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martedì 20 novembre 2012

Michel Onfray. Trattato di Ateologia. Dio infatti non è né morto né moribondo - contrariamente a quanto pensavano Nietzsche e Heine. Né morto né moribondo perché non mortale. Una finzione non muore, un'illusione non trapassa mai, un racconto per bambini non si confuta. Né l'ippogrifo né il centauro subiscono la legge dei mammiferi. Un pavone e un cavallo sì: un animale del bestiario mitologico no. Dio appartiene al bestiario mitologico, come migliaia di altre creature registrate sotto uno degli innumerevoli lemmi dei dizionari, tra Demetra e Dionisio.

Gli uomini creano Dio a loro immagine rovesciata
Mortali, finiti, limitati, addolorati per queste costrizioni, gli umani ossessionati dalla completezza inventano una potenza dotata esattamente delle qualità opposte: rivoltano i loro difetti come un guanto e fabbricano le qualità davanti alle quali si inginocchiano e si prosternano. Sono mortale? Dio è immortale; sono finito? Dio è infinito; sono limitato? Dio è illimitato; non so tutto? Dio è onnisciente; non posso tutto? Dio è onnipotente; non sono dotato del talento dell' ubiquità?? Dio è onnipresente; sono creato? Dio è increato; sono debole? Dio incarna l' Onnipotenza; sono sulla terra? Dio è in cielo; sono imperfetto? Dio è perfetto; sono nulla? Dio è tutto... La religione diventa quindi la pratica di alienazione per eccellenza: essa implica la frattura dell' uomo con se stesso e la creazione di un mondo immaginario nel quale la verità si trova legittimata in modo fittizio. 
Michel Onfray

[...] Dio infatti non è né morto né moribondo - contrariamente a quanto pensavano Nietzsche e Heine. Né morto né moribondo perché non mortale. Una finzione non muore, un'illusione non trapassa mai, un racconto per bambini non si confuta. Né l'ippogrifo né il centauro subiscono la legge dei mammiferi. Un pavone e un cavallo sì: un animale del bestiario mitologico no. Dio appartiene al bestiario mitologico, come migliaia di altre creature registrate sotto uno degli innumerevoli lemmi dei dizionari, tra Demetra e Dionisio. [...] L'ultimo Dio sparirà con l'ultimo uomo. E con lui spariranno il timore, la paura, l'angoscia, macchine per creare divinità. Il terrore di fronte al nulla, l'incapacità di considerare la morte come un processo naturale, inevitabile, col quale è necessario venire a patti, davanti al quale solo l'intelligenza può essere efficace. [...] La morte di Dio presuppone l'addomesticamento del nulla. Noi siamo lontani anni luce da un tale progresso ontologico.
Michel Onfray, Trattato di Ateologia







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