Pagine

martedì 5 novembre 2013

Colon e Alimentazione. E' chiamato il secondo cervello, agisce e reagisce a seconda delle emozioni scaturite da tutto ciò che ci circonda e con cui entriamo a contatto

Salute psicofisica

Molti non sanno che nella pancia c’è un secondo cervello, quasi una copia di quello che abbiamo nella testa e che non serve solo alla digestione.Come il cervello della testa anche quello addominale produce sostanze psicoattive che influenzano gli stati d’animo, come la serotonina, la dopamina ma anche oppiacei antidolorifici e persino benzodiazepine.

Il cervello addominale: ecco come le emozioni provocano disturbi digestivi e intestinali.

Talvolta a provocare il problema c’è “solo”… la nostra psiche.


Avete presente quando interiorizzate le emozioni, sensazioni e sentimenti così tanto da poterle sentire proprio con la pancia? Molti non sanno che nella pancia c’è un secondo cervello, quasi una copia di quello che abbiamo nella testa e che non serve solo alla digestione. Come il cervello della testa anche quello addominale produce sostanze psicoattive che influenzano gli stati d’animo, come la serotonina, la dopamina ma anche oppiacei antidolorifici e persino benzodiazepine.


In pratica, l’intestino si comporta come un secondo cervello (cervello addominale) in grado di mandare segnali di stress in modo autonomo, condizionando la produzione dell’ormone del benessere, rilasciato proprio da quest’organo. Le discussioni in famiglia, la rabbia e le tensioni sul lavoro si accumulano proprio sull’addome, laddove, quando sei preoccupata, è subito possibile sentire lo stomaco che ‘tira’ o la pancia che si gonfia come un palloncino.

Il cervello addominale sarebbe addirittura dotato di memoria che per fissare i ricordi usa le stesse molecole del cervello della testa: gli stress del passato si stampigliano così nel cervello e nell’addome, rendendo l’asse tra questi due centri ipersensibile per tutta la vita. E questo spiega perché i bambini che soffrono di coliche nell’infanzia hanno in genere un rischio maggiore di diventare adulti sofferenti per il colon irritabile.

Secondo la medicina cinese, la pancia gonfia indica un accumulo di ansia che non riesce ad essere scaricata in altro modo e, quindi, viene interiorizzata e accumulata internamente. Il respiro affannoso, proprio di chi vive in modo particolarmente agitato, contribuisce a far ingerire molta aria che, non potendo essere espulsa da naso e bocca, resta intrappolata nell’intestino.

Matrice psicosomatica nei disturbi intestinali

Pancia gonfia, dispepsia, meteorismo, colon irritabile possono avere un’origine psicosomatica. Sempre più persone soffrono di disturbi di stomaco e intestino.

Tra i sintomi che più comunemente vengono riferiti al proprio medico ci sono:
  • stitichezza e diarrea
  • dolori addominali di tipo crampiforme
  • pancia e stomaco gonfi
  • meteorismo e flatulenza
  • digestione lenta
  • nausea

A questi disturbi si risponde con indagini diagnostiche che comprendono esami e test per scoprire le cause fisiche che li originano, ad esempio:
  • eventuali allergie e intolleranze alimentari
  • presenza di ulcere e infiammazioni della mucosa gastroduodenale
  • calcoli biliari
  • diverticoli o polipi intestinali e via discorrendo


Sono tantissime le malattie che provocano disturbi all’apparato gastrointestinale, ma non sempre dietro un addome costantemente gonfio e affaticato c’è una patologia. Certo, questi mal di pancia emotivi non sono gravi, non sono patologici ma… possono sempre diventarlo se non si affrontano le cause psicologiche che ne sono all’origine.


Correlazione tra stato emotivo e disturbi digestivi e intestinali

Ma come è possibile che una stitichezza ostinata, uno stomaco gonfio e dolorante che fatica a digerire anche il pasto più leggero possano essere conseguenza di uno stato emotivo alterato?

Consideriamo il funzionamento parallelo di questi due organi: intestino e cervello, che “dialogano” in modo molto più stretto di quanto possiamo immaginare. Infatti anche nell’intestino sono presenti cellule neuronali, seppur molte meno rispetto a quelle cerebrali, le quali, influenzate da fattori fisici e da stimoli di vario tipo, tra cui le emozioni interne, rilasciano ben il 95% della serotonina totale sprigionata dall’organismo.
La serotonina è proprio l’ormone che regola gli stati d’animo e le loro mutazioni, e le informazioni in esso presenti, vengono inviate direttamente al sistema limbico del cervello, che ha il compito di rielaborale. Quando le emozioni hanno un tratto negativo, e sono associate a stati di tensione e di ansia o di paura, allora il cervello invia all’intestino “l’ordine” di rilasciare altra serotonina per gestire il surplus emotivo ma questo ha delle conseguenze sulla funzionalità dell’apparato digestivo.

Cosa succede?

Ciò che accade è che la muscolatura addominale si contrae provocando gonfiore, diarrea o stitichezza, crampi, senso di tensione, spasmi. Ma non è finita qui, infatti la tensione emotiva, lo stress, inducono una iper-secrezione di acido cloridrico da parte dello stomaco, cosa che può alla lunga provocare infiammazione delle mucose e quindi bruciori, gastrite, persino ulcere.

La muscolatura addominale contratta nella zona diaframmatica, infine (cosa di cui ci accorgiamo quando tendiamo, senza renderci contro, a stare in apnea anziché respirare profondamente “di pancia”), rallenta la digestione e crea la classica dispepsia.

E’ dunque molto importante, una volta che gli esami clinici e i test allergologici abbiano escluso un’origine patologica dei nostri disturbi gastrointestinali, cercare di lavorare sul nostro stato psicologico, abbassando i livelli di stress e trovando delle valvole di sfogo.

Le emozioni negative possono farci ammalare, ricordiamocelo!


http://psicoadvisor.com/il-cervello-addominale-ecco-come-le-emozioni-provocano-disturbi-digestivi-e-intestinali-1585.html



E' chiamato il secondo cervello, agisce e reagisce a seconda delle emozioni scaturite da tutto ciò che ci circonda e con cui entriamo a contatto.

Non è che volessi scimmiottare Alexis Carrel, che scrisse nel 1930 L’uomo, questo sconosciuto , quando mi sono messo a pensare quale titolo dare a questa pagina, ma credo che sia il titolo giusto.
La macchina che usiamo per spostarci ha un motore a carbonio e ossigeno, si autorigenera quando si guasta e può durare oltre un centinaio di anni a condizione che la trattiamo in modo corretto.
Molti sanno come funzionano i vari organi del motore della propria auto, ma sanno poco o nulla del funzionamento del loro corpo.
Il corpo umano ha un sacco di optional e capacità incredibili ma oggi il 99,99% degli individui usa il suo corpo in maniera davvero limitata rispetto alle sue reali possibilità, anzi molti conducono la loro vita in uno stato patologico credendo che sia buona salute.
L’idea nasce dal fatto che se non si hanno malattie che minacciano la nostra vita si pensa di essere sani.
Vediamo intervista a una persona (E.G., 40 anni) che si dichiara in ottima salute.
(Medicinenon = D, Intervistato = R)
D. Se le chiedessi di definire il suo stato di salute con
  • Cattivo
  • scarso
  • accettabile
  • buono
  • ottimo
come lo definirebbe?
R. Ottimo!
D. Su cosa basa la sua risposta?
R. ……..Beh, non sono malato, sto bene, mangio con appetito, lavoro…..e faccio l’amore eh! eh! eh!
D. Ha mai mal di testa?
R. Beh, qualche volta, e chi non ce l’ha?
D. Mal di stomaco?
R. E ma quelle mica sono malattie, chi non ha mai avuto il mal di stomaco, il raffreddore, la bronchitina invernale, l’influenza, quelle cose vanno e vengono….
D. Ci vede bene?
R. Porto gli occhiali, ma cosa centra con la salute?
D. I denti?
R. Ho un ponte, ma il resto sono a posto.
D. Stitichezza?
R. ….no…qualche volta uso le gocce per andare di corpo, ma quando proprio non riesco senza.
D. Cervicale?
R. No, ogni tanto un torcicollo, è ancora presto, almeno lo spero, tanto prima o poi ti viene, chi non ha la cervicale o i reumatismi a una certa età?
D. Mal di schiena?
R. Qualche volta al mattino, ma mi alzo, faccio la doccia bella calda, mi muovo e passa tutto.
D. Sa cos’è il colon?
R. L’intestino, le budella che abbiamo nella pancia.
D. Prende dei farmaci?
R. E beh…si, per la pressione e il colesterolo… eh! eh!, sono gli inconvenienti dell’era moderna.
D. Va spesso dal medico?
R. No…solo quando non sto bene.
D. Come è composta la sua alimentazione?
R. Mangio di tutto, la dieta mediterranea, mi piace mangiar bene, vedi questa pancetta…è tutta salute, sono le maniglie dell’amore eh! eh! eh!
Ci fermiamo qui, l’intervista continua, ma la cosa che appare evidente è che molte persone pur non essendo oggettivamente in buona salute sono convinte di esserlo e questo è in buona parte dovuto al fatto che osservando la ripetitività di un evento si tende a considerare tale evento normale.
Se dopo i 50 anni quasi tutti usano gli occhiali per leggere, è considerata una condizione normale, non uno stato patologico.
La scienza ufficiale da un grande contributo a queste credenze fallaci. Oggi si crede che di cancro non si guarisce e perciò molto tempo e denaro deve essere speso nella ricerca. Sono soldi buttati perché nulla potrà guarire qualsiasi malattia se non si rimuove prima ciò che l’ha causata.
La causa potrebbe essere alimentazione scorretta, ambiente pesantemente inquinato, risentimenti ostinati e desideri di vendetta, e altro ancora. Cercare di guarire da qualunque malattia una persona che continua a mangiare spazzatura è una dimostrazione di ignoranza o malafede. E’ come se tu avessi riempito il serbatoio della tua auto con prodotti di rifiuto industriali e il meccanico ora ti mette degli additivi per cercare di farla andar bene. Tutto questo è semplicemente stupido.
Ho seguito una trasmissione televisiva in cui parlavano della terapia del dolore. Un medico diceva che dato che di cancro non si guarisce, ora viene effettuata la terapia del dolore in modo di aiutare il paziente terminale a morire serenamente.
Questo è uno degli obiettivi della scienza medica. Ma la verità è che la medicina ortodossa non sa come guarire una persona malata di cancro e non vuole trovare effettive soluzioni poco costose (essendo il profitto il fine delle case farmaceutiche e il mondo che ruota intorno ad esse), ne tanto meno permetterlo a quelli che saprebbero come farlo.
Succedono cose incredibili. Persone diagnosticate senza possibilità di errore come malate di cancro dalla medicina ufficiale dopo estesi e complessi esami clinici, e con la previsione dei mesi che rimanevano di vita, sono ritornate dopo essere state guarite altrove, per farsi rivedere da chi aveva fatto la diagnosi. La conclusione è stata che se il paziente è guarito non era cancro, è stato un errore nella diagnosi.

Scienza medica ignorante?

IndecisoA volte diventa davvero difficile credere che vi sia un’ignoranza così diffusa e un’incapacità di osservare e di trarre corrette conclusioni, specialmente da parte di chi ha studiato per uno scopo specifico e cioè quello di risolvere le malattie che affliggono i suoi simili.
E’ comunque comprensibile pensare che se dei principi astrusi e delle teorie prive di fondamento veramente scientifico, come la teoria dei germi di Pasteur, per dirne una, vengono insegnati nelle università dalle somme autorità e sono appresi come preconcetti e considerati veri dagli studenti, otterremo un laureato molto confuso.
Da una parte ha dato per scontato che quello che gli è stato insegnato è la verità, dall’altra vede che non ottiene risultati, perché le persone ammalate aumentano e sorgono pure nuove malattie.
A quel punto può attribuire a se stesso la sorgente della sua incapacità, mentre questa deriva dal fatto che i metodi che gli sono stati richiesti di applicare per guarire il malato, per esempio prescrivere farmaci per far sparire un sintomo, non funzionano veramente. Poi c’è anche il caso di chi continua imperterrito a prescrivere farmaci veramente convinto di guarire, perché ha visto che dopo che ha preso la morfina il paziente ora non ha più il dolore e considera questa una guarigione.
Qui si trova di fronte a dover fare delle scelte:
  • o trova una sua propria strada intenzionato a trovare delle vere soluzioni, con risultati concreti di reale guarigione.
  • o continua a fare il medico ortodosso, prescrivendo o tagliando, sia con la convinzione che non sta guarendo un accidenti, sia con la convinzione di fare la cosa giusta.
Poi ci sono quelli che sono entrati nel business e attaccano tenacemente chiunque possa mettere in pericolo la baracca (basta guardare gli attacchi contro Di Bella e contro il Dr.Hamer) e fanno continua propaganda dei farmaci, sotto forma di “consigli” di vaccinare tutta la popolazione per le varie influenze in arrivo, tanto per fare un esempio.
Ora vediamo un paio di esempi di situazioni in cui sembra assurdo che non vi sia alcuna o poca attenzione nonostante la pericolosità per la salute di chi si trova coinvolto. Sono così frequenti, ognuno di noi può osservarle intorno a se con i propri occhi, ma pochi sanno cosa stanno osservando.
Vediamo la situazione dei bambini con la “pancettina”. Ho sentito dire spesso che è normale che alcuni bambini abbiano la pancia. Quando ho chiesto perché un bambino aveva quella pancia, una pediatra mi ha risposto: “Mangiano con appetito.”
colon dilatato
Quello che vedete è un oltraggio fatto a qualunque bambino a cui si permetta di arrivare a quel punto, e anche molto prima. Quando ci si nutre con una dieta onnivora, dato che onnivori non siamo, nonostante le continue asserzioni da parte degli specialisti dell’alimentazione, si ottengono quei risultati. Anche con una dieta mal combinata che omette la carne ma non i prodotti animali e la pasta può portare a quelle condizioni.
I bambini nudi del terzo mondo con la pancia enorme e le membra esili, le cui fotografie spesso sono usate per convincere le persone a fare offerte per comprare del cibo per loro, sono ridotti così a causa dei cibi preparati con le farine, donate dai paesi ricchi (ma poco intelligenti), con cui si pretendeva di sfamarli.
Molti bambini in quelle condizioni, anche molto meno evidenti, manifestano sintomi tipici dell’ADHD e vengono erroneamente diagnosticati come affetti da ADHD (sindrome fra l’altro inventata) a cui poi vengono prescritti potenti psicofarmaci.
Per aver altri dati inerenti all’argomento visita anche la pagina Il colon: sistema fognario o pozzo nero?

Fino all’assurdo

addome dilatato
L’addome dilatato e l’ernia.
Un uomo di 66 anni, etichettato come schizofrenico cronico, che viveva in una casa di cura, è stato ricoverato al pronto soccorso per stitichezza accompagnata da forti dolori addominali e respiro corto. La sua cartella clinica proveniente dalla casa di cura indicava che aveva un vigoroso appetito nonostante non andasse di corpo da più di un mese. Dopo alcuni minuti di visita il paziente è diventato letargico e insensibile ed è stato di conseguenza intubato. La sua temperatura era 39° e i globuli bianchi erano 22.000 per mm . Aveva un’ernia, il suo addome era estremamente dilatato e solido. Esami fatti rilevarono che non c’era aria nel lato destro del colon. In sala operatoria è stato rimossa un grossa sezione dell’intestino dilatata ed ischemica. Il paziente è morto dopo 3 giorni per sepsi fulminante.
sezione grosso colon
Il segmento del colon asportato
Quì c’è da chiedersi come è possibile che ad una persona che non sta andando di corpo da un mese, e questo è anche saputo perché è scritto nella sua cartella clinica, si presti aiuto solo quando si lamenta degli atroci dolori addominali.
Sembra che l’enfasi venga data al fatto che ha un forte appetito, e che quindi la persona sta bene. E il fatto che la persona ha una pancia enorme non viene trattato come una condizione fisica patologica da risolvere. E’ molto probabile che la schizofrenia attribuita a quella persona sia invece un sintomo di avvelenamento derivante dalle tossine accumulate nel colon. Avvelenamento incrementato da ulteriore assunzione di farmaci per “curare” la “schizofrenia.”
Quante persone conosciamo che hanno quelle grosse pance? Quante persone sono curate per malattie mentali quando in realtà sono avvelenate dalle tossine all’interno del colon? Nel colon avviene l’ultima elaborazione di quello che abbiamo mangiato. Lì avviene l’assorbimento dei liquidi e ciò che è rimasto dopo la digestione assume una consistenza solida e viene poi espulso. Ma se i liquidi assorbiti provengono da un colon pieno di residui putrefatti, cosa riceve l’organismo? Veleno.
Un colon intossicato col passare del tempo intossica anche altri organi del corpo, partendo da quelli più vicini fino a quelli più lontani. Non è necessario avere una pancia enorme per essere in quella condizione tossica, è sufficiente che materiale putrefatto molto tossico sia stato incistato dal muco e incollato alle pareti del colon perché possa minare la salute, pur non essendo così visibile.
cane grasso
Anche gli animali possono soffrire di questi problemi quando vengono alimentati da persone che ignorano cosa dovrebbero dare a loro da mangiare. Quando vedi in giro quei cani “belli cicciotti e simpatici” in realtà stai osservando cani malati con un colon pieno di cibo putrefatto e indigesto. Il cimurro è uno dei sintomi di un colon in quelle condizioni.
Queste condizioni possono essere risolte senza operazioni chirurgiche né somministrazione di farmaci di sintesi. Purtroppo portare a conoscenza queste possibilità spetta ai singoli individui perché non esiste supporto da parte della scienza ufficiale per ovvie ragioni, come esposto nell’articolo Perchè la gente crede quasi a tutto .
Medicinenon.it e Arnoldehret.it sono due siti di Luciano Gianazza.
Medicinenon.it è da molti anni un punto di riferimento per chi vuole liberarsi della disinformazione e poi acquisire la corretta conoscenza.
ArnoldEhret.it è il sito ufficiale degli insegnamenti di Arnold Ehret, raccolti nei suoi libri, fra i quali Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco è un best seller internazionale. Arnold Ehret ha ritrovato il sentiero, di cui si era persa ogni traccia secoli fa, che porta all'alimentazione naturale dell'Uomo e alla salute perfetta in quanto ripristina la naturale capacità del corpo umano di disintossicarsi da tossine e veleni. In questo mondo avvelenato, il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco fornisce i fondamenti per un'alimentazione e stile di vita che sono essenziali per la buona riuscita dei vari protocolli di disintossicazione.
Tutti i libri originali di Arnold Ehret sono reperibili sul sitowww.arnoldehret.it | Libri

by Luciano Gianazza • 30 dicembre 2012



L'origine dell'ano.

Da uno studio norvegese, tutto quello che aveste voluto sapere sull'orifizio anale, ma non avete mai osato chiedere. Diciamolo: non è facile parlare dell'ano senza suscitare qualche sorrisetto sotto i baffi. Forse perché siamo abituati ad associare l'apertura apparentemente meno nobile con giochi di parole e doppi sensi. Eppure, la storia delle origini biologiche dell'ano (dal latino anus: cerchio, orifizio) ci racconta in che modo gli animali si sono evoluti e differenziati, diventando in molti casi creature estremamente sofisticate.

Non deve quindi stupire che sulla rivista Zoologischer Anzeiger sia stato pubblicata una ricerca che descrive, con un grado di approfondimento senza precedenti, il percorso evolutivo dell'orifizio anale, che va di pari passo con quello del sistema digerente. L'articolo, dal titolo Getting to the bottom of anal evolution, riporta anche numerosi esempi insoliti, dimostrando ancora una volta quanto possa essere sfaccettata e misteriosa la natura. E dimostrando soprattutto un aspetto che forse diamo molto per scontato: l'ano è un organo molto importante; per molti animali uno dei più importanti; una struttura essenziale  che cambia il modo in cui funziona il sistema digestivo di un'animale.

UNA RICERCA ORIGINALE. 
Gli autori della ricerca sono Andreas Hejnol e Chema Martín-Durán, due biologi molecolari dell'Università di Bergen, in Norvegia. Come ha sottolineato Hejnol su BBC Earth, negli ultimi anni gli scienziati si sono soffermati sullo studio di svariati organi e sistemi biologici «ma l'apertura anale è stata largamente trascurata». Eppure, si tratta di un "organo" che nel corso de tempo non ha mancato di riservare sorprese. «È affascinante capire come i cambiamenti a livello molecolare durante l'evoluzione – ha detto Hejnol – abbiano portato alla formazione di questa porzione di intestino».

UNO, NESSUNO, CENTOMILA. 
La presenza dell'ano è collegata al grado di evoluzione e complessità dell'apparato digerente, che negli esseri viventi ha il compito di introdurre, digerire e assorbire i nutrienti contenuti nel cibo, eliminando le sostanze non utilizzabili per il metabolismo sotto forma di feci. Là dove è assente un vero sistema digerente, come nelle spugne di mare (phylumPorifera), manca ovviamente anche l'orifizio anale.

In acqua, troviamo specie con un apparato digerente molto semplice costituito da una singola sacca, comunicante verso l'esterno per mezzo di un'unica apertura, che serve per ingerire gli alimenti ed espellere i residui nell'ambiente esterno – questi organismi vengono definiti aprocti.
Gli animali provvisti di uno sbocco secondario per l'espulsione delle feci sono detti proctodeati (nella foto, un gibbone dalle mani bianche mostra il fondoschiena). 
Quelli con un'unica apertura, orale, che funge sia da bocca che da ano, sono classificati come aprocti.
È il caso di molte creature "gelatinose" che vivono negli oceani, come le meduse, i coralli o gli anemoni, tutti appartenenti al phylum Cnidaria.

La conta diventa più difficile quando si punta la lente di ingrandimento sui Platelminti (i cosiddetti vermi piatti), un phylum che comprende oltre 25mila specie, tra cui molti parassiti che infestano anche l'uomo. Qui, la domanda "quanti ani hai" non cela alcun tipo di presa in giro: ci sono infatti alcuni esemplari senza ano, altri con un unico sbocco di andata-ritorno, e altri ancora con uscite multiple.  Come ilThysanozoon nigropapillosum, la cui zona ventrale è cosparsa di un numero considerevole orifizi.

UN PASSO AVANTI NELL'EVOLUZIONE. 
Avere un canale alimentare con due aperture, come accade di regola negli esseri viventi più evoluti, ha due principali vantaggi. «In primo luogo – ha spiegato Martín-Durán – un animale può assumere nuovi alimenti mentre sta ancora digerendo il pasto precedente. Provate a immaginare se dovessimo attendere di pranzare perché non abbiamo ancora eliminato i resti della colazione». Inoltre, un apparato digerente che prevede la bocca e l'ano, si può differenziare, sviluppando organi e sezioni con funzioni specifiche.
Nell'uomo, ad esempio, il pasto affronta un lungo percorso che passa per bocca, faringe, epiglottide, esofago, stomaco, intestino tenue ed infine intestino crasso, la cui porzione più distale è appunto l'orifizio anale. «È difficile immaginare un processo di trasformazione del cibo ugualmente efficiente con una sacca che manca di un'apertura anale», ha concluso Martín-Durán.

ASCESA E CADUTA. 
Mentre i vantaggi per il sistema digerente appaiono chiari, risulta più difficile capire quando e in che modo l'ano si sia originato nel corso dell'evoluzione. Stando ad Hejnol e Martín-Durán un ruolo chiave spetterebbe a due geni, Brachyury e ParaHox, presenti in quasi tutti gli animali e responsabili della formazione dei tessuti che modellano l'orifizio. Curiosamente, dopo la comparsa di questi geni in un antenato comune ancora da individuare, diverse specie potrebbero avere subito una seconda ondata evolutiva, che le ha spinte a perdere nuovamente l'ano. Ma il motivo per cui alcuni organismi elementari avrebbero ottenuto un vantaggio dalla scomparsa di uno strumento biologico così importante, resta per i due studiosi un mistero che richiederà ulteriori ricerche.

UN TABÙ CHE CADE. 
Gli studi di Hejnol e Martín-Durán forniscono anche prove molto interessanti per collegare l'evoluzione del ano a un'altra struttura, quella che gli animali utilizzano per il sesso. I due si sono concentrati su un gruppo di animali chiamati aceli che, in termini evolutivi, sono estremamente primitivi. Simili a piccoli vermi appiattiti, non più lunghi di due millimetri, queste creature vivono libere nel mare. Non hanno per niente intestino, né ano e sono anche provi dell sistema circolatorio e respiratorio. In sostanza non hanno alcuna cavità del corpo; i loro corpi sono solidi. Ma per riprodursi creano sperma, che viene rilasciato attraverso un'apertura nel corpo chiamato gonoporo,  una cavità genitale presente anche in diversi altri invertebrati che serve proprio per rilasciare lo sperma e le uova.

La  congettura è che l'evoluzione dell'ano vada a braccetto con quella del gonoporo e gli studi genetici condotti da Hejnol, Martín-Durán e altri colleghi sembrano confermarlo.

«La nostra ipotesi è che l'apertura anale abbia qualche connessione evolutiva con il gonoporo – ha spiegato Hejnol alla BBC –, ma  questo naturalmente rende l'intero argomento ancora più delicato. D'altra parte la natura è così: non si preoccupa dei tabù nella società umana».

LO SAPEVATE CHE... 
Esiste un ristretto gruppo di animali che sembrano avere ciò che Hejnol e Martín-Durán descrivono come un ano "transitorio". Un minuscolo verme della famiglia Haplognathia, lungo pochi millimetri, possiede un'apertura temporanea attraverso la quale si ritiene possa occasionalmente defecare, sebbene non esistano prove dirette a supporto dell'ipotesi. 
Un analogo ano transitorio si trova in un microscopica creatura di recente scoperta, ribattezzata Micrognathozoa, che vive nelle sorgenti calde dell'Isola di Disko, in Groenlandia.

Uno dei casi più curiosi è però quello dell'Ananteris balzani, un raro scorpione sudamericano che in casi eccezionali perde l'orifizio anale. Per sfuggire all'attacco di un potenziale predatore, lo scorpione si priva di una parte della coda, attraverso un meccanismo difensivo noto come autotomia, comune anche alle lucertole. Lo stratagemma ha però una controindicazione, ovvero la perdita dell'ano, che è posizionato nelle vicinanze del pungiglione. Dato che la coda non si rigenera, l'artropode non ha più modo di defecare e le sostanze non assorbite dall'organismo si accumulano nell'addome, esercitando una pressione che può aprire dei varchi temporanei verso l'esterno. Nonostante le nuove condizioni di vita non siano ottimali, l'Ananteris balzani può sopravvivere fino a 8 mesi dalla perdita dell'ultimo tratto intestinale.


Negli uccelli, negli anfibi, nei rettili, in alcuni pesci e nei monotremi (l'ordine di mammiferi di cui fa parte l'ornitorinco) l'ano è fuso con le terminazioni dell'apparato genitale e dell'apparato urinario. Lo stesso orifizio, noto come cloaca,  serve quindi per espellere i rifiuti liquidi e solidi, ma anche per l'accoppiamento e la deposizione delle uova.

http://www.focus.it/scienza/scienze/origine-ano




La parte finale dell'apparato digerente umano. Il colon, che fa parte dell'intestino crasso, si divide in quattro sezioni: ascendente, traverso, discendente, sigma. L'ultima porzione sfocia nel retto, che comunica con l'esterno mediante l'orifizio anale. | JACOPIN/BSIP/BSIP/CORBIS



Gli aceli possono aiutarci a scoprire l'origine dell'ano. | ERIC ROTTINGER/KAHIKAI.ORG




Per salvarsi la vita lo scorpione Ananteris balzani rinuncia a parte della coda, ano compreso. Le linee tratteggiate mostrano i possibili punti di rottura. | MATTONI ET AL





 

Nessun commento:

Posta un commento