sabato 27 aprile 2019

Il Tercio spagnolo. España mi natura, Italia mi ventura, Flandes mi sepultura.

Nascita del Tercio

España mi natura, Italia mi ventura, Flandes mi sepultura

[...] durante le guerre per il controllo del Regno di Napoli che il generale Gonzalo Fernández de Córdoba (1453 – 1515) decise di creare una formazione innovativa, che unisse la solidità di una falange di picchieri alla potenza di fuoco dei primi rudimentali archibugi e moschetti.

Per far ciò, nel 1505 Córdoba introdusse le cosiddette colunelas (colonne), corpi misti di 1000-1200 uomini formati da lanceri, alabardieri e archibugieri, a loro volta suddivise in compagnie (ogni colunela contava cinque compagnie).

Si trattava di una novità importante, basata su una razionale concezione dell’impiego delle armi, che segnerà il definitivo passaggio dagli eserciti medioevali a quelli rinascimentali. A capo di ciascuna colunela c’era un ufficiale, chiamato cabo de colunela, dal cui nome deriva il grado di colonnello, ancora in uso negli eserciti moderni.

[...] i vari tercios vennero dislocati in tutte le province europee sotto il controllo spagnolo, mantenendo una perfetta funzionalità. In merito, gli storici militari li hanno definiti come le prime formazioni tattiche permanenti comparse in Europa dai tempi della coorte romana. [...]

Come ulteriore evoluzione della colunela, ogni tercio era composto da 3000 uomini, disposti secondo uno schema geometrico ben preciso. Il termine deriva dal fatto che esso costituiva in genere un terzo del tradizionale corpo di lanceri svizzeri al quale si ispirava.

Un quadrato di picchieri, di solito profondo dieci linee, formava il cuore dello schieramento, agendo come  “rullo compressore”. Questi 1500 uomini erano armati di lance lunghe quattro o cinque metri, mentre nelle loro file erano inseriti più o meno altri 1000 soldati armati di spada e scudo, nel caso di scontri corpo a corpo col nemico.

A rendere il tercio completo erano infine i 500 archibugieri, sostituiti poi con i moschettieri. Questi ultimi venivano collocati agli angoli del grande quadrato di picchieri, in quattro quadrati più piccoli (chiamati mangas cioè maniche), profondi cinque linee, garantendo una copertura di fuoco alla formazione principale.

Le mangas erano insomma la parte flessibile dello schieramento, più agile e quindi adatta alla difesa del quadrato dei lanceri. Man mano che aumentò l’utilizzo delle armi da fuoco negli scontri, il numero dei moschettieri crebbe a scapito dei soldati muniti di spada e scudo. Schierato, il tercio doveva assomigliare ad una invalicabile fortezza mobile, quasi impossibile da sfondare.

[...] per tutto il cinquecento i tercios furono praticamente imbattibili


La fine del Tercio.

Con l’evoluzione sempre più veloce delle armi da fuoco le tattiche dei tercios cominciarono a divenire vulnerabili. Già all’inizio del seicento, durante le sanguinose campagne delle Fiandre, si capì che l’artiglieria, se usata in modo massiccio, poteva mettere in difficoltà la fanteria spagnola, il cui principale difetto era la rigidità dello schieramento.

Il primo a intuire i punti deboli del tercio fu il principe d’Orange, Maurizio di Nassau (1567 –1625), leader della resistenza olandese contro gli spagnoli. Fu lui a introdurre il cosiddetto “fuoco di fila” nella battaglia di Nieuwpoort del 1600.

La sua idea era quella di sfruttare il fuoco dei moschettieri in modo continuo, attraverso una rapida rotazione delle loro linee. In questo modo l’incessante raffica dei proiettili avrebbe scompaginato l’intero inquadramento nemico, causando forti perdite.

Le intuizioni di Maurizio di Nassau furono poi migliorate dal geniale Gustavo Adolfo di Svezia (1594 – 1632), che nel 1631, durante la guerra dei trent’anni, inflisse a Breitenfeld una sonora lezione ai veterani spagnoli delle Fiandre.

Dodici anni dopo, nella pianura di Rocroi, il mito di invincibilità dei tercios tramonterà definitivamente. E anche per la potenza spagnola sarà l’inizio della fine.




Riferimenti bibliografici:

Ezio Cecchini, Le Istituzioni militari. Sintesi storica, Roma, 1986;
Ignacio Lopez, The Spanish Tercios 1536-1704, Oxford, 2012.


http://www.instoria.it/home/tercios_fanteria_spagnola.htm



“Ricordo spesso Rocroi: a poco a poco, uno dopo l’altro, i tercios spagnoli furono sterminati dal fuoco implacabile, stretti in quadrato – intorno alle vecchie bandiere. I sopravvissuti di un battaglione accolti in quello più vicino, dopo che il loro era stato annientato. Sempre saldi, sempre silenziosi, senz’altra speranza che quella di morire con onore e uccidendo. In una delle brevi pause, il duca di Enghien, ammirato da tanta resistenza, offrì una resa onorevole al battaglione di Cartagena – o meglio a quello che ne rimaneva. Non c’erano ufficiali a comandare, e il capitano Alatriste, come più anziano caposquadra sopravvissuto, dopo aver ascoltato la proposta si strinse nelle spalle prima di rispondere con parole che entrarono nella storia, e ancor oggi fanno accapponare la mia vecchia e ricucita pelle di soldato: ‘Dite al signor duca di Enghien che gli siamo grati per l’offerta ma questo è un Tercio spagnolo'” 
A. Pèrez Reverte

http://www.destra.it/battaglie-capitano-alatriste-rocroi-un-tercio-spagnolo/



[...] L'origine del tercio risiede nelle tattiche di fanteria rinascimentali; la seconda metà del XV secolo vide l'emergere degli Svizzeri al rango di migliori soldati di fanteria d'Europa: i loro densi quadrati di picchieri e alabardieri, supportati da fanti armati di archibugio, avevano spazzato via con inattesa facilità le sofisticate armate di Carlo il Temerario di Borgogna, segnando l'inizio dell'epoca che gli storici di lingua inglese chiamano "pike and shot", picca e moschetto.
[...] mentre alcuni stati si limitarono a ingaggiare gli svizzeri come mercenari, altri copiarono, spesso migliorandolo, il modello svizzero; è questo, ad esempio, il caso dei lanzichenecchi di Massimiliano d'Asburgo [...]
al comando delle forze spagnole inviate nell'Italia meridionale era stato posto Gonzalo Fernandez de Cordoba, che per le sue vittorie e le sue capacità militari si sarebbe guadagnato il soprannome di El Gran Capitán. Per aumentare le capacità belliche delle forze spagnole Cordoba decise di creare un nuovo tipo di unità che combinasse uomini armati e addestrati all'uso delle armi più moderne ad altri fanti armati in maniera più tradizionale, quasi medievale; nella creazione di tali unità egli si ispirava ai quadrati di picchieri svizzeri, e il frutto di questa idea furono le corunelas o corunelias; queste, che all'inizio consistevano in circa 6000 uomini, furono poi ridotte all'inizio del '500 a circa 3000 uomini, ovvero un terzo di un tipico quadrato svizzero, da cui il nome di tercio.
La disposizione degli uomini all'interno del tercio era caratteristica e ben definita: il nucleo della formazione era costituito da 1500 picchieri (picas secas) disposti in un denso quadrato o rettangolo (cuadro); nonostante i picchieri fossero provvisti di un armamento secondario composto di spada e daga (quest'ultima detta vizcaina), ai picchieri erano inframmezzati 1000 uomini armati di spada e scudo o di partigiana, che garantivano un maggior potenziale nel combattimento corpo a corpo. Ultimo elemento del tercio erano i 500 moschettieri, posti tipicamente in quattro formazioni quadrate agli angoli dei picchieri, dette mangas (maniche), e, a volte, in quattro sottili linee ai quattro lati del cuadro; i moschettieri erano comunque addestrati a ridispiegarsi rapidamente per fornire un supporto di fuoco mobile e flessibile.
[...] punto debole era la vulnerabilità estrema all'artiglieria, visto che un solo colpo bastava ad abbattere una fila intera di uomini.
Finché i nemici furono dotati di artiglieria statica e scarsa numericamente, e la potenza di fuoco della fanteria si mantenne ad un livello basso, il tercio, con la sua combinazione di forze, si dimostrò la carta vincente degli spagnoli; ma, quando le cose cambiarono, in particolare alla fine del XVI secolo, il tercio cominciò a mostrare i primi segnali dei propri limiti. Il leader della resistenza olandese al dominio spagnolo, Maurizio di Nassau, trovandosi ad affrontare i tercios veterani delle Fiandre, probabilmente i migliori dal punto di vista dell'addestramento e dell'esperienza, pensò di massimizzare la potenza di fuoco del proprio esercito ricorrendo al fuoco di fila, ovvero facendo fuoco in successione da varie linee di moschettieri che poi si sarebbero ritirate a ricaricare a rotazione. Un primo segnale dell'efficacia di queste tattiche lo si ebbe dalla battaglia di Nieuwpoort, dove una forza olandese, in una battaglia inconcludente, riuscì a scacciare dal campo di battaglia una forza spagnola. Quando poi, nel corso della Guerra dei Trent'Anni, il re di Svezia Gustavo Adolfo migliorò le tattiche di Maurizio, i problemi per i tercios divennero evidenti, e si giunse, nel 1631, alla battaglia di Breitenfeld, dove le forze svedesi, addestrate secondo le nuove tattiche, sbaragliarono i tercios della Lega Cattolica comandati da Tilly: il pesante fuoco proveniente dai moschettieri svedesi e dai numerosi e leggeri pezzi di artiglieria si dimostrarono la chiave che consentì di rompere il denso quadrato del tercio. Ma questo non vuol dire che i tercios avessero terminato il loro corso storico; i tercios veterani degli spagnoli continuarono ad essere formazioni efficienti ancora per anni, e, adattati in modo da rispondere alle sfide presentate dagli avversari, riuscirono ancora a conseguire importanti vittorie, come quella della battaglia di Nördlingen del 1634, dove presero una rivincita sugli svedesi. La vera fine dei tercios venne nel 1643, con la battaglia di Rocroi, che vide la distruzione dei tercios veterani delle Fiandre; ma, anche in questa battaglia, i veterani spagnoli, rimasti isolati dopo la fuga della propria cavalleria, ressero coraggiosamente agli assalti della fanteria francese, e solo un devastante fuoco di artiglieria ad alzo zero convinse i devastati tercios ad arrendersi. L'epoca del tercio era ormai finita, e anche se le formazioni dell'esercito spagnolo continuarono a portare questo nome, le tattiche originali furono abbandonate in favore di quelle avversarie: l'epoca del "pike and shot" era terminata, cominciava ora quella della "guerra lineare". Ma di questo parlerò un'altra volta.
A presto.

http://lapiccolaaccademia.blogspot.com/2010/07/il-tercio.html


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