lunedì 13 giugno 2011

Insegnare per evolvere

Insegnare per evolvere: "

Imparare ed insegnare non sono la stessa cosa. Sappiamo che non è possibile imparare qualcosa dall’esperienza degli altri se questi non hanno nessuna intenzione di insegnarla e se fosse il contrario tutte le forme che le pratiche educative hanno assunto nei millenni sarebbero state una perdita di tempo, e qualsiasi approccio pedagogico all’apprendimento sarebbe destinato al fallimento.


Per apprendere dall’esperienza di qualcuno occorre che questi abbia l’intenzione di comunicarla.


“Far vedere” a qualcuno come si fa qualcosa comprende una serie di atti molto diversi dal fare puro e semplice. Implica una rallentamento dei ritmi, una semplificazione delle procedure, un’esibizione di passaggi impliciti, una perdita di tempo giustificabile solo per un guadagno complessivo su altra scala.


È l’ insegnamento che permette di trasformare l’apprendimento individuale in apprendimento per il gruppo, l’apprendimento di un gruppo in apprendimento per una popolazione, quello di una popolazione in quello di una cultura e quello di una cultura in apprendimento per la specie.


L’insegnamento è in generale ciò che permette alla nostra specie di collegare sul piano ontogenetico livelli biologici distinti trasformando, i tempi storici, i dati adattivi in apprendimenti individuali e collettivi.


L’insegnamento costituisce una potente e irrinunciabile chance adattiva per l’Uomo. Senza l’insegnamento il linguaggio simbolico sarebbe privo di senso oltre che privato della sua funzione primaria: parlerebbe di un mondo nuovo ogni giorno, non esisterebbero né pratiche né riti né convenzioni che non fossero geneticamente selezionate, l’apprendimento si ridurrebbe all’implementazione più o meno creativa di ciò che è implicito nel pacchetto conoscitivo dell’uomo. Quindi possiamo affermare che in fondo l’uomo è sapiens perché è docens (insegna).

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