L'imprenditore, il consumatore, il lavoratore, ognuno a suo modo, inseguono l'identica Magia che seduce Faust, e gli fa obliare se stesso in uno Streben che non ha mai fine e nel quale tutto si confonde con prepotenza. Il capitalismo è questo Faust sedotto da una manipolazione mercantile di tutto, che vuole solo estendersi. La seduzione della fretta, di tutto misurare nel giuoco all'accumulo, della potenza ricreativa, domina un'economia che nulla nell'Epoca moderna riesce a frenare. La conoscenza di questo capitalismo com'è, nelle seduzioni che patisce e nello slancio che l'anima, è un compito del quale le naturali scienze economiche di Quesnay e dei suoi successori sono per scelta lontane.
Geminello Alvi, "Le seduzioni economiche di Faust" (Adelphi, 2014, p. 15)
Nessun commento:
Posta un commento