L’arte è una sfinge: il bello della sfinge è che devi interpretarla. Quando hai trovato un’interpretazione, sei già salvo. L’errore della gente è credere che la sfinge possa dare solo una risposta esatta. In realtà ne dà cento, mille, forse nessuna. Può darsi che l’interpretazione non ci porti alla verità, ma è un esercizio che ci salva.
Saul Steinberg
Nell'opera "La vergine" il doppio movimento della spirale di rotazione, verso il centro e all'inverso, apre e chiude l'immagine densamente metamorfica di un universo onirico femminile che simboleggia lo stato psichico dell'attesa e rimanda al simbolismo cosmico della luna, al simbolismo acquatico della conchiglia, al simbolismo erotico della vulva. (Melissa)
Chi vuole sapere di più su di me, cioè sull'artista, l'unico che vale la pena di conoscere, osservi attentamente i miei dipinti per rintracciarvi chi sono e cosa voglio.
Gustav Klimt
Il bacio - Gustav Klimt
L'uomo, in piedi, si piega per baciare la donna che sta inginocchiata sul prato tra i fiori e sembra accettare il bacio, partecipando emotivamente. Solo la faccia e le braccia dei personaggi sono realistiche, il resto del quadro è formato da tinte piatte e volumi geometrici accostati. La faccia della donna è racchiusa fra le mani del maschio, il quale ha il braccio della femmina sul collo. Klimt ha vestito, ed è curioso da notare, i suoi personaggi con la lunga tunica che era solito portare. La coppia è contornata da un ovale. Le forme geometriche sono abbastanza allusive, sul vestito dell'uomo vi sono raffigurati dei rettangoli posizionati in verticale, sul vestito della donna sono raffigurati dei cerchi concentrici, tutte e due le forme geometriche ricordano il sesso dei soggetti che indossano quelle tuniche.
1907-1908. Vienna, Österreichische Galerie Belvedere.
Gustav Klimt: le tre età della donna
Posted on 1 settembre 2011 by Vallery
https://youtu.be/nSipcBRei8g
Nell’opera sono raffigurate tre figure femminili: a sinistra una donna anziana e a destra una giovane con una bimba in braccio. la prima posta di profilo è completamente nuda, ha il capo chinato, il braccio sinistro piegato con la mano che copre gli occhi, mentre il destro scende lungo il corpo. La sua immagine è molto espressiva e di forte impatto a causa dell’estremo realismo: le spalle sono molto curve, i capelli lunghi castani non sono luminosi, il seno è deformato e il ventre gonfio fa contrasto con il corpo magro dalla pelle di un colore ormai spento e quasi scuro.
La donna giovane invece è raffigurata frontalmente ed è coperta soltanto da un velo semitrasparente azzurro e violetto. Ha il capo chinato a sinistra (che ricorda la figura della donna rappresentata ne “il bacio”) appoggiato sulla testa della bimba. La sua carnagione diafana e luminosa contrasta fortemente con quella dell’anziana, così come i capelli dal colore biondo dorato. La piccola è paffuta ed ha le guance rosate. Entrambe hanno gli occhi chiusi come se stessero sognando o fossero immerse in una dimensione irreale, felice, spirituale. Questo perchè si trovano su uno sfondo dorato, colorato di tinte pastello e molto decorato anche di motivi geometrici. La donna vecchi ainvece si trova su un piano arretrato, dallo sfondo più scuro, composto di toni che vanno dall’ocra al marrone al nero.
In quest’opera Klimt rappresenta un tema che ricorre spesso nei suoi quadri ed a lui molto caro: la precarietà della vita e della bellezza. E’ un’allegoria della vita, nella quale c’è la nascita, la fanciullezza, la maternità, la vecchiaia e la morte.
Il gesto dell’anziana che si copre gli occhi è molto drammatico e rappresenta la rinuncia ad affrontare la nuda realtà della morte. Essa simboleggia quindi il tempo che scorre inesorabile e la morte che minaccia l’uomo.
In netto contrasto è invece la giovane con la bimba, simbolo di maternità e proprio per questo immersa in un’atmosfera irreale, trasognata e quasi sacra. L’abbraccio della madre è delicatissimo e avvolgente, tanto che i loro corpi sembrano un tutt’uno. Entrambe si trovano distanti dalla vecchiaia (e dalla morte) sia concettualmente che visivamente. Le tre donne hanno gli occhi chiusi, ma con significati ben diversi: la mamma e la bambina infatti sono immerse nei loro sogni, mentre la vecchia, nascondendosi il volto con la mano, è l’impossibilità di sognare. Klimt inoltre sceglie tre figure femminili a rappresentare questo tema perchè è tramite la donna che può nascere la vita. Infatti nell’anziana uno dei particolari più evidenti è il grembo ormai deformato e freddo, incapace di donare la vita.
Molto particolare è lo sfondo, ricco di sfumature grigie e brune, illuminate nella parte superiore specialmente da una sorta di pulviscolo bianco. In alto una fascia nera che si interrompe sulla sinistra, somiglia ad una voragine. Lo sfondo così piatto e dorato riduce l’immagine a due sole dimensioni, tratto che caratterizza i mosaici bizantini che l’artista ebbe modo di vedere durante un viaggio in Italia.
http://www.vallery.it/2011/09/01/gustav-klimt-le-tre-eta-della-donna/
È una delle pochissime opere del grande pittore austriaco conservate in Italia. Venne esposta alla mostra internazionale per il cinquantenario dell’Unità d’Italia nel 1911 e poi fu acquistata dallo Stato e destinata alla nascente Galleria d’Arte Moderna. La tela rappresenta un’allegoria del tempo raffigurando un’anziana donna, una giovane madre e una bambina in braccio a quest’ultima.
http://www.arte.it/opera/le-tre-et%C3%A0-della-donna-111
Il bacio - Gustav Klimt
Gustav Klimt: le tre età della donna
Posted on 1 settembre 2011 by Vallery
https://youtu.be/nSipcBRei8g
La donna giovane invece è raffigurata frontalmente ed è coperta soltanto da un velo semitrasparente azzurro e violetto. Ha il capo chinato a sinistra (che ricorda la figura della donna rappresentata ne “il bacio”) appoggiato sulla testa della bimba. La sua carnagione diafana e luminosa contrasta fortemente con quella dell’anziana, così come i capelli dal colore biondo dorato. La piccola è paffuta ed ha le guance rosate. Entrambe hanno gli occhi chiusi come se stessero sognando o fossero immerse in una dimensione irreale, felice, spirituale. Questo perchè si trovano su uno sfondo dorato, colorato di tinte pastello e molto decorato anche di motivi geometrici. La donna vecchi ainvece si trova su un piano arretrato, dallo sfondo più scuro, composto di toni che vanno dall’ocra al marrone al nero.
In quest’opera Klimt rappresenta un tema che ricorre spesso nei suoi quadri ed a lui molto caro: la precarietà della vita e della bellezza. E’ un’allegoria della vita, nella quale c’è la nascita, la fanciullezza, la maternità, la vecchiaia e la morte.
Il gesto dell’anziana che si copre gli occhi è molto drammatico e rappresenta la rinuncia ad affrontare la nuda realtà della morte. Essa simboleggia quindi il tempo che scorre inesorabile e la morte che minaccia l’uomo.
In netto contrasto è invece la giovane con la bimba, simbolo di maternità e proprio per questo immersa in un’atmosfera irreale, trasognata e quasi sacra. L’abbraccio della madre è delicatissimo e avvolgente, tanto che i loro corpi sembrano un tutt’uno. Entrambe si trovano distanti dalla vecchiaia (e dalla morte) sia concettualmente che visivamente. Le tre donne hanno gli occhi chiusi, ma con significati ben diversi: la mamma e la bambina infatti sono immerse nei loro sogni, mentre la vecchia, nascondendosi il volto con la mano, è l’impossibilità di sognare. Klimt inoltre sceglie tre figure femminili a rappresentare questo tema perchè è tramite la donna che può nascere la vita. Infatti nell’anziana uno dei particolari più evidenti è il grembo ormai deformato e freddo, incapace di donare la vita.
Molto particolare è lo sfondo, ricco di sfumature grigie e brune, illuminate nella parte superiore specialmente da una sorta di pulviscolo bianco. In alto una fascia nera che si interrompe sulla sinistra, somiglia ad una voragine. Lo sfondo così piatto e dorato riduce l’immagine a due sole dimensioni, tratto che caratterizza i mosaici bizantini che l’artista ebbe modo di vedere durante un viaggio in Italia.
http://www.vallery.it/2011/09/01/gustav-klimt-le-tre-eta-della-donna/
http://www.arte.it/opera/le-tre-et%C3%A0-della-donna-111
.....l'infanzia ..la maternità e la vecchiaia......quest'ultim a è stata tagliata non si vede ....ma personalmente mi ha colpito di più in assoluto....Il volto nascosto dalle mani testimonia l'impotenza di fronte a ciò che il futuro riserva
Gustav Klimt: il Fregio di Beethoven tra musica e pittura
Di Laura Corchia
Tra il 1901 e il 1909 l’arte di Gustav Klimt raggiunge la sua piena maturità. Opera emblematica di questo periodo è il Fregio di Beethoven, opera monumentale commissionata dalla Secessione per rendere omaggio alla scultura raffigurante il grande musicista eseguita da Max Klinger.
Il Fregio di Klimt mostra un fiero cavaliere che attraverso la poesia guida l’umanità verso il superamento del dolore della vita, e raggiunge la felicità nell’abbraccio amoroso. Lunga ben 24 metri, l’opera prende spunto dal coro finale della Nona sinfonia di Beethoven. Come molti uomini del suo tempo, Klimt si nutriva di musica classica e in moltissimi suoi quadri compaiono soggetti musicali: dalla Suonatrice d’organo (1885) al Ritratto del pianista Joseph Pembauer (1890), dall’ Allegoria della Musica I (1895) allo Schubert al piano (1898-1899).
Il Fregio è illustrato dallo stesso Klimt nel catalogo della mostra allestita in occasione del padiglione della Secessione: “Prima parete lunga di fronte all’ingresso – L’Anelito alla felicità. Le sofferenze della debole umanità. Le sue preghiere alle forze esterne. Compassione e orgoglio quali forze interiori che spingono il forte cavaliere armato a intraprendere la lotta per la felicità. Parete più stretta – Le forze ostili. Il gigante Tifeo contro il quale perfino gli dèi hanno combattuto invano. Le sue tre figlie, le Gorgoni: Malattia, Follia, Morte. Lussuria, Impudicizia, Intemperanza, Accidia. Gli aneliti e i desideri dell’umanità volano al di sopra di loro. Seconda parete lunga – L’anelito alla felicità si placa nella Poesia. Le arti ci conducono in un regno ideale, in cui possiamo trovare la pura gioia, la pura felicità, il puro amore. Coro degli angeli del paradiso ‘Gioia meravigliosa scintilla divina’, ‘Questo bacio al mondo intero’.
L’albero della poesia è di aspetto uterino, una campana protettiva che contiene l’unione fallica dei due amanti, perfetta fusione dell’elemento maschile con quello femminile.
Il racconto procede con una calibrata alternanza di pieni e di vuoti, come mimando le variazioni di intensità di una partitura musicale. Anche la disposizione delle figure raggiunge un effetto sinfonico che tocca l’apoteosi nell’alternanza dei colori.
Per quanto riguarda il soggetto trattato si deve notare il superamento della visione pessimistica dei dipinti eseguiti per l’Università. Solo dopo aver sconfitto le forze malvagie il cavaliere potrà raggiungere la felicità attraverso la Poesia e ricongiungersi all’amata all’interno di un giardino fatato cosparso di fiori.
In questo racconto si coglie la doppia valenza che Klimt attribuisce alla sensualità femmnilie, malvagia e disgregatrice nelle figure dei Gorgoni; pacificante e consolatoria in quelle delle voci angeliche e della poesia.
Metafora della forza dell’arte e del cammino faticoso dell’uomo verso l’elevazione spirituale, il fregio conobbe subito un immenso successo, e si attirò contemporaneamente numerose critiche. Una recensione del Reichswehr Tageszeitung riporta: “quelle del Fregio sono tra le donne più malvagie che abbia mai visto. Ne deduco che Klimt le abbia dipinte per farci un dispetto”. La morale pubblica fu infatti colpita dalla nudità e dalla sgradevolezza di alcune figure femminili, oltre che dal loro esplicito contenuto erotico, fino al punto da farsi beffe del pittore con grossolano sarcasmo. “Klimt – accusa un giornalista – ha nuovamente realizzato un’opera all’altezza della quale sono soltanto tre persone: un medico e due infermieri”. E pare che anche il conte Karl Lankoronski, famoso collezionista di arte antica, si aggirasse furibondo per le sale gridando a ogni passo: “Atroce!”.
L’opera era stata realizzata su materiali effimeri, uno strato di intonaco applicato s un incannucciato, con l’ausilio di colori a caseina e materiali eterogenei (specchi, vetri colorati, bottoni e bigiotteria). Era infatti previsto che venisse distrutta al termine della mostra. Tuttavia, Carl Reininghatus, un ricco industriale, decise di acquistarla, ricoverandola in uno scantinato di sua proprietà. Qui, attaccata dall’umidità e sbriciolata dalle vibrazioni causate dalla tramvia, è rimasta fino al 1970, quando un difficile lavoro di restauro ne ha reso nuovamente possibile la collocazione all’interno del palazzo della Secessione.
http://restaurars.altervista.org/gustav-klimt-il-fregio-di-beethoven-tra-musica-e-pittura/
Ludwig van Beethoven, considerato uno dei più grandi compositori di tutti i tempi, nasceva oggi nel 1770. In occasione della XIV esposizione degli artisti aderenti alla Secessione viennese nel 1902, avente come opera centrale la statua di Max Klinger dedicata al grande compositore Beethoven, il quale in quegli anni era visto come "l'incarnazione del genio" e la sua opera era considerata come "l'esaltazione dell'amore e dell'abnegazione che possono redimere l'uomo", Gustav Klimt realizzò il "Fregio di Beethoven", una delle sue opere più celebri. La Nona Sinfonia è il criterio ispiratore del fregio di Klimt composto di tre parti; le tre pareti dipinte costituiscono una sequenza coerente: "L'anelito alla felicità" si scontra con le "Forze ostili" e trionfa con "l'Inno alla gioia". Il fregio racconta il percorso che il Cavaliere dovrà compiere per raggiungere la donna e congiungersi a lei. Durante questo percorso il Cavaliere dovrà sconfiggere le forze del male e resistere alle tentazioni di sirene malvagie. Concepito come fregio del Partenone la sinfonia che si trasfigura in linguaggio pittorico, inizia con il ritratto del compositore Mooler e finisce con l’inno alla gioia rappresentato come abbraccio universale, dove il Cavaliere risulta essere un amante soggiogato, l'abbraccio infatti appare come l'immagine della sua resa al potere dell'Eros, al potere femminile.
Gustav Klimt, Fregio di Beethoven -abbraccio tra il forte Cavaliere e la Poesia-
<La Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven è il criterio ispiratore del fregio di Klimt composto di tre parti; le tre pareti dipinte costituiscono una sequenza coerente:
"L'anelito alla felicità" si scontra con le "Forze ostili" e trionfa con "l'Inno alla gioia".>
L'inno europeo (Inno alla gioia) è l'adattamento dell'ultimo movimento della Nona Sinfonia di Beethoven, è stato adottato dal Consiglio d'Europa nel 1972 e viene utilizzato dall'Unione europea dal 1986. Herbert von Karajan, uno dei più grandi direttori d'orchestra del Novecento, ha realizzato, su richiesta del Consiglio d'Europa, tre versioni strumentali per piano solo, fiati e orchestra sinfonica. Eccone il testo ed una traduzione il più possibile fedele all'originale.
O Freunde, nicht diese Töne !
Sondern laßt uns angenehmere anstimmen
und freudenvollere !
Freude, schöner Götterfunken,
Tochter aus Elysium,
Wir betreten feuertrunken,
Himmlischer, Dein Heiligtum !
Deine Zauber binden wieder,
Was die Mode streng geteilt ;
Alle Menschen werden Brüder,
Wo Dein sanfter Flügel weilt.
Wem der große Wurf gelungen,
Eines Freundes Freund zu sein,
Wer ein holdes Weib errungen,
Mische seinen Jubel ein !
Ja, wer auch nur eine Seele
Sein nennt auf dem Erdenrund !
Und wer's nie gekonnt, der stehle
Weinend sich aus diesem Bund.
Freude trinken alle Wesen
An den Brüsten der Natur ;
Alle Guten, alle Bösen
Folgen ihrer Rosenspur.
Küsse gab sie uns und Reben,
Einen Freund, geprüft im tod ;
Wollust ward dem Wurm gegeben,
Und der Cherub steht vor Gott !
Froh, wie seine Sonnen fliegen
Durch des Himmels prächt'gen Plan,
Laufet, Brüder, eure Bahn,
Freudig, wie ein Held zum Siegen.
Seid umschlungen, Millionen.
Diesen Kuß der ganzen Welt !
Brüder ! Über'm Sternenzelt
Muß ein lieber Vater wohnen.
Ihr stürzt nieder, Millionen ?
Ahnest Du den Schöpfer, Welt ?
Such'ihn über'm Sternenzelt !
Über Sternen muß er wohnen.
TRADUZIONE
O amici, non questi suoni!
ma intoniamone altri
più piacevoli, e più gioiosi.
Gioia, bella scintilla divina,
figlia degli Elisei,
noi entriamo ebbri e frementi,
celeste, nel tuo tempio.
La tua magia ricongiunge
ciò che la moda ha rigidamente diviso,
tutti gli uomini diventano fratelli,
dove la tua ala soave freme.
L'uomo a cui la sorte benevola,
concesse di essere amico di un amico,
chi ha ottenuto una donna leggiadra,
unisca il suo giubilo al nostro!
Sì, - chi anche una sola anima
possa dir sua nel mondo!
Chi invece non c'è riuscito,
lasci piangente e furtivo questa compagnia!
Gioia bevono tutti i viventi
dai seni della natura;
tutti i buoni, tutti i malvagi
seguono la sua traccia di rose!
Baci ci ha dato e uva, un amico,
provato fino alla morte!
La voluttà fu concessa al verme,
e il cherubino sta davanti a Dio!
Lieti, come i suoi astri volano
attraverso la volta splendida del cielo,
percorrete, fratelli, la vostra strada,
gioiosi, come un eroe verso la vittoria.
Abbracciatevi, moltitudini!
Questo bacio vada al mondo intero Fratelli,
sopra il cielo stellato
deve abitare un padre affettuoso.
Vi inginocchiate, moltitudini?
Intuisci il tuo creatore, mondo?
Cercalo sopra il cielo stellato!
Sopra le stelle deve abitare!
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