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domenica 7 luglio 2013

EPOPTEIA, LA RIVELAZIONE DELLA SAGGEZZA DIVINA CONCEDE L'ESPERIENZA DEL SÉ, CIOÈ L'ESPERIENZA CHE COMPRENDENDO E REALIZZANDO IL SENSO DELLA PROPRIA VITA, SI RITROVA ANCHE IL SENSO DEL TUTTO DEL QUALE LA PROPRIA SINGOLA VITA FA PARTE


Nelle tradizioni artistiche filosofiche religiose più significative, a qualsiasi orizzonte esse appartengano, al culmine del cammino (si chiami Grande Opera, Grande Mistero o altro) L'EPOPTEIA, LA RIVELAZIONE DELLA SAGGEZZA DIVINA CONCEDE L'ESPERIENZA DEL SÉ, CIOÈ L'ESPERIENZA CHE COMPRENDENDO E REALIZZANDO IL SENSO DELLA PROPRIA VITA, SI RITROVA ANCHE IL SENSO DEL TUTTO DEL QUALE LA PROPRIA SINGOLA VITA FA PARTE. Jung parla di ENTELECHIA che si raggiunge a coronamento del processo di individuazione (in cui IL SINGOLO RICONOSCE LO STATO DI NON SEPARAZIONE, DI NON DIVISIONE DAL TUTTO). L'iniziato, colui che ha ottenuto prima della morte la vera conoscenza, e ha raggiunto così l'individuazione, «... essendo non-diviso , dunque senza le parti o membra che componevano la sua forma terrena (sottomessa alla quantità: contato, pesato, diviso), È LIBERATO DALLE CONDIZIONI DELL'ESISTENZA INDIVIDUALE (...). L'essere non è affatto assorbito quando ottiene la liberazione, anche se così può sembrare dal punto di vista della manifestazione, per la quale la trasformazione appare come una distruzione (...) è invece dilatato oltre ogni limite... poiché ha effettivamente realizzato la pienezza delle sue possibilità.» (R. Guénon , L'Homme et son devenir selon le Vêdânta, 1925 , tr. it. 1992).
L'INDIVIDUO NON È ALTRO CHE LA SPECIFICA ATTUAZIONE DI UNA POTENZIALITÀ CUSTODITA FIN DALL'INIZIO IN SENO ALL'ASSOLUTO, anche se tale attuazione viene descritta in termini di separazione, caduta, distacco, assunzione di forme sempre più stringenti, sottili prima, materiali poi. E reciprocamente il percorso inverso del ritorno all'unità può essere descritto come perdita progressiva delle determinazioni e delle differenze specifiche assunte in precedenza.
Naturalmente si tratta di espressioni metaforiche. Infatti, mai l'individuo potrebbe realmente uscire e staccarsi dal principio per la semplice insuperabile ragione che oltre il principio non c'è niente e che il principio non ammette un oltre . E l'assunzione di forme individuali (in una parola l'individuo) è dunque un evento completamente interno al principio dal quale non poteva separarsi e al quale di conseguenza non poteva ricongiungersi. Così IL COSIDDETTO PERCORSO DELLA LIBERAZIONE O TRASFORMAZIONE, DEVE ESSERE INTESO SIMBOLICAMENTE COME UNA SORTA DI RIAPPROPRIAZIONE DELLO STATO PRECEDENTE A QUELLO DELLA MANIFESTAZIONE DELLA FORMA. Lo stato della forma non viene distrutto, o riassorbito perché niente si era mai in realtà allontanato. L'unica possibilità è una radicale intensificazione di ciò che si è, rompere ogni argine frapposto alla completa realizzazione, evitare la fissazione a metà strada. Dunque, il singolo individuo in cui si esprime necessariamente una realizzazione del Tutto (o del Principio) senza che con ciò il Tutto (o il Principio) si allontani da sé e si frantumi, può scoprire, riconoscere, vivere il rapporto interno con il Tutto (o con il Principio), proprio a partire da ciò che egli realizza in sé stesso.
Perché sia la formazione sia la tras-formazione risiedono da sempre in seno al Tutto, e la liberazione o la felicità consiste nella raggiunta consapevolezza (che investe tutto l'essere individuale) che l'individuo è nel tempo stesso necessario e non necessario e che egli deve vivere nell'unione con il Tutto il senso di ciò che ogni individuo è.

Maria Pia Rosati da il filo di atopon


entelechia è un termine aristotelico ripreso dai neoplatonici e poi da Leibniz che conciliò l'entelechia aristotelica con la visione neoplatonica, facendone una proprietà essenziale della monade, cioè di ogni "centro di energia", capace di svilupparsi autonomamente verso la propria meta: ogni monade non riceve alcun impulso dall'esterno, ma tutte insieme formano un complesso unitario, retto al suo interno da un'armonia prestabilita da Dio, Monade suprema. Esse sono infatti coordinate al pari di tanti orologi, funzionanti per conto proprio ma sincronizzati tra di loro
(Wikipedia)


la rappresentazione della monade è interessante perché descrive bene un'energia pulsante dall'interno, in grado di autoalimentarsi... Quando ne è stato raggiunto un discreto livello si può anche rivolgersi all'altro, senza fagocitarne l'energia, ma sincronizzandosene soltanto. E' ciò a dar vita a processi creatori interessanti, infiniti e soddisfacenti

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