La musica sgorga. Si innalza e si disperde. Entra dalle orecchie e dalla pelle. Dagli occhi. Dalle mani. Cauterizza le ferite e i muri scrostati. Spegne le fiamme. Muove i rami degli alberi abbattuti e trasformati in cenere. In fumo. Come se fosse una foglia, raccoglie le lacrime e le deposita sulla paura, per domarla. Penetra. Dolore. Cura. Dipinge l'interno delle palpebre chiuse con tutti i colori del giorno. Della Notte. Urla e sussurra. Si innalza e si disperde.
Eduard Marquez. Il silenzio degli alberi
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