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mercoledì 18 luglio 2018

Robert Frost. Il modo migliore per venirne fuori è sempre buttarsi dentro.

La poesia comincia quando un emozione ha trovato il pensiero
e un pensiero ha trovato le sue parole.
Robert Frost


Essere poeta è una condizione, non una professione.
Robert Frost


In un saggio del 1931, Educazione attraverso la poesia, Frost afferma:
«L’educazione attraverso la poesia è educazione attraverso la metafora […] 
La poesia comincia con metafore superficiali, graziose, decorative, e giunge al pensiero più profondo che conosciamo. La poesia offre il solo modo ammissibile di dire una cosa e intenderne un’altra. Chiedono: “Perché non dici quel che pensi?” Non lo facciamo mai, d’accordo, perché siamo tutti troppo poeti. Ci piace parlare in parabole e accenni indiretti, vuoi per diffidenza vuoi per qualche altro istinto […] Scrivere è tutta questione di avere idee. Imparare a scrivere è imparare a avere idee».


Quand'ero giovane erano i vecchi i miei maestri.
[...] Andavo a scuola dai vecchi per imparare il passato.
Ora che sono vecchio ho per maestri i giovani.
Quel che non può modellarsi dev'essere infranto o piegato.
Lezioni mi torturano che riaprono antiche suture.
Vado a scuola dai giovani per imparare il futuro.
Robert Frost
Citato in Vladimiro Cajoli, Imparare il futuro,
La Fiera Letteraria, 23 febbraio 1967,
traduzione di Giovanni Giudici.


Tu ti puoi spingere indietro per un ruscello di luce al cielo.
E indietro nella storia sul corso del tempo.
E questa rapidità ti fu data non per affrettarti
né soprattutto per andartene dove vuoi.
Ma perché nella smania di spandersi del tutto
a te spetti invece il potere di fermarti.
Robert Frost
Citato in Elémire Zolla, La nube del telaio,
Ragione e irrazionalità tra Oriente e Occidente,
Mondadori, Milano, Oscar saggi 19981, p. 115.
ISBN 88-04-44242-5




Metà della popolazione è fatta di persone che hanno qualcosa da dire, ma non possono .
L'altra metà, di persone che non hanno nulla da dire, ma continuano a parlare .
Robert Frost


Buone recinzioni fanno buoni vicini.
Robert Frost da Mending a wall

[...] Non cercare mai di abbattere uno steccato
fino a quando non conosci la ragione per cui è stato eretto.
Robert Frost


Noi ci sediamo in cerchio e supponiamo,
ma il Segreto si siede in mezzo e sa.
Robert Frost


Il cervello è un organo favoloso.
Comincia a lavorare dal momento in cui ti svegli la mattina
e non smette fino a quando entri in ufficio.
Robert Frost


Non mi fanno paura coi loro spazi aperti
E vuoti fra le stelle dove non è stirpe umana,
Quando io posso da me così vicino a casa
Far paura a me stesso con i miei luoghi deserti.
Robert Frost, versi tratti dalla poesia Luoghi deserti


Dicono alcuni che finirà nel fuoco
il mondo; altri nel ghiaccio.
Del desiderio ho gustato quel poco
Che mi fa scegliere il fuoco,
Ma se dovesse due volte finire,
So pure che cosa è odiare,
E per la distruzione posso dire
Che anche il ghiaccio è terribile
E può bastare.
Robert Frost, Fuoco e ghiaccio



«Non si sentiva oltre al bosco altro suono che uno,
la mia lunga falce che frusciava al suolo.
Che cosa sussurrava? Non lo sapevo io stesso;
era forse qualcosa sul calore del sole,
qualcosa, forse, sull’assenza di suono –
Per questo sussurrava e non parlava.
Non era sogno del dono d’ore vuote,
o facile oro profuso da fata o da elfo:
qualunque cosa in più della verità sarebbe apparsa
debole al fermo amore che ordinò il prato in solchi,
non senza delicate lanceole di fiori
(orchidee pallide), e un fulgido verde serpente fugò.
Il fatto è il sogno più dolce che la fatica conosca.
La mia lunga falce frusciava, lasciava il fieno ammucchiarsi».
Robert Frost, Mietitura



Di chi sia il bosco credo di sapere.
Ma la sua casa è in paese: così
Egli non vede che mi fermo qui
A guardare il suo bosco riempirsi di neve.
Troverà strano il mio cavallino
Fermarsi senza una casa vicino
Tra il bosco e il lago gelato
La sera più buia dell'anno.
Dà una scrollata al suo sonaglio
Per domandare se c'è uno sbaglio:
Il solo altro suono è il fruscio
Del vento lieve, dei soffici fiocchi.
Bello è il bosco, buio e profondo,
Ma io ho promesse da non tradire,
E miglia da fare prima di dormire,
E miglia da fare prima di dormire.
Robert Frost - "Fermandosi accanto a un bosco in una sera di neve", 1923


Robert Frost, "Una domanda".
Disse una voce: guardatemi attraverso le stelle
e ditemi veramente, uomini terreni,
se tutte le ferite dell'anima e del corpo
non siano state troppo per pagare la sola nascita.
Robert Frost, "Una domanda"
Da: 'A Witness Tree'


Il modo migliore per venirne fuori è sempre buttarsi dentro
Robert Frost


La miglior via di fuga è sempre attraverso
Robert Frost

In tre parole posso riassumere tutto quello che ho imparato sulla vita: si va avanti.
Robert Lee Frost


Due strade divergevano in un bosco d'autunno
e dispiaciuto di non poterle percorrere entrambe,
essendo un solo viaggiatore, a lungo indugiai
fissandone una, più lontano che potevo
fin dove si perdeva tra i cespugli.
Poi presi l'altra, che era buona ugualmente
e aveva forse l'aspetto migliore
perché era erbosa e meno calpestata
sebbene il passaggio le avesse rese quasi uguali.
Ed entrambe quella mattina erano ricoperte di foglie
che nessun passo aveva annerito
oh, mi riservai la prima per un altro giorno
anche se, sapendo che una strada conduce verso un'altra,
dubitavo che sarei mai tornato indietro.
Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra molti anni:
due strade divergevano in un bosco ed io -
io presi la meno battuta,
e questo ha fatto tutta la differenza.
Robert Frost, La strada non presa
- The road not taken
in Poetry for young people


La cosa divertente è che questa poesia era stata concepita come uno scherzo, ma ha finito per essere presa estremamente sul serio e interpretata come un inno all’anticonformismo, un’esortazione a seguire la via meno percorsa, a condurre la nostra vita lungo i sentieri non battuti dell’individualismo e dell’autoaffermazione.

Tutto questo sulla base degli ultimi due versi: 
l’autore dice di aver scelto, tra due strade, quella meno percorsa. 
In realtà poche righe sopra dice che né l’una né l’altra mostravano segni di orme umane ed erano più o meno trafficate allo stesso modo. È probabile che, a volerla leggere in modo allegorico, questa poesia voglia parlare piuttosto della difficoltà di compiere una scelta quando non si hanno elementi per valutare e della forma di pensiero – in cui qualsiasi indeciso si riconoscerà – secondo cui, una volta presa una decisione, ci si dice ‘massì, ci sarà sempre tempo di tornare indietro’: 
magari non ci crediamo neanche noi, ma ripetercelo ci dà un certo conforto.

In più, non è detto da nessuna parte che la scelta di quella strada abbia portato ad una conclusione positiva: chi scrive sa che si tratta di una scelta importante, che quello sarà un momento a cui in futuro ripenserà come a una svolta cruciale, che ha fatto tutta la differenza, ma non sa – né lo sappiamo noi – se ci ripenserà con un sospiro di tristezza oppure di soddisfazione.

Quindi, se la vogliamo prendere sul serio, probabilmente questa poesia parla della difficoltà di compiere una scelta che a priori si sa essere fondamentale, e se vogliamo anche del fatto che la strada non presa può essere qualcosa che ci tormenta per sempre, un fantasma a cui ripenseremo tra tanti anni chiedendoci dove ci avrebbe portati.

Le poesie possano assumere significati diversi a seconda di cosa ci vede chi le legge e questo è un sacrosanto diritto dei lettori, ma in questo caso quello che l’autore voleva dire è stato pesantemente frainteso. 

Robert Frost, infatti, ha scritto questa poesia con un tono molto leggero: si tratta sostanzialmente di una scherzosa parodia dell’indecisione dell’amico Edward Thomas, col quale pare fosse solito passeggiare nei boschi e che spesso, una volta scelta una direzione ad un bivio, si pentiva della scelta fatta e rimpiangeva la strada non presa, che avrebbe potuto condurli a qualcosa di meglio.

Edward Thomas era a sua volta poeta e il titolo di una sua bellissima poesia è proprio “Strade”: 
di seguito ne riporto le ultime tre strofe.

Ora tutte le strade portano
in Francia e pesante è il passo
dei vivi; ma danzano leggeri
i morti che ritornano:
 –
qualsiasi cosa la strada porti
a me o da me si prenda,
loro mi tengono compagnia
con il calpestio dei loro passi,
 –
affollando la solitudine
dei sentieri sulle colline,
zittendo il boato delle città
e la loro breve moltitudine.

Thomas ha scritto queste parole poco prima di arruolarsi per combattere nella Prima guerra mondiale: non a caso si parla delle voci dei morti e del fatto che tutte le strade portano in Francia. Il richiamo verso il fronte è forte, così come forte è per lui la voce dei fantasmi di quelli che sono partiti e mai rientrati in patria, che tornano a calpestare le strade amate solo sotto forma di fantasmi leggeri – leggeri, nonostante la morte, forse perché almeno sono ritornati a casa, in contrapposizione alla pesantezza di chi invece deve partire, a malincuore, perché ci sia ancora una casa presso cui ritornare.

Thomas, come moltissimi altri giovani, non è più tornato a percorrere le strade della sua Inghilterra: è morto, trentanovenne, combattendo in Francia nel 1917, esattamente cento anni fa.

Non voglio stare qui a rimarcare quanto è stata orribile la guerra, lo sappiamo tutti e non avete bisogno che ve lo dica io. Edward Thomas – e con lui milioni di altri – ha perso la vita durante uno dei periodi più tragici della nostra storia, ma oggi mi piacerebbe onorare la sua memoria ricordando quello per cui si è sacrificato con questi versi, che parlano di serenità e di amore per la propria patria e la propria casa:

Spesso avevo percorso questa strada:
Ma ora mi sembrava di non poter essere
E di non essere mai stato altrove;
Era casa; una nazionalità sola
Avevamo, io e gli uccelli canori,
Una sola memoria.


https://lasottilelineadombra.com/2017/11/16/strada-non-presa-robert-frost/




“E se un epitaffio dovesse esser la mia storia, ne avrei uno breve pronto per me.
Avrei voluto scrivere di me sulla mia lapide: ebbi una lite d'innamorato col mondo.”
(ROBERT FROST - da The Lesson for Today, citato in A.a. V.v., Antologia della critica americana del Novecento, a cura di Morton Dauwen Zabel, Roma, Edizioni di Storia e letteratura, 1962, p. 79)




Accumulare sapienza è male quanto accumulare denaro. Una volta o l'altra bisogna cominciare a far partecipi gli altri di ciò che si sa.
Robert Lee Frost
(San Francisco, 26 marzo 1874 – Boston, 29 gennaio 1963) è stato un poeta statunitense.



Frost /Kennedy
FROST ROBERT DUE STRADE
Due strade divergevano in un bosco, ed io /
io presi quella meno battuta

(e questo ha fatto tutta la differenza)n un certo senso, la strada meno battuta è proprio quella che descrive il percorso poetico di Frost all'interno del panorama della poesia modernista inglese.

•Nel 1961 viene invitato da John F. Kennedy a leggere la poesia The Gift Outright alla cerimonia di insediamento come presidente.

Due strade a un bivio in un bosco ingiallito,
Peccato non percorrerle entrambe,
Ma un solo viaggiatore non può farlo,
Guardai dunque una di esse indeciso,
Finché non si nascose al mio sguardo;
•E presi l’altra, era buona anch’essa,
Anzi forse con qualche ragione in più,
Perché era erbosa e quindi più verde,
Benché il passaggio suppergiù
Le avesse segnate ugualmente,
•E ambedue quella mattina eran distese
Nelle foglie che nessun passo aveva marcato.
Oh, prenderò la prima un’altra volta!
Ma pur sapendo che strada porta a strada,
Non credevo che sarei mai ritornato.
•Dirò questo con un lungo sospiro
Chissà dove e fra tanti anni a venire:
Due strade a un bivio in un bosco, ed io –
Presi quella meno frequentata

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