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mercoledì 27 luglio 2016

François Vatel. Vatel è passato alla storia non solamente per la sua creatività, ma anche per il suicidio che si dette nel 1671 durante la visita di Luigi XIV alla residenza di Chantilly.



Francois Vatel e la crema Chantilly

François Vatel fu al servizio, come cuoco, del sovrintendente alle finanze del regno di Francia Fouquet e del principe di Condé, preparando per loro banchetti spettacolari e gustosissimi. 
Pare che sia stato anche l’inventore della crema Chantilly, panna montata e zuccherata dall’inimitabile leggerezza, senza dubbio fra le migliori creme utilizzate per farcire e decorare i dolci, così battezzata in onore dal castello omonimo, feudo del Principe di Condé. 
Vatel è passato alla storia non solamente per la sua creatività, ma anche per il suicidio che si dette nel 1671 durante la visita di Luigi XIV alla residenza di Chantilly. 
Questo il racconto riguardante la cronaca dell’evento, rielaborato da uno scritto di Marie de Rabutin-Chantal marchesa di Sévigné. 
Il re Luigi arrivò il giovedì sera. La caccia, le lanterne, il chiaro di luna, lo spuntino in un luogo coperto di giunchiglie, tutto andò nel migliore dei modi. 
Gli ospiti si misero a tavola, ma poiché v’erano più commensali del previsto, non bastò l’arrosto per tutti, e ciò sconvolse Vatel che disse a più riprese: 
- L'onore è perduto, è un affronto che non posso tollerare - . 
Dopo poco rivolgendosi a Gourville asserì: 
- Mi gira la testa, non dormo da dodici notti, aiutatemi a impartire gli ordini - . 
Gourville gli diede tutto l’aiuto possibile, ma l’arrosto che era mancato, sebbene non al re, ritornava sempre alla mente del cuoco. 
Scese la notte, i fuochi d’artificio costati sedicimila franchi non riuscirono, perchè coperti da una nuvola. 
Alle quattro di mattina Vatel, aggirandosi nel palazzo addormentato, incontrò un fornitore con due piccoli quantitativi di pesce. 
- Tutto qui? – domandò. 
- Sissignore - rispose l’altro. 
Passò del tempo e, non vedendo arrivare i rifornimenti di pesce ordinati da tutti i porti, Vatel iniziò a disperarsi. 
Al culmine della sua agitazione incontrò Gourville al quale farfugliò prostrato: 
- Temo signore, di non sopravvivere a questo affronto. Ne va del mio onore e della mia reputazione - . 
Gourville non diede importanza a queste parole, ma l’altro salì in camera sua, appoggiò la spada alla porta e si trapassò il petto. 
Proprio mentre Vatel cadeva privo di vita, cominciarono ad arrivare cesti di pesce in abbondanza…


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