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domenica 9 luglio 2017

Dostoevskij. Umiliati e offesi. Togliete a un essere umano la dignità del suo lavoro e del suo operare: lo avrete in pugno e potrete fare di lui ciò che vorrete

Togliete a un essere umano la dignità del suo lavoro e del suo operare
lo avrete in pugno e potrete fare di lui ciò che vorrete
Fedor Dostoevskij, Umiliati e offesi


Mi accusate di avere dei vizi, di essere dissoluto, immorale, mentre io forse sono colpevole solo di essere più sincero degli altri e basta; di non nascondere ciò che gli altri nascondono persino a sé stessi.
Fëdor Dostoevskij, Umiliati e offesi



Mi accusate di avere dei vizi, di essere dissoluto, immorale, mentre io forse sono colpevole solo di essere più sincero degli altri e basta; di non nascondere ciò che gli altri nascondono persino a sé stessi. Facendo così faccio male, ma ora voglio così.
C'è un godimento tutto speciale in quell'improvviso smascherarsi, in quel cinismo col quale un uomo si svela davanti ad un altro, senza neppure vergognarsi difronte a lui. Che posso fare se so con sicurezza che alla base di tutte le virtù umane c'è il più terribile egoismo?... e più un'azione è virtuosa, più grande è l'egoismo. "Ama te stesso", ecco l'unica regola che riconosco. Sono d'accordo con tutto, purché io stia bene, e ce ne sono a legioni di uomini che la pensano come me, e tutti stiamo veramente bene... Tutto può andare in rovina in questo mondo, soltanto noi esisteremo sempre. Esistiamo da quando esiste il mondo".
Fedor Dostoevskij, Umiliati e offesi





"- Come mi piaceva perdonarlo! - continuò. - Sai, Vanja, quando mi lasciava sola, e io camminavo per la stanza angustiandomi e piangendo, a volte pensavo: "Quanto più gravi sono i suoi torti verso di me, tanto meglio è per me" ... sì! E sai, avevo sempre l'idea che fosse un bimbo piccolino; ecco, stavo seduta, lui mi posava la testa sulle ginocchia, s'addormentava, e io gli passavo pian piano la mano sul capo, l'accarezzavo ... Così me l'immaginavo sempre, quando non era con me ..."
Fedor Dostoevskij (1821-1881), Umiliati e offesi, 1861, ed. it. Einaudi Tascabili 1995 pag.298.


Son convinto che in questo momento voi mi definite un peccatore, forse un vigliacco, un mostro di dissolutezza e di vizio. Ebbene sapete cosa vi dirò? Se soltanto potesse avvenire (ciò che per la natura umana non po à mai essere), se potesse avvenire, dico, che ciascuno di noi fosse obbligato a rivelare i lati più nascosti di se stesso, ma in condizioni tali da non temere di far la luce non soltanto su ciò che non direbbe mai agli uomini, non soltanto su ciò che avrebbe paura di confessare ai suoi migliori amici, ma persino su ciò che non osa confessare a se stesso, ebbene, in questo caso, nel mondo si spargerebbe una tale puzza da soffocarci tutti quantiEcco perché, sia detto tra parentesi, son tanto utili le convenienze e le leggi della società. Esse sono depositarie di un pensiero profondo, non dirò morale, ma semplicemente preservativo, comodo, ciò che certamente importa di più, perché, in sostanza, la morale non è altro che una comodità, una cosa, cioè, inventata solo per far servire ai nostri comodi. [...] voi m'incolpate di essere vizioso, dissoluto, immorale, mentre forse l'unica mia colpa ora è di essere più franco degli altri e nient'altro: io preferisco non nascondere ciò che gli altri tengono nascosto anche a se stessi, come ho detto prima... Faccio male, ma così mi piace.
Fëdor Dostoevskij, Umiliati e Offesi 

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