domenica 19 agosto 2018

Simone Tempia, "una vita con Lloyd", Il mio maggiordomo immaginario.

... e quindi giù il cappello.
Nel novembre 2014, tre anni e una sbriciolata di giorni fa, un maggiordomo immaginario di nome Lloyd suonò al campanello di una magione di fantasia. Non cercava un impiego, ma, come ebbe a confessarmi tempo dopo, passando davanti alla mia vita “provò la netta sensazione che ci fosse del lavoro da fare”. Ho sempre creduto alle sue parole ma non abbastanza da non pensare che qualcuno l'avesse mandato da me.
Nel novembre 2014 un maggiordomo immaginario entrò nella mia vita e iniziò a mettere ordine tra i pensieri con una discrezione invidiabile: mai una volta che abbia rotto un antico equilibrio (così fragile e così delicato), mai che si sia dimenticato di chiudere un discorso quando lo lasciavo involontariamente aperto, mai che abbia rinunciato a lucidare un pensiero perché tanto sarebbe comunque ritornato a impolverarsi.
Mai che abbia perduto le speranze che gli avevo affidato.
Nonostante chi non ha mai creduto che un maggiordomo potesse avere così tanti meriti.
“Vedrai che prima o poi ti tradirà” mi dicevano.
Nonostante chi non ha mai creduto che un maggiordomo potesse rimanere con me tanto a lungo. “Vedrai che non riuscirai a mantenerlo” mi dicevano.
Nonostante chi non ha mai ritenuto che un maggiordomo potesse essere davvero utile. “Vedrai che non ti servirà a niente” mi dicevano.
Nonostante i nonostante sono arrivati due libri dalle numerose ristampe e dalle ancor più numerose presentazioni.
Nel novembre 2014, tre anni e una sventagliata di giorni fa, Lloyd usciva per la prima volta su Facebook ed entrava nella mia vita. Nel gennaio 2018, a partire da domani martedì 23 e per ogni settimana, Vita con Lloyd sarà ospitato dal Corriere Buone Notizie, inserto gratuito del martedì del Corriere della Sera. Una rubrica, una vera e propria rubrica. Sul maggiore quotidiano nazionale. Nonostante.
… e quindi giù il cappello. Devo togliermelo davanti a ciascuno di voi, signore e signori che ogni giorno siete qui con me. Giù il cappello in segno di rispetto e gratitudine. Perché Lloyd siete anche voi.

Grazie.
Simone Tempia


Dopo aver apprezzato Vita con Lloyd, il racconto ironico, surreale, tagliente e mai banale del rapporto tra un Sir ed il suo maggiordomo immaginario che scandaglia e conosce nel dettaglio l’animo umano, eccoci di nuovo alle prese con questo amato duo. Ma ora siamo In Viaggio con Lloyd, un momento cruciale e malinconico della loro vita narrativa in cui Sir deve affrontare “Un viaggio dentro noi stessi, alla ricerca di una maturità che ci sfugge.”

http://www.ilpungolo.org/2017/12/01/il-fermacarte-in-viaggio-con-lloyd-simone-tempia/


Quando nasciamo, la vita ci regala sostanzialmente una cosa: un pezzo di terreno su cui erigere la nostra personalità grazie al materiale fornito dall’esperienza. E visto che ciascuno è libero di costruirla come vuole, è ovvio che una personalità non sia quasi mai uguale a un’altra. Ci sono personalità solide, personalità traballanti, personalità spigolose, personalità quadrate, personalità complesse. Personalità per tutti i giorni e seconde personalità riservate solo alle vacanze. Personalità con solide fondamenta, personalità accoglienti, personalità spoglie, personalità a schiera tutte carine e ordinate, personalità isolate e isolanti, personalità all’ultimo piano con cui guardare gli altri dall’alto in basso. Forse per un difetto architettonico, forse di ingegneria, forse semplicemente a causa di qualche irregolarità nel terreno, io mi sono ritrovato con una personalità ingestibile.
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.
[Di Lloyd, di sir e di come tutto ha avuto inizio. Compreso un libro]




Ognuno dovrebbe dipingere le sue emozioni, ci si renderebbe molto più conto...
Maria Rita Casarella


- E questo quadro chi ce lo manda, Lloyd?"
- La sua ansia, sir. Lei ha dipinto il peggior scenario possibile"
- Molto realistico e affascinante. Dovremo spostare le altre rappresentazioni del reale per appenderlo"
"Sir. i quadri della sua ansia sono molto ingombranti.
Piuttosto che fargli spazio, gli troverei una parete libera"
"Tipo quale Loyd?"
Tipo quella della cantina, sir"
"l.lovd. ma dalla cantina non ci passo quasi mai"
"Appunto, sir..."


“Lloyd, perché le persone hanno paura di voltare pagina nella vita?”
“Perché hanno il timore di quello che potrebbero trovare dopo, sir”
C'è un modo di superarlo, Lloyd?”“
Credo, sir, che voltare pagina sia una preoccupazione per chi legge, ma una necessità per chi scrive”
“Fai controllare le scorte di penne, Lloyd”
“Immediatamente e con piacere, sir”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)


“Dove vai con scopa e paletta, Lloyd?”
“A raccogliere il suo sogno infranto, sir”
“Lascialo dov'è… ormai non serve più a niente”
“Ma a mettere i piedi sui frammenti di sogni, ci si ferisce all'improvviso, sir”
“E coi pezzi, che ci facciamo?”
“Di sicuro la sua creatività saprà come sfruttarli, sir”
“Per qualche opera d'arte, Lloyd?”
“Per qualche capolavoro d'esperienza, sir”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)


“Lloyd cos'è quella macchia scura che vedo sulla settimana?”
“Un pensiero funesto, sir”
“Chiama subito l'imbianchino e falla coprire!”
“Se mi consente, sir, a volte i pensieri funesti sono segno di una perdita di sicurezza”
“Dici che dovrei vedere cosa c'è sotto, Lloyd?”
“O riparare quello che dentro si è rotto, sir”
“E il pensiero così funesto scomparirà…”
“Ancora meglio, sir: non se ne formeranno altri”
“Molto bene, Lloyd”
“Buona giornata, sir”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)


“Lloyd, cos’è quel quadro in soggiorno?”
“Un regalo della sua ansia, sir”
“Non pensavo si fosse data all’arte…”
“La sua ansia è molto creativa, sir”
“Ma tu hai capito cos’è?”
“È il futuro, sir”
“Non l’avevo riconosciuto dipinto così a tinte fosche”
“Dove lo vuole mettere, sir?”
“Pensavo al caminetto”
“Sopra, sir?”
“Meglio dentro, Lloyd”
“Eccellente disposizione d'animo, sir"
“Grazie mille, Lloyd”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)



“Ho lasciato correre la fantasia ed è inciampata nella realtà, Lloyd”
“Si è fatta male, sir?”
“Sì, e mi sento in colpa. Cosa posso fare?”
“Le asciughi le lacrime e la faccia tornare a giocare, sir”
“Ma potrebbe cadere di nuovo, Lloyd…”
“A volte ciò che conta non è eliminare tutti gli ostacoli, ma togliere
la paura di affrontarli, sir”
“Grazie mille, Lloyd”
“Dovere, sir. Dovere…”
  (Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)



“Non so da cosa travestirmi per Halloween, Lloyd”
“Potrebbe provare con l’ipocrisia, sir”
“Ipocrisia, Lloyd?”
“È una faccia di bronzo con un grande sorriso finto che copre i veri pensieri, sir”
“E cosa c’è di spaventoso in questo costume, Lloyd?”
“Chi lo indossa, sir”
“Davvero terribile, Lloyd”
“Decisamente, sir. Decisamente…”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)


“Vorrei una settimana da incorniciare, Lloyd”
“Allora inizi a dipingerla, sir”
“Non so da dove iniziare, Lloyd”
“Consiglierei di partire da un buon soggetto, sir”
“E quale potrebbe essere, Lloyd?”
“L'io, sir”
“Pennelli e tavolozza, Lloyd”
“Immediatamente, sir”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)


“Lloyd, mi aiuti a prendere una posizione sul tema del giorno?”
“Certamente, sir. Ha già un’opinione con cui prenderla?”
“In realtà non ne ho una vera e propria. Ma possiamo usare quella di altri, no?”
“Sir, chi insegue la massa senza essersi costruito una propria opinione, anziché riuscire a prendere una posizione, rischia di perdere qualcosa di molto più prezioso”
“Il tempo, Lloyd?”
“La faccia, sir”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)


“Odio vivere nelle ristrettezze, Lloyd”
“Suggerirei allora di provare a ridimensionarsi, sir”
“Certe diete richiedono enormi sacrifici, Lloyd…”
“Che in cambio però ci ridanno qualcosa di ancor più importante, sir”
“La linea che avevamo perduto, Lloyd?”
“Quella fame che avevamo dimenticato, sir”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)


“Lloyd, mi viene voglia di lasciar andare tutto”
“E allora perché non farlo, sir?”
“Dici che è una cosa utile, Lloyd?”
“A volte bisogna buttare tutto all'aria per vedere quel che davvero sa volare, sir”
“E allora forza, Lloyd!”
“Buona giornata, sir”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)


“Cos'è tutta quell'erbaccia là fuori, Lloyd?”
 “Erba voglio, sir”
 “Quella non cresce neanche nel giardino del re!”
 “Ma infesta i campi di chi rimane servitore, sir”
 “E come la si elimina, Lloyd?”
 “Sradicandola e coltivando fruttuosi desideri, sir”
 “Chiama il giardiniere, Lloyd” “Immediatamente, sir”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)


“Cosa sta accadendo nelle nostre strade, Lloyd?”
“Nulla che non sia già accaduto nella testa delle persone, sir”
“Mi stai forse dicendo di capire la violenza, Lloyd?”
“Capire non vuol dire giustificare, sir”
“E cosa vuol dire, Lloyd?”
“Vuol dire curare, sir”
“Sarà una lunga degenza, Lloyd”
“L'alternativa è una lenta e terribile agonia, sir”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)


“Non capisco perché la gente si ostini a dire certe stupidaggini”
“Sir, anche nella più grande sciocchezza si nasconde una preziosa verità”
“Su ciò di cui si discute, Lloyd?”
“O su coloro con cui si discute, sir”
“Pensiero davvero profondo, Lloyd”
“Buona giornata, sir”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)

«Sir, credo che debba modificare il suo metro di giudizio».
«E perché mai, Lloyd?
Mi ha sempre permesso di misurare
adeguatamente tutte le situazioni».
«Ma non di prendere le giuste distanze da certe persone, sir».
«Consigli, Lloyd?».
«Data la situazione, dal metro passerei almeno al chilometro, sir».
«Saggia scelta, Lloyd».
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)


“Lloyd, mi sento fragile”
“Per quale ragione, sir?”
“Non lo so, ma ho l’impressione di poter andare in mille pezzi da un momento all’altro”
“Sir, anche l'oceano, divenendo pioggia, si separa in mille gocce.
Eppure nessuno pensa che sia fragile”
“Questo cosa significa, Lloyd?”
“Che la fragilità, sir, non è perdere la propria forma.
Ma non accettare di averne altre”
“Grazie mille, Lloyd”
“Prego, sir”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)



«Come si risponde a una proposta indecente, Lloyd?».
«Ricordandosi che non è la proposta a essere indecente ma la persona che la fa, sir».
«Quindi secondo te che dovrei fare?». «Consiglierei di lasciarla cadere nel nulla, sir».
«La proposta?».
«Eventualmente anche quella, sir». «Molto chiaro, Lloyd».
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)
Il mio maggiordomo immaginario
di SIMONE TEMPIA


“Ma che posto curioso, Lloyd”
“È il mercato delle giustificazioni, sir”
“E cosa sarebbe, Lloyd?”
“Un luogo dove le persone fingono di aver ragione da vendere, sir”
“E in realtà cosa hanno”
“Spesso e volentieri solo dei torti marci, sir”
“Ma quindi mentono, Lloyd!”
“Più a loro stessi che agli altri, sir”
“Luogo triste, Lloyd…”
“Mai quanto chi vi passa il tempo, sir”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)

“Lloyd, cosa sta facendo il giardiniere?”
“Sta sradicando l’ostentazione che era cresciuta negli ultimi tempi, sir”
“Aveva un gradevole profumo di successo, Lloyd”
“Ma era anche il cibo preferito dall’insicurezza, sir”
“Perché pensi fosse un problema, Lloyd?”
“Perché ciò che si nutre, cresce, sir”
“Togliamola tutta, eh, Lloyd”
“Fino all’ultimo stelo, sir”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)



“Lloyd, tu che ci vedi bene: che stanno facendo quelle persone?”
“Stanno sfidandosi a chi sta peggio, sir”
“C'è qualche premio in palio, Lloyd?”
“Solitamente nella gara dei lamenti chi vince si dimostra perdente, sir”
“Meglio trovare uno sport diverso, Lloyd”
“O una diversa disciplina, sir”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)


"Non mi sento per niente bene, Lloyd"
“È la consueta ansia primaverile, sir”
“Malattia stagionale, Lloyd?”
“Direi allergia ai cambiamenti, sir”
“Forse dovrei prendere qualcosa…”
“Qualche decisione con una buona dose di imprudenza potrebbe essere adatta, sir”
“Pensi mi farà bene, Lloyd?”
“Credo che le darà il meglio, sir”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)


"Per oggi direi abito nero come il mio umore e camicia di cotone ritorto come la vita, Lloyd"
“E per la cravatta un nodo scorsoio, sir?”
“Non sei divertente, Lloyd”
“Temo non lo sia nemmeno lei in questo periodo, sir”
“L'allegria non è un dovere da compiere, Lloyd”
“Ma è un diritto da esercitare, sir”
“Vediamo se c'è qualcosa di diverso in armadio, Lloyd?”
“Molto appropriato, sir. Molto appropriato”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)


"Ma perché gli addii fanno così dannatamente male, Lloyd?"
“Perché ci strappano ciò che siamo stati, sir”
“E non c'è modo di limitare la sofferenza?”
“Magari pensando che per ogni persona che se ne va ne arriva un'altra nella nostra vita, sir”
“Qualcuno ancora da incontrare, Lloyd?”
“Un sé ancora da scoprire, sir”
“Questo darà senso al dolore, Lloyd?”
“Questo dà senso alla vita, sir”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)


“Mi sembra di non andare da nessuna parte, Lloyd”
“Questo perché sta girando intorno ai problemi, sir”
“E come si spezza questo circolo, Lloyd?”
“Andando dritti per la propria strada, sir”
“Bisognerebbe riconoscere qual è…”
“Sir, ci son molte strade che si allontanano dalle difficoltà, ma solo una che le attraversa”
“Ed è la strada giusta?”
“Direi più la retta via, sir”
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)



"Lloyd, lo senti anche tu questo frastuono?"
“È il fiume di parole che sta esondando dopo le elezioni, sir”
“E perché nessuno fa niente?”
“Perché tutti sperano di portar acqua al proprio mulino per macinare qualche consenso, sir”
“Ricordami perché non abbiamo un mulino, Lloyd”
“Perché abbiamo sufficiente farina del nostro sacco, sir”
“Eccellente… ah, Lloyd!”
“Sì, sir?”
“E il fiume di parole?”
“Speriamo che non finisca per una volta in un mare di chiacchiere, sir”
“Molto bene, Lloyd”
“Buona giornata, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Che gran fila di persone, Lloyd”
“È il pellegrinaggio di alcuni politici al santuario della Beata ignoranza”
“Ci vanno a chiedere una grazia, Lloyd?”
“No, sir. Per prendere i voti”
“E diventar monaci?”
“Direi fingersi santi, sir”
“Teniamoci lontani da certe mete, Lloyd”
“Molto saggio, sir. Molto saggio”.
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Sir, temo stia tirando troppo la corda”
“Tranquillo, Lloyd. Non si spezzerà”
“Sir, temo stia facendo un errore molto comune”
“Quale, Lloyd?”
“Concentrarsi sulla corda e non su ciò che si trova dall'altro capo”
“Dici che potrei tirarmelo addosso?”
“O, ancor peggio, venir trascinato via, sir”
“Forse è meglio lasciare un attimo…”
“Saggia scelta, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.



“Sir, la vedo preoccupato”
“Non riesco a cancellare una persona dalla mia vita, Lloyd”
“Sir, il problema non è tanto cancellare qualcuno, quanto le pagine della vita scritte con lui”
“Ci vuole tanto coraggio a strappare certe belle pagine, Lloyd”
“Ma ce ne vuole di più nel volerle mantenere, sir”
“Lasciamo questo libro nella libreria del passato, Lloyd?”
“Eccellente disposizione, sir. Eccellente”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Impegni per la settimana, Lloyd?”
“Essere felice, sir”
“Parlavo del lavoro, Lloyd?”
“La felicità è un lavoro a tempo pieno, sir.
Il resto sono passatempi retribuiti”
“Forse non mi sono spiegato, Lloyd…”
“O forse non si è ancora del tutto capito, sir”
“Rivediamo le priorità, Lloyd…”
“Con estremo piacere, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


"Sir, cosa fa sulla spiaggia?”
“Guardo tutti i miei progetti arenati, Lloyd”
“Una collezione di vascelli davvero notevole, sir”
“Saranno notevoli ma non sono mai andati in porto, Lloyd!”
“Ma non sono nemmeno colati a picco, sir”
“Dici che qualcuno potrà tornare a prendere il largo, Lloyd?”
“Con forza di braccia e di volontà direi di sì, sir”
“E allora salpiamo, Lloyd”
“Con molto piacere, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Guarda Lloyd! Da quassù le mie preoccupazioni sembrano piccolissime!”
“Se vuole, sir, posso sganciare un’altra zavorra di doveri per alzarci ulteriormente”
“E poi come torniamo giù Lloyd?”
“Non si preoccupi, sir. Prima o poi la gravità di qualche situazione o anche solo la pressione lavorativa ci riporterà con i piedi per terra”
“Ma ha senso Lloyd, salire per poi essere costretti a scendere?”
“Dipende, sir”
“Da cosa, Lloyd?”
“Dalla capacità di godersi il punto di vista, sir”
“Saliamo ancora, Lloyd”
“Con estremo piacere, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Sir c’è qualcosa che la preoccupa?”
“Lloyd credo di aver fatto uno strappo alla regola”
“Niente di grave, sir”
“Dici Lloyd?”
“Certo, sir. Gli strappi, se sono piccoli, permettono di vedere cosa c’è dentro alle regole”
“E una volta che lo si è scoperto, Lloyd?”
“Si capirà quali regole è meglio rammendare. E quali no, sir.”
“Porta ago e filo, Lloyd”
“Con molto piacere, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, chiama la sarta.
Devo mettere una toppa a una situazione”
“Se mi permette, sir,
quel che si strappa lo fa perché non ci va più bene”
“Però era una situazione a cui mi ero affezionato”
“Nulla le vieta di tenerla nell'armadio dell'esperienza, sir”
“Però non posso più entrarci, Lloyd”
“Non vedo come questo sia un male, sir”
“Molto chiaro, Lloyd”
“Buona giornata, sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, il tempo ha portato via un altro pezzo della mia storia”
“È una cosa che tende a fare ogni volta che passa, sir”
“Però da quel buco entra un gran freddo. Cerchiamo di riempirlo con delle parole. O tappezziamolo con dei ricordi”
“Sir, se vuole un suggerimento, lo lascerei così com’è. Magari con una cornice di silenzio intorno”
“Per sottolineare quel che manca, Lloyd”
“Per non dimenticare quel che c'era, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


Ma dove siamo finiti, Lloyd?”
“Siamo in mezzo alla campagna elettorale, sir”
“E cosa è, Lloyd?”
“Un campo di battaglia dove si seminano odi per raccogliere consensi, sir”
“Quindi è pieno di contadini qui intorno, Lloyd?”
“Direi più di cacciatori, sir”
“Finiremo per essere prede anche noi, Lloyd?”
“Non se eviteremo di farci colpire da certe sparate, sir”
“Via di corsa, Lloyd”
“Molto saggio, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.



“Sir, c’è un motivo per cui ha le braccia alzate?”
“Mi sono arreso all’evidenza Lloyd”
“Non pensavo ci fosse in corso un conflitto, sir”
“Da sempre, Lloyd. Ma questa volta il generale buon senso ha avuto la meglio”
“È stata una sconfitta dura, sir?”
“Fortunatamente no, Lloyd.
Dopo la presa di coscienza ho dichiarato la ritirata per limitare le perdite di dignità”
“Eccellente strategia, sir.”
“Grazie Lloyd”
“Prego, sir“
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


"Sir, vedo che si è accollato nuovamente il lavoro d'altri"
“Sai come si dice, Lloyd: Chi fa da sé…”
“Divide il merito con chi non c'è, sir”
“Non è così che finiva la frase, Lloyd”
“Ma è così che finiscono certe situazioni, sir”
“Credo di aver colto, Lloyd”
“Credo anche io, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, presto! Mettiti al volante!”
“Dove si va, sir?”
“Dobbiamo seguire la dieta, Lloyd!”
“C’è un motivo per cui si è dato ai pedinamenti, sir?”
“Una grossa taglia, Lloyd”
“Da guadagnare?”
“Da perdere, Lloyd”
“Se mi permette, suggerirei allora l'autodisciplina biturbo, sir”
“Eccellente scelta, Lloyd“
“Grazie mille, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Sir, noto che sta volando molto basso”
“È per evitare di farmi male cadendo, Lloyd”
“Anche la caduta da una sedia può essere dolorosa, sir”
“E questo che vorrebbe dire, Lloyd?”
“Che la differenza tra uno schianto e l’atterraggio
non sta nel perdere quota ma nel mantenere il controllo, sir”
“Dici che potrei staccarmi più da terra, Lloyd?”
“O anche solo essere più sollevato, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


"Che bel teporino, Lloyd"
“Credo che sia per via della speranza che ha acceso in una persona, sir”
“Ma se l'ho accesa in un altro, perché sono io a sentire il caldo?”
“Perché, anche non sapendolo, gli sarà sempre vicino, sir”
“Eccellente spiegazione, Lloyd”
“Grazie mille, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


"Sir, mentre era fuori di sé il peggio è passato"
“Ha lasciato qualcosa per me, Lloyd?”
“Qualche speranza a brandelli e due o tre rapporti strappati”
“I soliti rifiuti, insomma”
“Che se cuciti insieme con un filo di umiltà
possono trasformarsi in un sacco di curiosità, sir”
“E a che serve, Lloyd?”
“Solitamente a non perdere quel che il meglio porterà, sir”
“Passami il kit da cucito, Lloyd”
“Immediatamente, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Cosa fa sdraiato sul pavimento, sir?”
“Stavo facendo un esperimento, Lloyd…”
“Quale, sir?”
“Notavo che da questa posizione anche i più piccoli mucchietti di impegni sembrano montagne invalicabili”
“È colpa dell’assenza di prospettiva che si ha quando si è terra, sir”
“E dire che basta solo risollevarsi un po’…”
“Per scoprire che l’orizzonte delle possibilità è più ampio del previsto, sir?”
“Esattamente, Lloyd”
“Sir è sempre arguto”
“Grazie Lloyd”
“Prego, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, non capisco perché le buone notizie non mi rendano felice”
“Temo che abbia qualche problema nell’accoglierle, sir”
“Eppure quando si sono presentate le abbiamo sempre celebrate a dovere”
“A poco servono le cerimonie fuori, se non ci sono festeggiamenti dentro, sir…”
“Abbiamo bisogno di una nuova orchestra, Lloyd”
“E, se mi permette, di eliminare i vecchi complessi, sir”
“Provvedi subito, Lloyd”
“Con piacere, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Perché certa gente prende impegni se non li può mantenere, Lloyd?”
“Perché pensano, caricandosi di responsabilità, di avere maggior peso, sir”
“Responsabilità che però poi gettano sulla testa di altri…”
“Fortunatamente, sir, un pallone gonfiato senza zavorra vola via più facilmente”
“E verrà spinto lontano da un soffio di vento, Lloyd?”
“O dal sospiro di sollievo per essersi liberati di lui, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, come è possibile che le preoccupazioni mi raggiungano ovunque vado?”
“Perché le porta sempre con sé, sir”
“Non capisco come mai lo faccio…”
“A volte, sir, le persone credono di essere i propri problemi.
Quando in realtà dovrebbero provare a essere le soluzioni”
“E le soluzioni non ci raggiungeranno, Lloyd?”
“Molto meglio, sir. Le seguiremo”
“Molto saggio, Lloyd”
“Grazie mille, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd mi porteresti le bende?”
“Ha deciso di fasciarsi nuovamente la testa prima di rompersela, sir?”
“Se non altro risparmio tempo, Lloyd”
“Allora perché non usare un cappello, sir?”
“Non credo che mi possa essere molto più utile, Lloyd”
“Sir, l’eleganza può essere inefficace talvolta, ma inutile non lo è mai”
“Scolpiamola sulla pietra questa, Lloyd”
“Se mi permette, anche nella memoria, sir" 
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, cos’è questo fracasso?”
“È in corso una gara di scaricabarile, sir”
“Senti che tonfi!”
“È perché ogni barile è pieno di responsabilità, sir”
“Immagino che per gareggiare ci vogliano braccia d’acciaio”
“In realtà basta solo una discreta faccia di bronzo, sir”
“Adamantino, Lloyd”
“Grazie mille, sir” 
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


 “Tutto bene, sir?”
“No, Lloyd.
Speravo che le ultime novità portassero un cambiamento nella mia vita e invece guarda…”
“Sir, io credo che non siano le novità a portare i cambiamenti, ma i cambiamenti a portare le novità”
“E quale sarebbe la differenza, Lloyd?”
“Che le novità si attendono. I cambiamenti si fanno, sir”
“Credo di aver colto, Lloyd”
“Buona giornata, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Ha fatto nuovi acquisti, sir?”
“Un condizionatore del pensiero, Lloyd!
L’ultimo ritrovato per mantenere la giusta freddezza anche quando il clima è rovente”
“Da quel che ne so, sir, il condizionamento funziona solo quando la mente è chiusa,
altrimenti è solo uno spreco di energia”
“Hai qualche alternativa, Lloyd?”
“Aprire la mente alle correnti del pensiero, sir”
“E se non basta, Lloyd?”
“Ventileremo delle ipotesi, sir”
“Pensiero molto economico, Lloyd”
“Direi più ecologico, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, perché a volte si sente l'esigenza di prendere le distanze da tutto?”
“Per ritrovare la giusta prospettiva, sir”
“La prospettiva però ci fa vedere le cose più piccole di quel che sono”
“O fa ritrovare la giusta profondità in quel che ci circonda, sir”
“Molto lungimirante, Lloyd”
“Grazie mille, sir” 
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“La sua valigia di impegni, sir”
“Ne ha dentro tanti, Lloyd?”
“Gli impegni non sono nella valigia, sir, ma sono ciò di cui è fatta”
“E a cosa dovrebbe servirmi un bagaglio simile, Lloyd?”
“A riempirlo di soddisfazioni, sir”
“Ottima idea, Lloyd”
“Grazie mille, sir” 
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Come va la passeggiata nel giardino della memoria, sir?”
“Molto bene, Lloyd. Solo… non pensavo ci fossero tutte queste statue"
“Sono ricordi, sir. Rocce d’esperienza scolpite dalla nostalgia e levigate dal tempo”
“Alcune sono bellissime, altre però sembrano mostruose…”
“Non sono figure reali, sir”
“Quindi i ricordi sono creature di fantasia, Lloyd?”
“O è la fantasia a essere una creatura dei ricordi, sir”
“Grazie, Lloyd"
“Buona continuazione, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, ma il pavimento è tutto bagnato!”
“Credo sia fortunatamente giunta la goccia che ha fatto traboccare il vaso, sir”
“Perché fortunatamente, Lloyd?”
“Se un vaso è stato colmato da ciò che ci fa soffrire, è un bene il fatto che si vuoti”
“Prima o poi però si tornerà a riempire…”
“Ma questa volta magari con qualcosa che valga la pena conservare, sir”
“Molto saggio, Lloyd”
“Grazie mille, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Sir, sono giorni che osserva quelle persone che trascinano la loro relazione…”
“È che non capisco come mai continuino a farlo nonostante tutta quella fatica, Lloyd”
“Perché non vogliono abbandonare ciò che vi hanno messo dentro, sir”
“Ed è questo che l’ha resa così pesante, Lloyd?”
“In realtà, sir, il peso di una relazione
non dipende da ciò che ci si è messo dentro,
ma da quel che non si è riusciti a tirare fuori”
“Molto chiaro, Lloyd”
“Buona giornata, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, mi hanno rifilato un’altra fregatura”
“La porto subito a incorniciare, sir”
“Ma che incorniciare! Nascondiamola sotto un velo pietoso piuttosto”
“Se mi permette, credo che certi doni vadano tenuti ben esposti, sir”
“Per non dimenticare i raggiri di ieri, Lloyd”
“Per riconoscere quelli di domani, sir”
“Molto chiaro, Lloyd”
“Grazie mille, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, cosa ci fai con quell’armatura?”
“È il suo riposo del guerriero, sir”
“Da quando il riposo si indossa, Lloyd?”
“Da quando ci permette di resistere ai colpi del destino, sir”
“Sei davvero un eccellente scudiero, caro Lloyd”
“Buon fine settimana, sir”
“A te, Lloyd”

Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, il destino mi sta dando colpi durissimi”
“Li prenda sul ridere, sir”
“A me sembra di prenderli tutti sui denti, Lloyd”
“Un motivo in più per non cedere al malumore, sir”
“Per quale ragione, Lloyd?”
“Perché i sorrisi migliori si fanno stringendo i denti, sir”
“Suona il gong, Lloyd”
“Buona ripresa, sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“In nome di quale Dio si può continuare a uccidere innocenti, Lloyd?”
“Credo nell'unico che può essere indifferente alla sofferenza, sir”
“E qual è, Lloyd?”
“L’uomo, sir”
“In questi casi si dice sempre che bisogna provare a rimanere umani….”
“Forse è giunta l'ora di sforzarci tutti di essere qualcosa di più, sir”
“Buona giornata, Lloyd”
“Per quanto possibile anche a lei, sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Sir, noto che ha assunto delle pessime abitudini”
“Sì, ma solo a tempo determinato, Lloyd.
Mi servono a tenere lontano lo stress”
“Se mi permette le consiglierei di stare attento, sir”
“Pensi che ci sia qualche rischio, Lloyd?”
“Con le pessime abitudini in realtà ce n’è uno solo, sir”
“Quale?
“Passare dall’avere dipendenti a esserlo, sir”
“Rivediamo le maestranze, Lloyd”
“Certamente, sir. Certamente…”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, si è rotto il freno dell’entusiasmo!”
“Noto, sir”
“Fai qualcosa, diamine! Finiremo per schiantarci contro una delusione!”
“Finché rimarremo nel vasto campo delle ipotesi non credo ci sia questo rischio, sir”
“Ma prima o poi ne usciremo…”
“Sarà mia premura farlo riparare non appena riprenderemo la via della ragione, sir”
“E fino ad allora?”
“Follia, velocità e vento tra i capelli, sir”
“Abbassa la capote, Lloyd. E tieniti forte”
“Con molto piacere, sir. Con molto piacere”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Sir…”
“Shhh Lloyd. Sto ascoltando il pessimismo…”
“Mi scusi, sir. La lascio solo…”
“Rimani, rimani, Lloyd. Senti che bellezza. Il brano si chiama La Disillusa ed è un’aria sconfortata basata tutta su accordi saltati e note dolenti”
“Un’ottima esecuzione, sir”
“Nel senso della musica, Lloyd?”
“Nel senso del plotone, sir”
“Magari cambiamo colonna sonora. Eh, Lloyd?”
“Scelta eccellente, sir. Eccellente”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Sir, temo che abbia nuovamente reso un problema più grosso di quello che è”
“Ingigantire un problema è un buon modo per non perderlo mai di vista, Lloyd”
“Vero, sir. Tuttavia la paura di inciampare su un sasso non sempre vale la scalata della montagna in cui lo si è trasformato”
“Meno sassi e più prati, Lloyd”
“Naturale e molto saggio, sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Chi era alla porta, Lloyd?”
“Un venditore di opinioni di plastica, sir”
“Opinioni di plastica?”
“Sono contenitori fatti in serie, di vari colori politici,
in cui si conservano delle vecchie argomentazioni da tirare fuori all'occorrenza”
“E dici che dovremmo prenderne qualcuna?”
“Le opinioni preconfezionate da altri
sono inutili per chi preferisce farsi una propria idea al momento, sir”
“Però questo significa cambiare idea spesso, Lloyd…”
“Ma ancora più spesso accorgersi se questa non è buona, sir”
“Molto rincuorante, Lloyd”
“Buona giornata, sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Sir, c’è una cattiveria gratuita per lei”
“E dovrei accettarla, Lloyd?”
“A caval donato non si guarda in bocca, sir”
“E questo che significa, Lloyd?”
“Che se ai cavalli non si fa aprire la bocca,
non vedo perché lo si lasci fare a certi asini, sir”
“Prepara la catapulta per la restituzione del dono”
“Con estremo piacere, sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, mi pare che molte persone siano diventate aggressive in questo periodo”
“È normale, sir. C'è stato chi le ha convinte che l’importante sia vincere e non partecipare”
“Che è in fondo la differenza tra un gioco e lo sport, Lloyd…”
“Direi più tra la pessima politica e una buona democrazia, sir”
“Chiarissimo, Lloyd”
“Buona giornata, sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, ma dov’è tutta la serenità? Le soddisfazioni?”
“Credo siano state divorate dall’ansia, sir
”Ma si è mangiata tutto, Lloyd!”
“È nella sua natura, sir. L’ansia cresce nutrendosi di paure e vive divorando certezze”
“Vorrei sapere chi è che l’ha fatta entrare nella quotidianità…”
“Temo sia stato lei, sir”
“Io? Ma come è possibile?”
“A volte capita che si confonda un buon animale da compagnia con una brutta bestia da solitudine”
“Lloyd, da oggi l'ansia rimane fuori dalla porta”
“Faremo il possibile, sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Sir, il suo buonumore”
“Oh… finalmente l’abbiamo ritrovato, Lloyd! Ma dove era?”
“Sotto una pila di preoccupazioni, sir”
“Chissà come ci è finito lì sotto…”
“Forse la domanda giusta è perché ci si sono messe le preoccupazioni sopra, sir”
“Quando le preoccupazioni sono tante, le si mette dove si può, Lloyd”
“Ma si finisce per vedere solo quelle, sir”
“Molto giusto, Lloyd”
“Grazie mille, sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Sir, c’è qualcosa che la disturba?”
“Sì, Lloyd. Odio chi vuole avere sempre l’ultima parola”
“Sir, sia comprensivo. Solitamente chi cerca disperatamente l’ultima parola lo fa perché ha perso qualcosa di molto importante”
“Cosa, Lloyd?”
“L’occasione di stare zitto, sir”
“Molto chiaro, Lloyd”
“Grazie mille, sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, c’è ipocrisia ovunque.”
“Temo sia in corso una vera epidemia, sir”
“Ma non c’è modo di debellarla?”
“Dicono basti una regolare assunzione di responsabilità, sir”
“Però il contagio non sembra avere fine, Lloyd”
“Perché chi ha molte responsabilità finge di non averne,
e vaga diffondendo l’idea che esse appartengano a pochi, sir”
“Quando in realtà le hanno in molti, Lloyd?”
“Esattamente, sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.



“Lloyd stavo cercando la scatola delle promesse che ci hanno fatto e non hanno mantenuto”
“È lì davanti a lei sir”
“Questa così piccola? Eppure mi ricordavo fossero enormi e ingombranti”
“Sir, una volta spogliate delle nostre aspettative,
quello che rimane delle promesse altrui sono solo parole”
“E ci stanno tutte qui dentro?”
“Non c’è bisogno di molto spazio per contenere delle persone così piccole, sir”
“Lloyd, penso tu abbia sbagliato parola”
“Io credo di no, sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, non dirmi che quello che sta arrivando
è un inatteso carico di lavoro...”
“Credo di sì, sir”
“E lo stanno lasciando davanti alla porta?”
“Temo di sì, sir”
“Ma è enorme! Ci bloccherà in casa per tutto il fine settimana, Lloyd!”
“Non si preoccupi, sir.
Dovremmo avere in dispensa scorte sufficienti di calma”
“Spero ce ne sia tanta, Lloyd”
“E tutta a lunga conservazione, sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Pronto?”
“Lloyd, sono io. Ho bisogno di aiuto. Penso di essermi perso”
“Può darmi maggiori indicazioni su dove si trova, sir?”
“Non lo so. Sono in mezzo a responsabilità altissime
che mi fanno sentire minuscolo e inadeguato”
“Credo che sia finito in un complesso di inferiorità, sir.“
“Un complesso di inferiorità?”
“Sì, sir. È un complesso residenziale dove vivono le vecchie paure.
Ed è proprio sulla strada che conduce alle soddisfazioni fuori dal comune”
“Però adesso come ne vengo fuori, Lloyd?”
“Basta che riprenda la via della sconsideratezza”
“Come la riconosco?”
“È quella che l’ha condotta lì, sir.
E che saprà portarla molto lontano”
“Grazie, Lloyd”
“Buon viaggio, sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Sir, la sua delusione on the rocks”
“Grazie Lloyd, l'hai fatta con la ricetta originale?”
“Certo sir: due parti di rabbia, una di vergogna.”
“Agitato?”
“Moltissimo sir.”
“È molto amara Lloyd ma come digestivo è ottimo”
“Oh no, sir. La delusione va servita come aperitivo…”
“Aperitivo di cosa?”
“Delle soddisfazioni che devono ancora arrivare”
“Grazie Lloyd”
“Dovere sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, un giudizio strisciante mi ha appena punto sul vivo”
“Le fa male, sir?”
“Più che d’altro ho avuto una brutta reazione, Lloyd”
“Credo che sia la sua allergia alle critiche, sir”
“C’è qualcosa che possiamo metterci, Lloyd?”
“Che ne dice di un impacco di malva, ironia e autocritica, sir?”
“L’autocritica brucia, Lloyd”
“Vero, sir. Ma eviterà che le si gonfi l’ego, sir”
“Procedi, Lloyd”
“Resista, sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, senti che pace…”
“Oggi il mare della sua memoria è particolarmente placido, sir”
“Ma come ci siamo finiti?”
“Spesso la mente si imbarca nei ricordi senza preavviso, sir”
“E quelle nuvole?”
“Niente di cui preoccuparsi, sir. È solo un po’ di nostalgia”
“E se si intensifica, Lloyd?”
“Potrebbe cadere qualche goccia, sir”
“Dalle nuvole, Lloyd?”
“Dagli occhi, sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Lloyd, mi aiuti a mettermi al centro dell’attenzione?”
“Temo che tale punto sia in costante movimento, sir”
“Eppure ci sono alcuni che sanno sempre dov’è, Lloyd”
“Intende coloro che possono vantare una cerchia di adulatori fissi, sir?”
“Esatto, Lloyd! Noi non ce li abbiamo?”
“Ho l'impressione che possa contare solo una serie di amicizie sparse, sir”
“Quelle però non fanno circolo, Lloyd”
“Ma le fanno quadrare la vita, sir”
“Geometricamente ineccepibile, Lloyd”
“Grazie mille, sir”
Simone Tempia, "una vita con Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Sir…”
“Shhh Lloyd. Sto ascoltando il pessimismo…”
“Mi scusi, sir. La lascio solo…”
“Rimani, rimani, Lloyd. Senti che bellezza. Il brano si chiama La Disillusa ed è un’aria sconfortata basata tutta su accordi saltati e note dolenti”
“Un’ottima esecuzione, sir”
“Nel senso della musica, Lloyd?”
“Intendevo più in quello della pena capitale, sir”
“Magari cambiamo colonna sonora per iniziare la settimana, eh Lloyd?”
“Scelta eccellente, sir”

  21 marzo 2016






“Io non ce la faccio più ad andare avanti, Lloyd”
“Stia tranquillo, sir. Credo sia solo un piccolo blocco emotivo”
“E come posso superarlo, Lloyd?”
“Basta trasformarlo in un blocco di partenza, sir”
“Dici che ce la posso fare anche se sono a terra?”
“Certo, sir. In fondo anche i centometristi partono da inginocchiati”
“Grazie mille, Lloyd”
“Buona giornata, sir”
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


“Sir, mi scusi…”
“Non vedi che sono in compagnia della mia tristezza, Lloyd?”
“Chiedo perdono per l’interruzione, sir. 
Volevo solo sapere se desidera che faccia servire qualcosa di caldo da bere”
“Hai qualche idea Lloyd?”
“Avrei fatto preparare un’infusione di fiducia nel futuro, sir”
“Ce n'è anche per l'ospite?”
“Mi sono permesso di farne fare in quantità abbondante. 
Giusto per poterla sorseggiare anche dopo che la tristezza se ne sarà andata”
“Molto previdente, Lloyd”
“Grazie mille, sir” 
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.





«Con il suo permesso andrei a spolverare i vecchi errori, sir».
«Lloyd ma che spolverare!. Gli errori vanno dimenticati, abbandonati...».
«In realtà credo che sia molto importante mantenere un'adeguata lucidità sui propri
sbagli, sir».
«E perché mai, Lloyd?».
«Perché riflettendo su errori lucidi, si vedono soluzioni brillanti, sir».
«Spolvera a fondo, Lloyd».
«Con estremo piacere, sir».
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)



"Notte difficile, Sir?."
"L'ennesima piena di incubi, Lloyd".
"Credo sia una questione alimentare, Sir".
"Colpa di ciò che mangio alla sera, Lloyd?".
"Colpa di ciò che manda giù di giorno, Sir".
"Forse dovrei stare più leggero".
"O evitare di stare con chi è pesante, Sir".
(Liberamente tratto da “una vita con  Lloyd”)


«Sir, la vedo turbato». 
«Hai presente Lloyd quelle persone che qualunque cosa fai, loro la saprebbero fare meglio?». 
«Persone a cui dovremmo tutti essere molto grati, sir». 
«E perché mai, Lloyd?». 
«Perché, per non metterci in imbarazzo, solitamente non fanno mai niente, sir». 
«Molto arguto, Lloyd». «Grazie mille, sir».
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd", 
Il mio maggiordomo immaginario.


«Che te ne pare. Lloyd?». 
«Una vetrinetta per i trofei,
sir?».
«Ma no, Lloyd! È per mettere in mostra tutto ciò che ho fatto per gli altri».
«Sir mi permetterà una domanda...: 
«Chiedi pure, Lloyd». 
«Se son cose fatte per altri, perché le ha ancora con sé?». 
«Forse in vetrina possiamo metterci le teiere, Lloyd...». 
«Eccellente e saggia scelta, sir».
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd", 
Il mio maggiordomo immaginario.

"Lloyd?"
"Si, sir?"
"Sono inciampato in un ricordo e ho versato della nostalgia ovunque"
"Può capitare, sir"
"Puliamo subito, mi raccomando. Non vorrei che attirasse qualche rimorso"
"I rimorsi si nutrono di amarezza, sir. 
Questa mi pare al contrario una dolce nostalgia"
"E quindi?"
"Evaporerà senza lasciare traccia nel corso della giornata. Al massimo spanderà per la casa un leggero profumo di sconsideratezza giovanile"
"Grazie Lloyd, buona giornata"
"A lei, sir"
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd", 
Il mio maggiordomo immaginario.


"Lloyd, non vedo più la certezza secolare che avevamo in giardino"
"Credo sia crollata, sir"
"Come è potuto accadere?"
"Penso sia stata una ventata di novità, sir. 
A volte sono così forti da abbattere anche le certezze più solide".
"Chiama subito il giardiniere e compriamone un'altra, Lloyd"
"Sir, le certezze non si comprano, ma si coltivano a partire da un seme di fiducia"
"Così ci vorrà un sacco di tempo er averne un'altra uguale, Lloyd"
"Ma vuole mettere la soddisfazione di vederla crescere, sir?"
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd", 
Il mio maggiordomo immaginario.



“Lloyd, perché secondo te le foglie diventano gialle d'autunno?”
“Credo che sia per non far provare agli alberi la nostalgia del sole d’estate, sir”
“Ma poi cadono…”
“Non sono loro che cadono, ma gli alberi che le lasciano andare, sir”
“Perchè, Lloyd?”
“Perché gli alberi sono saggi, sir. E sanno che il sole tornerà”
“E con lui anche foglie nuove. Vero, Lloyd?”
“Esattamente, sir.” 
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd", 
Il mio maggiordomo immaginario.




“Lloyd sto cercando di ricucire un rapporto ma non ci riesco”
“Se mi permette, sir, credo che ci sia un problema di materiale”
“Cioè, Lloyd?”
“Sta usando un filo logico, sir. 
E il filo logico tiene insieme i concetti, non le persone”
“E cosa posso usare allora?”
“Credo che l’ideale sia un filo di umiltà e tanta pazienza, sir”
“Qualche altro suggerimento, Lloyd?”
“Le consiglio di non ricamarci troppo sopra, sir”
“Grazie, Lloyd”
“Prego, sir” 
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd", 
Il mio maggiordomo immaginario.

“Cos’è questo strombazzare, Lloyd?”
“Credo che abbia appena superato un brutto periodo, sir”
“Non sembra averla presa bene…”
“Certi periodi fanno davvero di tutto per non farsi passare facilmente, sir”
“Però adesso che l’abbiamo lasciato dietro può colpirci alle spalle, Lloyd”
“Solo se rimarrà immobile e non cambierà strada, sir”
“Dici che non ci ritroverà, Lloyd?”
“Certo, sir. Non c'è periodo pesante che possa raggiungere un’anima spericolata”
“A tutto gas, Lloyd”
“Con piacere, sir. Con piacere…” 
Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


"Lloyd, ho paura di aver perso la fiducia in me stesso"
"Credo stia solo guardando nel posto sbagliato, sir"
"In che senso, Lloyd?"
"E' difficile trovare la fiducia in se stessi
cercandola nelle parole di qualcun altro, sir"
"Questione di luoghi. Lloyd?"
"Più di persone, sir"




Caro Lloyd,
quando leggerai questo messaggio io probabilmente sarò già in viaggio. Mi dispiace non aver condiviso con te questa mia improvvisa partenza, così come mi dispiace aver coperto di segreto il recente carteggio che ho intrattenuto con il Destino. Il fatto è che quel vecchio nobile borbottone aveva deciso di farmi una visita a sorpresa. E tu sai benissimo il significato di una simile decisione: ha qualcosa da dirmi, o qualcosa da rimproverarmi, o entrambe le cose. E sai altrettanto bene quel che penso di lui. Il Destino, Lloyd, è come uno di quegli anziani parenti che pensano di poter barattare il diritto di giudicare la tua vita con un vassoietto di sfogliatine preconfezionate. Con l’aggravante che il Destino, quando va bene, ti porta dei cambiamenti non richiesti, quando va male ti obbliga a prenderti delle nuove responsabilità.

Simone Tempia, "una vita con  Lloyd",
Il mio maggiordomo immaginario.


E' un testo molto coinvolgente, acuto... l'ironia squisitamente "british" diventa un bisturi terapeutico, che non fa mai male, ma accarezza gli ingranaggi fragili dell'anima....




giovedì 16 agosto 2018

Ventura, Teoria della classe disagiata. In provincia non ci sono da fare scelte né paragoni: l'abitudine a vedere sempre le stesse facce dona a queste una bellezza convenzionale. Una donna che viene reputata graziosa in provincia, a Parigi passa inosservata perché la sua bellezza consiste tutta nell'applicazione del proverbio: "Nel regno dei ciechi, un orbo è re".

In provincia non ci sono da fare scelte né paragoni: l'abitudine a vedere sempre le stesse facce dona a queste una bellezza convenzionale. Una donna che viene reputata graziosa in provincia, a Parigi passa inosservata perché la sua bellezza consiste tutta nell'applicazione del proverbio: 
 "Nel regno dei ciechi, un orbo è re". 
 Ventura, Teoria della classe disagiata

Lawrence d’Arabia. Lawrence d’Arabia, soprannome che si guadagnò guidando le tribù arabe nella rivolta contro l’impero Ottomano durante la prima guerra mondiale. Lawrence raccontò questa esperienza nel libro autobiografico “I sette pilastri della saggezza” da cui David Lean trasse nel 1962 lo splendido film “Lawrence d’Arabia”.

Tutti gli uomini sognano: ma non allo stesso modo. Coloro che sognano di notte, nei recessi polverosi delle loro menti, si svegliano di giorno per scoprire la vanità di quelle immagini: ma coloro i quali sognano di giorno sono uomini pericolosi, perché possono mettere in pratica i loro sogni a occhi aperti, per renderli possibili.
Thomas Edward Lawrence, Lawrence d’Arabia.


Tutti gli uomini sognano. Non però allo stesso modo. Quelli che sognano di notte, nei polverosi recessi della mente, si svegliano al mattino per scoprire che il sogno è vano. Ma quelli che sognano di giorno sono uomini pericolosi, giacché ad essi è dato vivere i sogni ad occhi aperti e far sì che essi si avverino.
Thomas Edward Lawrence, Lawrence d’Arabia.


Lawrence d’Arabia.
Il 16 agosto del 1888 nasceva uno dei personaggi più affascinanti e controversi del ventesimo secolo: Thomas Edward Lawrence, meglio noto come Lawrence d’Arabia, soprannome che si guadagnò guidando le tribù arabe nella rivolta contro l’impero Ottomano durante la prima guerra mondiale. Lawrence raccontò questa esperienza nel libro autobiografico “I sette pilastri della saggezza da cui David Lean trasse nel 1962 lo splendido film “Lawrence d’Arabia”.

Il libro è disponibile in italiano e ne consiglio caldamente la lettura perché, oltre a raccontare un evento storico importantissimo ed estremamente interessante, è scritto davvero bene; tra le sue molte abilità (soldato, stratega, diplomatico, fotografo, cartografo, archeologo, motociclista, meccanico) Lawrence aveva pure quella di essere un ottimo scrittore; anche se, per quanto riguarda “I sette pilastri della saggezza” (il titolo è una citazione biblica, dei Proverbi per l’esattezza) una parte del merito va riconosciuta al suo buon amico George Bernard Shaw, che lo aiutò nella fase redazionale e che così viene ricordato nella prefazione: «I miei ringraziamenti al signor Shaw per gli innumerevoli suggerimenti di grande valore e diversità; e per tutte le virgole» (molto british!).

Lawrence ebbe rapporti di amicizia anche con altri grandi scrittori di quell’epoca come Robert Graves (che fu uno dei suoi biografi), Winston Churchill (che scrisse, tra l’altro, parecchi libri di storia per cui ricevette il Nobel), E. M. Forster e Joseph Conrad.

Amava molto la letteratura: la sua traduzione dell’Odissea è una delle migliori esistenti in lingua inglese; ma il suo vero amore era la letteratura medievale, dovunque, anche sui campi di battaglia e in mezzo al deserto, portava con sé “La morte di Artù” di Thomas Malory.

È probabile che nel compiere la sua grande impresa araba sia stato mosso dal desiderio di emulare le gesta degli eroi dei suoi amati poemi e romanzi cavallereschi, mentre si lanciava contro i cannoni turchi in groppa al suo cammello si sarà sentito come un cavaliere crociato; e gli arabi erano come i cavalieri medievali una società guerriera dominata dai cavalli, per questo li amava tanto!

La passione per il medioevo fu anche la ragione del suo primo contatto con il mondo arabo, quando era ancora un ragazzo che studiava a Oxford. Nell’estate del 1909, a 21 anni, se ne andò in Siria per compiere un tour a piedi di 1600 chilometri dei castelli dei crociati e si laureò poi con una tesi dal titolo The influence of the Crusades on European Military Architecture—to the end of the 12th century .

Ritornò poi in Siria come archeologo per conto del British Museum partecipando agli scavi della città ittita di Karkemis; e fu sempre in veste di archeologo che, dopo lo scoppio della guerra, fece dei sopralluoghi militari nell’area per conto del governo britannico; la sua avventura araba cominciò così. Era pure una specie di Indiana Jones! O meglio: Indiana Jones è una specie di Lawrence d’Arabia, visto quello che Steven Spielberg ha detto del film di Lean: "Un miracolo di film. Prima di cominciare delle riprese, riguardo sempre Lawrence d’Arabia".

Negli ultimi tempi la Siria è al centro dell’attenzione del mondo intero per ragioni tristemente note. Ma non solo la Siria, tutto il Medio Oriente è una zona bollente e non solo a causa del sole del deserto. Questa terra infelice non conosce pace, martoriata da invasioni straniere o da conflitti interni spesso foraggiati dalle potenze straniere, e i semi di tutti i problemi e di tutti i conflitti furono gettati proprio allora, durante la Prima Guerra Mondiale, che è stata, come qualcuno ha detto giustamente, la madre di tutte le tragedie del Novecento, e anche del 2000 a quanto pare.

Con quella guerra gli arabi riuscirono a liberarsi dell’ultrasecolare giogo ottomano, ma per essere subito caricati del non meno pesante giogo occidentale. L’impero britannico si servì subdolamente di loro per combattere i turchi promettendo che avrebbero avuto la libertà e l’indipendenza; inutile dire che, terminata la guerra, si rimangiò ogni promessa. Permettendo l’insediamento dei primi coloni ebrei in Palestina gli inglesi posero anche le basi della futura e apparentemente irrisolvibile questione arabo-israeliana. L’odio degli arabi nei confronti dell’Occidente, che ha dato origine al tragico fenomeno del terrorismo, ha radici storiche di cui bisogna seriamente tenere conto.

Il grande, l’eroico, il leggendario Lawrence d’Arabia fu dunque un subdolo agente dell’imperialismo europeo? 
Sì, ma senza volerlo.

Lawrence era un idealista, che amava sinceramente le genti arabe e avrebbe voluto che la sua lotta servisse a unirle in uno stato libero e indipendente; ma purtroppo l’idealismo e il coraggio nulla possono contro gli interessi di chi ha il potere, una tragedia che lui, vedendo ancora una volta più chiaramente di chiunque altro, così riassume nel suo libro:
«Eravamo affezionati gli uni agli altri, per l’ampio respiro degli spazi aperti, per il gusto del vento impetuoso, la luce del sole, le speranze per le quali lavoravamo. La freschezza mattutina del mondo futuro ci intossicava. Eravamo esaltati da idee inesprimibili ed inconsistenti, ma meritevoli d’essere difese con le armi. Vivemmo molte vite in quelle azioni vorticose, non risparmiando mai le nostre forze: ma quando fummo vittoriosi, all’alba del mondo nuovo, gli uomini vecchi tornarono fuori e ci tolsero la vittoria, per ricrearla nella forma del mondo vecchio che essi conoscevano.

La gioventù sa vincere, ma non sa conservare la vittoria, ed è pietosamente debole dinanzi all’età matura. Balbettammo che avevamo combattuto per un nuovo cielo ed una nuova terra, ed essi ci ringraziarono cortesemente e conclusero la loro pace».

«Tutti gli uomini sognano, ma non allo stesso modo. 
Coloro che sognano di notte nei ripostigli polverosi della loro mente, scoprono al risveglio la vanità di quelle immagini, ma quelli che sognano di giorno sono uomini pericolosi perché può darsi che recitino il loro sogno ad occhi aperti per attuarlo.
Fu ciò che io feci. Intendevo creare una Nazione nuova, ristabilire un'influenza decaduta, dare a venti milioni di Semiti la base sulla quale costruire un ispirato palazzo di sogni per il loro pensiero nazionale. 
Uno scopo così alto fece appello alla loro innata nobiltà di sentimenti e li indusse ad assumersi una generosa parte nelle vicende. Ma quando vincemmo, fui accusato di aver messo in pericolo i profitti inglesi sui petroli della Mesopotamia, e d’aver rovinato la politica coloniale francese nel Levante».

Il libro merita di essere letto anche per la profonda conoscenza che Lawrence aveva della mentalità dei popoli del deserto:
Gli Arabi «rivelavano una generale chiarezza (o asprezza) di fede, quasi matematica nei suoi limiti e repulsiva per la sua intolleranza. 
La concezione semitica del mondo ignorava i mezzi toni. 
Popolo di colori primari, o meglio di bianchi e neri, vedevano il mondo disegnato a contorni precisi. Dogmatici per natura, disprezzavano il dubbio, la nostra moderna corona di spine. Non capivano le nostre angosce metafisiche, l’ansia d’introspezione. Conoscevano soltanto verità e menzogna, fede ed empietà, senza il nostro ambiguo corteo di sfumature. Il loro pensiero non si trovava a proprio agio che negli estremi. Non scendevano mai a compromessi.
Essendo il popolo meno malleabile di tutti avevano accettato il dono della vita senza porre domande, come un assioma. La consideravano inevitabile, imposta all’uomo, in usufrutto, al di là di ogni controllo umano. 
Con un’idea gli Arabi potevano essere trascinati come per una fune, poiché la loro acquiescenza senza riserve li rendeva servi umili e obbedienti. Nessuno di loro si sarebbe sottratto all’impegno assunto, sino a vittoria conseguita».

Sembra che stia descrivendo i militanti dell’Isis! 
E invece ha scritto queste parole nel 1922.

Lawrence aveva cercato in tutti i modi di integrarsi perfettamente tra i beduini, anzi di mimetizzarsi:
«Nel mio caso, lo sforzo di anni per vivere come gli Arabi ed imitare la loro mentalità, mi spogliò della mia personalità inglese, e mi mostrò l’Occidente e le sue convinzioni sotto un aspetto nuovo – che lo distrusse completamente ai miei occhi. Ma allo stesso tempo non seppi arabizzarmi completamente. Mi ero spogliato di una forma senza assumerne un’altra».

Amava gli arabi e forse verso alcuni di loro quello che provava non era solo un amore platonico. La sua sessualità è sempre stata uno degli aspetti più discussi e controversi della sua personalità. 
Ufficialmente non ebbe mai relazioni con nessuna donna, o nessun uomo, tanto da far pensare che fosse asessuato, ma, d’altronde, visse in un’epoca in cui certi sentimenti non potevano essere dichiarati ufficialmente. Di certo c’è che nel suo libro racconta di essere stato bastonato e sottoposto ad “altre torture” dai soldati turchi che l’avevano catturato e di aver provato piacere da questa esperienza!

E poi c’è Selim Ahmed, detto Dahoum, il ragazzino siriano che gli fece da assistente durante l’attività di archeologo. Lawrence pose all’iniziò di “I sette pilastri della saggezza” una poesia d’amore apparentemente dedicata a tutto il popolo arabo, ma le iniziali del destinatario sono S.A.

Anche un eroe come Lawrence celava, dunque, qualche ombra sotto il sole del deserto? Di prove non ce ne sono, ma in ogni caso, nel giudicarlo dobbiamo tenere a mente che era un amante della cultura greca, nella quale la pederastia era considerata un valore positivo. 
Può darsi che anche in questo abbia voluto seguire l’esempio degli eroi classici.

Ecco con quale ammirazione descrive le truppe di etnia Ageyl:
«Giovani dai sedici ai venticinque anni, avevano corpi armoniosi e grandi occhi, erano di umore allegro, non incolti, tolleranti, intelligenti, buoni compagni di marcia. Difficile trovarne uno di corporatura tozza. Anche in atto di riposo (quando quasi tutti i volti orientali perdono espressione) restavano ragazzi dallo sguardo vivace. 
Parlavano un arabo dolce e duttile e avevano maniere elaborate, qualche volta fatue. Si mostravano soprattutto remissivi e sottomessi».

La vita di Lawrence fu romanzesca dall’inizio alla fine. 
Dopo aver preso parte alla Conferenza per la pace del 1919, si dimise dalla carica di consigliere politico degli Affari Arabi. Rifiutò anche la prestigiosa Victoria Cross per le sue brillanti azioni militari, proprio mentre Sua Maestà Giorgio V stava per consegnargliela, lasciando lo sbigottito sovrano del Regno Unito letteralmente 
"con la scatola in mano".

Il 17 maggio 1919, ebbe un incidente aereo durante un tentativo di atterraggio sulla pista di Roma Centocelle. L’aereo era un bombardiere della RAF. I piloti morirono ma lui si salvò miracolosamente, anche se si ruppe una spalla e si incrinò una scapola. 
Aveva solo 31 anni e ne aveva già fatte di tutti i colori.

Tentò per due volte di entrare nell’aviazione inglese sotto falso nome, ma venne espulso.

Alla fine si ritirò a vita privata a Clouds Hill, nella contea del Dorset. 
Il 19 maggio 1935 venne annunciata la morte di un certo T. E. Shaw: questo era il nome che aveva adottato negli ultimi anni della sua vita. Aveva 47 anni e morì in un incidente motociclistico in circostanze strane e mai del tutto chiarite. Guidava la sua moto Brough Superior SS100, regalo degli amici Charlotte e George Bernard Shaw.

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