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giovedì 12 gennaio 2012

Spencer. Nessuno può essere perfettamente libero finché non sono liberi tutti; nessuno può essere perfettamente morale finchè non sono tutti morali; nessuno può essere perfettamente felice finché non tutti sono felici.

Nessuno può essere perfettamente libero finché non sono liberi tutti; nessuno può essere perfettamente morale finchè non sono tutti morali; nessuno può essere perfettamente felice finché non tutti sono felici.
Herbert Spencer 


Herbert Spencer. Il mondo è un mistero che domanda un’interpretazione 
“Sia nella primitiva teoria degli spiriti, che suppone una personalità umana dietro ogni insolito fenomeno; sia nel Politeismo, in cui tali personalità sono parzialmente generalizzate; sia nel Monoteismo in cui esse sono generalizzate interamente; o sia nel Panteismo, in cui la personalità generalizzata diventa una cosa sola con i fenomeni: noi troviamo egualmente un’ipotesi che si suppone deva rendere comprensibile l’Universo. Di più, anche quel sistema che è considerato come la negazione di ogni religione – anche l’Ateismo positivo – rientra nella definizione; poiché esso pure, affermando l’auto-esistenza dello Spazio, della Materia, e del Moto, propone una teoria di cui ritiene sarebbero deducibili i fatti. Ora ogni teoria afferma tacitamente due cose: in primo luogo, che c’è qualche cosa da essere spiegato; in secondo luogo, che la spiegazione è questa o quella. Quindi, per quanto i diversi pensatori possano ampiamente discordare nelle soluzioni che danno allo stesso problema, pure implicitamente convengono che c’è un problema da risolvere. Ecco dunque un elemento comune a tutte le credenze. Religioni diametralmente opposte nei loro dogmi palesi sono perfettamente d’accordo nel riconoscere tacitamente che l’esistenza del mondo, con tutto ciò che esso contiene e tutto ciò che lo circonda, è un mistero che domanda un’interpretazione.”
Herbert Spencer  (1820 – 1903), “I primi principii”, a cura di Guglielmo Salvadori, Bocca, Torino 1921 (III ed. it. sulla VI ed. inglese, I ed. it. Dumolard, Milano 1888), Parte prima ‘L’inconoscibile’, Capitolo II ‘Idee ultime della religione’, § 14., pp. 30 – 31.


“Be it in the primitive Ghost-theory, which assumes a human personality behind each unusual phenomenon; be it in Polytheism, in which such personalities are partially generalized; be it in Monotheism, in which they are wholly generalized; or be it in Pantheism, in which the generalized personality becomes one with the phenomena; we equally find an hypothesis which is supposed to render the Universe comprehensible. Nay, even that which is regarded as the negation of all Religion even positive Atheisms – comes within the definition; for it, too, in asserting the self-existence of Space, Matter, and Motion, propounds a theory from; which it holds the facts to be deducible. Now every theory tacitly asserts two things: first, that there is something to be explained; second, that such and such is the explanation. Hence, however widely different speculators disagree in the solutions they give of the same problem, yet by implication they agree that there is a problem to be solved. Here then is an element which all creeds have in common. Religions diametrically opposed in their overt dogmas, are perfectly at one in the tacit conviction that the existence of the world with all it contains and all which surrounds it, is a mystery calling for interpretation.”

HERBERT SPENCER, “First Principles” (sixth and final revised by the author, I ed. Williams and Norgate, London 1862), introduction by T. W. Hill, Watts & Co., London 1946 (third impression), Part 1. ‘The unknowable’, II. ‘Ultimate religious ideas’, § 14., pp. 35 – 36.



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