Srila Prabhuppada:
Non esattamente. Le differenti specie esistono già. "Il pesce", "la tigre", "l'uomo" - tutte queste esistono già, proprio come ci sono diversi tipi di appartamenti qui a Los Angeles. Tu poi occuparne uno secondo la tua abilità di pagare l'affitto, ma tutte diverse categorie di appartamenti esistono simultaneamente. Similmente, all'essere vivente è data la possibilità di occupare una di queste forme corporee secondo il suo karma. Ma c'è anche l'evoluzione, l'evoluzione spirituale. Dal pesce l'anima si evolve alla vita in una pianta. Dalla vita in una pianta l'essere vivente entra nel corpo di un insetto. Dopo il corpo d'insetto, il prossimo stadio è quello di uccello, poi gli animali, e infine l'anima spirituale può evolversi alla forma di vita umana. E dalla forma umana, se un essere si qualifica, può evolversi ulteriormente, altrimenti deve tornare nel ciclo evolutivo. Perciò questa forma di vita umana è una congiunzione importante nello sviluppo evolutivo dell'essere vivente.
"Dicono i Veda che un Dio-Atomo dorme in ogni pietra poi si sveglia in ogni pianta... si muove in ogni animale... pensa in ogni uomo... ed ama in ogni angelo. Da questo deduciamo che dobbiamo trattare ogni pietra come una pianta, ogni pianta come un animale... ogni animale come un essere umano... e ogni essere umano come un angelo."
La comprensione è migliore della pratica meccanica.
Migliore della comprensione è la meditazione.
Ma meglio di tutto è lasciar andare l'ansia per il risultato,
perché a questo fa immediatamente seguito la pace
Bhagavad Gita 12:12
24.
L’anima non può essere trafitta, non può essere bruciata, né bagnata, né disseccata. Essa è perenne, onnipresente, immobile e costante: è eternamente la stessa.
25. L’anima è immanifesta, inconcepibile e immutabile: conoscendo ciò non devi più affliggerti.
(dalla Bhagavad Gita)
Bhagavad Gita - Cap.14 v. 25.
"Uguale nell'onore e nel disonore; trattando allo stesso modo l'amico e il nemico; abbandonata ogni illusione di essere la persona che agisce - questi è colui che ha trasceso le tre qualità!" - Cap.18 v. 16. "Stando così le cose, l'uomo di mente perversa che a causa dell'intelletto non purificato considera se stesso come l'autore assoluto delle azioni, non vede (la Verità).
Bhagavad Gita - 17. "Chi è andato oltre l'ossessione dell'egoismo ed ha un'intelligenza non offuscata (dall'idea di bene è male), anche se uccide queste persone (pronte per la battaglia di Kurukshetra), non uccide; né rimane legato (dall'atto di uccidere).
Bhagavad Gita - 47. "È meglio adempiere il proprio dharma anche se senza merito (e in maniera imperfetta), che fare bene il dharma di un altro. Chi compie il dovere prescritto dalla propria natura innata non commette peccato.
La Creazione dev'essere vista come un palcoscenico cosmico, in cui Dio è regista e scenografo della commedia che viene rappresentata. È Lui ad assegnare tutti i ruoli agli attori che vi recitano. Tutte le creature del mondo sono manifestazioni del Divino. Il bene ed il male nel mondo sono espressioni della Coscienza Divina. L'uomo non deve farsi ingannare dalla varietà di queste espressioni. Dietro tutte le varie azioni degli attori, il Divino regista è al lavoro.
Il mondo intero è un teatro. Ogni individuo è un attore e Dio è il regista. Solo il regista può dirigere la recita e gli attori. Qualunque cosa venga fatta è solo una manifestazione del Divino.
Sai Baba
"Ogni apparenza è illusoria ed il testimone di questo è il Sé. Ciò che è visto è falso poiché dovuto alla magia dell’occhio. Come ci si guarda allo specchio e si vedono due figure, il reale ed il suo riflesso, in realtà ve ne è una sola. L’osservatore esiste in quanto considerate gli oggetti percepiti come esistenti. L’ego e l’osservatore sono concetti. Se dici che questa città è Bombay essa apparirà come Bombay, ma se dite che è una distesa di terra, essa apparirà come terra. Se chiamate questa cosa “sedia” è una sedia, ma se dite che è legno, sarà legno. Se dite tutto è coscienza allora tutto è divino, ma se lo chiamate mondo diventerà mondo. Tutti gli oggetti dipendono dai concetti dell’osservatore mentre il Sé è al di là di qualunque concetto. Nessun concetto può descriverlo. Qualcuno nomina una donna “figlia”, un altro “madre” o “moglie”. In realtà è un’insieme di ossa, carne, sangue, ma ognuno di voi le dà una consistenza. Tutto dipende dal concetto che ne avete fatto. Quando il mondo esterno, tangibile, si rivela il prodotto di una percezione illusoria, l’ego scompare. Questa è la pratica da ricordare. Per l’essere realizzato tutto è il Sé: il cibo, la panca, la moglie, l’acqua, ecc. Vivete come volete, ma rinunciate interiormente. Quando affermate che il tale è morto significa che solo il nome è scomparso. Ciò che nasce deve morire: se vi togliete dalla mente di essere un “io” particolare, uscite dall’illusione.
Chi afferma “io sono il Sé” è ancora nel falso. Infatti significa che egli si crede diverso dal Sé. Il vero criterio è quando il Sé non ha il senso di essere. Se voi dite “ho sperimentato” significa che l’ego è ancora presente. Come parlare del Sé? Non ha forma, è lo stato naturale che si mantiene al di là dei 4 corpi che sono: il corpo fisico, il sottile, il causale(ignoranza totale) il sopra-causale(la conoscenza “io-sono”). La Realtà è anteriore al Dio creatore o conoscenza, è il Parabrahman, che tutto trascende, immutabile ed inconoscibile, al di là del vuoto e dell’ignoranza. È il quarto stato o non-stato(turyatita).
Colui che trascende per sempre il mondo sta in pace con sé e con gli altri. Anche quando vi è un movimento nella coscienza egli ritorna nella coscienza corporea, pur sapendo che egli è il Sé e che tutto è il Sé, sempre ben ancorato in questa comprensione. La vera natura è al di là dell’alienazione e della liberazione, entrambe illusorie, ma se si resta a livello della coscienza corporea non vi è alcuna libertà possibile. “Sono libero per un momento e il momento dopo sono alienato”oppure “Quando sarò libero…”:ecco lo stato di chi non vive il Sé. Anche chi pretende di essere libero è immerso in un’illusione peggiore: è un coccodrillo! È ancora nella dualità della ricerca e s’infossa ancor più nell’oceano del mondo. Per il saggio l’idea d’essere libero o alienato è una barzelletta! Quando l’illusione svanisce e i nomi e le forme scompaiono, le parole tacciono.
Non vi è il mondo da una parte e il Sé dall’altra. L’illusione appare su e a partire dal Sé, ma non appena si avvicina al Sé scompare definitivamente. L’illusione appare sul Sé come un riflesso sullo specchio, ma non è in esso. Se disponete cento secchi pieni d’acqua sul terrazzo al sole vi saranno cento riflessi, ma significa forse che vi sono cento soli? Trascendendo tutti gli stati, i cinque elementi e la vacuità,(ancora concetti) sparisce anche l’ “io sono” e rimane la realtà senza alcun concetto, la nostra vera natura."
Siddharameshwar Maharaj
"Alla fine tutti i concetti possono e devono essere visti come falsi, ma la difficoltà, e la cosa essenziale, è convincersi della falsità del concetto basilare, originario: l' "io sono".
Tutte le qualità che hai citato, e tutte le possibili qualità che riesci ad immaginare, sono nella coscienza, o conoscenza. Lo jnani è al di là di tutte le qualità e concetti (in coscienza universale)."
Nisargadatta Maharaj - L'esperienza del nulla
"...colui che conosce l’Essere è l’Eterno Assoluto”. “Qualunque sia lo sforzo che fai per acquisire dei beni materiali, già sai che essi sono destinati ad andarsene, così come i tuoi concetti e le tue identità. Lo scopo della vera spiritualità è di liberarti completamente dai concetti e dai condizionamenti”. “Ormai dovresti averne avuto abbastanza di essere la persona che credi di essere; ora senti il bisogno assillante di liberarti di questa inutile identificazione con un fascio di ricordi e abitudini." “Scoprite ciò che non siete. Corpo, sentimenti, pensieri, idee, idee, tempo, spazio, essere o non essere, questo o quello. Non siete niente di concreto o astratto che potete indicare."
"In realtà non ci sono persone, ma fasci di memorie e abitudini...";
"Il Supremo è un unico blocco compatto di realtà";
"La condizione indisturbata dell'essere è la beatitudine. La condizione disturbata è ciò che appare come mondo. Nella non-dualità c'è la beatitudine; nella dualità, l'esperienza...";
"La realtà è oltre la descrizione. La conosci solo se sei essa";
"...Il mio silenzio canta, la mia pienezza è colma, non mi manca niente. Non puoi conoscere la mia terra finché non ci sei dentro".
N. Maharaj
“Almeno due volte al giorno ognuno di noi ha una esperienza metafisica: al momento del risveglio e quando si assopisce. L’esperienza metafisica è il momento di comunione col tutto, quando l’individuo dimentica la propria biografia, le illusioni della storia, della propria stessa identità, della propria decadenza e partecipa del respiro universale”
Elémire Zolla
"L’ego è solo una descrizione. Nient’altro. Parole, solo parole. Non ha una realtà specifica, la cui quasi-realtà deriva dalla nostra insistenza a comportarci come se fosse tale.
Esistono una quantità enorme di azioni considerate impossibili in quanto non incluse nella descrizione. Il non-fare ci permette di scoprirle.Smettiamo di resistere al cambiamento
Dobbiamo cancellarci fino a diventare sconosciuti anche per noi stessi . E’ il campo delle libertà !
Non ricordiamo fatti, ma interpretazioni: ci raccontiamo la storia mitica che l’ego ha sviluppato per giustificare sé stesso, nel suo tentativo di sviluppare sostanza."
Don Juan Castaneda
"...è vero che la contropartita è meravigliosa, però saprebbe chiunque accettare l’annullamento della propria personalità?"
Gustavo Rol