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mercoledì 13 gennaio 2016

Caio Mario. Nello stesso anno del primo consolato riformò anche l'esercito, decidendo di aprire il reclutamento volontario a tutti i cittadini romani e istituendo un salario per i soldati, formando in tal modo un esercito professionale





Accadde oggi:
- il 13 gennaio dell'86 a.C. moriva Caio Mario, generale e console romano.
Nacque ad Arpino nel 157 a.C. da una modesta famiglia, ma grazie alle sue notevoli capacità militari dimostrate nell'esercito al seguito di Publio Cornelio Scipione Emiliano e all'appoggio della potente famiglia dei Metelli, riuscì a farsi strada nella politica romana. Ricoprì tutte le cariche politiche e amministrative previste dal cursus honorum e grazie alla sua abilità di generale dell'esercito di Quinto Cecilio Metello riuscì ad ottenere il suo primo consolato nel 107 a.C. In realtà oltre ai meriti militari una forte spinta alla sua carriera nella politica romana venne dal suo matrimonio, avvenuto intorno al 110 a.C., con Giulia, sorella di Caio Giulio Cesare il Vecchio e zia di Giulio Cesare. Questo matrimonio con un'esponente dell'antica gens Iulia permise di legittimare la sua aspirazione al consolato. Nello stesso anno del primo consolato riformò anche l'esercito, decidendo di aprire il reclutamento volontario a tutti i cittadini romani e istituendo un salario per i soldati, formando in tal modo un esercito professionale. Negli anni successivi condusse a buon fine la guerra contro Giugurta, il re di Numidia catturato grazie all'intervento del suo giovane questore Lucio Cornelio Silla (105 a.C.), ottenendo il trionfo (104 a.C.).
Contro ogni legge romana Caio Mario fu rieletto console nel 105 a.C. e poi fino al 100 a.C. consecutivamente, ottenendo sei consolati. Questo suo straordinario successo politico fu dovuto alle sue indubbie capacità militari e fu favorito dagli eventi: infatti le tribù germaniche dei Cimbri e dei Teutoni avevano sconfitto gli eserciti romani per diversi anni e solo con l'intervento diretto di Mario furono sconfitte ad Aquae Sextiae (Aix en Provence) nel 102 a.C. e ai Campi Raudii, presso Vercelli nel 101 a.C. Nel 100 celebrò così un altro trionfo. Dopo aver lasciato le cariche pubbliche fece un lungo viaggio in Asia minore e al suo ritorno fu protagonista con Silla della conduzione della Guerra Sociale, scoppiata in Italia e protrattasi dal 91 all'88 a.C. per le recriminazioni nei confronti di Roma delle città del territorio italiano che chiedevano più diritti.
Nell'88 a.C. Silla venne nominato console e incaricato dal Senato di condurre la guerra contro Mitridate, re del Ponto che aveva invaso la Grecia. Mario voleva avere il comando delle operazioni e grazie all'intervento del tribuno della plebe Publio Sulpicio Rufo lo ottenne grazie ai voti del popolo. Silla appresa la notizia raggiunse l'esercito a Nola e decise di marciare su Roma dando inizio alla guerra civile. Mario dovette fuggire da Roma e andare in esilio in Africa. Silla ristabilì l'ordine e partì per la guerra contro Mitridate, ma nel frattempo Mario appoggiato da uno dei consoli dell'87 a.C., Lucio Cornelio Cinna, rientrò a Roma e sconfisse l'altro console Caio Ottavio della fazione oligarchica di Silla. Seguirono proscrizioni, confische di beni e l'annullamento di tutti i provvedimenti emanati da Silla. Mario ottenne il suo settimo consolato, ma mentre preparava la spedizione contro Mitridate morì improvvisamente il 13 gennaio dell'86 a.C. Aveva 71 anni.
Gabriele Romano

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