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giovedì 15 ottobre 2015

Ana Maria Sepe. Nel narcisista contrariamente a quanto si pensa, non vi amor di sé, ma, al suo posto, c’è il “culto dell’immagine di sé” e sappiamo bene che l’immagine diventa una necessità assoluta dove non c’è contatto con l’essenza.

Chi è la vittima ideale del narcisista
Il suo esatto contrario, l’empatico
Ana Maria Sepe 

In genere, il narcisista sceglie come vittima una persona sensibile ed empatica. 
Si tratta del suo esatto opposto, perché un narcisista è incapace di empatia
Il narciso viene attratto da un empatico/a perché è invidioso
Perché è affascinato dalle qualità che a lui/lei mancano e che cerca disperatamente di imitare? 
Perchè si rende conto che tutti ammirano e apprezzano la sensibilità e la bontà della gente dotata di empatia? O perché una persona empatica è facile da manipolare e una volta asservita sarà spontaneamente incline a dare al narcisista il nutrimento emotivo di cui ha tanto bisogno? 
Tutte e tre le cose. 

Una persona empatica è una persona comune ma con una capacità di percezione e istinto maggiore della media. I ricercatori già dagli anni ’90 hanno messo in relazione l’empatia con l’intelligenza emozionale: gli empatici hanno la capacità di ascoltare le proprie emozioni, di ascoltare le altre persone e di sentire le emozioni altrui, di esprimere le emozioni in modo produttivo, e di gestirle in modo sano e proattivo. La gente è attratta dalle persone empatiche (che sono circa il 40% della popolazione, fortunatamente) perché costoro sono compassionevoli; purtroppo però questo significa anche che gli empatici fanno molta fatica a concepire che esistano persone diverse da loro, ovvero incapaci di relazionarsi alle emozioni altrui

A volte chi è empatico si trova a essere eccessivamente sfruttato dagli altri, e fa fatica a trovare un equilibrio tra la sua capacità di dare agli altri e il bisogno di salvaguardarsi e dire di no. In genere gli empatici sono onesti e aderiscono ai propri principi nonostante le pressioni sociali, quindi possono essere visti come potenziali persone problematiche in un gruppo. Un leader narciso, in qualsiasi gruppo di persone, intuisce a prima vista quando si trova davanti a un empatico che non riuscirà a inglobare nella schiera dei suoi “schiavetti”! Ma a causa dei buoni sentimenti dell’empatico, ne farà oggetto di bullismo e mobbing, tanto per assicurarsi che questa persona onesta e indipendente non intralci i suoi piani di potere. Spesso anche le persone non narcisiste ma semplicemente apatiche invidiano e cercano di danneggiare le persone empatiche, percependole come una minaccia al loro quieto vivere o al loro accodarsi a un narciso leader, dal quale traggono benefici. In genere, i leader narcisi non attaccano direttamente la persona empatica, quando hanno una schiera di “schiavi” apatici a disposizione; si limitano a orchestrare il bullismo o mobbing da dietro le quinte. Tuttavia, quando si tratta di una relazione amorosa o di amicizia o collaborazione, il narcisista mette in atto una serie di azioni intese a legare a sé la persona empatica, per poi vampirizzarla. In un contesto 1 a 1, infatti, per il narcisista è molto meglio avere un empatico come vittima, rispetto a una persona nella media. Questo perché la persona empatica è naturalmente portata a farsi carico dei problemi altrui e cercherà di fare stare bene il narcisista, facendo di tutto per soddisfarlo. Inizialmente quindi il narcisista si vende molto bene all’empatico, fingendo di essere una vittima, chiedendo aiuto e appoggio emotivo, o mostrandosi ammirevole e valoroso. L’empatico può innamorarsi o semplicemente provare affetto e compassione per il personaggio recitato dal narciso, e quindi impiegherà le sue energie in quello che gli sembra una giusta causa, diventando la fonte primaria di nutrimento narcisistico, anche dopo che il narcisista avrà smesso di recitare il personaggio meraviglioso iniziale. Quando l’empatico diventa vittima del narciso, è ridotto al rango di co-dipendente. L’empatico è tendenzialmente ingenuo e fa una fatica incredibile a capacitarsi del fatto che esistano persone prive di scrupoli, di etica, di buoni sentimenti e di morale. Quindi cercherà in tutti i modi di tenere le fette di salame sugli occhi e di non notare le discrepanze tra il personaggio favoloso recitato dal narciso e il vero, orribile essere che trapela qua e là man mano che la relazione con il narciso procede. L’empatico cerca disperatamente di continuare a credere all’esistenza di quella persona meravigliosa, altrimenti tutte le sue convinzioni si dimostreranno sbagliate e gli crollerà il mondo addosso. Nel frattempo, il narciso dà la colpa delle proprie malefatte all’empatico, che secondo lui non gli fornisce abbastanza amore e adorazione e chissà che altro: altrimenti, sostiene, il narciso sarebbe sereno e continuerebbe a essere la persona meravigliosa dei primi tempi. L’empatico ci crede e si addossa tutte le colpe per i problemi del narciso e della relazione. Quindi si convince che per sanare la situazione, lui o lei debba dare, dare sempre di più, fino ad essere totalmente prosciugato. A questo punto, l’empatico in genere finisce sull’orlo del suicidio o dei comportamenti autodistruttivi, e il narciso se ne sbarazza non appena trova una nuova vittima fresca e “succosa”. Morale: se sei un empatico, stai alla larga dai narcisi. A maggior ragione se hai una storia di codipendenza o genitori narcisi. Leggi, informati, impara come riconoscerli e come gestirli, impara a prenderti cura di te stesso/a e soprattutto a dedicare la tua empatia alle cause degne. Non tutto e tutti vanno aiutati; incanala le tue dote di sensibilità e compassione in un lavoro adatto o in un volontariato, piuttosto. E esercitati a discernere e dire di no
http://psicoadvisor.com/vittima-del-narcisista-3984.html


Nel narcisista contrariamente a quanto si pensa, non vi amor di sé, ma, al suo posto, c’è il “culto dell’immagine di sé” e sappiamo bene che l’immagine diventa una necessità assoluta dove non c’è contatto con l’essenza.




Questo articolo è utile ma secondo me troppo "buonista". 
Il narcisista non è solo un piacione pieno o fintamente pieno di sé: magari! 
Parlo senza competenze "tecniche", ma le persone che ho conosciuto io, con forti tratti narcisisti, avevano tutte anche in comune una profonda bassezza e cattiveria morale... sono vuoti ma percepiscono che altre persone sono "piene", e le odiano per questo. Il narcisista deve distruggere tutto quello che di buono vede negli altri, perché è mosso da una profonda invidia, di tutto. Qualsiasi gratificazione, gioia, traguardo, viene immediatamente calpestata dal narcisista che non sopporta di vedere che altre persone possano avere qualcosa, qualsiasi cosa, che lui/lei non ha. La ferita infantile è comune a tutti i disturbi psicologici, il narcisista puro ha questa cattiveria in più. [...]




Bravissima davvero....In più nn sopportano il rifiuto; praticamente vanno fuori di testa e sono capaci di fare, dire e promettere di tutto!!! Una volta ottenuto, iniziano a distruggere tutto il buono e positivo che c'è nell'altro per poi andarsene senza spiegazioni ne chiarimenti



Su questo non sono d'accordissimo... ripeto non parlo da tecnica (leggo tanta psicologia e soprattutto ho conosciuto un sacco di gente che stava fuori :D), questa caratteristica che descrivi mi sembra più tipica della personalità borderline. Rifiuto per il borderline = "questa persona mi abbandonerà, ne morirò, non potrò resistere, e allora faccio di tutto, invento balle, seduco, prometto, e se non funziona simulo malattie, ricatto, minaccio il suicidio etc etc", TUTTO pur di evitare il temuto abbandono. Poi, passato il pericolo, il borderline che è generalmente più sensibile "si accorge" in qualche modo di aver dato di matto e per la vergogna sparisce. Il narcisista mi viene da dire che il rifiuto proprio non lo vede... è talmente strutturato sul considerarsi perfetto che reagisce come la volpe con l'uva, non sei certo tu che puoi permetterti di averlo rifiutato, è lui che "in realtà" non aveva mai voluto niente... poi ovvio che i 2 tratti compaiono spesso insieme e allora ciao. Scusate faccio dell'ironia ma so bene che sono rapporti dolorosissimi... poi chiedo venia a chi ha le competenze, sono proprio solo, purtroppo, true-life stories



Hai ragione, anche secondo me questo articolo è troppo buonista. 
Per di più si chiude dicendo "per guarire hanno bisogno di qualcuno che li accetti nella loro interezza".
Questa per me è la frase peggiore. Ti illude che sia possibile salvarli.
Ma secondo loro se qualcuno (noi) è stata in una relazione con loro, non era forse perché eravamo disposte/i ad accettarli e aiutarli? È servito a qualcosa? 
A farci annientare. Ecco come finisce. Non si salvano, non guariscono. Annientano coloro che si avvicinano.




E' molto difficile aver a che fare e gestire i rapporti con i narcisisti perchè sono sicuri di non sbagliare quasi mai,, non accettano consigli, credono di essere perfetti e tendono a scaricare le responsabilità' dei loro errori sugli altri per giustificarsi e cercare la motivazioni che li ha spinti a sbagliare, spesso pensano che dagli altri non si possa imparare e non si accorgono quando qualcuno invece cerca di aiutarli o se se ne accorgono lo danno per scontato,.




Il narcisismo e l’incapacità di amare
Ana Maria Sepe ott 14th, 2015



Amare sé stessi è l'inizio di un idillio che dura una vita.
Oscar Wilde


Alexander Lowen, uno dei maggiori studiosi del narcisismo dice:
questo termine descrive una condizione sia psicologica che culturale”; infatti, mentre sul piano personale indica un disturbo di personalità che comporta un eccessivo investimento sulla propria immagine che deriva da una grande “ferita” infantile a scapito dell’identità vera, sul piano culturale il narcisismo è la logica conseguenza di una “mancanza di valori e di senso di umanità” che porta a disinteressarsi della vita, dell’ambiente e delle cose che contano,  perdendo pian piano di integrità.

Il narcisista ha un problema che riguarda la sua “identità” e noi, popoli del benessere, siamo diventati narcisisti in quanto eccessivamente centrati su noi stessi in senso egopatico ed egoistico, fino a perdere via via sempre più contatto con la nostra essenza con il conseguente risultato di dover compensare l’identità sconosciuta con una falsa personalità che si basa esclusivamente sull’immagine che deve essere costantemente sostenuta dall’esterno.

In pratica, il problema di fondo del narcisista riguarda un ideale dell’Io troppo elevato che diventa impossibile raggiungere; in questo vuoto angosciante il soggetto comincia a compensare occupandosi di ciò che “vorrebbe  essere” anziché di “ciò che è”; comincia così a coltivare un’immagine ideale che, per forza di cose, dovrà  essere apprezzata, sostenuta  ed accettata dagli altri in modo da poterne ricavare quel sostegno e quel plauso di cui il narcisista ha bisogno per vivere.

Nella nostra società i narcisisti vengono spesso considerati persone “vincenti”: sono infatti persone “alla moda” che frequentano i posti giusti, si vestono come si conviene, presentano un forte adeguamento alle opinioni e ai valori esterni e non coltivano nulla di personale; è così che, giorno dopo giorno, si convincono di poter “essere ciò che appaiono”; non è un bisticcio di parole giacchè questi soggetti confondono ESSENZA ed IMMAGINE e contrabbandano i loro  valori con quelli esterni che fanno trend in quanto, per poter essere accettati in modo da accettarsi, devono  rispecchiarsi negli occhi degli altri ricavando un’immagine positiva di sè.


L’identikit del narcisista
I narcisisti devono essere sempre “perfetti”; dicono quello che gli altri vogliono sentirsi dire e, soprattutto, si sentono importanti quando giocano quel particolare “ruolo”. Non possono minimamente mettere in discussione la loro immagine.


Nel contatto con gli altri sanno essere molto seduttivi e manipolatori ma sono anche condannati a “piacere per piacersi” e, di conseguenza, non si curano degli altri in senso affettivo poiché questi vengono visti esclusivamente come specchi, necessari a sostenere la loro “sceneggiata” pubblica e privata.

Si tratta di  individui che sono lontani dal mondo reale ed infatti coltivano un IO ideale e, se vengono attaccati, utilizzano una aggressività difensiva tesa a salvaguardare l’immagine che hanno dato di sé agli altri.

I narcisisti si differenziano da quelli che sono veramente fiduciosi e pieni di risorse proprio nel fatto che mostrano una esagerata “grandiosità che spesso ha tratti mitomani” che viene messa in atto per brillare sempre e comunque per gli altri; hanno una maschera potente sempre “attiva e vigile” che deve nascondere e proteggere il terribile vuoto interno. Spesso sono le persone considerate “vincenti” a livello sociale.


Narcisismo da un punto di vista relazionale
Sul piano relazionale i narcisisti sono dei veri anaffettivi in quanto non hanno mai avuto affetti veri e, per questo, non hanno sviluppato un Se’ autentico dotato di sentimenti profondi in grado di suggerire scelte sulla base di valori che, del resto, sono possibili solo in presenza di un IO che discrimina, valuta e sceglie. Proprio per questa deprivazione iniziale e per il tremendo vuoto interno non sono neppure in grado di assumersi delle reali responsabilità che necessitano di scelte precise e della capacità di farsene carico in seguito.

Sono praticamente dei bambini travestiti da adulti che hanno bisogno di “essere al centro del mondo” in maniera quasi autistica, incapaci come sono di penetrare dentro a sé stessi, di relazionarsi e confrontarsi con gli altri e di conoscere sé stessi.

Nel narcisista contrariamente a quanto si pensa, non vi amor di sé, ma, al suo posto, c’è il “culto dell’immagine di sé” e sappiamo bene che l’immagine diventa una necessità assoluta dove non c’è contatto con l’essenza.

Il narcisista, non avendo potuto godere a suo tempo di quello sguardo “autentico e vitale” che potesse garantire il suo valore e il suo senso di esistenza, continua a cercarlo tutta la vita negli occhi degli altri, condannandosi a piacere agli altri incarnando valori che sono quelli socialmente accettati e premiati.

La mancanza di valori veri rende il soggetto camaleontico, in grado di cambiare giorno dopo giorno adattandosi con facilità alle esigenze esterne, complice anche una reale incapacità di scegliere che non crea problemi nella fedeltà a sé stesso.

Il narcisista è una persona “sola” che non può creare rapporti autentici in quanto non conosce i suoi sentimenti; in pratica un soggetto che deve “divorare” gli altri, manipolandoli nel tentativo di asservirli ai suoi personali bisogni; in pratica gli altri non vengono effettivamente considerati.. esattamente come un tempo qualcuno non ha considerato lui come qualcosa di prezioso e da amare.

Spesso, per rientrare in contatto con sé stessi, questi soggetti devono partire dal contatto con il loro corpo, fino a recuperare quel “sentire” che hanno soppresso e che non permette una vera umanità. Infatti, devono essere “compresi ed accettati” per quello che sono.. esattamente quello che non è accaduto da bambini. La parola d’ordine è “comprensione”; da piccoli non sono stati capiti e non sono stati rispettati nei loro sentimenti e, per guarire devono trovare qualcuno che accolga veramente la loro interezza.


http://psicoadvisor.com/il-narcisismo-e-lincapacita-di-amare-691.html


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