mercoledì 11 gennaio 2012

Jane Austen. Perché aspettiamo per qualsiasi cosa? Perché non afferriamo immediatamente il piacere? Quante volte la felicità viene distrutta dalla preparazione, stupida preparazione.

Mi sono spesso trovata a fare errori del genere, a fraintendere completamente un carattere in qualcuno dei suoi aspetti, immaginando che delle persone fossero molto più allegre o serie o intelligenti o sciocche di quanto fossero realmente e non saprei dire come o perchè abbia avuto origine il malinteso. Talvolta ci si lascia guidare da ciò che dicono di se stesse e molto spesso da quello che gli altri dicono di loro, senza prendersi il tempo di riflettere e giudicare.
Jane Austen, Ragione e sentimento


Sono poche le persone a cui io voglio veramente bene e ancor meno sono quelle di cui io nutro una buona opinione. Più conosco il mondo e meno ne sono entusiasta: ogni giorno che passa mi conferma nel mio giudizio sull’instabilità dei caratteri e sullo scarso affidamento che va fatto su ciò che può apparire merito o ingegno.
Jane Austen


Quando a una donna viene il dubbio se accettare o meno un uomo, allora tanto vale che lo rifiuti. Se prova esitazione nel dirgli di sì, allora è meglio che gli dica direttamente di no.
Jane Austen



«Così si sentiva umiliata e afflitta e piena di rimorsi, pur non sapendo precisamente neanche lei per cosa. Cominciava a desiderare la stima di lui, ora che non ci poteva più sperare: avrebbe voluto avere sue notizie, ora che non c'era più probabilità di averne. Ebbe la certezza che con lui sarebbe stata felice, ora che non era più probabile che si incontrassero».
Jane Austen, “Orgoglio e pregiudizio”




Ho lottato invano. Non c'è rimedio.
Non sono in grado di reprimere i miei sentimenti.
Lasciate che vi dica con quanto ardore io vi ammiri e vi ami.
Jane Austen, da "Orgoglio e pregiudizio"


L’orgoglio è un difetto assai comune. Da tutto quello che ho letto, sono convinta che è assai frequente; che la natura umana vi è facilmente incline e che sono pochi quelli che tra noi non provano un certo compiacimento a proposito di qualche qualità - reale o immaginaria - che suppongono di possedere. Vanità e orgoglio sono ben diversi tra loro, anche se queste due parole vengono spesso usate nello stesso senso. Una persona può essere orgogliosa senza essere vanitosa. L'orgoglio si riferisce soprattutto a quello che pensiamo di noi stessi; la vanità a ciò che vorremmo che gli altri pensassero di noi.
Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio



«Devi imparare un po’ della mia filosofia: del passato bisogna ricordare solo quello che ci dà gioia».
Jane Austen, “Orgoglio e pregiudizio”.


Non avere paura di non avere tutte le risposte giuste.
Imparerai attraverso le esperienze e troverai la strada che conduce alla felicità.
Non fare affidamento sugli altri per scoprire cosa vuoi dalla vita.
Segui il tuo cuore e trova la gioia partendo da lui...
Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio


Perché aspettiamo per qualsiasi cosa? Perché non afferriamo immediatamente il piacere?
Quante volte la felicità viene distrutta dalla preparazione, stupida preparazione.
Jane Austen, “Emma”


Emma.
Pubblicato anonimamente nel 1815, il romanzo scritto da Jane Austen racconta la storia di Emma Woodhouse, una donna bella, ricca e intelligente, vanitosa ed egocentrica, non le interessa l'amore romantico e ritiene quindi di non doversi sposare, sebbene le consuetudini della società del tempo vedano nel matrimonio l'unica ragione di vita di una donna. Tuttavia Emma si diverte tantissimo nel cercare di combinare matrimoni tra amici e conoscenti, fino a che una serie di fraintendimenti, causati dalla cecità della protagonista di fronte ai suoi sentimenti e a quelli degli altri, porta il racconto a prendere una piega quasi da "commedia degli equivoci". Jane Austen, scrivendo il romanzo, diceva: "Sto lavorando a un'eroina che non piacerà a nessuno, se non a me", poiché Emma, così poco equilibrata, snob e viziata, è completamente diversa dagli altri personaggi femminili presenti nelle sue opere. Il personaggio sarà comunque in grado di generare empatia nel lettore ed alla fine, Emma verrà costretta a prendere coscienza della realtà, in quella che è una satira divertente e spietata non solo dei costumi della società ottocentesca, ma anche della vanità e dell'egoismo umani.


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