fortemente travagliata. Ma se queste erano state le intuizioni iniziali di Bowlby le sue successive esperienze lo portano ad osservare il malessere dei bambini che erano stati allontanati dalle famiglie impegnate nello sforzo bellico. Èanche il tema di una sua monografia sulle cure materne, realizzata nell'ambito dell'Organizzazione mondiale della sanità, che lo spinge anche a studiare le conseguenze psicologiche dell'ospedalizzazione dei bambini, che allora veniva effettuata precludendo la presenza dei genitori. Da qui inizia il percorso di differenziazione di Bowlby dalla teoria psicoanalitica, nonostante ne riconoscesse l'importanza delle osservazioni cliniche. L'insoddisfazione di Bowlby per il modello intrapsichico della psicoanalisi di allora, secondo cui il bambino sarebbe influenzato dalle sue pulsioni interne minimizzando l'intreccio delle relazioni quotidiane, lo spinge a ricercare nuove frontiere. E proprio in quegli anni si afferma l'etologia con personaggi di spicco, come i Nobel Lorenz e Tinbergen, che forniscono una cornice ed una metodologia, mutuate dal campo animale, per studiare le relazioni dei bambini con le figure significative. In questo contesto interdisciplinare comincia a prendere corpo la teoria dell'attaccamento che ha una forte base evoluzionistica: non è la pulsione sessuale a motivare il comportamento umano ma è la ricerca di sicurezza, che nel bambino si realizza con la vicinanza all'adulto che si prende cura di lui. La reazione del mondo psicoanalitico è fortemente negativa, la stessa Anna Freud ritiene che Bowlby sia ormai perso per la psicoanalisi. Ma il percorso di Bowlby prosegue, convinto come è delle sue idee, confermate sempre più dagli studi animali come quelli di Harlow oppure dagli studi con i bambini di Mary Ainsworth. In questi ultimi anni c'è stato un riavvicinamento fra la teoria dell'attaccamento e gli sviluppi più recenti della psicoanalisi relazionale, anche se permangono differenze consistenti. Di diverso parere è l'autore del libro, che ritiene che Bowlby abbia adottato un approccio etologico diverso dalla psicoanalisi. Eppure psicoanalisti come Winnicott e più recentemente Stern o Sander hanno un approccio abbastanza vicino a quello di Bowlby, anche se alla particolare sensibilità di quest'ultimo per lo studio del comportamento umano non corrisponde un'analoga attenzione per i meccanismi della mente."
Repubblica-24 luglio 2012- Massimo Ammaniti
Rita Giorgi criminologipuntocom
Il bambino si costruisce un modello interno di sé stesso in base a come ci si è presi cura di lui
John Bowlby
LA PRIMA ESPERIENZA DI DIPENDENZA CHE OGNUNO DI NOI HA È CON LA PRIMA FIGURA DI ATTACCAMENTO. Bowlby, studiando il RAPPORTO MADRE-BAMBINO, e in particolare con lo studio delle RISPOSTE CHE LA MADRE DÀ ALLE RICHIESTE DI ACCUDIMENTO DEL PICCOLO e di come questi poi si relaziona col genitore, ha parlato di QUATTRO STILI DI ATTACCAMENTO: SICURO, INSICURO-EVITANTE, ANSIOSO-AMBIVALENTE, DISORGANIZZATO. Lo stile di attaccamento è molto importante durante la crescita poichè È LA PRIMA ESPERIENZA DI RELAZIONE CHE IL BAMBINO HA. IN BASE A QUESTA, IL BAMBINO STRUTTURA LA PROPRIA PERSONALITÀ E LE SUCCESSIVE RELAZIONI INTERPERSONALI, DATO CHE LO STILE DI ATTACCAMENTO SARÀ RIPROPOSTO ANCHE NEL RESTO DEI RAPPORTI AFFETTIVI, TRA CUI QUELLI DI AMORE. Un bambino con ATTACCAMENTO SICURO tenderà ad essere esplorativo, sapendo che c’è una FIGURA AFFIDABILE, AMOREVOLE E ATTENTA AI SUOI BISOGNI, PER CUI SI SENTIRÀ TRANQUILLO ANCHE DURANTE IL DISTACCO SENZA IL TIMORE DI ESSERE ABBANDONATO. L’Altro è visto come positivo e accudente, e IL BAMBINO SVILUPPERÀ UN SÈ POSITIVO, GIOIOSO E FIDUCIOSO IN SE STESSO E NEGLI ALTRI. Un bambino con un CAREGIVER INAFFIDABILE E A TRATTI RIFIUTANTE svilupperà un ATTACCAMENTO DI TIPO INSICURO-EVITANTE. L’adulto, infatti, NON SI MOSTRA SENSIBILE ALLE RICHIESTE D’ACCUDIMENTO, PER CUI IL PICCOLO TENDERÀ A NON CHIEDERE AIUTO ALL’ALTRO MA AD AFFIDARSI SOLO A SE STESSO. Per questo motivo, DA ADULTO, LE RELAZIONI SARANNO VISSUTE CON POCO COINVOLGIMENTO poichè L’ALTRO È STATO INTERIORIZZATO COME RIFIUTANTE PERCHÈ NON SI È DEGNI DI ESSERE AMATI. Un BAMBINO CON ATTACCAMENTO ANSIOSO-AMBIVALENTE INTERIORIZZERÀ L’ALTRO COME FIGURA DISCONTINUA. LA MADRE, INFATTI, NON RISPONDE COSTANTEMENTE AI BISOGNI DEL BAMBINO, ma Si Mostra Sia Presente Sia Assente. L’esplorazione Sarà Caratterizzata Dall’ansia E Dalla Paura Dell’abbandono. DA ADULTO, LE RELAZIONI SARANNO VISSUTE SMINUENDO IL PROPRIO SÈ E SOPRAVVALUTANDO GLI ALTRI, AMANDO L’ALTRO IN MODO POSSESSIVO E CON MOLTA GELOSIA. Infine, nell’ESPERIENZA DI ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO, IL BAMBINO SVILUPPA UN’IMMAGINE DI SÈ E DELL’ALTRO NEGATIVA, LA RELAZIONE È CONFUSIVA IN QUANTO IL PICCOLO CERCA L’ACCUDIMENTO MA ALLO STESSO TEMPO È SPAVENTATO DAL CAREGIVER. DA ADULTO, NELLE RELAZIONI DI COPPIA, IL SOGGETTO TENDERÀ AD ESSERE DIPENDENTE E PASSIVO DALLA PERSONA CHE AMA, COLPEVOLIZZANDOSI LADDOVE CI DOVESSERO ESSERE DEI PROBLEMI DI COPPIA.
Riconoscere l'importanza delle cure che il bambino riceve fin dai primissimi giorni di vita e il ruolo che hanno sul suo sviluppo, non significa attribuire ai caregivers ogni responsabilità rispetto alla persona che diventerà e al tipo di vita che condurrà. Significa affermare che da lì la persona comincia a formarsi ed a crescere all'interno della relazione con l'altro. Questo ci ricorda quanto l'altro sia parte di noi e contribuisca alla formazione e al cambiamento della nostra identità personale.
I modelli operativi interni....I suoi tomi, complessi quanto attuali e utili nella pratica...anche nell'adultità.
La stima e il rispetto che avrà di sé stesso saranno esattamente corrispondenti alla stima e al rispetto ricevuti dai genitori.
Sto leggendo il 3 volume sulla teoria dell'attaccamento, fantastico!
Teoria dell'Attaccamento
I bambini COERCITIVI PUNITIVI utilizzano la rabbia per fare dispetti al genitore. Minacciano, picchiano, urlano, oppure si chiudono in se stessi, diventando impenetrabili ai tentativi della figura di attaccamento di confortarli. Inoltre adottano spesso comportamenti il cui fine è di far vergognare il genitore o di farlo sentire in imbarazzo, prima di porre fine al loro comportamento ostile e vendicativo. Questi comportamenti non hanno un fine punitivo, ma sono l’unico modo per il bambino, di ottenere dal genitore una risposta che soddisfa i suoi bisogni. Purtroppo, in questi casi il genitore spesso risponde con comportamenti di maggior severità o minacciandolo di privarlo dell’affetto, aggravando di fatto il problema, in quanto al bisogno di conforto, la risposta di severità viene interpretata dal bambino come un abbandono, sollecitando così la necessità di essere maggiormente oppositivo nei confronti del genitore.
Questi bambini incontrano grosse difficolta nelle situazioni in cui devono condividere con altri, le attenzioni di un adulto, in quanto sono portati ad interpetrare una normale disattenzione nei loro confronti, come una punizione. Per conquistarsi l’attenzione, l’unico comportamento che sono in grado di attuare è quello di essere indisciplinati, anche a costo di essere sgridati o incorrere in sanzioni disciplinari.
Teoria dell'Attaccamento
Innanzitutto è importante conoscere l’effettiva interazione fra i diversi membri della famiglia: come i genitori stanno gestendo i figli? Quali strategie utilizzano? Cosa fanno per rendere ubbidiente il figlio? Ecc. In funzione delle risposte ottenute si può adottare un’opportuna strategia correttiva, tenendo conto che i bambini piccoli preferiscono essere guidati, piuttosto che comandare.
Ad esempio, quando il figlio inizia a fare il biricchino, il genitore potrebbe dirgli: "ho capito che per te è importante fare quello che fai, quindi adesso hai mezz’ora di tempo per farlo, aspetta il mio via e parti… adesso inizia a farmi i dispetti"; il genitore deve assumere un atteggiamento orientato all’osservazione, senza intervenire, allontanandosi di qualche metro, ma mantenendo il contatto visivo, in modo da segnalare al figlio che non sta attuando un ricatto affettivo e non ha intenzione di abbandonarlo.
Questa strategia priva il bambino del potere del ricatto, rendendo così inefficace il suo comportamento.
Elisa Bratz
È giusto ciò che dici ma mio figlio ha 3 anni e lui non ascolta i miei comandi...nessuno!né a scuola né a psicomotricità...vuole comandare essere il leader. Questo porta a mettere un pericolo se stesso e anche gli altri purtroppo. Noi lo coccoliamo molto gli diamo molte attenzioni ma per lui non è sufficiente. È nata la sorellina che ora ha 10 mesi e ci gioca insieme e non le ha mai fatto nulla anzi è molto geloso con chi le si avvicina...la sua maestra ha detto che dobbiamo lavorare insieme per estinguere certi comportamenti :lanciare i giochi,spuntare,alzare le mani,urlare,scappare via ecc.....è dura tanto tanto...
Teoria dell'Attaccamento
Un bambino di tre anni non possiede i requisiti per essere un leader, ma non gli è difficile essere un piccolo dittatore. Non tollerano i comandi, ma gradiscono essere guidati con autorevolezza. Un uomo ricco non è mai soddisfatto di ciò che ha, vuole sempre più denari, nello stesso modo i bambini “molto coccolati” non saranno mai soddisfatti dell’amore che ricevono, ne cercheranno sempre di più. Ed è anche molto probabile che in queste situazioni i genitori adottano strategie punitive, seguite da manifestazioni di intenso amore, che contribuiscono ad alimentare ulteriormente il problema. [...]
Forse la soluzione è davanti ai vostri occhi e ve la sta fornendo vostro figlio. Osservando il suo comportamento con la sorella potrebbe ispirarvi
Dalla breve descrizione, le frasi che seguono forniscono una prima indicazione del modello interattivo genitori/figlio: “lui non ascolta i miei comandi”; vuole comandare essere il leader; Noi lo coccoliamo molto gli diamo molte attenzioni ma per lui non è sufficiente. Sono queste tentate soluzioni che alimentano il problema, probabilmente insieme ad altre che non sono emerse
Per risolvere il problema occorre adottare un diverso modello interattivo genitori/figlio, che miri a stabilire in modo chiaro i ruoli e il rispetto di alcune regole fondamentali, altrimenti il bambino potrebbe crescere con l’illusione egocentrica di essere ciò che non è. Il rischio è che da adulto potrebbe crollare di fronte alle prime difficoltà.
Teoria dell'Attaccamento
I bambini COERCITIVI PUNITIVI utilizzano la rabbia per fare dispetti al genitore. Minacciano, picchiano, urlano, oppure si chiudono in se stessi, diventando impenetrabili ai tentativi della figura di attaccamento di confortarli. Inoltre adottano spesso comportamenti il cui fine è di far vergognare il genitore o di farlo sentire in imbarazzo, prima di porre fine al loro comportamento ostile e vendicativo. Questi comportamenti non hanno un fine punitivo, ma sono l’unico modo per il bambino, di ottenere dal genitore una risposta che soddisfa i suoi bisogni. Purtroppo, in questi casi il genitore spesso risponde con comportamenti di maggior severità o minacciandolo di privarlo dell’affetto, aggravando di fatto il problema, in quanto al bisogno di conforto, la risposta di severità viene interpretata dal bambino come un abbandono, sollecitando così la necessità di essere maggiormente oppositivo nei confronti del genitore.
Questi bambini incontrano grosse difficolta nelle situazioni in cui devono condividere con altri, le attenzioni di un adulto, in quanto sono portati ad interpetrare una normale disattenzione nei loro confronti, come una punizione. Per conquistarsi l’attenzione, l’unico comportamento che sono in grado di attuare è quello di essere indisciplinati, anche a costo di essere sgridati o incorrere in sanzioni disciplinari.
Nicoletta De Maria
"Un uomo ricco non è mai soddisfatto di ciò che ha, vuole sempre più denari, nello stesso modo i bambini "molto coccolati" non saranno mai soddisfatti dell'amore che ricevono, ne cercheranno sempre di più"...
Mi hai fatto tornare alla mente (e cercare in un libro che non sfogliavo da anni) una massima epicurea: "Niente basta a colui per il quale il bastevole è poco" .
Tornando alla teoria dell'attaccamento, io continuo a prendere appunti.
"BOWLBY, AMATO-ODIATO DALLA PSICOANALISI.
La teoria dell'attaccamento ha avuto un' influenza importante negli ultimi trenta anni nella psicoanalisi, nel cognitivismo e nella psicologia dello sviluppo, mettendo in luce il ruolo delle prime esperienze con i genitori nello sviluppo della personalità. Oggi può sembrare un'affermazione scontata, ma in passato la teoria dell'attaccamento si è dovuta scontrare con le concezioni psicoanalitiche che sostenevano la centralità delle fantasie sessuali ed aggressive nello sviluppo infantile oppure con le tesi innatiste dello sviluppo infantile che lo riconducevano alla dotazione genetica. Ora il libro John Bowlby dalla psicoanalisi all'etologia di Frank Van Der Horst (Cortina, pagg. 198, euro 22) ripercorre in chiave storica ed epistemologica lo sviluppo e il successo della teoria dell'attaccamento attraverso la storia del suo fondatore, appunto lo psichiatra e psicoanalista inglese John Bowlby (1907-1990). Van Der Horst nel tracciare il percorso professionale di Bowlby valorizza l'influenza delle sue esperienze infantili di separazione, prima la perdita della sua governante e poi il distacco dalla famiglia quando fu mandato in collegio, che lo avrebbero segnato dolorosamente. Più tardi, se da una parte Bowlby fa esperienza diretta delle scuole progressiste, influenzate dalla psicoanalisi, dall'altra si trova nel pieno delle controversie che infiammano il mondo psicoanalitico britannico e vedono contrapposte Melanie Klein ed Anna Freud. Bowlby, fin da allora, tiene fede alla sua convinzione empirista secondo cui occorre documentare nel modo più attento e affidabile le osservazioni cliniche, come nel suo studio effettuato negli anni Quaranta su 44 giovani delinquenti, molti dei quali avevano avuto un'infanzia fortemente travagliata. Ma se queste erano state le intuizioni iniziali di Bowlby le sue successive esperienze lo portano ad osservare il malessere dei bambini che erano stati allontanati dalle famiglie impegnate nello sforzo bellico. Èanche il tema di una sua monografia sulle cure materne, realizzata nell'ambito dell'Organizzazione mondiale della sanità, che lo spinge anche a studiare le conseguenze psicologiche dell'ospedalizzazione dei bambini, che allora veniva effettuata precludendo la presenza dei genitori. Da qui inizia il percorso di differenziazione di Bowlby dalla teoria psicoanalitica, nonostante ne riconoscesse l'importanza delle osservazioni cliniche. L'insoddisfazione di Bowlby per il modello intrapsichico della psicoanalisi di allora, secondo cui il bambino sarebbe influenzato dalle sue pulsioni interne minimizzando l'intreccio delle relazioni quotidiane, lo spinge a ricercare nuove frontiere. E proprio in quegli anni si afferma l'etologia con personaggi di spicco, come i Nobel Lorenz e Tinbergen, che forniscono una cornice ed una metodologia, mutuate dal campo animale, per studiare le relazioni dei bambini con le figure significative. In questo contesto interdisciplinare comincia a prendere corpo la teoria dell'attaccamento che ha una forte base evoluzionistica: non è la pulsione sessuale a motivare il comportamento umano ma è la ricerca di sicurezza, che nel bambino si realizza con la vicinanza all'adulto che si prende cura di lui. La reazione del mondo psicoanalitico è fortemente negativa, la stessa Anna Freud ritiene che Bowlby sia ormai perso per la psicoanalisi. Ma il percorso di Bowlby prosegue, convinto come è delle sue idee, confermate sempre più dagli studi animali come quelli di Harlow oppure dagli studi con i bambini di Mary Ainsworth. In questi ultimi anni c'è stato un riavvicinamento fra la teoria dell'attaccamento e gli sviluppi più recenti della psicoanalisi relazionale, anche se permangono differenze consistenti. Di diverso parere è l'autore del libro, che ritiene che Bowlby abbia adottato un approccio etologico diverso dalla psicoanalisi. Eppure psicoanalisti come Winnicott e più recentemente Stern o Sander hanno un approccio abbastanza vicino a quello di Bowlby, anche se alla particolare sensibilità di quest'ultimo per lo studio del comportamento umano non corrisponde un'analoga attenzione per i meccanismi della mente."
Repubblica-24 luglio 2012- Massimo Ammaniti
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