venerdì 9 dicembre 2011

Ian McEwan. Superata una certa età, gli uomini subivano un processo di congelamento


Ian McEwan
È soprannominato "Ian Macabre" per i toni cupi di molte delle sue narrazioni.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ian_McEwan





Siamo esseri sociali, un tempo ci tenevamo reciprocamente a bada con la violenza o la minaccia di farvi ricorso, come cani in branco. Nasciamo dotati di questa deliziosa prospettiva. A che serve l’immaginazione se non a mettere in scena, assaporare e replicare le possibilità sanguinarie? La vendetta può essere consumata cento volte in una sola notte insonne. Provare quell’impulso, sognare quell’intenzione è umano, normale, qualcosa di cui dovremmo perdonare noi stessi.
Ian McEwan, Nel guscio


La folla è una creatura lenta e un po' idiota,
di gran lunga meno intelligente degli individui che la compongono.
Ian McEwan, Black Dogs


La problematicità crescente della condizione moderna deriva dal progressivo espandersi del cerchio di compassione morale.
Ian McEwan, libro Sabato


Erano adulti, una buona volta, in vacanza, e liberi di fare di testa loro. In capo a pochi anni, anche gente senza pretese si sarebbe comportata esattamente così. Ma per adesso, i tempi lo impedivano. Anche quando erano soli, migliaia di regole tacite continuavano a essere in vigore per Edward e Florence. Proprio perché erano adulti, non potevano abbandonarsi a gesti puerili come alzarsi da tavola snobbando piatti che qualcuno si era preso la briga di cucinare. Era ora di cena, no? E poi, essere infantili non era ancora onorevole, e neppure di moda.“
Ian McEwan
p. 17



A diciassette anni io e le mie amiche eravamo timidamente e gioiosamente ribelli, ma facevamo i compiti, studiavamo a memoria e snocciolavamo verbi irregolari, equazioni e moventi dei personaggi letterari. Ci piaceva pensarci cattive ragazze, ma di fatto eravamo piuttosto innocue.“
Ian McEwan, libro Miele

L’amore non cresce in modo regolare, procede per onde, a scatti, a balzi scomposti.
Ian McEwan, libro Miele



Man mano che invecchio sento crescere la mia ostilità verso qualsiasi religione, anche moderata. Cosa significa avere fede, se non credere in ciò che non ha fondamento? C'è chi tenta di conciliare scienza e religione dicendo che appartengono a sfere diverse e non si escludono a vicenda. Non è vero: le credenze religiose sono spiegazioni del mondo. Ma intellettualmente infantili.“
Ian McEwan, scrittore inglese 1948 „
intervista Intervista a "La Repubblica"


Negli Anni Sessanta noi abbiamo, letteralmente, sollevato il coperchio, fatto piazza pulita della repressione. E il mondo è cambiato soprattutto dal punto di vista dei rapporti umani, di quelli sessuali in particolare. Però nello stesso tempo si è anche aperto una specie di vaso di Pandora. [... ] Pensavamo di scoprire una cosa e invece ne scoprivamo una diversa e di tutt'altro genere. [... ] Le speranze che si avevano negli Anni Sessanta si sono via via trasformate nelle delusioni degli Anni Settanta.
Ian McEwan



Riferimento: https://le-citazioni.it/autori/ian-mcewan/Ian McEwan anti-Brexit.

Oggi tutti, in Gran Bretagna, cercano la nonna irlandese per avere un passaporto irlandese, vale a dire un passaporto europeo. Mia moglie ne ha già uno. Anche io ho una nonna irlandese. Non sono ancora riuscito a trovare i documenti necessari, ma li troverò.

Vivevamo in uno dei più vasti blocchi commerciali del mondo e adesso dovremo sforzarci di concludere dei trattati commerciali con altri paesi, il che è un'assurdità. Dovremo cercare di ottenere delle cose che già avevamo.

Se cediamo alla tentazione di sgretolarci in diversi nazionalismi, molti vecchi fantasmi riappariranno: l' antisemitismo, il razzismo, l'illusione che il proprio paese sia stato scelto da Dio e tutte queste fantasie.

Theresa May ha imposto un tono particolare al Paese, per cui le persone che non condividono le sue opinioni sono semplicemente dei facinorosi. Nemmeno la Thatcher aveva mai parlato in questo modo. È un fatto più che allarmante per la democrazia parlamentare.

Dall'intervista McEwan e il caos Brexit: "Ora Londra si svenderà ai ricchi"
Di Jean-Claude Vantroyen, traduzione di Luis E. Moriones, la Repubblica, 28 aprile 2017. Riportata su Repubblica.it.

Nello stato corrente del dibattito sulla Brexit, appartengo alla più piccola, triste, pessimista fazione: sono un negazionista. Quasi un anno dopo scuoto ancora la testa incredulo: non accetto questa decisione emotiva e semi-mistica di lasciare la Ue. Non posso crederci e la rifiuto.
Citato in Luigi Ippolito, Ian McEwan anti-Brexit «Rivotiamo tra due anni»,
La Lettura, suppl. del Corriere della Sera, 28 maggio 2017, pp. 8-9.



Ian McEwan.
In "La ballata di Adam Henry", come negli altri suoi libri, è il tedio la cifra estetica. [...]
Anzitutto è un autore inglese, elegante, con una visione epistemologica e una conoscenza scientifica rara nel suo ambiente. Tra l'altro è amico intimo di Richard Dawkins, e il suo ultimo romanzo, La ballata di Adam Henry (Einaudi, pagg. 208, euro 20, traduzione di Susanna Basso), sembra quasi ispirato da un efficace concetto di Dawkins secondo cui non esistono bambini cristiani, bambini musulmani, bambini ebrei, ma solo figli di genitori cristiani, genitori musulmani, genitori ebrei. I quali genitori cristiani italiani, per esempio, se fossero nati in Afghanistan, sarebbero stati genitori musulmani e viceversa.

Ecco, il pregio e insieme il difetto di McEwan è proprio questo: sceglie un tema intelligente, raccoglie dei dati intelligentissimi, e a tavolino fa due più due e butta giù la sua opera. Qui la protagonista si chiama Fiona Maye, ed è un giudice (o giudicessa, nel caso stesse leggendo Laura Boldrini) dell'Alta Corte Britannica che deve decidere sulla vita di un minorenne Testimone di Geova, il quale è affetto da leucemia e rifiuta una trasfusione di sangue condannandosi a morte. Seguono i tormenti di Fiona sul caso, ma anche sul proprio matrimonio in crisi, poiché il marito vorrebbe avere il permesso per una scappatella con una ventenne (e daglielo, Fiona, ma quale tragedia: già tanto lui abbia aspettato trent'anni di matrimonio per farsi venire certe voglie, e tu dichiari di essere sempre stata fedele perché non ti interessa, e se non ti interessa stai facendo i tuoi interessi quanto lui).

Insomma, Fiona è noiosissima, il marito di Fiona pure, i Testimoni di Geova pure, per fortuna non hanno figli, altrimenti si sarebbero sparati per noia, altro che Testimoni di Geova. Tanto per capirci, quando attraverso decine di paragrafi tipo «Fiona andò alla finestra e osservò il lato opposto della piazza dove le sagome degli alberi andavano tingendosi di nero cupo nel crepuscolo lentissimo di giugno» resto in bilico tra uno sbadiglio e un attacco di panico. Magari perfino all'Einaudi hanno preso molti caffè se The Children Act lo hanno intitolato La ballata di Adam Henry infilandolo nel filone editoriale dei titoli con le ballate uscite quest'anno: La ballata di Charley Thompson di Willy Vlautin (Mondadori) e La ballata di Jonny Valentine di Teddy Wayne (il più bello di tutti, minimum fax).

Dopo duecento pagine spaccate le conclusioni della vicenda sono abbastanza ovvie (pur con un risvolto carino e altrettanto soporifero che non svelo sennò mi accusate di spoilerare), e tuttavia, strano ma vero, vale la pena di leggere il libro. Perché vale sempre la pena di leggere McEwan. Voglio dire: alla fine, come ogni volta, mi resta sempre il dubbio che la noia sia un suo strumento estetico consapevole. Ti annoi così tanto che ti ricordi benissimo le cose che non ti hanno annoiato. Oppure: ti annoi così tanto che ogni pagina ti sembra una perfetta metafora della vita.


Questo discorso sulla noia di McEwan l'ho pensato diverse volte, soprattutto dopo aver letto Sabato, forse il suo romanzo migliore (insieme a Solar, entrambi stupendi e noiosissimi). Svolgendosi tutto in una giornata, la sensazione di stasi funziona alla perfezione, per cui non ci si accorge di insabbiarsi: lo si è già dal titolo, oltre sabato non si andrà, e l'operazione al cervello del neurochirurgo protagonista è un capolavoro. Viceversa l'ho pensato anche leggendo Miele , che scorre liscio come un thriller, come se McEwan stesse cercando di comunicarci: guardate che se voglio so come non annoiare. In fondo perfino la trilogia di Beckett è sublime e noiosa, e forse McEwan è un Beckett scienziato che ha scelto il grande pubblico. E d'altra parte, se proprio vogliamo, Giacomo Leopardi definiva la noia il più sublime dei sentimenti di questo mondo.
http://www.ilgiornale.it/news/cultura/bello-annoiarsi-ian-mcewan-1072309.html



La psicologia spicciola si aspetta troppo dalla pratica della verbalizzazione dei problemi
I conflitti sono come organismi viventi: hanno una loro durata naturale
Il trucco consisteva nel sapere quando lasciarli morire. 
Usate al momento sbagliato, le parole potevano funzionare come scosse fibrillatorie. 
E allora la creatura poteva tornare in vita in forma patogena, artificiosamente rigenerata da una nuova, interessante formulazione del caso, o da chissà quale morbosa ‘freschezza’ di approccio.
Ian McEwan



Il passato che pensi di aver dimenticato è seduto sulla tua spalla, pronto a ricordarti che la vita è breve davvero ed è il caso di sfruttare al meglio quella che resta.
Ian mcEwan


E oltre tutto questo umano fermento, l’oceano si gonfiava e si ripiegava, perché a nulla e nessuno è dato di restare fermo, non agli uomini, non all’acqua e neppure al tempo.
Ian McEwan


«Certe volte è imbarazzante scoprire che il corpo non vuole, o non sa mentire a proposito delle emozioni. Chi è mai riuscito, per ragioni di decoro, a rallentare un cuore che batte forte, o a ricacciare indietro un rossore? ».
Ian McEwan, “Chesil Beach”


Mi ha sempre colpito pensare che qualcosa di molto piccolo, come non dire la parola giusta o non fare il gesto opportuno, può far prendere alle nostre esistenze una strada diversa. È una cosa che accade innumerevoli volte, ma ce ne accorgiamo appena.
Ian McEwan


Succede anche a noi di tenere scrupolosamente dentro parole, frasi e sensazioni, nei nostri progetti, nella vita di tutti i giorni, nelle scelte fatte o rimandate, per non fare male agli altri. Ma non pensiamo mai che questo potrà cambiare il corso delle cose.
Ian McEwan, Espiazione


Come può una scrittrice espiare le proprie colpe quando il suo potere assoluto di decidere dei destini altrui la rende simile a Dio?
Non esiste nessuno, nessuna entità superiore a cui fare appello, per riconciliarsi, per ottenere il perdono. Non c’è nulla all’infuori di lei.
E’ la sua fantasia a sancire i limiti e i termini della storia.
Non c’è espiazione per Dio, nè per il romanziere, nemmeno se fossero atei.
E’ sempre stato un compito impossibile, ed è proprio questo il punto.
Si risolve tutto nel tentativo. 
Ian McEwan, Espiazione


Ogni persona è, tra le altre cose, un oggetto facile da rompere e difficile da riparare.
Ian McEwan, “Espiazione”.

«Ti aspetterò» era una frase semplicissima e fondamentale. La ragione per cui era sopravvissuto.
Era un modo comune per dire che avrebbe rifiutato tutti gli altri. Solo te. Torna da me».
Ian McEwan, “Espiazione “


Ecco da cosa nasceva quella sua sensazione prossima alla felicità. 
Forse non era poi così debole come aveva sempre creduto; dopotutto, ci si misura rapportandosi agli altri, non esiste alternativa. Di quando in quando, in modo assolutamente involontario, arriva qualcuno e ti insegna qualcosa sul tuo conto.
Ian McEwan, Espiazione


La baciò, a fior di labbra in un primo momento, ma subito si fecero più vicini, e quando le lingue si sfiorarono, la parte disincantata del suo corpo provò una gratitudine disperata, sapendo di aver acquisito un ricordo al quale avrebbe attinto per mesi a venire.
Ian McEwan, Espiazione


“Non sentiva dolore, non ancora, ma si cautelava prima di un’eventuale minaccia.
Vedeva dei puntini luminosi davanti agli occhi, punture di spillo, come se la stoffa consunta del mondo visibile le venisse mostrata su uno sfondo di una luce molto più forte. Sentiva nell’angolo in alto a destra del cervello una specie di peso, il corpo acciambellato e inerte di un animale dormiente; ma se si portava una mano alla testa e premeva, quella presenza spariva dalle coordinate dello spazio reale. Attualmente si trovava in quell’angolo in alto a destra dei suoi pensieri, e con l’immaginazione riusciva ad alzarsi sulle dita dei piedi e a toccarsi nel punto esatto. La cosa essenziale, comunque, era non provocarlo; una volta che la pigra creatura si fosse spostata dalla zona periferica al centro, allora le stilettate di dolore avrebbero ottenebrato ogni forma di pensiero […].Non le voleva del male, la bestia, era indifferente alla sua sofferenza. Si spostava come una pantera in gabbia. Per il solo fatto di essere sveglia, per noia, per muoversi e basta, o per nessuna ragione e senza alcuna consapevolezza […]. Una lunga striscia sfocata di luce riflessa sul soffitto sopra la mantovana era il solo chiarore che interrompeva il buio circostante. Lei (la donna) se ne stava lì rigida e tesa, sotto continua minaccia, sapendo che la paura le avrebbe impedito di dormire e che la sua sola speranza risiedeva nella capacità di mantenersi immobile […].
Nei casi peggiori, quando non riusciva a contenerlo, due lame affilate di coltelli da cucina affondavano dentro il suo nervo ottico, più e più volte, esercitando una pressione crescente che la sigillava dentro la sua solitudine. Perfino gemere peggiorava il tormento.
Ian McEwan, Espiazione, 2003



Ecco da cosa nasceva quella sua sensazione prossima alla felicità. Forse non era poi così debole come aveva sempre creduto; dopotutto, ci si misura rapportandosi agli altri, non esiste alternativa. Di quando in quando, in modo assolutamente involontario, arriva qualcuno e ti insegna qualcosa sul tuo conto.
Ian McEwan, Espiazione (p. 125)


Del resto, era probabilmente impossibile convincerla a rinunciare a un abito che le rendeva il passo tanto impacciato. Il raggiungimento dell'età adulta aveva parecchio a che fare con la disponibilità incondizionata ad accettare simili impedimenti fisici.
Ian McEwan, Espiazione (p. 129)


Si accese un’altra sigaretta per ingannare la fame e cercò di ridurre al minimo il compito che lo aspettava: si trattava di procedere per la campagna fino a raggiungere il mare. Che cosa poteva esserci di più semplice, una volta eliminato l’elemento umano? Era l’unico uomo sul pianeta, e il suo scopo era chiaro. Camminava sulla terra, fino a giungere al mare. Di elemento umano, la realtà ne prevedeva anche troppo, lo sapeva bene; c’erano altri uomini che lo incalzavano, ma lui trovò conforto nel fingersi solo e nel ritmo che aveva ottenuto almeno per i suoi piedi. Marciava sulla terra / finché non giunse al mar. Un esametro. Una sequenza di giambi e anapesti, ecco il tempo sul quale marciava adesso.
Ian McEwan, Espiazione


Se un tempo aveva creduto, o almeno pensato di dover credere, che al di là delle ovvie differenze fisiche, uomini e donne fossero essenzialmente identici, adesso sospettava che una delle tante caratteristiche che li distinguevano fosse appunto il rispettivo atteggiamento nei riguardi delle trasformazioni. Superata una certa età, gli uomini subivano un processo di congelamento, erano portati a credere che, anche nelle avversità, si sarebbero in qualche modo trovati a ricoprire il ruolo che il destino aveva loro assegnato. Perché loro erano quel che pensavano di essere. A dispetto di tutti i discorsi, gli uomini credevano in ciò che facevano e vi si aggrappavano. Il che era al tempo stesso una forza e una debolezza.
[...] le donne opponevano un diverso principio di individualità in cui l’essere veniva prima dell’agire. Molto tempo fa gli uomini avevano interpretato tutto ciò come sovversivo. Le donne semplicemente racchiudevano quello spazio che l’uomo desiderava penetrare. Fu questo che suscitò l’ostilità maschile.
Ian McEwan, "Bambini nel tempo"



 
Si stava comportando come se in lui agisse un estraneo e non riusciva a far nulla per riportare la situazione a suo vantaggio. L'auto-compatimento aveva cancellato il suo abituale e scrupoloso buon senso, era in un tunnel al fondo del quale non intravedeva altro che un'affascinante eliminazione della sua persona.
Ian McEwan, Lettera a Berlino, Einaudi 1990.



Si sentiva come sospeso, in attesa che cominciasse una nuova vita, ma era incapace di prendere l'iniziativa.
Ian McEwan



E oltre tutto questo umano fermento, l'oceano si gonfiava e si ripiegava, perché a nulla e nessuno è dato di restare fermo, non agli uomini, non all'acqua e neppure al tempo.
Ian McEwan,  L'inventore di sogni 




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