Il tempo ha rappresentato sempre motivo di grande interesse nelle varie discussioni scientifiche. In base alla teoria della relatività, teoria che fornisce il miglior quadro concettuale dell'idea tempo ed anche spazio, si esprimeva la dipendenza del tempo dall'altitudine. In generale, per misurare il tempo, si guardava la posizione del Sole nel cielo. Ma in realtà, non si stava misurando il "tempo vero", ma solo un possibile movimento del Sole. Ed infatti Newton comprese tutto chiaramente, scrivendo che l'esistenza di una variabile tempo è solo un'ipotesi, che mette ordine nelle nostre osservazioni sui movimenti degli oggetti, e non del tempo in sè. Considerando l'assunto di Newton, potremmo fare a meno di parlare di tempo in senso stretto, ma di posizione, ad esempio, del Sole nel cielo, o della posizione delle lancette di ogni orologio.
E, Davide Quaranta, in base a ciò che hai scritto, desumo che per me, pianista, il tempo consista solo nella diversa posizione delle dita sulla tastiera... Tradotto poi in diversa posizione dell'onda emessa dalla corda vibrante. Interessante! Non l'avevo mai pensata in questi termini.
In realtà sono teorie,tra le più importanti in assoluto,che permettono di considerare il tempo come un qualcosa di diverso rispetto alla concezione attuale!
In pratica Newton riteneva che il tempo avesse un'unica direzione, procedesse lungo una linea infinita e che fosse eterno. Einstein rivoluzionò queste idee, sostenendo che sia lo spazio che il tempo fossero "relativi", cioè dipendenti dal sistema di riferimento in cui si trovi l'osservatore. Praticamente, per Einstein, spazio e tempo variano in funzione della velocità con la quale si muove l'osservatore rispetto ad un altro in quiete!
Il più antico calendario del mondo è stato scoperto in Scozia
Quando l'uomo ha iniziato a misurare il tempo? Secondo un recente rinvenimento archeologico effettuato nella regione dell'Aberdeenshire, migliaia di anni prima di quanto si credesse.
Un gruppo di archeologi britannici sostiene di aver portato alla luce il più antico strumento utilizzato dagli uomini preistorici per misurare il tempo: la scoperta risale al 2004 ma soltanto esami recenti approfonditi hanno confermato la natura di quello che potrebbe essere il calendario più "datato" tra quelli giunti nelle nostre mani. Nell'ambito di scavi condotti in un campo nei pressi di Crathes Castle, nella regione dell'Aberdeenshire, venne infatti ritrovata una serie di dodici buche allineate che, agli occhi dei ricercatori, sembravano riprodurre le fasi del nostro satellite, tracciando una sorta di calendario lunare: ora, gli studiosi della University of Birmingham ritengono che l'insolita struttura sarebbe il frutto del lavoro dei cacciatori-raccoglitori che vissero in quel territorio circa 10.000 anni fa e che, con quel rudimentale sistema di buche, scoprirono come misurare il tempo e le stagioni, attraverso i cambiamenti nel cielo della Luna.
L'annuncio del ritrovamento è stato reso pubblico in un articolo della rivista Internet Archaeology.
Il "calendario" risalente al mesolitico conterebbe molti più anni di quella che fino ad ora si credeva la più antica prova archeologica della diffusione dell'idea di tempo presso i nostri progenitori: precedentemente, infatti, tale testimonianza era stata riscontrata soltanto nel Medio Oriente, per la precisione in quella Mesopotamia dove una delle grandi civiltà del passato mosse i propri passi. La capacità di concettualizzare e computare il tempo costituisce, in effetti, una delle più importanti conquiste del genere umano, ragion per cui la questione relativa alla "creazione" e alla nascita del tempo presso le popolazioni primitive è da sempre un punto critico per comprendere al meglio come determinate società si svilupparono. Ora questo ritrovamento suggerisce come già le società di cacciatori-raccoglitori avessero, quanto meno in Scozia, sia la necessità sia la capacità di tracciare il percorso del tempo lungo l'anno, con tanto di stagioni ben segnalate.
Il complesso di buche appariva orientato in direzione sudoccidentale ma con una evidente allineamento associato ad un punto ben segnato sul paesaggio, sul quale il Sole, 10.000 anni fa, proiettava le sue prime luci all'alba del giorno del solstizio invernale: la struttura si rivelava dunque utile a seguire al meglio il susseguirsi dei mesi lunari e delle stagioni, consentendo ai suoi fruitori di avere una dimensione precisa della scansione del tempo che soltanto uno strumento che svolge le funzioni di base del calendario può dare. Le dodici buche erano state scavate con forme differenti a riprodurre la Luna crescente o calante, in un arco di spazio ampio circa una cinquantina di metri; la fossa più grande, rappresentante la Luna piena, mostra un diametro di circa due metri.
«Per le comunità di cacciatori-raccoglitori della preistoria, conoscere i periodi dell'anno in cui le risorse alimentari erano disponibili poteva rivelarsi cruciale per la sopravvivenza. Tali comunità contavano fortemente sulle migrazioni degli animali da cacciare e la possibilità che questi eventi sfuggissero alla loro osservazione poteva diventare un fattore di rischio per le carestie. Avevano bisogno di essere attenti alle stagioni per esser pronti quando quelle che erano le loro principali risorse transitavano nei paraggi, ragion per cui da questa prospettiva, la nostra interpretazione del sito come di un calendario stagionale ha molto senso» ha spiegato il dottor Christopher Gaffney della University of Bradford. La questione del computo del tempo sarebbe diventata fondamentale soprattutto nelle fasi successive, quando le comunità iniziarono a stabilirsi e a conoscere le tecniche di allevamento e, soprattutto, di coltivazioni, ancor più strettamente connesse agli andamenti stagionali: ma, per questi uomini che impararono a distinguere i mesi lunari e le stagioni, l'epoca dell'agricoltura era ancora lontana.
http://scienze.fanpage.it/il-piu-antico-calendario-del-mondo-e-stato-scoperto-in-scozia/
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