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giovedì 19 ottobre 2017

I gladiatori. Secondo una tradizione – a dire il vero mai verificata – il sangue di un gladiatore aveva proprietà afrodisiache: in tal senso riferisce Plinio che i romani lo bevevano direttamente dai gladiatori morenti, come da coppe viventi, per guarire dall'epilessia o come rimedio per l'anemia. Si narra addirittura che durante gli spettacoli vi fossero degli inservienti che raccoglievano, mediante delle spugne, il sangue dei gladiatori feriti o uccisi per poi venderlo a peso d’oro!

IL FASCINO DEI GLADIATORI.
Abbiamo visto che i gladiatori, fatta eccezione per alcuni casi in cui erano uomini liberi, erano per lo più schiavi e prigionieri di guerra (molto spesso originari di terre lontane quali Numidia, Tracia, Germania), o anche galeotti e criminali. Eppure, nonostante tutto, sembrerebbe che questi uomini rudi e violenti esercitassero sulle donne romane un certo fascino. Come sempre, testimonianze in tal senso le possiamo trovare a Pompei. 

Qui alcune scritte ritrovate sui muri della città riferiscono parlano di un reziario Crescente come 
«dominus et medicus puparum noctornarum» 
signore e medico delle fanciulle nottambule

il trace Celado viene definito come 
«suspirium et decus puellarum» 
lo struggimento e l'ammirazione delle ragazze

Marziale definì addirittura il gladiatore Ermes 
«cura laborque ludiarum» 
tormento e spasimo delle spettatrici.

Secondo una tradizione – a dire il vero mai verificata – il sangue di un gladiatore aveva proprietà afrodisiache: in tal senso riferisce Plinio che i romani lo bevevano direttamente dai gladiatori morenti, come da coppe viventi, per guarire dall'epilessia o come rimedio per l'anemia. Si narra addirittura che durante gli spettacoli vi fossero degli inservienti che raccoglievano, mediante delle spugne, il sangue dei gladiatori feriti o uccisi per poi venderlo a peso d’oro!

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[foto: elmo dei gladiatori proveniente da Pompei]

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