martedì 13 dicembre 2011

William Shakespeare. Possiamo chiudere con il passato, ma il passato non chiude con noi.

La disinvoltura con cui molte persone non si accorgono mai di nulla è disarmante
William Shakespeare

Io potrei viver confinato in un guscio di noce, e tuttavia ritenermi signore d'uno spazio sconfinato
William Shakespeare

«La tua virtù mi rassicura: non è mai notte quando vedo il tuo volto; perciò ora a me non sembra che sia notte, né che il bosco sia spopolato e solitario, perché tu per me sei il mondo intero; chi potrà dunque dire che io sono sola se il mondo è qui a guardarmi?».
William Shakespeare, "Sogno di una notte di mezza estate"



Non sia mai ch'io ponga impedimenti
all'unione di anime fedeli; Amore non è Amore
se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:
se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.
William Shakespeare, sonetto 116


E questa nostra vita, via dalla folla, trova lingue negli alberi, libri nei ruscelli, prediche nelle pietre, e ovunque il bene.
William Shakespeare

Nella pace nulla è meglio, per diventare un uomo, che la tranquillità e l'umiltà, ma se tu senti il soffio della guerra, imita la tigre, indurisci i tuoi muscoli, eccita il tuo sangue, nascondi la tua lealtà sotto la fredda rabbia e infine dà al tuo sguardo l'orribile splendore.
William Shakespeare


Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere.
William Shakespeare

Una perdita a volte può essere un guadagno
William Shakespeare

Ama tutti, fidati di pochi, non fare torto a nessuno
William Shakespeare


"Presta a tutti il tuo orecchio,
a pochi la tua voce". .
William Shakespeare

Quegli amici che hai e la cui amicizia hai messo alla prova,
aggrappali alla tua anima con uncini d'acciaio.
William Shakespeare

Accogli sempre l'opinione altrui, ma pensa a modo tuo
William Shakespeare


Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?
William Shakespeare

Per la verità, io non ti amo coi miei occhi, perché essi vedono in te un mucchio di difetti;
ma è il mio cuore che ama quel che loro disprezzano e, apparenze a parte, ne gode alla follia…
William Shakespeare

La follia, mio signore, come il sole se ne va passeggiando per il mondo, 
e non c'è luogo dove non risplenda! 
William Shakespeare

‎Nascondi chi sono, e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni.
WIlliam Shakespeare

Tutto il mondo è un palcoscenico. E tutti gli uomini e tutte le donne non sono che attori, con le loro entrate, le loro uscite... E ciascuno nella vita recita varie parti...
William Shakespeare


La vita non è che un'ombra che cammina; un povero commediante che si pavoneggia e si agita sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa nulla. 
William Shakespeare


L'inferno è vuoto. Tutti i diavoli stanno qui.
William Shakespeare



Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; 
e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita.
Prospero: atto IV, scena I; William Shakespeare, La tempesta

Un cielo così cupo non può schiarire senza una Tempesta.
William Shakespeare


Non è venuto il peggio, finché possiamo dire: «questo è il peggio».
William Shakespeare, Re Lear (IV, 1)


Noi siamo venuti quaggiù piangendo:
lo sai bene, la prima volta che sentiamo l'odore dell'aria, mandiamo un vagito e ci mettiamo a piangere [...] Appena nati noi piangiamo per essere venuti in questo grande teatro di pazzia.
William Shakespeare, Re Lear

Ecco la mirabile stupidità del mondo: quando le nostre fortune decadono - spesso per gli eccessi del nostro stesso comportamento - rendiamo colpevoli dei nostri disastri il sole, la luna e le stelle, come se fossimo delinquenti per necessità, sciocchi per coercizione celeste, furfanti, ladri e traditori per il movimento delle sfere, ubriaconi, bugiardi e adulteri per obbedienza forzata all'influsso dei pianeti - e tutto il male che facciamo è dovuto all'imperativo divino.
William Shakespeare, Re Lear





Possiamo chiudere con il passato, 
ma il passato non chiude con noi
William Shakespeare

Ho sciupato il tempo, e ora il tempo sciupa me
William Shakespeare

Il tempo è molto lento per coloro che aspettano. 
Molto veloce per coloro che hanno paura. 
Molto lungo per chi si lamenta. 
Molto breve per quelli che festeggiano. 
Ma, per tutti quelli che amano, il tempo è eternità 
William Shakespeare


Il tempo va diversamente a seconda della persona

William Shakespeare



Consumati, consumati, corta candela! 
La vita è un'ombra che cammina, 
un povero attore che si agita 
e pavoneggia la sua ora sul palco 
e poi non se ne sa più niente. 
È un racconto narrato da un idiota, 
pieno di suoni e furore, significante niente. 
William Shakespeare 


Come una candela, pur piccola, fa luce nell'oscurità, 
così una buona azione brilla in un mondo crudele.
William Shakespeare

Come splendono i raggi di quella piccola candela, 
così splende una buona azione in un mondo malvagio
William Shakespeare





Vi prego,
quando narrerete questi
tragici avvenimenti,
parlate di me quale io sono;
non attenuate nulla,
... non scrivete nulla per malizia.
Dovrete dire allora di uno che amò
senza saggezza ma con troppo amore;
di uno non facile alla gelosia,
ma che istigato,
giunse alla follia estrema;
di un uomo la cui mano,
come farebbe un povero indiano,
gettò via una perla più
preziosa di tutti i suoi tesori.
William Shakespeare, Otello


"Quando non c’è più rimedio è inutile addolorarsi, perché si vede ormai il peggio che prima era attaccato alla speranza. Piangere sopra un male passato è il mezzo più sicuro per attirarsi nuovi mali. Quando la fortuna toglie ciò che non può essere conservato, bisogna avere pazienza: essa muta in burla la sua offesa. Il derubato che sorride, ruba qualcosa al ladro, ma chi piange per un dolore vano, ruba qualcosa a se stesso".

William Shakespeare, Otello



«[…] Se la bilancia della vita non avesse il piatto della ragione per equilibrare quello della sensibilità, gli istinti e la bassezza della nostra natura ci porterebbero alle più assurde conseguenze.
Ma, per fortuna, abbiamo la ragione che domina gli istinti più furiosi, le selvagge libidini. […]»
William Shakespeare, Otello (Iago; atto I, scena III)

[…] Dipende soltanto da noi essere in un modo piuttosto che in un altro.
Il nostro corpo è un giardino e il suo giardiniere è la nostra volontà.
Spetta a noi decidere, secondo la nostra volontà.
William Shakespeare. Otello. Iago; atto I, scena III




Dimmi dove ha sede amore?
Nella testa ovver nel cuore?
Come nasce ed ha vigore?
William Shakespeare. Il mercante di Venezia, III


Dimmi ove nasce amore,
nel cervello o nel cuore?
In che abissi profondi 
dello spirito? Rispondi!

Negli occhi nasce amore.
Da uno sguardo zampilla.
E s'alimenta e brilla
di vivido splendore.
Ma come è nato, muore.

WIlliam Shakespeare. Il mercante di Venezia

«Maledetti siano i vostri occhi:
m’hanno stregata
e m’hanno diviso in due.
Una metà di me è vostra,
l’altra metà è ancor essa vostra.
Vorrei poterla dir mia.
Ma se è mia, ne consegue che è vostra.
E così è tutto vostro».
William Shakespeare, “II mercante di Venezia”




L’uomo che non ha musica nel cuore
ed è insensibile ai melodiosi accordi
è adatto a tradimenti, inganni e rapine;
i moti del suo animo sono spenti
come la notte, e i suoi appetiti
sono tenebrosi come Erebo:
non fidarti di lui. Ascolta la musica.
William Shakespeare, Il Mercante di Venezia


L'uomo che non ha alcuna musica dentro di sé,
che non si sente commuovere dall'armonia di dolci suoni,
è nato per il tradimento, per gli inganni, per le rapine.
I motivi del suo animo sono foschi come la notte:
i suoi appetiti neri come l'erebo
William Shakespeare, Il Mercante di Venezia



Colui che non può contare su alcuna musica dentro di sé 
e non si lascia intenerire dall'armonia concorde di suoni dolcemente modulati, 
è pronto al tradimento, agli inganni e alla rapina: 
i moti dell'animo suo sono oscuri come la notte, 
e i suoi affetti tenebrosi come l'Erebo. 
Nessuno fidi mai in un uomo simile. 
William Shakespeare. Il mercante di Venezia



Guarda una mandria selvaggia e scatenata,
o un branco di giovani ed indomiti puledri
che saltano a rotta di collo, mugghiando
e nitrendo, poiché così detta
la natura ardente del loro sangue:
se per caso giunge al loro orecchio
lo squillo di una tromba o un’aria musicale,
vedrai che di colpo si fermano tutti,
con gli occhi focosi ammansiti
dal dolce potere della musica.
William Shakespeare, Il Mercante di Venezia






William Shakespeare. Come il cibo alla vita.
Come il cibo alla vita sei per me,
come alla terra acquazzoni di maggio,
e per tuo amore così mi tormento
come per l'oro suo pena l'avaro

che del possesso ora esulta, ma già
teme che i suoi tesori involi il tempo:
e ora bramo di starti unico accanto
ora che il mondo ammiri il mio piacere,

sazio talor soltanto del vederti,
poi subito affamato di uno sguardo;
e non v'è gioia ch'io tenga o insegua,
se da te non l'attendo o non m'avanza.

Così divoro e languo ognor, vorace
tutto afferrando o morendo di fame.
William Shakespeare. Come il cibo alla vita



Tu sei per la mia mente, come cibo per la vita. 
Come le piogge di primavera, sono per la terra.
E per goderti in pace, combatto la stessa guerra che conduce un avaro, per accumular ricchezza.
Prima, orgoglioso di possedere e, subito dopo, roso dal dubbio, che il tempo gli scippi il tesoro.
Prima, voglioso di restare solo con te, poi, orgoglioso che il mondo veda il mio piacere.
Talvolta, sazio di banchettare del tuo sguardo, subito dopo, affamato di una tua occhiata.
Non possiedo, né perseguo alcun piacere, se non ciò che ho da te, o da te io posso avere.
Così ogni giorno, soffro di fame e sazietà, di tutto ghiotto, e d’ogni cosa privo.

William Shakespeare



L’eternità era sui nostri occhi e sulle nostre labbra, 
la felicità nell’arco delle ciglia; e non v’era parte, anche misera, 
di noi che non fosse di natura celeste
William Shakespeare. Antonio e Cleopatra


L'ordine è la virtù dei mediocri.
William Shakespeare 


Che epoca terribile quella in cui degli idioti governano dei ciechi
William Shakespeare

È provato che l’umiltà servì sempre da scala all’ambizione, quando questa è giovane, e chi sale le volge sempre il volto; ma poi, raggiunto l’ultimo gradino, volta il dorso alla scala, e guarda in alto sdegnoso ormai degli umili gradini grazie ai quali è salito fin lassù.
William Shakespeare, Giulio Cesare, 1599


L'abitudine può cambiare lo stampo della natura, 
e domare il diavolo o cacciarlo del tutto, con forza meravigliosa
William Shakespeare



Fai pure del tuo peggio per sottrarti a me,
ma per tutta la vita mi apparterrai:
vita che non durerà più a lungo del tuo amore,
perché essa completamente da quell'amore dipende.

Non devo perciò temere il massimo dei mali,
dal momento che il minimo di essi mi può causare la fine;
esiste per me un più felice stato
di questo continuo dipendere dai tuoi umori!
Tu non puoi torturarmi con la tua incostanza,
ne va della mia vita col tuo disdegno.

Oh, quale titolo alla felicità posseggo:
pago di avere il tuo affetto, contento di dover morire!
C'è cosa tanto bella che non tema macchia?
Tu potresti ingannarmi e io non saperlo.
William Shakespeare – Sonetto 92*





William Shakespeare, Riccardo III
Ricordiamo, su di lui la famosa opera di Shakespeare che iniziava cosi:
"Ora l'inverno della nostra amarezza s'è cambiato in gloriosa estate a questo sole di York e tutte le nuvole che pesavano sulla nostra casa sono sepolte nel profondo cuore dell'oceano. Ora le nostre fronti sono strette da ghirlande di vittoria.. le nostre armi contorte appese per memoria, i nostri bruschi allarmi mutati in lieti convegni, le nostre terribili marce in amabili danze. La guerra dal viso arcigno ha spianato la sua fronte corrugata e ora, invece di montare bardati destrieri per atterrire il cuore dei tremendi nemici, salta lievemente nella stanza d'una lady al diletto lascivo d'un liuto."
William Shakespeare, Riccardo III




L'incipit del Riccardo III con quel lungo monologo che presenta subito il carattere del protagonista, credo sia il più incisivo e potente delle tragedie di Shakespeare.


Perché gli dei si divertono a guardare gli uomini uccidersi come vermi, senza intervenire? 
Anche gli dei e Buddha sono impotenti davanti alla follia degli uomini, che cercano la sofferenza invece della gioia e continuano a ripetere sempre gli stessi errori...
Domani nella battaglia pensa a me, e cada la tua spada senza filo.
Domani nella battaglia pensa a me, quando io ero mortale, e lascia cadere la tua lancia rugginosa.
Che io pesi domani sopra la tua anima, che io sia piombo dentro al tuo petto e finiscano i tuoi giorni in sanguinosa battaglia. Domani nella battaglia pensa a me, dispera e muori.
William Shakespeare, Riccardo III


Stefano Ceci 
nel 1483, Riccardo III viene incoronato re d'Inghilterra...
[...] i suoi resti (qui nella foto) son stati ritrovati, solo, nel settembre 2012 in un allora in costruzione parcheggio di Leicester a oltre 500 anni dalla scomparsa. La sua morte sul campo di battaglia contro Enrico Tudor segna la fine dell'età medievale in Inghilterra.....






Quando la tua anima è pronta, lo sono anche le cose
William Shakespeare, Enrico V

Io, per Giove, non son bramoso d’oro, 
né mi son mai curato di sapere 
quanti sono che campano a mie spese, 
né m’ha giammai procurato fastIdio 
s’altri si sia vestito dei miei panni: 
queste esteriorità non hanno posto 
tra la cose che il cuore mio desidera. 
Ma se è peccato aver sete di gloria, 
io sono l’anima più peccatrice 
di quante vivono su questa terra.
William Shakespeare, Enrico V




Ma dimmi: non hai mai sentito dire 
che ciò che fu acquistato con la frode 
è sempre destinato a triste fine? 
E qual felicità recò a suo figlio 
quel padre che per ammassar ricchezze 
si guadagnò l'inferno? 
L'eredità ch'io lascerò a mio figlio 
sarà quella delle mie buone azioni.
Ché tutto il resto si può sol serbare 
ad un tal prezzo d'angosciose cure 
mille volte più alto del piacere 
che si possa provar nel possederlo.
William Shakespeare, Enrico VI

· 
« Ci fu mai monarca che occupasse un trono in terra,
e fosse meno felice di me?
Non appena fui uscito dalla mia culla
fui fatto re all’età di nove mesi.
Non vi fu mai suddito che desiderasse di essere sovrano
quanto io desidero di essere suddito. »
William Shakespeare, Enrico VI, parte II







Stanco di tutto questo, quiete mortale invoco,
Vedendo il Merito a mendicare nato,
E vuota Nullità gaiamente agghindata,
E pura Fede miseramente tradita,
Ed i più grandi Onori spartiti oscenamente,
E la casta Virtù fatta prostituta,
E retta Perfezione cadere in disgrazia,
E la Forza avvilita da un potere impotente,
E il Genio creativo per legge imbavagliato,
E Follia dottorale opprimere Saggezza,
E creduta Stupidità la Sincera Franchezza,
E il Bene, del Male condottiero, reso schiavo,
Stanco di tutto questo, da ciò vorrei poter fuggire,
Non fosse che, morendo, lascerei solo il mio amore.
William Shakespare, Sonetto 66







Dopo un lungo assedio la città di ‪Rouen‬, il 19 gennaio 1419, si arrende a ‪‎Enrico V‬. 
Con questo episodio della Guerra dei Cent’anni la Normandia diventa parte dell’Inghilterra, restando tale fino al 1449 quando Carlo VII la riannetterà alla Francia.



Dalle testimonianze del passato la figura di Enrico V emerge come quella di un re estremamente virtuoso: fermezza d'animo, generosità, valore in guerra, integrità, grande operosità...un ritratto di tutto rispetto.



Salito su trono d'Inghilterra nel 1413 alla morte del padre, il giovane Enrico V ebbe come "chiodo fisso" della sua politica estera quello di strappare quanti più territori possibile alla Corona di Francia. Non gli bastava infatti l'Aquitania, in mani inglesi fin dal 1360, ma reclamava anche il Maine, la Touraine ed in particolare la Normandia. La strepitosa vittoria nella battaglia di Agincourt del 1415 gli spianò la strada verso Rouen e la conquista della Normandia, rendendolo di fatto l'"arbiter" della politica europea dell'epoca. Sposò Caterina, figlia dell'imbelle Re Carlo VI di Francia (passato non per niente alla storia come Charles le Fou), diventando così l'erede al Trono Gigliato. Non poté godere molto dei suoi successi, poiché morì ancor giovane nel 1422. Circa due secoli dopo William Shakespeare ne celebrò la figura nell'omonimo dramma.




Credo che Shakespeare sia riuscito a far brillare ancor maggiormente un sovrano già incredibile, ammirato da tutta Europa (e dagli stessi francesi) per le sue incredibili virtù. Noi pochi, noi felici pochi!



La battaglia di Azincourt di quattro anni prima, dove gli arcieri inglesi quasi sterminarono la cavalleria pesante francese, ebbe nella composizione dell'aristocrazia d'Oltralpe le stesse conseguenze demografiche di quella della Somme per la nobiltà d'Oltremanica, durante la Prima Guerra Mondiale.





















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