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lunedì 31 luglio 2017

La coazione a ripetere, ovvero coercizione a compiere ripetutamente le stesse azioni, è il principio per cui una persona cerca di superare qualcosa di irrisolto che affonda le radici nel remoto passato, rimettendosi nelle identiche circostanze che provocarono quell’antica difficoltà.

La coazione a ripetere.
(una spiegazione semplice..)
Poche cose sono cosi’ centrali nella psicologia e nella vita di ciascuno di noi come la coazione a ripetere.

Credo che chiunque - o quasi - si sia chiesto almeno una volta nella vita perché lui stesso o comunque persone a lui vicine, facciano sempre gli stessi errori, incontrino sempre lo stesso tipo di persone. 

Ovviamente, molti anni fa ormai, me lo domandai anche io scoprendo che quell'enigma era in realtà ampiamente conosciuto e dibattuto non solo in termini psicologici ma perfino esoterici. Appena incontrai il principio della coazione a ripetere, ne rimasi dunque affascinato. 
E non poteva essere altrimenti.

La coazione a ripetere, ovvero coercizione a compiere ripetutamente le stesse azioni, è il principio per cui una persona cerca di superare qualcosa di irrisolto che affonda le radici nel remoto passato, rimettendosi nelle identiche circostanze che provocarono quell’antica difficoltà.

Spesso la coazione a ripetere è collegata ad un altro problema, ad esempio l’ansia abbandonica, ma sono in genere facce diverse della medesima medaglia.

Facciamo un esempio. 
Il bambino (o la bambina) che viene “abbandonato” quasi ogni mattina da una o più figure genitoriali, che si allontana per andare al lavoro, può vivere tale allontanamento come fosse un ciclico abbandono. 

Non è forse un vero trauma all’inizio, ma il ripetersi costante di tale allontanamento ne rende gli effetti spesso più devastanti che un singolo grave evento, scatenante un trauma più facilmente identificabile.

Una volta cresciuta, la persona cerca di superare la paura di quell’abbandono dimostrando a sé stessa che riuscirà a non essere lasciata. 

Ma per poterlo fare deve necessariamente, e inconsciamente, rimettersi in condizioni simili, ad esempio andandosi a cercare una relazione difficile, dove sia facile innescare una sensazione di “pericolo di rottura” che faccia riprovare quella antica sensazione di essere a rischio di abbandono. 

Addirittura è spesso la persona stessa a “guidare” la relazione verso la sua fine, per una sensazione di ineluttabile “ecco, ci risiamo” che la porta a vedere nel partner segnali di insofferenza o di tradimento che magari non hanno – almeno all’inizio - nessun fondamento.

Quello dello “abbandono” da bambini, è solo un esempio. 
Può essere stata la mancanza di attenzioni e amore da parte di uno o entrambi i genitori a spingere l’ex bambino a cercare figure che ricalchino la figura genitoriale assente. 

Possono essere persone anche molto diverse, ma con il fattore comune di far percepire un “senso di instabilità’”, di potenziale “assenza”, che permetta l’identificazione con quel modello.

Nella coazione a ripetere si può perciò intravedere un tentativo addirittura positivo: quello di risolvere un dramma mai davvero superato. 

E’ molto difficile però che essendo giunti così vicini allo… 
ineluttabile, questo cessi di essere tale, potendo essere così superato. Di solito si va incontro ad un’altra fine che rinforza, se non compresa, il desiderio di dimostrare a sé stessi di essere in grado di sottrarsi ad essa.

E’ curioso notare che perfino nell’esoterismo si celano teorie simili, anche se spalmate su più vite: c’e’ una lezione che bisogna imparare, e finché non la si apprende, si è destinati non solo al continuo ciclo di morte e rinascita, ma addirittura a quello del ritrovarsi davanti a situazioni simili a quelle già vissute, situazioni che se non si ripresentassero, non offrendoci la possibilità di imparare, non potrebbero essere superate.

Uscire dalla coazione a ripetere non è semplice perché, perfino sapendo di essere suoi schiavi, avendo per lo più natura inconscia diviene difficilmente controllabile. Le emozioni e le antiche paure ed ansie assalgono chi la vive, al punto di prendere la guida delle sue azioni.

La strada è naturalmente quella della consapevolezza, del riconoscere il meccanismo del quale si e’ vittime e di essere capaci di “frenarsi”, sia quando il disagio si manifesta – evitando ad esempio di saltare troppo presto a conclusioni affrettate nelle scelte che si vanno a compiere...

Scritto da: Wolfghost

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