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domenica 8 luglio 2018

Bertrand Russell. Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano

C'è una Bibbia su quello scaffale laggiù. 
Ma la tengo vicina a Voltaire: veleno ed antidoto.
Bertrand Russel


In questo mondo, che sta diventando via via più interconnesso, dobbiamo imparare a tollerarci l’un l’altro, dobbiamo imparare ad accettare il fatto che qualcuno dirà cose che a noi non piacciono. Possiamo vivere solo in questo modo: se vogliamo vivere insieme e non morire insieme.

Bertrand Russell 


Gli epicurei.
… la morte per noi è niente 
perché ciò che si dissolve non ha più sensazioni, 
e ciò che è privo di sensazioni per noi è niente.
Epicuro, citato in Bertrand Russell, 
da Storia della filosofia occidentale - Gli epicurei



UNA DICHIARAZIONE DI "INFEDELTÀ"
Non sono cristiano: in primo luogo, perché non credo in Dio e nell'immortalità;
e in secondo luogo, perché Cristo, per me, non è stato altro che un uomo eccezionale.
Bertrand Arthur William Russell

Ogni Chiesa sviluppa un istintivo senso di autoconservazione

e mette in ombra quelle parti della dottrina del fondatore che non servono allo scopo.

Video Bertrand Russell:
https://www.facebook.com/utopiarazionale/videos/1137354039636780/


Io non sono nato felice. Da bambino il mio salmo preferito era: 
"Stanco della terra e carico dei miei peccati".
A cinque anni, mi dissi che, se dovevo vivere fino ai settanta, avevo sopportato soltanto, fino a quel momento, la quattordicesima parte di tutta la mia vita, e, intravedendo davanti a me il tedio che mi attendeva su di un cammino così lungo, lo giudicai insopportabile. Durante l'adolescenza, la vita mi era odiosa e pensavo continuamente al suicidio; ma questo mio proposito era tenuto a freno dal desiderio di approfondire la mia conoscenza della matematica.
Bertrand Russell



L'educazione dovrebbe mirare alla libertà della mente dei giovani, e non al suo imprigionamento in una rigida armatura di dogmi destinati a proteggerla, nella vita, contro i pericoli dell'evidenza imparziale. Il mondo necessita di menti e di cuori aperti, non di rigidi sistemi, vecchi o nuovi che siano.
Bertrand Russell, dalla prefazione di “Perché non sono cristiano”



Se un filosofo è un uomo cieco, in una stanza buia, che cerca un gatto nero che non c'è, un teologo è l'uomo che riesce a trovare quel gatto.
Bertrand Russell, "Perché non sono cristiano"


Lo scienziato cerca un gatto,
un gatto nascosto
in una stanza buia.
Non lo trova ma…
ma ne deduce che è nero.
Il Filosofo cerca un gatto,
un gatto che non c’è
in una stanza buia.
Non lo trova ma…
ma continua a cercare.
Il Teologo, oh il Teologo
cerca lo stesso gatto.
Non lo trova ma…
ma dice di averlo trovato.
Ennio Flaiano






Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. Siate sempre in disaccordo perché il dissenso è un’arma. Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza perché anche il sapere è un’arma. Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata.
Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.
Bertrand Russel


In ogni schema ordinato tendente a comporre il modello della vita umana è necessario introdurre una certa dose di anarchia.
Bertrand Russell


Gli uomini temono il pensiero più di qualsiasi cosa al mondo, più della rovina, più della morte stessa. Il pensiero è rivoluzionario e terribile. Il pensiero non guarda ai privilegi, alle istituzioni stabilite e alle abitudini confortevoli. Il pensiero è senza legge, indipendente dall'autorità, non curante dell'approvata saggezza dell'età. Il pensiero può guardare nel fondo dell'abisso e non avere timore. Il pensiero è grande, acuto libero, la luce del mondo, e la più grande gloria dell'uomo. Se il pensiero non è bene di molti, ma soltanto privilegio di pochi, lo dobbiamo alla paura. È la paura che limita gli uomini, paura che le loro amate credenze si rivelino delle illusioni, paura che le istituzioni con cui vivono si dimostrino dannose, paura di dimostrarsi essi stessi meno degni di rispetto di quanto avessero supposto di essere.
Bertrand Russell, “Principi di riforma sociale” (1916)




“Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa, non è affatto una prova che non sia completamente assurda. Anzi, considerata la stupidità della maggioranza degli uomini, è più probabile che una convinzione diffusa sia balorda che sensata.”
Bertrand Russell

Con la forza della sua implacabile e pacata razionalità, Bertrand Russell, nel 1929, alle soglie del consenso di massa ricevuto dai partiti nazifascisti in molti paesi europei, metteva in guardia i suoi lettori dalle opinioni della maggioranza in un passo incidentale di "Marriage and Morals" che è oggi uno dei più citati di quel suo breviario laico.
https://aitan.tumblr.com/post/174489836694/con-la-forza-della-sua-implacabile-e-pacata

“The fact that an opinion has been widely held is no evidence whatever that it is not utterly absurd; indeed in view of the silliness of the majority of mankind, a widespread belief is more likely to be foolish than sensible.”


Finii per persuadermi che le sensazioni, persino quelle visive ed uditive, non sono, per propria natura eventi di relazione.
Non voglio, naturalmente, dire che quando vedo una cosa non cè relazione fra me e quello che vedo; quello che voglio dire è che la relazione è molto più indiretta di quanto avessi immaginato e che tutto ciò che succede in me quando vedo qualcosa potrebbe, per quel che riguarda la sua struttura logica, succedere benissimo anche se non ci fosse nulla intorno a me da vedere.
Bertrand Russel


La mancanza di qualcosa che si desidera è una parte indispensabile della felicità.
Bertrand Russell



L'educazione dovrebbe inculcare l'idea che l'umanità è una sola famiglia con interessi comuni
Che di conseguenza la collaborazione è più importante della competizione.
Bertrand Russell


Uno dei difetti dell'educazione superiore moderna è quello di essere diventata troppo esclusivamente un allenamento per l'acquisizione di certe particolari abilità, mentre trascura di allargare la mente e il cuore educandoli all'osservazione imparziale del mondo.
Bertrand Russell, La Conquista della Felicità


È essenziale per la felicità che il nostro modo di vivere sia determinato dai nostri impulsi profondi e non dai gusti e dai desideri accidentali di coloro che il caso ha voluto fossero nostri vicini, o persino nostri parenti.
Bertrand Russell, La conquista della felicità, 1930


L’amore deve essere apprezzato poiché dà maggior rilievo a tutti i piaceri migliori, quali la musica, un’alba in montagna, il mare sotto il plenilunio. (…) Inoltre, l’amore è in grado di spezzare il duro nocciolo del proprio io, poiché è una specie di collaborazione biologica, nella quale le emozioni dell’uno sono necessarie alla soddisfazione degli istintivi propositi dell’altro. (…) L’amore è la prima e più comune forma di emozione che conduca alla collaborazione e coloro che hanno provato più o meno intensamente l’amore non potranno accettare una filosofia che presuppone, indipendentemente da quello della persona amata, il loro massimo bene.
Bertrand Russell, “La conquista della felicità”



La competizione come causa d'infelicità.
La lotta per la vita è una cosa che, naturalmente, esiste
Può esistere per ognuno di noi, se siamo sfortunati. [...] 
Tutti sanno però che [...] ciò che la gente intende per lotta per la vita, è in realtà la lotta per il successo. Ciò che la gente teme, quando si impegna nella lotta, non è di non poter mangiare il giorno dopo, ma di non riuscire a farsi invidiare dai propri vicini. [...]
Non nego che le soddisfazioni procurate dal successo rendano più piacevole il gusto della vita. [...] 
Né voglio negare che il denaro, fino a un certo punto, possa accrescere la felicità. 
Quello che sostengo è che il successo può essere solamente un ingrediente della felicità, ed è acquistato a troppo caro prezzo se per ottenerlo si sono sacrificati tutti gli altri ingredienti. [...]
L'importanza assunta dalla competizione nella vita moderna è connessa a un decadimento generale degli ideali civili. [...] Uomini e donne sembrano diventati incapaci di gustare i piaceri più intellettuali. [...]
Il male non sta semplicemente nell'individuo, né un singolo individuo può impedirlo da sé nel suo caso isolatoIl male nasce da quella specie di filosofia della vita comunemente accettata, secondo la quale la vita è una contesa, una gara nella quale si deve rispetto al vincitore
Questo concetto induce a coltivare indebitamente la volontà, a scapito dei sensi e dell'intelletto.
Bertrand Russell


Per definire una società, antica o moderna che sia, abbiamo due elementi importanti e abbastanza connessi tra loro: l'uno è il sistema economico, l'altro il sistema familiareDue scuole, oggi, orientano il pensiero moderno: l'una ha un'origine economica, l'altra fa risalire tutto alla famiglia e al sesso; Marx e Freud. Personalmente, io non aderisco a nessuna delle due scuole, poiché economia e sesso non mi paiono avere alcuna precedenza l'uno sull'altra come causa determinante.
Bertrand Russell


L'educazione ha due scopi, da una parte forma lo spirito, dall'altra prepara il cittadino.
Gli ateniesi si fissarono sul primo, gli spartani sull'altro.
Gli spartani vinsero, ma gli ateniesi furono ricordati.
Bertrand Russell


Ciò che gli uomini vogliono realmente non è la conoscenza, ma la certezza.
Bertrand Russell


Gli uomini temono il pensiero più di qualsiasi cosa al mondo, più della rovina, più della morte stessa.
Il pensiero è rivoluzionario e terribile. Il pensiero non guarda ai privilegi, alle istituzioni stabilite e alle abitudini confortevoli. Il pensiero è senza legge, indipendente dall'autorità, noncurante dell'approvata saggezza dell'età. Il pensiero può guardare nel fondo dell'abisso e non avere timore.
Bertrand Russell


L'amore è una esperienza attraverso la quale tutto il nostro essere viene rinnovato e rinfrescato, come accade alle piante quando la pioggia le bagna dopo la siccità
Nel rapporto sessuale senza amore non vi è nulla di tutto questo. 
Quando il piacere momentaneo finisce, resta la stanchezza, il disgusto, e la vita sembra vuota. 
L'amore è parte della vita della terra; il sesso senza l'amore, no.
Bertrand Russell


Il problema dell'umanità è che gli stupidi sono strasicuri,
mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi. 
Bertrand Russel 


Temere l’amore è temere la vita e chi teme la vita è già morto per tre quarti.
Bertrand Russell


‎L'entusiasmo è rispetto alla vita quello che la fame è per il cibo
Bertrand Russell


La mancanza di qualcosa che si desidera è una parte indispensabile della felicità.
Bertrand Russell





Una religione quando si organizza ha già smesso di essere aperta al mistero, e senza mistero non c'è spirito, c'è dottrina, teoria, consuetudine, ma non spirito. Non si può congelare il Fuoco: le intuizioni del fondatore vibranti di eternità, passando attraverso il proselitismo, diventano freddi concetti, la perla si perde nella sabbia del numero; il tempio della solitudine, da cui ha avuto origine la scoperta di quelle vette spirituali e il cui spazio eterico risuona ancora nella Scrittura, è distrutto dall'ipocrisia del senso comune, il rumore dell'ego mette a tacere il Sublime, allora si spacciano parole e non si dona più la Parola.


Alfredo Bosio 

Mi pare, tuttavia, doveroso sottolineare quanto da Cristo stesso ribadito che la Sua religione abbisognasse di un veicolo terreno adagiato su fondamenta solidamente "pietrine".


La Teiera di Russell.
Se io sostenessi che tra la Terra e Marte ci fosse una teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole su un’orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire la mia ipotesi purché io avessi la cura di aggiungere che la teiera è troppo piccola per essere rivelata persino dal più potente dei nostri telescopi. Ma se io dicessi che, giacché la mia asserzione non può essere smentita, dubitarne sarebbe un’intollerabile presunzione da parte della ragione umana, si penserebbe giustamente che stia dicendo fesserie. Se però l’esistenza di una tale teiera venisse affermata in libri antichi, insegnata ogni domenica come la sacra verità e instillata nelle menti dei bambini a scuola, l’esitazione nel credere alla sua esistenza diverrebbe un segno di eccentricità e porterebbe il dubbioso all’attenzione dello psichiatra in un’età illuminata o dell’Inquisitore in un tempo antecedente.
Bertrand Russell


A chi spetta l'onere della prova?

In un'era dove esprimere la propria opinione -anche se non supportata da alcuna prova- è estremamente facile, ci sembra opportuno citare la famosa metafora della "Teiera di Russell".

Questa metafora inizia in questo modo:
«Se io sostenessi che tra la Terra e Marte ci fosse una teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole su un'orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire la mia ipotesi purché io avessi la cura di aggiungere che la teiera è troppo piccola per essere rivelata persino dal più potente dei nostri telescopi. [...]»

Questa metafora compare in un articolo scritto nel 1952
dal filosofo Bertrand Russell, mai pubblicato, intitolato "Is There a God?".
Lo scopo della metafora è quello di confutare l'idea che spetti allo scettico l'onere della prova, e non a chi afferma.

Questo aspetto è estremamente importante poiché esistono tutta una serie di affermazioni (come ad esempio quella proposta da Russell) che non possono essere né verificate né smentite in alcun modo, e questo fa di loro affermazioni non scientifiche.

Nelle discussioni, sui social così come al bar, cercate sempre di capire se chi sta facendo una certa affermazione è in grado di fornirne le prove. [SM]





L’universo è immenso, e gli uomini non sono altro che piccoli granelli di polvere su un insignificante pianeta. Ma quanto più prendiamo coscienza della nostra piccolezza e della nostra impotenza dinanzi alle forze cosmiche, tanto più risulta sorprendente ciò che gli esseri umani hanno realizzato
Bertrand Russel


L'universo, quale l'astronomia ce lo rivela, è immenso. Quant'altro ci sia di là della portata dei telescopi, non possiamo dire; ma quella parte che non conosciamo è di inimmaginabile immensità. Nel mondo visibile la Via Lattea rappresenta un minuscolo frammento. In questo minuscolo frammento il sistema solare è una macchia infinitesima, e di questa macchia il nostro pianeta costituisce un puntolino microscopico. Su questo puntolino tanti minuscoli aggregati di carbonio ed acqua, dalla struttura complicata, e dotati di alquanto inusuali proprietà fisiche e chimiche, strisciano per pochi anni, fino a quando non tornano a dissolversi negli elementi di cui sono composti. Dividono il loro tempo tra il lavoro escogitato per posticipare il momento in cui ciascuno di essi si dissolverà, e frenetiche lotte per impedire quel lavoro agli altri esseri della loro specie. Convulsioni naturali distruggono periodicamente migliaia o milioni di essi, e le malattie ne spazzano via prematuramente un numero anche maggiore. Questi avvenimenti sono considerati disgrazie; ma quando gli uomini riescono a procurare con le loro stesse mani simili distruzioni, ne gioiscono, e ne rendono grazie a Dio.
Bertrand Russell, Saggi Scettici



Il ragionamento induttivo.
Un tacchino, in un allevamento statunitense, decise di formarsi una visione del Mondo scientificamente fondata. Fin dal primo giorno, questo tacchino osservò che, nell'allevamento dove era stato portato, gli veniva dato il cibo alle 9 del mattino. E da buon induttivista non fu precipitoso nel trarre conclusioni dalle sue osservazioni e ne eseguì altre in una vasta gamma di circostanze: 
di Mercoledì e di Giovedì, nei giorni caldi e nei giorni freddi, sia che piovesse sia che splendesse il sole.
Così arricchiva ogni giorno il suo elenco di una proposizione osservativa in condizioni più disparate. 
Finché la sua coscienza induttivista non fu soddisfatta ed elaborò un'inferenza induttiva come questa: 
"Mi danno il cibo alle 9 del mattino".
Purtroppo, però, questa concezione si rivelò incontestabilmente falsa alla vigilia di Natale, quando, invece di venir nutrito, fu sgozzato.
Tratto da "Che cos'è questa scienza?" di Bertrand Russel, a cura di A.F.Chalmers.



Bruna Valotta
Per dirla con Popper: per quanti cigni bianchi abbiamo osservato,
non possiamo enunciare la legge generale "tutti i cigni sono bianchi".



Mi spieghi come l'avrebbe posta se fosse stato deduttivista?
Grazie.


Tina Russo 
non avrebbe inferito, dopo aver raccolto ed enumerato i casi osservati;
avrebbe razionalmente posto un'ipotesi e impiantato una situazione sperimentale per verificarla (avvalorarla o scartarla). In tal caso, la difficoltà sta nella premessa, ossia la domanda di ricerca va posta rigorosamente, dopo aver scartato una serie di "fattori razionali" condizionanti



In materia di religione, Russell si dichiarava filosoficamente agnostico e ateo nella vita pratica.
La sua attitudine verso il Dio cristiano era identica a quella verso gli dei dell'antica Grecia: persuaso della mancanza di prove dell'esistenza di entrambi, con il celebre paragone della teiera celestiale egli mostra come si possa inculcare nella mente delle persone qualcosa che si voglia far passare per "verità". Sostiene inoltre che affermare l'esistenza di qualcosa che non è dimostrabile è normalmente vista come un'affermazione probabilmente falsa (dice: «si penserebbe giustamente che sto dicendo fesserie»). Diversamente invece avviene quando «la teiera viene affermata nei libri antichi, insegnata ogni domenica come la sacra verità, instillata nelle menti dei bambini a scuola, l'esitazione nel credere alla sua esistenza diverrebbe un segno di eccentricità e porterebbe il dubbioso all'attenzione dello psichiatra in un'età illuminata o dell'Inquisitore in un tempo antecedente».


Per quanti possano essere i casi enumerabili all'interno di un ragionamento induttivo, non esiste nulla che possa garantirci a priori che anche il prossimo caso rientrerà all'interno della nostra asserzione
Gli esperimenti concepibili, così come le osservazioni possibili, sono infinite per numero e casistica.
Le induzioni si fondano su un pregiudizio ontologico che nella realtà non trova poi fondamento.
A pensarci bene, lo stesso processo è facilmente riscontrabile all'interno delle grandi delusioni
Quante volte le nostre asserzioni induttive ci hanno portato a credere e a costruire realtà che finivano per disattendere e deludere le nostre aspettative?
Sulla base di tale contrapposizione logica, Karl Popper ha favorito e proposto il passaggio da una scienza basata sulla pura routine dell'enumerazione con l'idea di una scienza di ardite congetture e ricerca dell'errore in vista della verità.
In termini più pragmatici, assai spesso, la cosa che più di molte altre ci protegge dalla delusione è proprio la disillusione, ovvero ciò che Popper chiama "razionalismo critico".

Dott. Claudio Cecchi - Psicologo
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"Cosa pensarono gli europei quando, giunti in Australia, videro dei cigni neri dopo aver creduto per secoli, supportati dall'evidenza, che tutti i cigni fossero bianchi ?
Un singolo evento è sufficiente a invalidare un convincimento frutto di un'esperienza millenaria.
Ci ripetono che il futuro è prevedibile e i rischi controllabili, ma la storia non striscia, salta.
I cigni neri sono eventi rari, di grandissimo impatto e prevedibili solo a posteriori, sono all'origine di quasi ogni cosa, e spesso sono causati ed esasperati proprio dal loro essere imprevisti".
Che cos'è un Cigno nero?
<<E' un evento isolato e inaspettato, che ha un impatto enorme, che solo a posteriori può essere spiegato e reso prevedibile: manie, epidemie, mode, idee, nascita di generi e scuole artistiche, finanza, economia, tutte seguono la dinamica del Cigno nero.
In pratica questo vale per tutto ciò che succede intorno a noi.
Nella vita individuale e privata, come in quella sociale e pubblica, noi agiamo come se fossimo in grado di prevedere gli eventi, da quelli sentimentali a quelli storici, a quelli naturali (quante di queste cose sono avvenute secondo i piani?).
Quel che non sappiamo è molto più importante di quello che è noto.
Molti Cigni neri sono causati e ingigantiti, nel bene e nel male, proprio dal fatto che sono imprevisti.
Il mondo potrebbe essere dominato da ciò che è estremo, sconosciuto e molto improbabile (secondo la nostra conoscenza attuale), mentre noi continuiamo a occuparci di aspetti secondari, a concentrarci su ciò che è conosciuto e ripetuto.
L'idea più audace e fastidiosa, è che nonostante il progresso della nostra conoscenza, il futuro sarà sempre meno prevedibile, quindi, sia necessaria molta più immaginazione di quella di cui disponiamo >>.
Taleb Nassim": Il cigno nero: come l'improbabile governa la nostra vita"



CONVERSAZIONI DI FILOSOFIA
Bertrand Russell.
Evoluzionismo e progresso. Il gran sacerdote e i maiali.
“La filosofia dell’evoluzione […] illustra la tendenza alle generalizzazioni affrettate e anche una tendenza d’altra natura, e cioè un’indebita preoccupazione per concetti etici.
Vi sono due tipi di filosofia evoluzionistaHegel e Spencer rappresentano il tipo più antiquato e meno radicale, mentre il pragmatismo e Bergson rappresentano la variante più moderna e rivoluzionaria.

Ma entrambe le specie di evoluzionismo hanno in comune il rilievo dato al ‹progresso›, cioè a un continuo cambiamento dal peggio al meglio, o dal più semplice al più complesso.

Non sarebbe giusto attribuire a Hegel una qualsiasi spinta o base scientifica, ma tutti gli altri evoluzionisti, compresi i discepoli moderni di Hegel, hanno tratto in larghissima misura la loro ispirazione dalla storia dello sviluppo biologico.

Vi sono due obiezioni da muovere a una filosofia la quale fa derivare una legge di progresso universale da questa storia. In primo luogo questa stessa storia riguarda una porzione piccolissima di fatti, limitati a un frammento infinitesimale dello spazio e del tempo che, anche da un punto di vista scientifico, non rispecchia probabilmente la media degli eventi che si verificano nell’insieme del mondo.

Sappiamo infatti che il decadimento, così come la crescita, è un accadimento normale nel mondo.

Un filosofo extraterrestre, il quale avesse osservato un singolo giovane fino all’età di ventun anni e non si fosse mai imbattuto in alcun altro essere umano, potrebbe concludere che è nella natura degli esseri umani crescere di continuo in altezza e in intelligenza, in un progresso indefinito verso la perfezione; e questa generalizzazione sarebbe altrettanto fondata della generalizzazione che gli evoluzionisti traggono dalla storia precedente del nostro pianeta.

A parte, però, questa obiezione scientifica all’evoluzionismo, ve n’è un’altra, derivante dall’indebito miscuglio di concetti etici con la vera e propria idea di progresso, da cui l’evoluzionismo trae il proprio ‹charme›. La vita organica, ci dicono, si è sviluppata gradualmente dal protozoo al filosofo, e questo sviluppo, ci assicurano, è indubbiamente un progresso.

Purtroppo è il filosofo, e non il protozoo, a darci questa assicurazione, e non possiamo essere sicuri che un arbitro imparziale converrebbe con la compiaciuta affermazione del filosofo.

La questione è stata illustrata dal filosofo Chuang Tzu nel seguente istruttivo aneddoto:
«Il gran sacerdote, nei paramenti da cerimonia, si avvicinò al recinto delle vittime e così parlò ai maiali: ‹Come potete fare obiezione alla morte?
Vi ingrasserò per tre mesi.
Farò astinenza per dieci giorni e digiunerò per tre.
Spargerò della tenera erbetta
e vi depositerò personalmente su un altare sacrificale scolpito.
Non vi soddisfa tutto questo?›
«Poi, parlando dal punto di vista dei maiali, proseguì:
‹Ma forse, dopo tutto, è meglio vivere mangiando pastone e sfuggire al macello...›
«‹Ma allora›, aggiunse parlando dal proprio punto di vista,
‹per condurre una vita onorata,
bisognerebbe pur sempre essere pronti a morire sul campo di battaglia o per mano del carnefice.›
«Così respinse il punto di vista dei maiali e adottò il proprio punto di vista.
In che senso, dunque, era differente dai maiali?»

Temo assai che gli evoluzionisti somiglino troppo spesso al gran sacerdote e ai maiali.
L’elemento etico prevalente in molti dei più famosi sistemi filosofici è, secondo me, uno degli ostacoli più seri alla vittoria del metodo scientifico nell’indagine sui problemi filosofici.”
BERTAND RUSSELL (1872 - 1970), “Misticismo e logica” (1918), traduzione di Luca Pavolini, Longanesi, Milano 1964 (I ed.), 6 ‘Sul metodo scientifico in filosofia’, 2), pp. 97 – 98.




Uno dei mali della nostra epoca consiste nel fatto che l'evoluzione del pensiero non riesce a stare al passo con la tecnica, con la conseguenza che le capacità aumentano, ma la saggezza svanisce.
Bertrand Russell


Se un filosofo è un uomo cieco, in una stanza buia, che cerca un gatto nero che non c'è, un teologo è l'uomo che riesce a trovare quel gatto.
Bertrand Russell  da: "Perché Non Sono Cristiano"


Il cristiano moderno è divenuto certamente più tollerante, ma non per merito del cristianesimo.
Questo addolcimento del costume è dovuto a generazioni di liberi pensatori, che dal Rinascimento a oggi hanno provocato, nei cristiani, un senso di sana vergogna per molti dei loro tradizionali pregiudizi.
Bertrand Russell

Bertrand Russell, L’idea e l’osservazione empirica.
“Si dice che uno dei meriti della mente umana sia la sua capacità di formulare idee astratte, e di pensare senza l’aiuto delle sensazioni. Ed è in questo che si ritiene consista la differenza tra la mente umana e quella degli animaliDa Platone in poi, l’«idea» ha svolto un ruolo di primo piano nei sistemi dei filosofi idealisti. Per loro, l’«idea» è stata sempre qualcosa di nobile e di astratto, la comprensione e l’uso della quale conferisce all’uomo una dignità particolare.
L’argomento da esaminare oggi è questo: visto che esistono certamente parole il cui significato è astratto, e che possiamo usarle intelligentemente, che cosa si deve presumere o inferire, o che cosa si può scoprire con l’osservazione, nel contenuto mentale che ci consenta di spiegare l’uso intelligente di parole astratte?
Considerato come problema di logica, si deve rispondere, naturalmente, che non si può dedurre assolutamente nulla riguardo al contenuto mentale astratto dal mero fatto che possiamo usare intelligentemente parole astratte. È chiaro che una persona di sufficiente ingegno potrebbe costruire una macchina capace di reagire agli stimoli olfattivi nel seguente modo: ogni volta che appare un cane nei suoi pressi, dice «C’è un cane», e quando appare un gatto gli getta invece delle pietre. L’atto di dire «C’è un cane» e l’atto di lanciar sassi, in questo caso sarebbero entrambi meccanici. Il parlare correttamente in se stesso non offre alcuna prova di contenuto mentale migliore di quella offerta dal compimento di qualsiasi altro insieme di movimenti biologicamente utili, come la fuga o il combattimento. Tutto ciò che si può inferire dal linguaggio è che due esempi di un universale, anche quando differiscono moltissimo tra di loro, possono causare la pronuncia di due esempi poco diversi della stessa parola. […] La parola «cane» è utile, in parte, perché due modalità di questa parola sono molto più simili di un carlino e un danese. L’uso delle parole pertanto è un metodo che consente di sostituire a due particolari assai diversi, nonostante la loro appartenenza allo stesso universale, due altri particolari pochissimo diversi e rappresentanti anch’essi di ‹un› universale: il nome del precedente universale. Per quanto riguarda la logica, dunque, possiamo benissimo adottare per le idee generali qualsiasi teoria che possa essere consigliata dall’osservazione empirica.”
BERTRAND RUSSELL (1872 – 1970), “L’analisi della mente” (1921), edizione integrale, introduzione di Flavio Manieri, trad. riveduta e aggiornata di Jean Sanders e Leonardo Breccia, Newton Compton, Roma 1994 (I ed. 1969), Lezione XI ‘Idee generali e pensiero’, pp. 157 – 158.


“ It is said to be one of the merits of the human mind that it is capable of framing abstract ideas, and of conducting non-sensational thought. In this it is supposed to differ from the mind of animals. From Plato onward the «idea» has played a great part in the systems of idealizing philosophers. The «idea» has been, in their hands, always something noble and abstract, the apprehension and use of which by man confers upon him a quite special dignity. 
The thing we have to consider to-day is this: seeing that there certainly are words of which the meaning is abstract, and seeing that we can use these words intelligently, what must be assumed or inferred, or what can be discovered by observation, in the way of mental content to account for the intelligent use of abstract words? 
Taken as a problem in logic, the answer is, of course, that absolutely nothing in the way of abstract mental content is inferable from the mere fact that we can use intelligently words of which the meaning is abstract. It is clear that a sufficiently ingenious person could manufacture a machine moved by olfactory stimuli which, whenever a dog appeared in its neighbourhood, would say, «There is a dog,» and when a cat appeared would throw stones at it. The act of saying «There is a dog,» and the act of throwing stones, would in such a case be equally mechanical. Correct speech does not of itself afford any better evidence of mental content than the performance of any other set of biologically useful movements, such as those of flight or combat. All that is inferable from language is that two instances of a universal, even when they differ very greatly, may cause the utterance of two instances of the same word which only differ very slightly. […] The word «dog» is useful, partly, because two instances of this word are much more similar than (say) a pug and a great dane. The use of words is thus a method of substituting for two particulars which differ widely, in spite of being instances of the same universal, two other particulars which differ very little, and which are also instances of a universal, namely the name of the previous universal. Thus, so far as logic is concerned, we are entirely free to adopt any theory as to general ideas which empirical observation may recommend.”
BERTRAND RUSSELL, “The Analysis of Mind”, Allen & Unwin, London – MacMillan, New York 1922 (reprinted, first published 1921), Lecture XI ‘General ideas and thought’, pp. 213 – 214.



«Ricordate la vostra umanità»: compie 60 anni il Manifesto Russel-Einstein

Nel 1955, di fronte al pericolo di una guerra nucleare che avrebbe cancellato l’umanità, il fisico Albert Einstein, insieme al filosofo e matematico Bertrand Russel, diede vita al documento noto come Manifesto Russel-Einstein, un’analisi delle conseguenze che la bomba atomica aveva causato durante la seconda guerra mondiale e di quelle che avrebbe potuto causare ulteriormente. Dopo 60 anni ci ritroviamo sul baratro, immersi in guerre perenni, dove di nuovo dominano le rivalità tra Usa e Russia, tra Occidente e Medio Oriente. Sull’orlo di una terza guerra mondiale: allora, rileggiamoci quei passi.
di Giovanni Fez - 16 Febbraio 2015

«Si apre di fronte a noi, se lo vogliamo, un continuo progresso in felicità, conoscenza e saggezza. Sceglieremo invece la morte, perchè non sappiamo dimenticare le nostre contese? Ci appelliamo, come esseri umani, ad altri esseri umani: ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto. Se vi riuscirete, si apre la via verso un nuovo paradiso; se no, avete di fronte il rischio di morte universale».

Così scrivevano nel 1955 Albert Einstein, Bertrand Russel, Max Born, Percy W.Blidgeman, Leopold Infeld, Frederic Joliot-Curie, Herman J. Muller, Linus Pauling, Cecil F. Powell, Joseph Rotblat e Hideki Yukawa.

Quel documento nasceva da una situazione considerata limite, l’ultimo costone di roccia su un precipizio. Nel marzo 1954 gli Stati Uniti aveva testato la bomba all’idrogeno sull’atollo di Bikini nell’Oceano Pacifico, una bomba mille volte più potente di quella sganciata su Hiroshima. Il peschereccio giapponese Lucky Dragon si trova a 130 chilometri dall’atollo ma il fallout radioattivo uccise un membro dell’equipaggio e fece ammalare gravemente gli altri. In Inghilterra al professor Joseph Rotblat, scienziato polacco che aveva abbandonato il Progetto Manhattan per ragioni morali quando era divenuto chiaro che la Germania non avrebbe sviluppato armi nucleari, venne chiesto di apparire in un programma della BBC per parlare proprio dell’esperimento di Bikini. Gli venne chiesto di parlare degli aspetti tecnici della bomba H, mentre l’arcivescovo di Canterbury e il filosofo Bertrand Russell avrebbero discusso di quelli morali. La bomba H, ne era convinto Rotblat, avrebbe prodotto una quantità enorme di fallout altamente pericoloso e lo scienziato si disse grandemente preoccupato delle conseguenze mortali sugli esseri viventi se tali bombe fossero state utilizzate in una guerra. Confidò queste preoccupazioni anche a Russell, consultarono alcuni fisici, tra cui Einstein, e si arrivò al documento noto come Manifesto Russel-Einstein (peraltro la firma su quello scritto fu l’ultima cosa che Einstein fece prima di morire).

Il Manifesto venne presentato pubblicamente il 9 luglio 1955. Contiene i seguenti passaggi:

«Questo è dunque il problema che vi presentiamo, orrendo e terribile, ma non eludibile: metteremo fine al genere umano o l'umanità saprà rinunciare alla guerra? La gente non vuol affrontare questa dicotomia, perchè abolire la guerra è difficile».

«Ma forse quel che osta maggiormente alla piena comprensione della situazione è il termine "umanità", che suona vago e astratto. La gente fa fatica ad immaginare che il pericolo riguarda le loro stesse persone, i loro figli e nipoti, e non solo un vago concetto di umanità. Essi faticano a comprendere che davvero essi stessi, ed i loro cari, corrono il rischio immediato di una mortale agonia».

Nel 1957, partendo proprio dal Manifesto Russell-Einstein, un gruppo di scienziati appartenenti ad entrambi i fronti della Guerra Fredda si incontrarono nel piccolo villaggio di Pugwash, in Nuova Scozia, presso la residenza del filantropo Cyrus Eaton: l’obiettivo, ancora una volta, era cercare una soluzione per evitare una catastrofe nucleare. Da lì partirono diversi cicli di incontri ai quali parteciparono anche diplomatici, in maniera informale, non in rappresentanza dei loro paesi. Tutto ciò ha poi gettato le basi per negoziati internazionali che hanno portato a trattati quali lo START (che proibiva le armi chimiche e biologiche), il Nuclear Nonproliferation Treaty (NPT) e il Comprehensive Test Ban Treaty (CTBT). Lo stesso Gorbachev ammise che gli scienziati di Pugwash lo avevano aiutato a comprendere come la politica nucleare fosse troppo pericolosa. Le Pugwash Conferences sono nel tempo cresciute e oggi gli inviti vengono inviati dal segretariato generale delle Nazioni Unite.

Nel 1995 a vincere il premio Nobel per la pace furono, insieme, Joseph Rotblat and l’organizzazione delle Pugwash Conferences. Ma cosa è rimasto di quegli ideali? Oggi come declinare quella consapevolezza per comprendere ciò in cui siamo immersi? Gli errori sono dunque inutili? O forse chi vive il momento non è in grado di mantenere la lucidità necessaria per capire quando è ora di rimettere in discussione la strada intrapresa?

Alla cerimonia di Oslo del 1995 era presente il fisico John Avery, oggi lektor emeritus e professore associato al Dipartimento di chimica dell’università di Copenaghen.

«Mai come oggi il pericolo di una catastrofe nucleare è stato più all’ordine del giorno – dice Avery – Ci sono 16.300 armi nucleari oggi nel mondo; di queste, 15.300 sono in mano a Russia e Stati Uniti. Diverse migliaia sono pronte ad essere innescate nel giro di pochi minuti».

Bruce G. Blair, del Brookings Institute, sottolinea come «questo sistema sia un incidente che sta aspettando di succedere». Secondo Fred Ikle della Rand Corporation, «nessuno può dire che non accadrà mai un incidente fatale o un’azione non autorizzata».

«Malgrado il numero delle armi atomiche sia stato ridotto di circa la metà dalla Guerra Fredda, la potenza esplosiva delle armi attuali è equivalente a circa mezzo milione di bombe come quella di Hiroshima» spiega Avery, che non manca di sottolineare come le armi nucleari siano anche nelle basi militari che determinati paesi, come ad esempio gli Usa, hanno installato in nazioni “amiche”. «Pare che gli Usa vogliano installare una base NATO anche in Ucraina – continua Avery – e non v’è dubbio che ci saranno armi nucleari e possiamo solo immaginare come la Russia reagirà. Non abbiamo imparato niente dal passato? Pochi politici o militari sono in grado di immaginare le conseguenze di una guerra con armi termonucleari. Recenti studi hanno dimostrato che i fumi dalle città in fiamme e macerie raggiungerebbero anche la stratosfera dove rimarrebbero per decenni, diffondendosi in tutto il mondo, oscurando il sole, bloccando il ciclo idrologico e distruggendo lo strato dell’ozono. L’effetto sull’agricoltura nel mondo sarebbe devastante e peggiorerebbero le condizioni dei miliardi di persona oggi già malnutrite. Pensiamo a quanto accaduto a Chernobyl e Fukushima. Si distruggerebbe la civiltà umana e la maggior part della biosfera».

E non dimentichiamo che le isole del Pacifico, compresi l’atollo di Bikini e Enewetak, sono state oggetto di 67 test nucleari dal 1946 al 1958. Gli abitanti delle isole Marshall hanno sofferto pesantissimi problemi di salute e ambientali, pagando anche con morti. Il 21 luglio 2014 gli Stati Uniti hanno presentato una mozione perché venga respinta la causa intentata dalla Repubblica delle Isole di Marshall alla Corte Internazionale di Giustizia

Il Cambiamento - Dal Virtuale al Reale

http://www.ilcambiamento.it/…/manifesto_russel_einstein.html










 



  Absit iniuria verbis











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