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venerdì 26 ottobre 2012

Kalokagathia. significa, letteralmente, BELLO E BUONO: quest'ultimo aggettivo deve essere anche inteso come SINONIMO DI "VALOROSO" IN GUERRA. NELLA CULTURA ELLENICA VENIVA PERTANTO COSÌ INDICATO L'IDEALE DI PERFEZIONE UMANA: L'UNITÀ NELLA STESSA PERSONA DI BELLEZZA E VALORE MORALE, UN PRINCIPIO CHE COINVOLGE DUNQUE LA SFERA ETICA ED ESTETICA ED ESTENDE LA PROPRIA INFLUENZA ANCHE SULLA PRODUZIONE ARTISTICA (come nel celebre Discobolo di Mirone). Il concetto fu poi recepito dai Romani.




Kalokagathia è l'adattamento di un'espressione greca (καλὸς κἀγαθός, kalòs kagathòs, crasi di καλὸς καὶ ἀγαθός, kalòs kai agathòs ). Il termine esprime come sostantivo astratto il concetto condensato nella coppia di aggettivi καλός καγαθός ("kalòs kagathòs" è la crasi di καλός καi αγαθός), la cui polirematica significa, letteralmente, BELLO E BUONO: quest'ultimo aggettivo deve essere anche inteso come SINONIMO DI "VALOROSO" IN GUERRA. NELLA CULTURA ELLENICA VENIVA PERTANTO COSÌ INDICATO L'IDEALE DI PERFEZIONE UMANA: L'UNITÀ NELLA STESSA PERSONA DI BELLEZZA E VALORE MORALE, UN PRINCIPIO CHE COINVOLGE DUNQUE LA SFERA ETICA ED ESTETICA ED ESTENDE LA PROPRIA INFLUENZA ANCHE SULLA PRODUZIONE ARTISTICA (come nel celebre Discobolo di Mirone). Il concetto fu poi recepito dai Romani.

Oltre a questo la kalokagathia in senso lato INDICA LA REALE FUSIONE, PER LA CULTURA GRECA ANTICA, DI ETICA ED ESTETICA; PER CUI CIÒ CHE È BELLO DEVE NECESSARIAMENTE ESSERE BUONO E VICEVERSA. Di conseguenza CIÒ CHE È INTERIORMENTE CATTIVO SARÀ ANCHE BRUTTO FUORI. È un concetto antico che, malgrado il suo indubbio fascino, È RITENUTO ORMAI SUPERATO E NON PIÙ CONDIVISIBILE.

NEL MITO, ACHILLE E MEMNONE INCARNANO TOTALMENTE IL CONCETTO GRECO; L'ESATTO CONTRARIO, INVECE, È RAPPRESENTATO DA TERSITE (un soldato semplice che compare in un tratto dell'Iliade, quando esorta i commilitoni ad abbandonare la guerra di Troia, ma viene interrotto da Ulisse che, incitato dagli dei, convince i soldati a restare, in disaccordo con Tersite, che verrà brutalmente picchiato dall'eroe di Itaca per il tentativo di ammutinamento).

Vi sono peraltro due personaggi mitologici per i quali non si può parlare di kalokagathìa nonostante la loro grande bellezza, poiché non si mostrano valorosi. Si tratta di PARIDE, soldato vile e infingardo durante la decennale guerra di Troia (da lui anche provocata), e di NARCISO, ragazzo indifferente alle armi e all'amore, tranne quello per sé stesso.

 Nella filosofia greca:
 La prima elaborazione filosofica del concetto arriva con Platone.
IN PLOTINO, LA VISIONE DELLA VERITÀ E LA CONTEMPLAZIONE DI DIO SONO POSTI COME FINE ULTIMO DELLA VITA UMANA. L’ANIMA NON DEVE FERMARSI ALLA BELLEZZA RICONOSCIBILE CON I 5 SENSI in quegli oggetti dove esiste una forma prevalente sulle altre che le rende un tutt’uno omogeneo, ma TENDERE ALL’IDEA DI BELLEZZA IN SÉ, proprie di tutte le idee e che PUÒ ESSERE COLTA SOLO CON LA MENTE, NON CON I SENSI. DAL BENE EMANA QUESTA BELLEZZA, sebbene siano identici, il Bene è una realtà ancora al di sopra della bellezza delle idee.

Personaggi della mitologia classica caratterizzati da Kalokagathia:

Achille
 Adone
 Aiace Telamonio
 Alcatoo
 Anchise
 Anfinomo
 Asture
 Ati
 Camerte
 Cidone e Clizio
 Ciparisso
 Cizico
 Clauso
 Eurialo e Niso
 Euripilo (il figlio di Telefo)
 Ganimede
 Giacinto
 Idomeneo
 Ifidamante (il figlio di Antenore)
 Ila
 Ipsenore (il sacerdote troiano figlio di Dolopione)
 Lauso
 Memnone
 Menelao
 Molione
 Nireo (il capo acheo)
 Oritaone
 Patroclo
 Perseo
 Polidoro (il figlio di Priamo e Laotoe, da non confondere col fratellastro omonimo, che aveva per madre Ecuba)
 Reso
 Rigmo
 Serrano
 Simoesio
 Troilo
 Turno
 
 Memnone, in assoluto l'eroe più bello e più buono della mitologia classica, in un'incisione di Bernard Picart (1673-1733).

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