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martedì 31 dicembre 2013

Carducci. San Martino. La nebbia a gl'irti colli Piovigginando sale, E sotto il maestrale Urla e biancheggia il mar; Ma per le vie del borgo Dal ribollir de' tini Va l'aspro odor de i vini L'anime a rallegrar. Gira su' ceppi accesi Lo spiedo scoppiettando: Sta il cacciator fischiando Su l'uscio a rimirar Tra le rossastre nubi Stormi d'uccelli neri, Com'esuli pensieri, Nel vespero migrar.

Giosuè Carducci: Pianto antico
L'albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da' bei vermigli fior,
nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora,
e giugno lo ristora
di luce e di calor.
Tu fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l'inutil vita
estremo unico fior,
sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.




La nebbia a gl'irti colli
Piovigginando sale, 
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar; 
Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de' tini
Va l'aspro odor de i vini
L'anime a rallegrar. 
Gira su' ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l'uscio a rimirar
Tra le rossastre nubi
Stormi d'uccelli neri,
Com'esuli pensieri,
Nel vespero migrar.
Carducci. San Martino



http://youtu.be/2Qeex3dnN4Q
  

http://youtu.be/Y_zhIjbao6o


L'atmosfera piena di brio del borgo è dovuta al giorno di San Martino (cioè l'11 novembre) in un paesetto della Maremma (Bolgheri o Castagneto), poichè per le vie si diffonde quell'odore aspro di vino e di carne che viene cotta sullo spiedo, ma i pensieri dell'uomo sfuggono a quest'allegria e volano lontani proprio come gli uccelli.
Questo giorno risulta di una certa importanza per gli agricoltori perchè segna la fine del lavoro nei campi e l'inizio del travaso del vino dai tini nelle botti. All'allegria del borgo si contrappone quella tristezza del paesaggio autunnale in quanto avvolto dalla nebbia. 


PARAFRASI
La nebbia, sciogliendosi in una leggera pioggerella, risale per le colline rese quasi ispide dalle piante ormai prive di foglie e, spinto dal ventate fredde, il mare rumoreggia frangendosi sulla scogliera, con onde  spumose colorate di bianco. Ma per le vie del piccolo paesello si propaga, dai tini dove fermenta il mosto, l’odore aspro del vino nuovo che porta gioia ai cuori.Nel frattempo sui ceppi bruciati nel focolare scoppiettano quelle gocce di grasso cadenti dallo spiedo su cui cuoce la cacciagione; e il cacciatore se ne sta sull'uscio a guardare stormi di uccelli che, messi a confronto con le  nubi rossastre del tramonto, sembrano neri, come quei pensieri che si vorrebbe mandar via lontano.


Schema delle rime:ABBC
La lirica è composta da quattro quartine formate da  settenari, i primi tre di ogni strofa risultano  piani, l'ultimo è tronco; in ogni quartina il primo verso è esente dalla rima, il secondo e il terzo rimano tra loro; il quarto verso è in rima con gli ultimi versi di ogni strofa. 

I particolari suoni di  / ebbia/, / iggi /, / eggia /  nella prima strofa di San Martino diventano onomatopeici e ci fanno sentire l'acquerugiola che lievemente scende sul paesaggio e ci fanno vedere il mare che rumoreggia sulla costa.
L'onomatopea domina la terza strofa: i suoni / ppi/, /cce/, /spied/, /scoppie/, / ttando/, /fischia/, /uscio/ servono a evidenziare quei rumori causati dal focolare e lo zufolare soprappensiero del cacciatore.
Nella lirica vengono usate molte figure retoriche quali la prosopopea,nel 4^ verso  con l'umanizzazione del mare, l’iperbato nel 6^-7^ verso in cui viene invertito l’ordine, la paronomasia che riproduce un uguale suono e attua una funzione onomatopeica , infine la similitudine negli ultimi tre versi: secondo alcuni il poeta esprimerebbe il desiderio di vedere volare via, lontano, come gli uccelli, i suoi tetri pensieri; altri, invece, propongono di leggere "esuli" nel senso di "sperduti, che vagano lontano e si perdono nell'infinito". 
http://balbruno.altervista.org/index-272.html


Analisi "San Martino" di Giosuè Carducci
“San Martino” è una lirica scritta da Giosue Carducci,un poeta verista dell’ottocento, sostenitore del classicismo in Italia. La lirica si riferisce all’11 novembre giorno di San Martino.

La nebbia, accompagnata da una leggera pioggia autunnale, sale verso i colli ricoperti di alberi spogli mentre il mare rumoreggia e spumeggia sotto l’impeto del maestrale; ma per le vie del paese, l’odore del mosto che fermenta nelle botti, rallegra gli animi degli abitanti.
Sopra ceppi di legno accesi è posto uno spiedo che scoppietta; il cacciatore fischia sulla porta ed osserva tra le nubi che rosseggiano al tramonto del sole gli stormi di corvi che se ne vanno lontano come lontano la sera se ne vanno le preoccupazioni.
Analisi del componimento
Due immagini si alternano all’interno della lirica: una di malinconia e l’altra di allegria.
Nella prima strofa vi è il ritratto di un tipico paesaggio autunnale: ci sono infatti gli elementi fondamentali della stagione, ovvero la nebbia palpabile, gli alberi spogli che ricoprono i colli ed il mare in tempesta.
A differenza della prima, la seconda strofa, sprigiona un senso di allegria del tutto assente nella precedente; da sensazioni di freddo e tristezza si passa a una situazione molto più calda e vivace, si descrive infatti l’atmosfera che si viene a creare in un piccolo borgo dopo la vendemmia: il mosto fermenta nelle botti diffondendo nell’aria il suo aspro profumo.
In questa strofa il “ma” ha un doppio valore:il cambiamento di scena e il cambiamento di sentimento.
Nella terza strofa si ha l’immagine di un focolare domestico ove il fuoco è stato acceso per cucinare, si passa quindi ad un ambiente più ristretto, dopo che già si è passati da un paesaggio ad un borgo.
Nell’ultima strofa, l’atmosfera si presenta più pensosa della precedente dato che si incontra un uomo pensieroso che,appoggiato all’uscio della sua casa, osserva l’atmosfera che si crea al tramonto e gli stormi di uccelli neri che si dirigono lontano.

Versione in prosa:
La nebbia, accompagnata da una leggera pioggerellina autunnale, sale verso i colli ricoperti di alberi spogli mentre il mare ondeggia e spumeggia sotto l’impeto del maestrale; nei borghi del villaggio, l’odore del mosto che fermenta nelle botti, rallegra gli animi degli abitanti.
Sopra ceppi di legno schioppettanti è posto uno spiedo con il quale si sta cucinando della carne; il cacciatore se ne sta sull’uscio della della porta a contemplare stormi di uccelli che volano tra le nuvole, come fossero pensieri che volano lontano, riflettendo il rossore del sole tramontante.

Analisi del componimento:
Il componimento del Carducci è una lirica che si compone di quattro quartine di settenari. Le rime seguono lo schema ABBC e viene ripetuta alla fine di ogni quartina la rima in –AR (mar…rallegrar…rirmirar…migrar).
Il suono che prevalentemente viene ritrovato all’interno della poesia è quello prodotto dalla lettera R.

La prima strofa è composta di due frasi principali mentre la seconda lo è di una principale e l’altra subordinata; queste prime due quartine costituiscono due periodi indipendenti.
Le ultime due, invece, sono legate dal fatto che il periodo continua dalla terza(una frase principale e una subordinata che prosegue nella successiva quartina) alla quarta strofa(una subordinata ed una principale).

http://archive.forumcommunity.net/?t=44048234


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