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venerdì 1 settembre 2017

Heinrich Boll, Opinioni di un clown. «I cattolici mi rendono nervoso perché sono sleali.» «E i protestanti?» domandò ridendo. «Quelli mi fanno star male con quel loro pasticciare intorno alla coscienza.» «E gli atei?» rideva ancora. «Quelli mi annoiano perché parlano sempre di Dio»

«I cattolici mi rendono nervoso perché sono sleali.»
«E i protestanti?» domandò ridendo.
«Quelli mi fanno star male con quel loro pasticciare intorno alla coscienza.»
«E gli atei?» rideva ancora.
«Quelli mi annoiano perché parlano sempre di Dio»
Heinrich Boll, Opinioni di un clown.


Era molto spiritoso, 
tutti sapevano che era spiritoso 
e quindi era costretto a essere sempre spiritoso. 
Un’esistenza mortalmente faticosa.
Heinrich Boll, Opinioni di un clown.


Tutti sanno che un clown dev'essere malinconico per essere un buon clown, 
ma che per lui la malinconia sia una faccenda seria da morire, fin lì non ci arrivano.
Heinrich Boll, Opinioni di un clown.


I miei occhi erano completamente vuoti, per la prima volta non avevo bisogno di fissarmi allo specchio per mezz'ora per fare ginnastica facciale, per svuotarli. […]
Vuoti come quelli di un cardinale che non vuole confessare neppure a se stesso di aver già perso la fede da molto tempo.
Heinrich Boll, Opinioni di un clown.


Mi sentivo meglio. Il gonfiore al ginocchio diminuiva, il dolore si attenuava, mal di testa e malinconia rimanevano, ma mi sono così familiari come il pensiero della morte. Un artista ha la morte sempre con sé, come un bravo prete il suo breviario.
Heinrich Boll, Opinioni di un clown.


«Ma che tipo di uomo sei, in conclusione?» domandò Leo.
«Sono un clown» dissi «e faccio collezione di attimi […].»
“Non avrei dovuto tentare di far rivivere quel momento. […] 
I momenti della vita non si possono ripetere e neppure si possono dividere con altri. […] 
Già il solo parlare di simili momenti è un errore, volerli ripetere è addirittura suicidio. […] 
Quello che commettevo ora, quello stare al telefono ad ascoltare Monica che suonava la mazurca era davvero una specie di suicidio. Vi sono attimi che hanno il valore di un rituale e che racchiudono in sé il senso della ripetizione: come la signora Wieneken tagliava il pane. Ma io avevo voluto rivivere anche quell'attimo con Maria, l'avevo pregata di tagliare il pane come faceva la signora Wieneken. 
La cucina di una casa d'operai non è una camera d'albergo. Maria non era la signora Wieneken – il coltello le sfuggì di mano, si fece un taglio all'avambraccio sinistro e questo episodio ci fece star male per tre settimane. Tanto diaboliche possono essere le conseguenze del sentimentalismo. 
Gli attimi bisognerebbe lasciarli così come si sono vissuti, mai tentare di ripeterli, di riviverli…
Heinrich Boll, Opinioni di un clown.


Sotto il nome di felicità non riesco ad immaginare niente che possa durare più di uno, forse due o tre secondi.
Heinrich Boll, Opinioni di un clown.


In quel momento lo amavo più di quanto amassi la voce del mare, 
più del respiro della tempesta e del ruggito del leone.
Heinrich Boll, Opinioni di un clown.


Avrebbe dovuto piangere, piangere forte, a lungo.
Allora avrei potuto alzarmi, prenderla fra le braccia, baciarla. Non lo feci.
Non ne avevo voglia e solo per abitudine o per dovere non volevo farlo.
Restai disteso sul letto.
Heinrich Boll, Opinioni di un clown.



“Talvolta mi succede anche il contrario:
che mi appare come non vero o irreale ciò che ho vissuto realmente.”
Heinrich Boll, Opinioni di un clown.




Avrei dovuto pensarci, avrei dovuto sapere quale mortale sentimentalismo si nasconde negli oggetti.
I tubetti e i barattoli, le bottigliette e le matite di Maria: nell'armadio non c'era più nulla di tutto questo e questo non esserci palesemente più niente di lei era terribile come se avessi trovato ancora un suo tubetto o un suo barattolo di crema.
Heinrich Boll, Opinioni di un clown.


Se la nostra epoca dovesse meritare un nome, dovrebbe chiamarsi l’epoca della prostituzione.
La gente si abitua a un vocabolario da puttane. Una volta incontrai Sommerwild dopo una di queste discussioni –“Può l’arte moderna essere religiosa?”- e mi domandò -
“Sono stato bravo? Le sono piaciuto?”.
Alla lettera le stesse domande che una prostituta fa al suo cliente che si congeda (...)
Heinrich Boll, Opinioni di un clown.

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