giovedì 12 gennaio 2012

Khalil Gibran. E un uomo disse: Parlaci della Conoscenza. Esiste qualcosa di più grande e più puro rispetto a ciò che la bocca pronuncia. Il silenzio illumina l'anima, sussurra ai cuori e li unisce. Il silenzio ci porta lontano da noi stessi, ci fa veleggiare nel firmamento dello spirito, ci avvicina la cielo; ci fa sentire che il corpo è nulla più che una prigione, e questo mondo è un luogo d'esilio.

Sulla Conoscenza. 
"E un uomo disse: Parlaci della Conoscenza. Il morso della conoscenza mastica il pensiero nel luogo più oscuro dell’esistenza, ma solo i vostri cuori nascondono nei loro silenzi i segreti dei giorni e delle notti. Ma sono le vostre orecchie ad essere assetate dei rumori che dormono nel cuore. Con quale canto vorreste esprimere le parole che avete sempre pensatoE toccare con mano il corpo nudo dell’umano pensiero. Ed è bene che così sia. Sappiate che la fonte nascosta della vostra anima dovrà necessariamente effondersi e fluire mormorando verso il mare. E il tesoro della vostra infinita profondità si mostrerà ai vostri occhi. Ma non è con la bilancia che valuterete questo sconosciuto tesoro. E non scandaglierete con asta o sonda le profondità della vostra conoscenza. Poiché l’essere è un mare sconfinato e incommensurabile. Non dite: "Ho trovato la verità", ma piuttosto, "Ho trovato una verità". Non dite: "Ho trovato il sentiero dell’anima", ma piuttosto, "Ho incontrato l’anima in cammino sul mio sentiero". Poiché l’anima cammina su tutti i sentieri. L’anima non procede in linea retta, e neppure cresce come una canna. L’anima si schiude, come un fiore di loto dagli innumerevoli petali".
Khalil Gibran


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