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domenica 8 ottobre 2017

Emil Cioran, Al culmine della disperazione. “Il fenomeno capitale, il disastro per eccellenza è la veglia ininterrotta, questo nulla senza tregua. Per ore e ore passeggiavo di notte nelle strade deserte, o talvolta in quelle dove bazzicavano prostitute solitarie, compagne ideali nei momenti di supremo smarrimento. L'insonnia è una vertiginosa lucidità che riuscirebbe a trasformare il Paradiso stesso in un luogo di tortura. Qualsiasi cosa è preferibile a questo allerta permanente, a questa criminale assenza di oblio. È durante quelle notti infernali che ho capito la futilità della filosofia. Le ore di veglia sono, in sostanza, un'interminabile ripulsa del pensiero attraverso il pensiero, è la coscienza esasperata da se stessa, una dichiarazione di guerra, un infernale ultimatum della mente a se medesima. Camminare vi impedisce di lambiccarvi con interrogativi senza risposta, mentre a letto si rimugina l'insolubile fino alla vertigine.




Perdere il sonno e cambiare lingua. 
Due prove, l’una indipendente da sé stessi, l’altra deliberata. 
Da soli, faccia a faccia con le notti e con le parole.
E. Cioran, Confessioni e anatemi



Emil Cioran (Răşinari, 8 aprile 1911 – Parigi, 20 giugno 1995)

[...] “Lacrime e Santi”,  “Storia e Utopia”,  “Esercizi di ammirazione”, “Il funesto Demiurgo”, i “Sillogismi dell’amarezza”, “Confessioni e Anatemi”, “L’inconveniente di esser nati”, andrebbero citati tutti insieme in quel nietzschiano movimento di rivolgimento e transvalutazione dei valori morali che racchiudono. Le tematiche classiche della fisiologia, dell’autoanalisi, della filosofia e della storia in forma letteraria esplicitate in un unico motto: «Soffrire è produrre conoscenza».


[...] «un libro che lascia il lettore uguale a com’era prima di leggerlo è un libro fallito».
Emil Cioran

[...] È il 1981 invece, Cioran ha ormai settant’anni e si innamora di una giovane ragazza tedesca: l’inizio di un amore platonico e epistolare. Il dono degli ultimi frammenti del suo pensiero è dedicato proprio a questo, al suo ideale innamoramento. Gli incontri a Parigi e a Colonia, i musei e le lettere. La successiva amicizia che arriva a coinvolgere la moglie di lui e il fidanzato di lei fino a trascorrere insieme le vacanze.

Poi un libro, uscito nel 2001 e dedicato a questa profonda attrazione mentale e sessuale mai compiuta, colmo di racconti e di esperienze accumulate nei bassifondi demarcati dai desideri più puri e mai neanche sfiorati. L’ultimo dono di un’aura mistica che si rompe improvvisamente, lasciando un fragile frammento. Una divinità letteraria che scende l’ultimo scalino della vita mostrandosi per una volta profondamente umana.  Infine il meritatissimo sonno e una conclusione dissacrante laddove «nei momenti critici una sigaretta porta più sollievo che i vangeli».
http://www.rubric.it/meltingpot/emil-cioran-quando-linsonnia-e-vita/



Perchè non possiamo restare chiusi in noi stessi?
Perchè perseguiamo l'espressione e la forma, cercando di svuotarci di ogni contenuto e di disciplinare un processo caotico e ribelle? Non sarebbe più fecondo abbandonarci alla nostra fluidità interiore, senza preoccuparci dell'oggettivazione, limitandoci a godere di tutti i nostri ribollimenti, di tutte le nostre agitazioni intime? Ecco che allora vivremmo con un'intensità infinitamente ricca questo accrescimento interiore che le esperienze spirituali dilatano fino alla pienezza.
Emil Cioran, Al culmine della disperazione



“Il fenomeno capitale, il disastro per eccellenza è la veglia ininterrotta, questo nulla senza tregua. Per ore e ore passeggiavo di notte nelle strade deserte, o talvolta in quelle dove bazzicavano prostitute solitarie, compagne ideali nei momenti di supremo smarrimento. L'insonnia è una vertiginosa lucidità che riuscirebbe a trasformare il Paradiso stesso in un luogo di tortura. Qualsiasi cosa è preferibile a questo allerta permanente, a questa criminale assenza di oblio. È durante quelle notti infernali che ho capito la futilità della filosofia. Le ore di veglia sono, in sostanza, un'interminabile ripulsa del pensiero attraverso il pensiero, è la coscienza esasperata da se stessa, una dichiarazione di guerra, un infernale ultimatum della mente a se medesima. Camminare vi impedisce di lambiccarvi con interrogativi senza risposta, mentre a letto si rimugina l'insolubile fino alla vertigine.
Emil Cioran, Al culmine della disperazione

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