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sabato 12 dicembre 2015

Gioconda. Viene ritrovata la Gioconda dopo due anni dal suo furto. Durante il processo, il pubblico favorevole a Peruggia per amor di patria, invocò l'infermità mentale. Questa venne confermata dall'indovinello postogli dal medico psichiatra del tribunale professor Paolo Amaldi: -Su un albero ci sono due uccelli. Se un cacciatore spara ad uno di essi, quanti ne rimangono sull'albero?- -Uno!- rispose Peruggia. -Deficiente!- tuonò il medico. Infatti la risposta alla domanda era zero, (perché l'altro sarebbe scappato)



ACCADDE OGGI: 12 dicembre 1913. 
Viene ritrovata la Gioconda dopo due anni dal suo furto.
Il 21 agosto 1911, giorno di chiusura del Louvre, Vincenzo Peruggia entrò liberamente nel museo e senza essere notato, staccò la Gioconda dal muro, l'avvolse nella sua giacca e uscì indisturbato. Peruggia tornò a casa in autubus sempre nell'indifferenza generale. Scoperto il furto e avviate le indagini, fu erroneamente arrestato, come possibile complice, anche Pablo Picasso.
Anche Peruggia venne interrogato e la sua modesta stanza fu sottoposta ad un'ispezione che ebbe esito negativo poiché la Gioconda era nascosta in un apposito spazio ricavato sotto l'unico tavolo.
Nel 1913 il collezionista d'arte Alfredo Geri decise di organizzare una mostra nella sua galleria chiedendo ai privati, tramite un annuncio sui giornali, di prestargli alcune opere. Egli ricevette da Parigi una lettera nella quale veniva proposta la vendita della Gioconda a patto che il capolavoro tornasse in Italia e fosse lì custodito. Fissato un incontro per l'11 dicembre 1913 in un albergo di Firenze, Geri si presentò con il direttore della galleria che dopo aver visto il quadro lo prese in custodia per esaminarlo. Vincenzo Peruggia fu arrestato il giorno seguente dai carabinieri che lo prelevarono dalla stanza di un albergo. 
Peruggia affermò sempre di aver compiuto il furto per patriottismo in quanto la visione su un opuscolo del Louvre di quadri italiani portati in Francia da Napoleone I provocò in lui un senso di vendetta: voleva restituire all'Italia almeno uno di quei dipinti, non importava quale. Quando uscì di prigione, dopo una pena estremamente mite di 7 mesi e 8 giorni, Peruggia trovò un gruppo di studenti toscani che gli offrirono il risultato di una colletta, a nome di tutti gli italiani: 4.500 lire.
Durante il processo, il pubblico favorevole a Peruggia per amor di patria, invocò l'infermità mentale. Questa venne confermata dall'indovinello postogli dal medico psichiatra del tribunale professor Paolo Amaldi: -Su un albero ci sono due uccelli. Se un cacciatore spara ad uno di essi, quanti ne rimangono sull'albero?- -Uno!- rispose Peruggia. -Deficiente!- tuonò il medico. Infatti la risposta alla domanda era zero, (perché l'altro sarebbe scappato)

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