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giovedì 16 gennaio 2014

Henrik Ibsen. da Spettri. Cercare la felicità in questa vita, ecco il vero spirito di rivolta

Tu devi! Tu devi; così m'ordina una voce del profondo dell'anima, – ed io voglio seguirla.
Possiedo forza, e coraggio per qualcosa di meglio, di più alto che non sia questa mia vita.
Una corsa sfrenata al piacere – No, no; esso non soddisfa la sete del cuore.
Io fantastico e deliro! L'oblio solo desidero. Tutto è passato! La mia vita non ha uno scopo...
Catilina di Henrik Ibsen



Nora - No; sono stata allegra, ecco tutto. E tu sei stato molto affettuoso con me.
Ma la nostra casa non è mai stata altro che una stanza da gioco. Qui sono stata la tua moglie-bambola, come ero stata la figlia-bambola di mio padre. E i bambini sono stati le bambole mie. Quando tu giocavi con me io mi divertivo esattamente come si divertivano i bambini quando io giocavo con loro. Questo è stato il nostro matrimonio, Torvald.” . 
Henrik Ibsen, "Casa di Bambola"


CASA DI BAMBOLA
Nora, la moglie, amata e vezzeggiata come una bambola, dell'avvocato Torvald Helmer, sta preparando l'albero di Natale. Sopraggiunge inaspettata l'amica Cristina, vedova e bisognosa di aiuto, a cui Nora rivela un segreto: otto anni prima ha contratto un debito con un certo Krogstad, falsificando la firma del padre per poter pagare il soggiorno in Italia necessario alla guarigione del marito.
Per anni ha lavorato per pagare il debito senza riuscire a liberarsene. La promozione a direttore di banca del marito sembra risolvere ogni cosa, ma Krogstad, impiegato nella stessa banca, ricatta Nora per ottenere una promozione, Quando Torvald, ignaro di tutto, vorrebbe licenziarlo per altri motivi.
Questi minaccia di denunciare ogni cosa, se Nora non otterrà di far bloccare il licenziamento.
L'intercessione della donna non ottiene alcun esito e Krogstad mette in atto la sua minaccia, inviando una lettera a casa degli Helmer.
Cristina, che ha riconosciuto in lui un antico innamorato, lo convince a recedere dal ricatto, ma è troppo tardi.
Il contenuto della lettera provoca una discussione violenta: Torvald, invece di capire il sacrificio della moglie, la rimprovera aspramente, preoccupato unicamente del suo buon nome.
L'arrivo di un nuovo plico contenente il documento con la falsa firma di Nora, che mette fine al ricatto, capovolge la situazione.
Torvald, evitato lo scandalo, si dice pronto a dimenticare, ma Nora, comprendendo di non essere mai stata altro, per il marito, che una bambola anziché una creatura umana, offesa, si ribella e decide di andarsene abbandonando la casa.
Henrik Ibsen







 

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