Potrebbe descriverci la sua filosofia di vita?
Iosif Brodskji, “Dall’esilio”
Interrogatorio di Brodskij, arrestato per "parassitismo" (1965), da parte del giudice sovietico, stenografato da Frida Vigdorova. L'interrogatorio fu esportato clandestinamente all'estero e venne pubblicato in numerosi giornali occidentali:
GIUDICE: Di che cosa si occupa?
BRODSKIJ: Scrivo poesia. Traduco. Suppongo…
GIUDICE: Niente “suppongo”. Si alzi dritto in piedi! Non si appoggi alla parete! Guardi la corte! Risponda alla corte correttamente! (A me): La smetta di prendere appunti immediatamente, o la dovrò espellere dalla sala! (A Brodskij): Ha un lavoro fisso?
BRODSKIJ: Pensavo che fosse un lavoro fisso.
GIUDICE: Risponda precisamente!
BRODSKIJ: Scrivevo poesia. E pensavo che fosse stata stampata. Suppongo…
GIUDICE: Non siamo interessati in quello che “suppone”. Risponda per quale ragione non ha lavorato.
BRODSKIJ: Ho lavorato. Ho scritto poesia.
[…]
GIUDICE: Per quanto tempo ha lavorato?
BRODSKIJ: Approssimativamente…
GIUDICE: Non siamo interessati all’approssimativamente!”
BRODSKIJ: Cinque anni.
GIUDICE: Dove ha lavorato?
BRODSKIJ: In una fabbrica. Con un gruppo geologico…
GIUDICE: Quanto tempo ha lavorato nella fabbrica?
BRODSKIJ :Un anno.
GIUDICE: Facendo che cosa?
BRODSKIJ: Ero fresatore.
[…]
GIUDICE: Ma in genere quale è la sua specialità?
BRODSKIJ: Sono un poeta, un poeta-traduttore.
GIUDICE: E chi le ha detto che lei è un poeta? Chi l’ha incluso nell’ordine dei poeti?
BRODSKIJ: Nessuno. (Non sollecitato) E chi mi ha incluso nell’ordine della razza umana?
GIUDICE: Lo ha studiato?
BRODSKIJ: Che cosa?
GIUDICE: Essere un poeta? Non ha finito la scuola dove preparano… dove insegnano…
BRODSKIJ: Penso che non si può ottenere dalla scuola.
GIUDICE: Come allora?
BRODSKIJ: Penso che… (disorientato) venga da Dio…
GIUDICE: Аvete richieste?
BRODSKIJ: Vorrei sapere perché mi hanno arrestato
GIUDICE: Questa è una domanda non una richiesta
BRODSKIJ: Allora non ho richieste
Tutto ha un limite, compresa la tristezza.
Non è una filosofia di vita, è solo una serie di espedienti. Se dovessi definirla una filosofia, allora direi che è una filosofia della sopportazione. È molto semplice. Quando sei in una brutta situazione, hai due modi di affrontarla: mollare tutto o cercare di resistere. Io cerco di resistere il più a lungo possibile. Ecco, la mia filosofia è questa: tutto qui, niente di speciale.
Iosif Brodskij a Anne-Marie Brumm (da Conversazioni)
Nel deserto ti ho messo al mondo,
e una ragione c'è.
Perché lì non vi è nemmeno
l'ombra di un re.
Iosif Brodskij
Sono certo, certissimo, che una persona che legge poesia si fa sconfiggere meno facilmente di una che non la legge.Nel deserto ti ho messo al mondo,
e una ragione c'è.
Perché lì non vi è nemmeno
l'ombra di un re.
Iosif Brodskij
Iosif Brodskji, “Dall’esilio”
Interrogatorio di Brodskij, arrestato per "parassitismo" (1965), da parte del giudice sovietico, stenografato da Frida Vigdorova. L'interrogatorio fu esportato clandestinamente all'estero e venne pubblicato in numerosi giornali occidentali:
GIUDICE: Di che cosa si occupa?
BRODSKIJ: Scrivo poesia. Traduco. Suppongo…
GIUDICE: Niente “suppongo”. Si alzi dritto in piedi! Non si appoggi alla parete! Guardi la corte! Risponda alla corte correttamente! (A me): La smetta di prendere appunti immediatamente, o la dovrò espellere dalla sala! (A Brodskij): Ha un lavoro fisso?
BRODSKIJ: Pensavo che fosse un lavoro fisso.
GIUDICE: Risponda precisamente!
BRODSKIJ: Scrivevo poesia. E pensavo che fosse stata stampata. Suppongo…
GIUDICE: Non siamo interessati in quello che “suppone”. Risponda per quale ragione non ha lavorato.
BRODSKIJ: Ho lavorato. Ho scritto poesia.
[…]
GIUDICE: Per quanto tempo ha lavorato?
BRODSKIJ: Approssimativamente…
GIUDICE: Non siamo interessati all’approssimativamente!”
BRODSKIJ: Cinque anni.
GIUDICE: Dove ha lavorato?
BRODSKIJ: In una fabbrica. Con un gruppo geologico…
GIUDICE: Quanto tempo ha lavorato nella fabbrica?
BRODSKIJ :Un anno.
GIUDICE: Facendo che cosa?
BRODSKIJ: Ero fresatore.
[…]
GIUDICE: Ma in genere quale è la sua specialità?
BRODSKIJ: Sono un poeta, un poeta-traduttore.
GIUDICE: E chi le ha detto che lei è un poeta? Chi l’ha incluso nell’ordine dei poeti?
BRODSKIJ: Nessuno. (Non sollecitato) E chi mi ha incluso nell’ordine della razza umana?
GIUDICE: Lo ha studiato?
BRODSKIJ: Che cosa?
GIUDICE: Essere un poeta? Non ha finito la scuola dove preparano… dove insegnano…
BRODSKIJ: Penso che non si può ottenere dalla scuola.
GIUDICE: Come allora?
BRODSKIJ: Penso che… (disorientato) venga da Dio…
GIUDICE: Аvete richieste?
BRODSKIJ: Vorrei sapere perché mi hanno arrestato
GIUDICE: Questa è una domanda non una richiesta
BRODSKIJ: Allora non ho richieste
Tutto ha un limite, compresa la tristezza.
S’impiglia lo sguardo alla finestra, come alla palizzata
la foglia. Puoi versare acqua, scuotere chiavi.
Solitudine è l’uomo al quadrato.
Iosif Brodskij, Iosif Brodskij, A Urania, Poesie, 1986
In una delle prime interviste Brodskij osserva che sotto il regime sovietico era come essere soggetti a una forza di gravità decuplicata, ogni parola e ogni gesto avevano ripercussioni enormi. Vivere in occidente, per contro, era come vivere sulla luna: si poteva saltare e fare capriole senza alcuno sforzo, ma non significava nulla perché era esattamente quello che facevano tutti.
Cynthia L. Haven, Introduzione, in Iosif Brodskij
In una delle prime interviste Brodskij osserva che sotto il regime sovietico era come essere soggetti a una forza di gravità decuplicata, ogni parola e ogni gesto avevano ripercussioni enormi. Vivere in occidente, per contro, era come vivere sulla luna: si poteva saltare e fare capriole senza alcuno sforzo, ma non significava nulla perché era esattamente quello che facevano tutti.
Cynthia L. Haven, Introduzione, in Iosif Brodskij
Il male mette radici quando un uomo comincia a pensare di essere migliore di un altro
Josif Brodskij
La radice di ogni male credo stia nell'affermazione: “Io sono meglio di lui”.
Iosif Brodskij, Conversazioni, Adelphi, p. 210
Finito lo spazio, andò a sbattere contro il tempo.
Iosif Brodskij
Perché, come ha detto un poeta, le responsabilità cominciano nei sogni.
Iosif Brodskij - Fondamenta degli incurabili
Si gentile, mi dicevo, non interrompere la signora; sono tutte balle, ma lei ci crede. C'è qualcosa in me, suppongo, che rispetta sempre l'aspetto fisico delle enunciazioni umane, a prescindere dal loro contenuto; il movimento stesso delle labbra altrui è più essenziale di ciò che le fa muovere.
Iosif Brodskij, Fondamenta degli Incurabili
Per avere un’altra vita bisognerebbe essere capaci di fare un pacchetto della prima, un pacchetto a regola d’arte, una volta per tutte. Nessuno riesce a farlo in maniera convincente, anche se talvolta possono dare una spinta le mogli che scappano di casa o i sistemi politici. I cani vecchi non sognano nuovi padroni: nella loro decrepita senilità sognano altre case, scale strane, odori bizzarri, mobili inconsueti, una topografia sconosciuta. Ed è meglio non disturbarli, il segreto è tutto qui.
Iosif Brodskij, Fondamenta degli Incurabili
È una sensazione telescopica, la sensazione di entrare in contatto con l’infinito cellulare dell’esistenza di un altro corpo – una sensazione nota come tenerezza e proporzionata, forse, solo al numero di cellule che quel corpo contiene.
Iosif Brodskij, Fondamenta degli Incurabili
Ciao, sono io che entro nel tuo silenzio.
Josif Brodskij, Verso il mare della dimenticanza, v. 4
Citare Montale è una tentazione pericolosa, perché si trasforma facilmente in un'occupazione a tempo pieno.
Iosif Brodskij
Per avere un’altra vita bisognerebbe essere capaci di fare un pacchetto della prima, un pacchetto a regola d’arte, una volta per tutte. Nessuno riesce a farlo in maniera convincente, anche se talvolta possono dare una spinta le mogli che scappano di casa o i sistemi politici. I cani vecchi non sognano nuovi padroni: nella loro decrepita senilità sognano altre case, scale strane, odori bizzarri, mobili inconsueti, una topografia sconosciuta. Ed è meglio non disturbarli, il segreto è tutto qui.
Iosif Brodskij, Fondamenta degli Incurabili
È una sensazione telescopica, la sensazione di entrare in contatto con l’infinito cellulare dell’esistenza di un altro corpo – una sensazione nota come tenerezza e proporzionata, forse, solo al numero di cellule che quel corpo contiene.
Iosif Brodskij, Fondamenta degli Incurabili
Ciao, sono io che entro nel tuo silenzio.
Josif Brodskij, Verso il mare della dimenticanza, v. 4
Citare Montale è una tentazione pericolosa, perché si trasforma facilmente in un'occupazione a tempo pieno.
Iosif Brodskij
Vodorosli
“Per alcuni può essere l’ erba appena tagliata o il fieno; per altri, gli aromi natalizi dei rami di pino e dei mandarini. Per me, sono le alghe marine sottozero- un po’ per via degli aspetti onomatopeici di un nome che associa in sé il mondo vegetale e quello acquatico (il russo ha una parola meravigliosa, vodorosli), un po’ per la vaga incongruenza e il nascosto dramma subacqueo che questo nome comporta. Ognuno si riconosce in certi elementi; al tempo in cui aspiravo quell’ odore sui gradini della Stazione i drammi nascosti e le incongruenze erano, decisamente, il mio forte”
Iosif Brodskij
Chiunque si dia da fare per creare dentro di sé un proprio mondo indipendente, è destinato prima o poi a diventare un corpo estraneo nella società e a essere soggetto a tutte le leggi fisiche della pressione, della compressione e dell'estrusione.
Iosif Brodskij, Conversazioni, Adelphi, p. 39
Io sono formato da tre parti: antichità, letteratura dell'assurdo e ragazzo della foresta.
Iosif Brodskij, Conversazioni, Adelphi, p. 277
Tutti i bravi scrittori (come tutte le persone di buon senso) sanno che ogni giusta causa cela una trappola psicologica: credere di essere persone perbene in quanto paladini di una causa nobile.
Iosif Brodskij, Conversazioni, Adelphi, p. 258
La memoria, credo, è un surrogato della coda che abbiamo perso per sempre nel felice progresso dell'evoluzione. Dirige i nostri movimenti, emigrazione compresa. A parte questo c'è qualcosa di profondamente atavico nel processo stesso del ricordare, se non altro perché questo processo non è mai lineare. E poi, più uno ricorda più è vicino, forse, a morire.
Iosif Brodskij, Fuga da Bisanzio
"Ciò che la memoria ha in comune con l'arte è il dono della scelta, il gusto del particolare. Questa osservazione potrà sembrare lusinghiera per l'arte (per l'arte della prosa in particolare), ma per la memoria dovrebbe suonare offensiva. L'offesa, comunque, è ben meritata. La memoria infatti contiene solo particolari, non il quadro completo; momenti culminanti, se si vuole, non lo spettacolo intero. La convinzione che in qualche modo noi ricordiamo la totalità come sotto una coltre, la convinzione stessa che consente alla specie di continuare a vivere, è infondata. La memoria somiglia essenzialmente a una biblioteca in disordine alfabetico, e in cui non esiste l'opera omnia di nessuno"
Iosif Brodskij, Fuga da Bisanzio, Adelphi, Milano 1987, pp. 229-230.
Ci sono crimini peggiori del bruciare libri. Uno di questi è non leggerli.
Josif Brodskij
La noia è, per così dire, la nostra finestra sul tempo, su quelle proprietà del tempo che siamo inclini a ignorare, con possibili rischi per l’equilibrio mentale. In breve, è la vostra finestra sull’infinità del tempo, in altre parole, sulla vostra insignificanza all’interno di esso. È questo forse che spiega il terrore di serate solitarie e torpide, o il fascino che esercita talvolta su di noi un granello di polvere sospeso in un raggio di sole, mentre da qualche parte si sente il ticchettio di un orologio , e la giornata è calda, la volontà a zero.
Una volta che questa finestra si è aperta, non cercate di richiuderla; anzi, spalancatela. Perché la noia parla il linguaggio del tempo, e vi insegnerà la lezione più preziosa della vostra vita – quella che non avete appreso qui, su questi verdi prati –, la lezione della vostra completa insignificanza. È importante per voi così come per quelli con cui vi troverete a contatto. «Tu sei finito,» vi dice il tempo con la voce della noia «e qualsiasi cosa tu faccia è, dal mio punto di vista, futile». Questa non sarà, ovviamente, musica per le vostre orecchie; eppure, il senso di futilità, la percezione del significato ristretto finanche delle vostre azioni migliori, più veementi, è meglio dell’illusione riguardo alle loro conseguenze e all’autostima che ne consegue.
Iosif Brodskij, Elogio della noia, traduzione di Arturo Cattaneo, in Profilo di Clio, Adelphi
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