mercoledì 30 novembre 2011

Arthur Bloch. Il lavoro d'equipe è essenziale. Ti permette di dare la colpa a qualcun altro.

Il lavoro d'equipe è essenziale.
Ti permette di dare la colpa a qualcun altro.
Arthur Bloch


Errare è umano. Dar la colpa ad un altro lo è ancora di più.
Arthur Bloch

Ruskin. Anime che amano i colori



Le anime più pure e più pensose sono quelle che amano i colori.
I. Ruskin

Jackson Pollock. Dipingere è azione di autoscoperta. Ogni buon artista dipinge ciò che è.

Una tela coperta di colore ancora fresco occupava tutto il pavimento.
Il silenzio era assoluto... Pollock guardò il quadro, quindi, all'improvviso, prese un barattolo di colore e un pennello e iniziò a muoversi attorno al quadro stesso. Fu come se avesse realizzato di colpo che il lavoro non era ancora finito. I suoi movimenti, lenti all'inizio, diventarono via via più veloci e sempre più simili ad una danza mentre gettava sulla tela i colori. Si dimenticò completamente che Lee ed io eravamo lì; sembrava non sentire minimamente gli scatti della macchina fotografica... Il mio servizio fotografico continuò per tutto il tempo in cui lui dipinse, forse una mezz'ora. In tutto quel tempo Pollock non si fermò mai. Come può una persona mantenere un ritmo così frenetico? Alla fine disse semplicemente: "E' finito". 
Hans Namuth Hans Namuth, Jackson Pollock 1950



Dipingere è azione di autoscoperta. Ogni buon artista dipinge ciò che è.
Jackson Pollock






Keith Haring, Colori. Il Rosso.




Il rosso è uno dei colori più forti. È come il sangue, colpisce l'occhio. Credo ...che sia per questo che i semafori sono rossi, così come i segnali di stop. Uso sempre il rosso nelle mie opere.
Keith Haring

Ernst Bloch. Contro l'aspettare è d'aiuto lo sperare. Ma non ci si deve solo nutrire di speranza, bisogna anche trovare in essa qualcosa da cucinare.

Contro l'aspettare è d'aiuto lo sperare.
Ma non ci si deve solo nutrire di speranza,
bisogna anche trovare in essa qualcosa da cucinare.

Ernst Bloch


L'importante è imparare a sperareIl lavoro della speranza non è rinunciatario perché di per sé desidera aver successo invece che fallire. Lo sperare, superiore all'aver paura, non è né passivo come questo sentimento né, anzi meno che mai, bloccato nel nulla. L'affetto dello sperare si espande, allarga gli uomini invece di restringerli, non si sazia mai di sapere che cosa internamente li fa tendere a uno scopo e che cosa all'esterno può essere loro alleato. Il lavoro di questo affetto vuole uomini che si gettino attivamente nel nuovo che si va formando e cui essi stessi appartengono
da Il principio Speranza, premessa
Ernst Bloch 1885 - 4 agosto 1977




Quando riusciamo ad avvicinarci a noi stessi? A letto, in viaggio, a casa, dove tante cose al ritorno ci sembrano migliori? Ognuno conosce il sentimento di aver dimenticato qualcosa nella sua vita cosciente, qualcosa che è rimasto a mezza strada e non è venuto alla luce. Ecco perché spesso sembra tanto importante ciò che si voleva dire proprio ora e che ci è sfuggito. Quando si lascia una camera in cui si è vissuto a lungo, ci si guarda intorno stranamente, prima di andarsene. Anche qui è rimasto qualcosa, che non si è afferrato. Lo si porta comunque con sé per ricominciare altrove” 
Ernst Bloch, Tracce


Pensare significa oltrepassare 
Ernst Bloch










Gli aforismi dei filosofi

Guccini. Don Chisciotte e Sancho Panza

«Quando ho portato a casa il primo contratto, centomila lire ottenute dalla Emi, mio padre commentò: "E quanto durerà ’sta cosa?". È sempre stato così. Ancora pochi anni fa, quando dicevo a mia mamma che partivo per un lavoro, scuoteva la testa: "Lavoro? Ma se vai a cantèr". Allora io le dicevo: "Ma l’altra sera erano in diecimila"; e lei: «Si vede che non c’era nient’altro da fare".»
Francesco Guccini, il successo e i suoi genitori



In un mondo dove il male è di casa e ha vinto sempre,
dove regna il "CAPITALE", oggi più spietatamente,
riuscirà con questo brocco e questo inutile scudiero
al "POTERE" dare scacco e salvare il mondo intero ?
Il "POTERE" è l'immondizia della storia degli umani
e, anche se siamo soltanto due romantici rottami,
SPUTEREMO IL CUORE IN FACCIA ALL'INGIUSTIZIA giorno e notte:
siamo i "Grandi della Mancha",
Sancho Panza... e Don Chisciotte !

Caricato da  in data 09/nov/2008



Francis Combes. La terra non è rotonda. Ingiustizie.



No, la terra non è rotonda
Se la terra fosse rotonda
Questo si vedrebbe
Questo si saprebbe
Se la terra fosse rotonda
Non ci sarebbero, da un lato,
Alcuni proprio in cima,
e gli altri, la maggior parte degli altri, in fondo,
spesso proprio del tutto in fondo…
Se la terra fosse rotonda
nessun paese
potrebbe dirsi
il centro della terra
poiché tutti sarebbero al centro.
E tutti gli uomini
tutto intorno alla terra,
sarebbero nella stessa barca.
Ma non è così
e la terra va di traverso
perché la terra non è rotonda.
In ogni caso,
non ancora.

Francis Combes

Keith Haring. L'arte non è Propaganda ma Libera l'Anima


Non penso che l'arte sia PROPAGANDA; dovrebbe invece essere qualcosa che LIBERA L'ANIMA, favorisce l'IMMAGINAZIONE ed INCORAGGIA LA GENTE AD ANDARE AVANTI.
Keith Haring

Tiziano Fassan:
approvo e condivido bellissimo il pannello sopra sei un anima mundi et sensibile purtroppo ci sono in giro troppe persone che vedono l'ARTE in tutte le sue forme come una COSA NON INDISPENSABILE i soliti MATERIALISTI per fortuna ci sono ancora anime come te. [...] Molti italiani si ritrovano così non solo per colpa del governo [...] ma per ipocrisie di tutti i generi
Keith Haring

Sergio Lepri. L'Arte è disinteressata.


L’arte è disinteressata; lo è anche quando è commissionata. L’artista che crea non ha altri obiettivi, nel momento della creazione, che l’espressione del mondo che si agita dentro di lui; quando crea, non pensa a fini morali o sociali o politici.
Sergio Lepri

Vanina Madinina:
il vero artiste non subisce condizionamenti.

Eugène Delacroix. Virtà di un dipinto


La prima virtù di un dipinto è essere una festa per gli occhi.

Eugène Delacroix, Diario 1822-1863

Daniel Barenboim. Le due facce della grande opera d'Arte


Ogni grande opera d'arte ha due facce,
una per il proprio tempo e una per il futuro, per l'eternità. 

Daniel Barenboim

Lygia Bojunga. “Il mio amico pittore”


Il bimbo scopre che il GIALLO, (...) il colore della GIOIA.
Il ROSSO appare sempre nelle situazioni complicate e controverse,
come l’AMORE e la MORTE.
Il BIANCO fa più male del nero e più di qualunque altro colore
perché PORTATORE DI SILENZIO. (...)
... il ROSA è il colore della NOSTALGIA.
Impara che LA VITA COME L'ARTE SI BASA SU FRAGILI EQUILIBRI. 

Lygia Bojunga, “Il mio amico pittore”, Salani, Milano, 2004
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Pablo Picasso. Un uomo criticò Picasso perché creava arte poco realistica. Picasso gli chiese: «Mi può mostrare dell'arte realistica?» L'uomo gli mostrò la foto della moglie. Picasso osservò: «Quindi sua moglie è alta cinque centimetri, bidimensionale, senza braccia né gambe, e senza colori tranne sfumature di grigio?».

L’arte è una bugia che dice la verità
Pablo Picasso

La pittura è libertà! Quando si salta può anche capitare di atterrare dalla parte sbagliata della corda.
Ma se uno non corre il rischio di rompersi la testa, che fa? Allora non salta affatto.
Pablo Picasso

Se dipingete, chiudete gli occhi e cantate.
Pablo Picasso

La pittura è una professione da cieco:
uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente,
ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto.
Pablo Picasso

Il mondo di oggi non ha senso, perché dovrei dipingere quadri che ne hanno?
Pablo Picasso

Dipingere é solo un altro modo di tenere un diario
Pablo Picasso


In ogni cosa si vuole trovare un <senso>.
Questa è una malattia della nostra epoca,
che è così poco pratica eppure ritiene di esserlo più di ogni altra
Pablo Picasso

Ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, 
ma ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza,
trasformano una macchia gialla nel sole.
Pablo Picasso

Mi ci vollero quattro anni per dipingere come Raffaello,
mi ci volle una vita per dipingere come un bambino.
Pablo Picasso

Picasso invidiava la libertà del mondo infantile e un volta disse:
"Tutti i bambini sono degli artisti nati: il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi"!
Pablo Picasso


Un uomo criticò Picasso perché creava arte poco realistica.
Picasso gli chiese: «Mi può mostrare dell'arte realistica?»
L'uomo gli mostrò la foto della moglie.
Picasso osservò: «Quindi sua moglie è alta cinque centimetri, 
bidimensionale, senza braccia né gambe, e senza colori tranne sfumature di grigio?».


L'arte non è l'applicazione di un canone di bellezza ma ciò che l'istinto e il cervello elaborano dietro ogni canone. Quando si ama una donna non si comincia sicuramente a misurarle gli arti.
Pablo Picasso


"La mia adesione al partito comunista è il seguito logico di tutta la mia vita, di tutta la mia opera. Poiché, e sono fiero di dirlo, non ho mai considerato la pittura come un’arte di semplice piacere, di distrazione; ho voluto con il disegno e con i colori, poiché queste erano le mie armi, penetrare sempre più profondamente nella conoscenza del mondo e degli uomini, affinché questa conoscenza ci liberi tutti ogni giorno di più; ho provato a dire, a modo mio, quello che consideravo come il più vero, il più giusto, il migliore, ed era naturalmente sempre il più bello: i più grandi artisti lo sanno. Si, ho coscienza di avere sempre lottato con la mia pittura, come un vero rivoluzionario. Ma oggi ho capito che questo non basta più; questi anni di oppressione terribile mi hanno dimostrato che dovevo combattere non solamente con la mia arte, ma con tutto me stesso."




A.Iurilli Duhamel. Ragione del Rappresentare Artistico


Forse (…) è ancora possibile fare nostri i consigli che Rilke (…). Forse possiamo ancora chiederci qual è l’intima ragione che ci spinge a rappresentare; il motivo che intima il nostro gesto espressivo… Forse è ancora possibile spegnere la luce, uscire dalla noia, immergerci in noi, reinventare e reinterpretare la forza dei simboli portandoli alla luce (…); forse è ancora possibile dar vita a visioni che più di centomila parole, teorie e dogmi, siano in grado di muoverci e trasformarci.

(3) A.Iurilli Duhamel
(3) A.Iurilli DuhamelVisualizza altro

A.Iurilli Duhamel. Esperienze indicibili ed impalpabili


Rilke sosteneva che gran parte delle esperienze sono indicibili, impalpabili … Accadono in un luogo in cui la parola non entra. Sarebbe una grande ricchezza per tutti se le cosiddette opere d’arte potessero tuttora collocarsi in questo spazio (…).

(2) A.Iurilli Duhamel
(2) A.Iurilli Duhamel

A.Iurilli Duhamel. Immagini Sterili Senza Emozioni.


Siamo costantemente bombardati da immagini che sembrano stanchi cloni di se stesse. Forme e segni sterili, improbabili nel suscitare concatenamenti visionari e men che meno idonee a dar vita ad emozioni profonde, a parte, nel migliore dei casi, quel sentimentalismo a buon mercato che oramai sempre più è alla portata di tutti.

(1) A.Iurilli Duhamel
(1) A.Iurilli Duhamel

Carlo Dossi. I pazzi aprono le vie che poi percorrono i savi.



L'arte non imita, interpreta.
Carlo Dossi


I pazzi aprono le vie che poi percorrono i savi.
Carlo Dossi


Filosofia, dammi se non il sorriso, l'indifferenza almeno del saggio. Menti, ma consolami. 
Carlo Dossi, da Gocce d'inchiostro

Grassa cucina, malanno e medicina.
Carlo Dossi

Uniche gioje del matrimonio, ch'egli conosca, son quelle che gli vendette, salate, l'orefice.
Carlo Dossi, La desinenza in A. Atto primo, scena ottava. Ed. Garzanti (1996), pg. 82




Vi ha gente che è sempre del parere dell'ultimo libro che legge. (n. 501)
Carlo Dossi, Note azzurre


L'uomo che sa leggere parla cogli assenti, e si mantiene in vita gli estinti. Egli è in comunicazione con l'universo – non conosce la noia – viaggia – s'illude. Ma chi legge e non sa scrivere è un muto. (n. 520)
Carlo Dossi, Note azzurre

Il falso amico è come l'ombra che ci segue finché dura il sole. (n. 691)
Carlo Dossi, Note azzurre

Dante, come ogni altro grand'uomo, era pieno di sé – chè senza intima fiducia a nulla di sommo si arriva – e non solo tradisce questo in molte frasi della sua Divina Comedia, ma lo confessa francamente nel C. XIII del Purgatorio (dal v. 133 al 138) dove dice che non ha tanto paura di passare un po' di tempo nel luogo degli invidiosi, quanto in quello de' superbi. (n. 1085)
Carlo Dossi, Note azzurre


Dicono che la filosofia è la medicina dell'anima. Ammettiamolo. Ma insieme, ammettendone anche le sue conseguenze, diremo che la filosofia come la medicina è pei malati e non per i sani. Come la medicina poi è un veleno – e ogni veleno, se in breve quantità, giova, in grande uccide. (n. 1194)
Carlo Dossi, Note azzurre


I bibliofili possessori di biblioteche di cui non volgono una pagina, si possono paragonare agli «eunuchi in un harem». (n. 1860)
Carlo Dossi, Note azzurre


Giordano Bruno, dedicò la sua satira contro la fede e il papa (l'asino ideale) dal titolo Cabala del cavallo Pegaseo ad un vescovo – con queste parole "prendetelo, se volete, per uccello; perché è alato e dei più gentili e gai che si possano tenere in gabbia" – Il motto di Bruno era, "in tristitia hilaris, in hilaritate tristis" che potrebbe essere il motto dell'Umorismo – Per la lingua da lui usata diceva "chi m'insegnò a parlare fu la balia". (n, 2416)
Carlo Dossi, Note azzurre


Nessuno mai provò compassione schiacciando una formica: pochissimi senton ribrezzo vedendo uccidere un pollo; pochi, vedendo un bue. Eppure s'inorridisce all'uccisione di un uomo. Perché?... Non è forse l'anima una, non val la formica l'uomo? – Nobile arte la caccia, che è l'uccisione delle fiere; nobilissima la guerra, che è l'uccisione degli uomini. Or perché ignobile la beccheria che è quella degli animali domestici? (n. 2730)
Carlo Dossi, Note azzurre


Anticamente migliaja di Dei parevano pochi; oggidì uno è di troppo. (n. 2913)
Carlo Dossi, Note azzurre


Il diavolo ha reso tali servizi alla Chiesa, che io mi meraviglio com'esso non sia ancor stato canonizzato per santo. (n. 318)
Carlo Dossi, Note azzurre

Fu un'epoca in cui ogni più piccolo villaggio avea la sua chiesa e la sua forca. Ora la forca è sparita – sparirà presto la chiesa. – Non lo disse De-Maistre? Il boja è un necessario sostegno dell'altare e del trono.
Carlo Dossi, Note azzurre


Il libro di preghiera suppone un'assai scarsa religiosità in chi ne fa uso. Indica che il suo lettore non trova bastante calore nel suo cuore verso la divinità, per formare da sé la frase sincera della gratitudine, che le bellezze della circostante natura non bastano ad elevarne l'anima, che egli ripete non suoi sentimenti. Così, in un campo più vasto, si dica di chi ha bisogno di chiesa per adempiere il cosidetto dovere religioso e non gli par sufficiente la volta del cielo. (n. 4858)
Carlo Dossi, Note azzurre


I Missionari Cattolici, a differenza dei protestanti, invece di tentare la conversione dei selvaggi coll'insegnar loro le umane universali regole del Vangelo, s'intende, col contrafforto della pagnotta, ancor prima di parlar loro di Dio, parlano dell'Immacolata e del Purgatorio. E credono poi di averne convertite migliaja quando possono arrivarli con una secchiata di aqua benedetta. (n. 3595)
Carlo Dossi, Note azzurre


Molti hanno il talento di farsi odiare per poco. (n. 3796)
Carlo Dossi, Note azzurre


Dabo tibi dorsum et non faciem! – dicono le monache parlando al diavolo e al frate confessore. (n. 3827)
Carlo Dossi, Note azzurre


Mi contava un sojatore che a Napoli, in certi alberghi, usava il servitore entrare nella camera del forastiero, la bella mattina del suo arrivo, con una guantiera sparsa di piccoli e grossi stronzi, ciascuno dei quali avea appeso un cartellino e scritto su un prezzo. I grossi costavano molto più dei piccini, ed alcuni tenevano in capo un cappellino di prete. Erano questi i prodotti degli abatini. E il forastiero sceglieva. E detto fatto si apriva la porta, e compariva ai comodi del forastiero la parte corrispondente – autrice dell'esemplare. (n. 3831)
Carlo Dossi, Note azzurre





Scopo della burocrazia è di condurre gli affari dello Stato nella peggior possibile maniera e nel più lungo tempo possibile. (n. 4720)
Carlo Dossi, Note azzurre




I pazzi aprono le vie che poi percorrono i savi. (n. 4971)
Carlo Dossi, Note azzurre







martedì 29 novembre 2011

Edgard Degas. Prospettiva e Insoddisfazione.


Ho visto cose bellissime, grazie alla diversa prospettiva suggerita dalla mia perenne insoddisfazione, e quel che mi consola ancora, è che non smetto di osservare.
Edgard Degas

Constantin Brancusi. L'arte.


L’arte non fa che ricominciare.
Costantin Brancusi

Jeremy Irons. Macchine del tempo: Ricordi e Sogni.


Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo.
Alcune ci riportano indietro, e si chiamano ricordi.
Alcune ci portano avanti, e si chiamano sogni.
Jeremy Irons

Adler. Il pericolo principale nella vita è prendere troppe precauzioni.

Il pericolo principale nella vita è prendere troppe precauzioni.
Alfred Adler



“Cosa fai per prima cosa quando impari a nuotare? Fai degli errori, non è vero? E cosa accade? Fai altri errori, e quando tu hai fatto tutti gli errori che è possibile fare senza affogare - e alcuni di loro anche più e più volte - cosa scopri? Che sai nuotare? Bene - la vita è la stessa cosa che imparare a nuotare! Non aver paura di fare degli errori, perché non c'è altro modo per imparare come si vive.”
Alfred Adler

Il tempo passa solo quando rimani fermo


Il tempo passa solo quando rimani fermo ...
Vincenzo di Lembo

Sergio Bambarén, “I Sogni dei Bambini”. La vita è un sogno.


La vita è un sogno che non va vissuto a occhi chiusi, bensì da svegli.
Dobbiamo assaporare un giorno alla volta, senza timori,
e senza sforzarci di comprendere quello che il destino ci pone davanti.
Sergio Bambarén, “I Sogni dei Bambini”

“L'arte del sogno”, film di Michel Gondry.


Ti mostrerò COME SI PREPARANO I SOGNI:
innanzitutto mettiamo un tantino di pensieri a casaccio,
poi aggiungiamo appena una punta di reminescenze del giorno
mischiate con un po' di ricordi del passato: è per due persone.
Amori, relazioni, emozioni, e tutte le cose che finiscono in "zioni",
le canzoni ascoltate durante il giorno, le cose che avete visto
e altre cose personali.
“L'arte del sogno”, film di Michel Gondry.

Emozione e Ascolto.


Ogni emozione è un messaggio, il vostro compito è ascoltare…
Gary Zukav

Angela Benatti:
Ho definito , superficiale, chi ascolta ma non sente!

Gianni Morandi. Abbiamo distrutto l'Ambiente.


Ogni tanto guardo i miei figli e gli altri giovani e mi sento in colpa:
ABBIAMO DISTRUTTO L'AMBIENTE, gli IDEALI.
E anche se cerchiamo di riparare, i danni restano.
Gianni Morandi

Walter Moers. La città dei libri sognanti.


Dalle stelle veniamo e alle stelle andiamo.
La vita è solo un viaggio all'estero.
Walter Moers, "La città dei libri sognanti"

Erich Kästne. Intelligenza e Stupidità.


L'intelligenza ognuno se la deve conquistare,
soltanto la stupidità si espande gratuitamente.
Erich Kästne

Rabia Balkhi. Ragnatela dell'Amore.

Sono prigioniera 
nella infida ragnatela dell’Amore.
Nessuno dei miei sforzi porta frutto.
Quando cavalcavo la volontà sanguinante io non sapevo
che più forte tiravo le redini e meno mi ascoltava.

L’Amore è un oceano così vasto
che nessun uomo saggio lo può attraversare a nuoto.

Un vero innamorato deve avere fiducia fino alla fine
e affrontare le tristi vicende della vita.

Quando vedi cose insopportabili,
immaginale splendenti.

Bevi il veleno, ma senti la dolcezza dello zucchero.

Rabia Balkhi

se vuoi la pace, preparati alla guerra

Si vis pacem, para bellum
..se vuoi la pace, preparati alla guerra

Siamo panni stesi ad asciugare


Siamo panni
stesi ad asciugare
esposti 
a mutamenti storici;
il mare
schiaffeggia le pagine
impresse sugli scogli
e ci abbandoniamo
sulle panchine al sole
come ombre
che si distendono
al giunger del meriggio.
Ignazio Balistreri

Basaglia. La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d' essere.

«Se la malattia mentale è, alla sua stessa origine, perdita dell'individualità, della libertà, nel manicomio il malato non trova altro che il luogo dove sarà definitivamente perduto, reso oggetto della malattia e del ritmo dell'internamento.»
Franco Basaglia - 1964

Franco Basaglia nacque a Venezia l’11 marzo 1924.
Oggi lo ricordiamo come uno dei più importanti pionieri della psichiatria moderna.
Basaglia fondò un movimento chiamato Psichiatria Democratica, nel 1973, che prendeva spunto dalla corrente di pensiero dell'"antipsichiatria", già diffusa in Gran Bretagna dal 1968, dal sapore rivoluzionario rispetto a tutta la medicina psichiatrica degli anni precedenti. Applicò le sue idee durante la sua esperienza come direttore dell’Ospedale Psichiatrico di Gorizia dove si dedicò alla trasformazione dei metodi di cura utilizzati fino a quel momento, eliminando l'elettroshock e promuovendo un nuovo tipo di approccio col malato: più vicino e attento allo scambio umano, al dialogo e sostegno morale, piuttosto che alla mera cura farmacologica e professionale. Dall'esperienza in quel manicomio scaturì l'idea per uno dei suoi più celebri libri:
"L'istituzione negata. Rapporto da un ospedale psichiatrico" (1967).
E' considerato il fondatore della moderna concezione della salute mentale.
A lui si deve la Legge 180, detta "Legge Basaglia", che trasformò il vecchio ordinamento degli ospedali psichiatrici in Italia, promuovendo notevoli passi avanti nel trattamento del malato di mente, nella cura dei suoi disagi, e nel rispetto per la sua persona.
Morì a soli 56 anni, il 29 agosto del 1980, a causa di un tumore al cervello.





"Lo stato borghese tutela gli interessi della borghesia, gli altri - sani o malati che siano - sono "sempre" elementi di disturbo sociale, se non accettano le norme che sono fatte per la loro subordinazioneE' solo con la lotta che riescono a far valere i loro dirittiSmascherare nella pratica che la fabbrica è nociva alla salute, che l'ospedale produce malattia, che la scuola crea emarginati e analfabeti, che il manicomio produce pazzia, che le carceri producono delinquenti e che questa produzione «deteriore» è riservata alla classe subalterna, significa spezzare l'unità implicita nella delega data ai tecnici che hanno il compito di confermare, con le loro teorie scientifiche, che pazzi, malati, ritardati mentali, delinquenti sono ciò che sono "per natura", e che scienza e società non possono modificare processi connaturati nell'uomo."
Franco Basaglia, tratto da "Crimini di pace"


Il manicomio, il carcere, la scuola, le istituzioni che provvedono al controllo delle devianze, ecc, corrispondono al tipo di repressione adeguata al nostro livello di sviluppo socio-economico. Il resto – l'uso del nuovo linguaggio tecnico che non corrisponde alla realtà – è frutto di una importazione ideologica che, attraverso l'adeguamento formale alle nuove tecniche, prepara il terreno a quello che dovrebbe essere il nuovo tipo di controllo, necessario quando anche la nostra realtà economica sia modificata, secondo la logica del capitale. Per questo il nuovo linguaggio adottato ora dai tecnici – linguaggio altrove nato come risposta tecnica e economica insieme alla realtà socio-economica venuta maturando – si limita qui a coprire la vecchia, conservandone, sotto le nuove definizioni formali, la medesima natura, che solo un'azione pratica reale potrebbe rovesciare. Ma quanto più aumenta la distanza fra il linguaggio e la realtà, tanto più avrà bisogno di affidarsi alle parole e alla loro costitutiva ambiguità.
Franco Basaglia, Franca Basaglia Ongaro, LA MAGGIORANZA DEVIANTE – L'ideologia del controllo sociale totale, Einaudi 1971


Franco Basaglia - e con lui tutti coloro che hanno combattuto insieme la sua battaglia - ha il merito incontestabile di aver fatto cessare, o almeno di aver posto essenziali e decisive premesse per farlo cessare, uno scandalo umano e morale prima ancora che politico e sociale. La sua riforma, ma prima e più ancora tutto il suo lavoro clinico, pratico, teorico, saggistico, intellettuale, politico - ha posto fine, nei limiti del possibile, a tale iniquità; ha imposto a tutti di capire come il malato mentale non sia uno scarto dell'umanità, da segregare dalla società e dalla comunità umana, bensì una persona, che nella sua temporanea o cronica debolezza conserva - come ogni altra persona in ogni stadio e in ogni condizione, felice o infelice, armoniosa o degradata - piena dignità.
dalla prefazione di Claudio Magris a "Basaglia - una biografia" di Francesco Parmegiani e Michele Zanetti - 2007


"Il pensiero di Franco Basaglia continua ad essere vivo: non è solo il sistema a essere messo in causa, ma anche noi stessi. Noi possiamo cambiare noi stessi per modificare al meglio la realtà. C’è un diritto fondamentale che è alla base di tutti gli altri diritti, quello di occuparsi degli altri senza alcuna finalità finanziaria o di potere. È necessaria un’accoglienza migliore di 24 ore su 24 dei CSM, una relazione d’oggetto (in quanto sono gli oggetti che orientano la nostra conoscenza), creare un ambiente affettivo e stimolante. Noi attingiamo al pensiero di Freud che definì la salute mentale come qualcosa da amare e lavorare e di Sant’Anselmo, fondatore di un sistema del governo del territorio con la sottrazione al mercato di terreni e delle regole da rispettare (basate quasi tutte sull’onore e l’accoglienza di tutte le persone). Il budget di salute è proprio questo: una riconversione delle rette utilizzate oggi per la residenzialità verso invece investimenti produttivi di salute nella salute mentale e di sviluppo economico locale, vale a dire la valorizzazione di ciò che c’è senza aggravio di spesa pubblica".
Angelo Righetti




[...] Se certe persone venissero controllate di più! Lo sappiamo tutti che ci sono i periodi più difficili da superare, poi con questa miseria, certe persone non vedono una via d'uscita, ecco che scatta qualche cosa dentro e coinvolge il prossimo più vicino!!! Un'infermiera si accorge subito del cambiamento nella persona, anche se mente. Ma deve essere sempre lei a seguirlo; invece una volta ti viene una la volta dopo l'altra, secondo i turni !!!!!!!


Che cos'è se non esclusione e violenza quella che spinge i membri cosiddetti sani di una famiglia a convogliare sul più debole l'aggressività accumulata? Che cos'è se non violenza la forza che spinge una società ad escludere gli elementi che non stanno al suo gioco? Che cos'è se non esclusione e violenza la base su cui poggiano le istituzioni le cui regole sono stabilite allo scopo di distruggere ciò che resta di personale nel singolo, a salvaguardia del buon andamento dell'organizzazione generale?
Franco Basaglia, tratto da "Crisi istituzionale o crisi psichiatrica?"


La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione.
Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla.
Il manicomio ha qui la sua ragion d' essere.
Franco Basaglia


IO HO DETTO CHE NON SO CHE COSA SIA LA FOLLIA. Può essere tutto o niente.
È UNA CONDIZIONE UMANA. IN NOI LA FOLLIA ESISTE ED È PRESENTE COME LO È LA RAGIONE. Il problema è che LA SOCIETÀ, PER DIRSI CIVILE, DOVREBBE ACCETTARE TANTO LA RAGIONE QUANTO LA FOLLIA. Invece questa società riconosce la follia come parte della ragione, e la riduce alla ragione nel momento in cui esiste una scienza che si incarica di eliminarla. IL MANICOMIO HA LA SUA RAGIONE DI ESSERE, PERCHÉ FA DIVENTARE RAZIONALE L'IRRAZIONALE. QUANDO QUALCUNO È FOLLE ED ENTRA IN UN MANICOMIO, SMETTE DI ESSERE FOLLE PER TRASFORMARSI IN MALATO. Diventa razionale in quanto malato. IL PROBLEMA È COME SCIOGLIERE QUESTO NODO, SUPERARE LA FOLLIA ISTITUZIONALE e riconoscere la follia là dove essa ha origine, come dire, nella vita.
Franco Basaglia - da "Conferenze Brasiliane", 1979

Quando sono entrato per la prima volta in un carcere ero studente di medicina.
Lottavo contro il fascismo e sono stato incarcerato. Mi ricordo della situazione allucinante che mi sono trovato a vivere. Era l'ora in cui venivano portati fuori i buglioli dalle varie celle. C'era un odore terribile, un odore di morte. Tredici anni dopo la laurea sono diventato direttore di un manicomio e quando vi sono entrato per la prima volta ho avuto quella stessa sensazione. Non c'era un odore di merda, ma c'era come un odore simbolico di merda. Ho avuto la certezza che quella era un'istituzione completamente assurda, che serviva solo allo psichiatra che ci lavorava per avere lo stipendio a fine mese. A questa logica assurda e infame del manicomio noi abbiamo detto no.
Franco Basaglia

"Non è che noi prescindiamo dalla malattia ma riteniamo che per avere un rapporto con un individuo sia necessario impostarlo indipendentemente da quella che può essere l’etichetta che lo definisce. Io ho rapporto con un uomo non per il nome che porta ma per quello che è. Quindi nel momento in cui dico quest’individuo è schizofrenico (con tutto ciò che per ragioni culturali è implicito in questo termine) io mi rapporto con lui in modo particolare sapendo appunto che la schizofrenia è una malattia per la quale non c’è niente da fare(...). Per questo è necessario avvicinarsi a lui mettendo tra parentesi la malattia mentale"
Franco Basaglia, L'istituzione negata





Perché è solo in questo modo ch’è possibile cogliere nel rapporto col malato la reale problematicità della sua storia piuttosto che isolare e ricondurre i suoi sintomi ad "un ipotetico punto causale dato una volta per tutte" (Schizofrenia problemi sociali e Psichiatria Democratica.Equipe di Arezzo,1975). Grande, incompreso e tradito Basaglia!!!



Una favola orientale racconta di un uomo cui strisciò in bocca, mentre dormiva, un serpente. 
Il serpente gli scivolò nello stomaco e vi si stabilì e di là impose all'uomo la sua volontà, così da privarlo della libertà. L'uomo era alla mercé del serpente: non apparteneva più a se stesso. Finché un mattino l'uomo sentì che il serpente se n'era andato e lui era di nuovo libero. Ma allora si accorse di non saper cosa fare della sua libertà: "nel lungo periodo del dominio assoluto del serpente egli si era talmente abituato a sottomettere la sua propria volontà alla volontà di questo, i suoi propri desideri ai desideri di questo, i suoi propri impulsi agli impulsi di questo che aveva perso la capacità di desiderare, di tendere a qualcosa, di agire autonomamente. In luogo della libertà aveva trovato il vuoto, perché la sua nuova essenza acquistata nella cattività se ne era andata insieme col serpente, e a lui non restava che riconquistare a poco a poco il precedente contenuto umano della sua vita". L'analogia di questa favola con la condizione istituzionale del malato mentale è addirittura sorprendente, dato che sembra la parabola fantastica dell'incorporazione da parte del malato di un nemico che lo distrugge, con gli stessi atti di prevaricazione e di forza con cui l'uomo della favola è stato dominato e distrutto dal serpente.
Franco Basaglia
Franca Ongaro



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