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sabato 14 gennaio 2012

Gregory Bateson. Mente e Natura un'unità necessaria.

Ogni scolaretto lo sa?
"Mi resi conto con spaventosa chiarezza che negli Stati Uniti e in Inghilterra, e immagino in tutto l'Occidente, la scuola evitava con tanta cura tutti i problemi cruciali, che avrei dovuto scrivere un altro libro per spiegare quelle che a me sembravano idee elementari che interessano l'evoluzione e quasi ogni altra indagine biologica o sociale, o addirittura la vita quotidiana fino all'atto stesso del mangiareL'istruzione ufficiale non insegna quasi nulla riguardo alla natura di tutte le cose che si trovano sulle spiagge e nelle foreste di sequoie, nei deserti e nelle pianure.
Perfino molti adulti con figli non sono in grado di fornire una spiegazione soddisfacente di concetti come entropiasacramentosintassinumeroquantitàstrutturadisegnorelazione linearenomeclassepertinenzaenergiaridondanzaforzaprobabilitàpartituttoinformazionetautologiaomologiamassamessaspiegazionedescrizionelegge dimensionaletipo logicometaforatopologia, eccetera. Che cosa sono le farfalleChe cosa sono le stelle di mareChe cosa sono la bellezza e la bruttezza?"
Gregory Bateson, Mente e natura, un'unità necessariapag. 2, Adelphi Edizioni, Milano 1984
Gregory Bateson, conferenza tenuta nella Cattedrale di Saint John the Divine a New York il 17 novembre 1977

(...) Mi parve che nello "Scolaretto" stessi formulando idee estremamente elementari sull'"epistemologia" (si veda il Glossario), cioè su "come noi conosciamo le cose in genere". Nel pronome "noi" comprendevo, naturalmente, la stella di mare e la foresta di sequoie, l'uovo in corso di segmentazione e il Senato degli Stati Uniti. E fra le cose in genere che queste creature conoscono, ciascuna a suo modo, comprendevo: “come crescere secondo una simmetria pentagonale”, “come sopravvivere a un incendio nella foresta”, “come crescere mantenendo la stessa forma”, “come apprendere”, “come scrivere una costituzione”, “come inventare e guidare un'automobile”, “come contare fino a sette” e così via.
(...) vi comprendevo “come evolvere”, poichè‚ mi pareva che tanto l'evoluzione quanto l'apprendimento dovessero conformarsi alle stesse regolarità formali o, come si dice, leggi.
Insomma, cominciavo a usare le idee dello "Scolaretto" per riflettere non sul nostro sapere, ma su quel "più ampio sapere" che è la colla che tiene insieme le stelle e gli anemoni di mare, le foreste di sequoie e le commissioni e i consigli umani. I miei due manoscritti stavano diventando un unico libro, perchè‚ vi è un unico sapere che caratterizza tanto l'evoluzione quanto gli "aggregati" umani, anche se le commissioni e le nazioni possono sembrare stupide a genii bipedi come voi e me. Stavo superando quel confine che si suppone racchiuda l'essere umano. In altre parole, mentre scrivevo, la mente diventò, per me, un riflesso di vaste e numerose porzioni del mondo naturale esterno all'essere pensante. Nell'insieme, non erano gli aspetti più rozzi, più semplici, più animaleschi e primitivi della specie umana che venivano riflessi nei fenomeni naturali; erano piuttosto gli aspetti più complessi, gli aspetti estetici, involuti ed eleganti degli uomini che riflettevano la natura. Non era la mia avidità, la mia risolutezza, la mia cosiddetta 'animalità', non erano i miei cosiddetti 'istinti' e così via che io ravvisavo dall'altra parte di quello specchio, nella 'natura'. Quello che vi vedevo erano invece le radici della simmetria umana, la sua bellezza e la sua bruttezza, l'estetica, la sensibilità stessa dell'uomo e quel pizzico di saggezza che gli è proprio. La sua saggezza, la grazia del suo corpo, persino la sua abitudine di fare begli oggetti sono altrettanto 'animaleschi' quanto la sua crudeltà. Dopotutto, la parola stessa “animale” significa “dotato di mente o spirito ("animus")”.



GREGORY BATESON

Mente e natura, un'unità necessaria

Gregory Bateson (Grantchester, 9 maggio 1904 – San Francisco, 4 luglio 1980) è stato un antropologo, sociologo, psicologo e studioso di cibernetica britannico, il cui lavoro ha toccato anche molti altri campi.


Varrebbe forse la pena considerarlo provocatoriamente prima di tutto un filosofo, nel senso "classico" del termine, per la sua inimitabile capacità di passare da un campo all'altro dello scibile umano creando sintesi assolutamente originali che spesso sono state descritte come olistiche. Due delle sue opere più influenti sono Verso un'ecologia della Mente (Steps to an Ecology of Mind, 1972), e Mente e Natura (Mind and Nature, 1980). Bateson era figlio del famoso genetista William Bateson.



In vita, Bateson era famoso soprattutto per aver sviluppato la teoria del doppio legame per spiegare la schizofrenia. Lo studioso era il marito di Margaret Mead.


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Descrizione <======

Commento di Fausto Intilla (Inventore-divulgatore scientifico) f.intilla@bluewin.ch su www.ibs.it:

Nei suoi ultimi anni, Gregory Bateson, il maestro della «ecologia della mente», volle provare per una volta a esporre il suo pensiero – e soprattutto il modo di procedere del suo pensiero – in un solo libro: questo Mente e natura, che apparve nel 1979, pochi mesi prima della sua morte. In fondo, la preoccupazione centrale delle sue multiformi ricerche – che avevano toccato la biologia e l’antropologia, la psichiatria e l’epistemologia, lasciando ovunque tracce incancellabili – era stata sempre una sola: scoprire, descrivere, esplorare la «struttura che connette», quella struttura che è la risposta a una domanda qui presentata sulla soglia del libro: «Quale struttura connette il granchio con l’aragosta, l’orchidea con la primula e tutti e quattro con me? E me con voi? E tutti e sei noi con l’ameba da una parte e con lo schizofrenico dall’altra?». Sono queste le domande prime e ultime – e troppo spesso sono proprio quelle che vengono schivate. Con il suo sbalorditivo dono pedagogico, Bateson ci mostra come porle subito – e ci mostra anche che esse riappaiono intatte, come una sfida, alla fine di ogni processo conoscitivo. Comunque, se a una risposta dobbiamo avvicinarci, la via regale sarà, per Bateson, quella di porsi un’ulteriore domanda: che cos’è la mente? Così questo libro andrà considerato quale «inizio di uno studio su come pensare all’attività del pensare». Lo sforzo maggiore di Bateson consiste qui nell’isolare alcune caratteristiche irriducibili della mente – e nel mostrare l’intrecciarsi altrettanto irriducibile fra pensiero ed evoluzione. È questa la parte più nuova e più audace del libro, che Bateson illustra con i suoi accenni rapidi, appuntiti, carichi di potenziali sviluppi. Esempi, analisi, accostamenti imprevisti vengono così a suffragare la convinzione originaria di Bateson: quella che il conoscere, il conoscere di ciascuno di noi, sia «una piccola parte di un più ampio conoscere integrato che tiene unita l’intera biosfera o creazione». 





Dr.ssa Cecilia Coccia:

                                                             "Mente e natura"
                                                             di Gregory Bateson

"Mente e natura" è un libro complesso, ma proprio per questo affascinante, che presenta una prospettiva olistica basata sulle teorie della cibernetica, dei tipi logici, della genetica,...
Il "filo rosso" di questo saggio è la struttura che connette, cioè l'epistemologia che connette tutti i saperi. Bateson propugna infatti l'idea della sacra unità della biosfera e sostiene che tutte le realtà viventi sono connesse, hanno le caratteristiche proprie della mente e per questo possono essere comprese attraverso un modello comune.
L'autore sostiene che il pensiero è un processo stocastico, con variabili casuali, proprio come lo è l'evoluzione della specie.
Per dimostrare la validità del suo punto di vista, Bateson parte dalla descrizione dei processi più elementari, basilari, ma non per questo consapevoli, coinvolti nella formulazione di teorie, spiegazioni, ecc. Per arrivare a questo l'autore descrive una prova alla quale sottopose alcuni suoi studenti: portò a lezione un granchio bollito e chiese ai giovani di spiegare in che modo avrebbero potuto sostenere che si trattava di un essere vivente. Gli studenti, dapprima spaesati, cominciarono presto a fare delle connessioni, che consistono nel mettere in relazione due aspetti fra loro. Dette connessioni, secondo Bateson, possono essere di ordine diverso: esistono connessioni di I ordine, che consistono in similitudini e simmetrie all'interno della stessa creatura (ad esempio tra parte anteriore e parte posteriore dei granchio) e danno luogo a una struttura. Le connessioni di II ordine sono quelle che derivano dal confronto tra due individui di specie diversa (ad esempio il granchio e l'aragosta), mentre le connessioni di III ordine derivano dal confronto di due coppie di realtà (ad esempio granchio/aragosta e uomo/cavallo). Perciò la struttura che connette è una metastruttura.
Applicando questa struttura teorica ai sistemi umani si può quindi quindi affermare che la relazione interpersonale è una connessione di I ordine in quanto avviene tra due individui; il contesto è una connessione di II ordine perché oltre ad esserci due individui, ci sono due storie e per conoscerle bisogna avere elementi in più rispetto alla relazione; infine il metacontesto è una connessione di III ordine, poiché per conoscerlo bisogna avere ulteriori informazioni appartenenti a categorie logiche differenti.
Ad essere pertinenti, in relazione, possono essere gli esseri umani fra loro, ma anche ad esempio, le singole parole di una frase, oppure i vari elementi anatomici che costituiscono il corpo umano, o anche la foglia con la gemma e il picciolo. Bateson sostiene perciò che la migliore descrizione di una creatura o di un fenomeno scaturisce da una descrizione della relazione che intercorre tra l'oggetto studiato e ciò che gli è pertinente e non da ciò che la cosa costituisce in sé.
Bateson non fu uno psicoterapeuta familiare, ma un teorico e attraverso i suoi studi sull'epistemologia diede una base teorica scientifica valida per tutti i processi di conoscenza, compreso il colloquio psicologico. Infatti, la rilevanza data al concetto di "relazione" ha portato gli psicoterapeuti a sviluppare l'approccio familiare considerando il sintomo dell'individuo come un comportamento emerso all'interno di un sistema di relazioni e di conseguenza a voler conoscere il sistema, il contesto, nel quale queste relazioni hanno luogo.
Bateson ritiene che le premesse sulle quali si basa la conoscenza e di conseguenza anche l'insegnamento, l'apprendimento e la ricerca scientifica, siano superate. In particolare la logica aristotelica di "causa-effetto" appare inadatta a comprendere la realtà, poiché genera paradossi quando si è di fronte a eventi circolari, quando cioé interviene la variabile "tempo". L'autore abbraccia perciò il modello cibernetico, che consente una visione circolare anziché lineale degli eventi, in un mondo nel quale "le serie causali circolari sono piuttosto la regola che l'eccezione". Con questa nuova ottica si ammette che un cambiamento in una parte qualsiasi del fenomeno causerà cambiamenti in altre parti di esso e sarà difficile stabilire dove il processo è iniziato.
Anche il classico paradigma di Stimolo-Risposta, da decenni proposto come un evento lineale, si rivela insufficiente a spiegare il fenomeno dell'apprendimento, poiché non considera la retroazione che la risposta può avere sullo stimolo (si pensi ad esempio all'effetto incentivante o demotivante che l'interesse dell'alunno può esercitare sull'insegnante e quindi alle reciproche influenze che ognuno avrà sull'altro).
Bateson descrive delle verità semplici e immediate che ogni scolaretto sa in modo piuttosto intuitivo. Sarebbe l'insegnamento scolastico, con i suoi presupposti scientifici errati, a traviare il sapiente scolaretto, trasformandolo in un individuo che ignora le basi della epistemologia.
Secondo l'autore la scienza non è altro che un modo di percepire i fenomeni; i presupposti sono alla base del pensiero scientifico, ossia lo influenzano. Tuttavia uno degli aspetti del pensiero scientifico è quello di revisionare i presupposti, accantonarli se non sono più adatti e elaborarne di nuovi. La difficoltà nell'attuare questo processo sta nel fatto che i presupposti sono inconsapevoli, ma sfociano in prodotti consapevoli, quindi premesse scientifiche errate conducono anche a conclusioni scientifiche sbagliate.
I primi cinque paragrafi discutono la tesi della impossibilità di essere obiettivi nei processi di codificazione delle informazioni.
1) La scienza non prova mai nulla: secondo Bateson pensare che la scienza spieghi qualcosa è una presunzione: in realtà bisogna sperare nella semplicità di un evento perché questo sia prevedibile. Si percepisce per differenza, dunque al di sotto di una soglia non si ha arricchimento di cognizioni.
2) La mappa non è il territorio e il nome non è la cosa designata: quando c'è un pensiero o percezione o comunicazione sulla percezione vi è una codifica. Con una frase piuttosto colorita Bateson ci ricorda che quando pensiamo a porci o noci di cocco nella nostra mente non ci sono porci o noci di cocco, ma rappresentazioni e classificazioni di questi oggetti. Spesso però non si ha una distinzione logica tra il nome o simbolo e la cosa designata e questo può dar luogo a reazioni irrazionali: ci si può commuovere, ad esempio, di fronte a una bandiera perché essa è il simbolo della patria piuttosto che un pezzo di stoffa colorato.
3) Non esiste esperienza oggettiva: l'esperienza del mondo è sempre mediata dagli organi di senso e dalle vie neurali predisposte alla codifica delle informazioni, perciò ogni evento reale si traduce in una rappresentazione interna. In altre parole il pensiero, così come la scienza, sono modi di percepire e di dare un senso a ciò che vediamo, perciò è impossibile che siano oggettive.
4) I processi di formazione delle immagini sono inconsci: non si è consapevoli del processo di percezione, tuttavia ciò sfocia in prodotti consci. Bateson con la descrizione degli esperimenti sulle illusioni ottiche ci dimostra che gli organi di senso possono essere facilmente ingannati e ciò conferma la impossibilità di essere obiettivi.
5) La divisione in parti o totalità dell'universo percepito è vantaggiosa e forse necessaria, ma nessuna necessità determina come ciò debba essere fatto: l'autore introduce questo concetto attraverso la descrizione di un esperimento proposto ai suoi allievi: veniva disegnata una figura geometrica somigliante ad un esagono e un rettangolo adiacenti fra loro, denominata "esarettangolo", e si chiedeva agli allievi di dare una definizione dell'oggetto. La maggior parte degli studenti tracciava delle linee all'interno della figura, per frammentarla in figure geometriche meglio conosciute, altri preferivano interpretare l'esarettangolo nella sua totalità. Si evinceva dalle risposte ottenute che la spiegazione dell'oggetto scaturisce dalla descrizione , ma la descrizione contiene sempre elementi arbitrari.
I successivi tre presupposti riguardano gli aspetti del casuale e dell'ordinato. Qui l'autore introduce il parallelismo tra teoria evoluzionistica e pensiero come processi stocastici.
6) Le successioni divergenti sono imprevedibili: è errato pensare che la scienza possa prevedere tutto, poiché ci sono eventi imprevedibili. Ad esempio se colpiamo un vetro nessuno potrà stabilire a priori dove si verificherà la crepa, il modo in cui correrà la frattura; allo stesso modo se si sottopone una catena ad una trazione non sapremo quale sarà la maglia della catena che si spezzerà. Per prevedere queste cose non basta aumentare le conoscenze scientifiche.
7) Le successioni convergenti sono prevedibili: eventi quali il moto dei pianeti, la reazione chimica tra due elementi, la traiettoria delle palle da biliardo, ecc. sono prevedibili perché la descrizione si basa sul comportamento di una moltitudine di elementi; le leggi statistiche mediano tra le descrizioni del comportamento dell'individuo e quelle della massa.
8) Dal nulla nasce nulla: ciò è vero nel campo della materia e della energia, ma nel campo della comunicazione anche l'assenza di un messaggio ha significato in un determinato contesto. Creare significato è una abilità del ricevente: è impossibile non comunicare se sono presenti due individui e, contemporaneamente, non esiste comunicazione se un individuo è solo, dal momento che non c'è una persona a ricevere il messaggio.
Bateson evidenzia che il pensiero e l'evoluzione genetica sono costituiti da aspetti ordinati e aspetti casuali: è da quest'ultimo aspetto che gli organismi traggono le mutazioni genetiche e la scienza si riorganizza elaborando nuovi paradigmi.
9) Il numero è diverso dalla quantità: infatti il numero deriva dal contare, è una codifica, appartiene alla categoria del digitale, mentre la quantità consiste nel misurare, è una "idea formale immanente negli oggetti" perciò appartiene al mondo dell'analogico. Si pensi ad esempio al tipo di processo che avviene quando si guardano le carte da gioco (senza contare si sa immediatamente se si sta guardando un tre o un sette) o a quello che avviene quando si ha a che fare con quantità più grandi, che non possono essere desunte con una occhiata.
10) La quantità non determina la struttura: secondo Bateson questi sono concetti appartenenti a due tipi logici differenti, perciò non armonizzano bene entro la stessa operazione di pensiero. Al contrario vi è la tendenza a invocare quantità di energia, di tensione, per spiegare cambiamenti della struttura: secondo l'autore, se un agente provoca dei cambiamenti di una struttura, questi saranno imprevedibili e divergenti.
11) In biologia non esistono valori monotoni: cioé non esistono valori che o aumentano sempre o diminuiscono sempre, ma esistono valori minimi e massimi entro i cui intervalli gli organismi possono trarre i maggiori benefici.
12) Talvolta ciò che è piccolo è bello: la crescita impone delle strategie di adattamento agli esseri viventi, in particolare quando una soglia di tolleranza viene superata. La natura impone dei limiti di crescita, dal momento che spesso la crescita altera le proporzioni della creatura. I problemi relativi ai limiti di crescita sono risolti in modi diversi dai vari esseri viventi: alcune piante limitano il loro sviluppo in altezza, altre muoiono dopo aver prodotto la discendenza, negli animali la crescita semplicemente si arresta, ma non sappiamo esattamente come le cellule ricevono il messaggio di non riprodursi più.
Nei successivi enunciati l'autore mette in evidenza il fatto che la logica sia un modello inadatto a spiegare la realtà degli esseri viventi, poiché essa è applicabile a eventi lineali, ma nella natura è molto più frequente imbattersi in fenomeni circolari. Anche il linguaggio scientifico deve tenere conto della complessità dei fenomeni, definire gli oggetti in base alle relazioni con le altre cose e distinguendo i tipi logici a cui si fa riferimento.
13) La logica è un cattivo modello della causalità: secondo il ragionamento logico se si ha una certa condizione, allora si verificherà una certa conseguenza. Questo approccio non è applicabile però alle sequenze causali, poiché quando subentra la circolarità di un evento, e con questa il fattore tempo, il modello della logica lineale genera paradossi.
14) La causalità non opera all'indietro: mentre la logica lineale può essere rovesciata, questo non può avvenire nel ragionamento causale, perché la causa precede sempre l'effetto e non viceversa. Nei fenomeni circolari avviene che un cambiamento in qualunque punto del circolo può essere la causa di cambiamenti in altri punti del circolo; così, ad esempio, il termostato può essere considerato la causa del cambiamento di temperatura in una stanza, ma la temperatura della stanza può essere considerata la causa che agisce sull'interruttore del termostato, deteminandone il funzionamento.
15) Il linguaggio sottolinea di solito solo un aspetto di qualunque interazione: di solito si parla delle cose come se avessero degli attributi, ma nella epistemologia bisogna essere consapevoli che si può parlare delle cose solo mediante i loro nomi, le loro qualità e i loro attributi, cioé mediante resoconti delle loro relazioni e interazioni interne ed esterne.
16) Stabilità e cambiamento descrivono parti delle nostre descrizioni: il concetto di "stabilità", come quello di "cambiamento" può avere molte sfumature perciò è necessario che gli enunciati relativi alla stabilità o al cambiamento degli esseri viventi abbiano sempre un riferimento a qualche proposizione descrittiva che tenga conto del tipo logico al quale le parole usate appartengono.
Nei capitoli finali di "Mente e natura" verrà spiegata la natura del parallelismo tra pensiero e processo evolutivo. Bateson evidenzia che l'adattamento degli organismi viventi è garantito per gli aspetti ambientali costanti dal cambiamento genetico, per gli aspetti ambientali mutevoli dal cambiamento somatico.
Allo stesso modo anche il pensiero, l'apprendimento, hanno un carattere stocastico, cioè un aspetto casuale combinato con uno selettivo, in modo che solo alcuni risultati del casuale possano perdurare, dal momento che sono caratterizzati da un lato da conformità e rigore e dall'altro dal rimescolamento casuale delle informazioni, ma le "idee" secondo cui agisce la genetica sono di tipo logico diverso rispetto alle idee riguardanti il pensiero. Conformità e coerenza sono i requisiti che il pensiero deve possedere, tuttavia solo da un rimescolamento, una ricombinazione delle precedenti acquisizioni e dalla casualità possono scaturire nuovi pensieri, nuove teorie scientifiche.
Dr.ssa Cecilia Coccia


Titolo: Mente e natura, un'unità necessaria
Titolo originale: Mind and Nature. A Necessary Unity
Autori: Gregory Bateson
Traduzione di: G. longo
Prezzo: € 20,00
Anno: 1984
Casa Editrice: Adelphi
Collana: Biblioteca scientifica


http://forum.tntvillage.scambioetico.org/tntforum/index.php?showtopic=222410



GLOSSARIO.
ADATTAMENTO: Caratteristica di un organismo per cui esso pare inserirsi meglio nel suo ambiente e modo di vivere. Il processo con cui viene conseguito questo inserimento.
ANALOGICO: Vedi DIGITALE.
CASUALECASUALITA': Una successione di eventi è detta "casuale" se non c'è alcun modo di prevedere un evento di un dato genere sulla base dell'evento o degli eventi che l'hanno preceduto, e se il sistema obbedisce alle regolarità della probabilità. Si osservi che gli eventi che diciamo "casuali" sono sempre elementi di un qualche insieme limitato.
Il risultato del lancio di una moneta non truccata viene detto "casuale". Ad ogni lancio la probabilità che il risultato successivo sia testa o croce resta invariata. Ma la casualità è all'interno dell'insieme limitato: è o testa o croce, non si devono considerare altre possibilità.
CIBERNETICA: Branca della matematica che studia i problemi del controllo, della ricorsività e dell'informazione.
COEVOLUZIONE: Sistema stocastico di cambiamento evolutivo in cui due o più specie interagiscono in modo tale che i cambiamenti della specie A preparano il terreno alla selezione naturale dei cambiamenti della specie B. I successivi cambiamenti della specie B, a loro volta, preparano il terreno per la selezione di cambiamenti più simili nella specie A.
DIGITALE: Un segnale è digitale se tra esso e altri segnali dai quali dev'essere distinto vi è discontinuità (*). Ad esempio, "sì" e "no" sono segnali digitali. Quando invece una grandezza o quantità del segnale viene usata per rappresentare una quantità variabile in modo continuo del referente, il segnale si dice "analogico". [* Si potrebbe perciò dire che la caratteristica del digitale è l'essere "discreto". In italiano nell'uso tecnico, oltre a "digitale" nel senso sopra definito, si usa anche il termine "numerico", specialmente nel senso di 'elaborazione numerica' e simili, dove quindi l'accento è posto più sulla rappresentazione di entità numeriche che sulla discretezza dei segni adoperati.]
EIDETICO: Un immagine mentale è "eidetica" se possiede tutte le caratteristiche della cosa che viene percepita, specialmente se è riferita a un organo di senso, e sembra così provenire dall'esterno.
ENERGIA: In questo libro io uso il termine "energia" per indicare una "quantità" che ha le dimensioni: massa per il quadrato della velocità (mv2). Altri, compresi i fisici, usano il termine in molti altri sensi.
ENTROPIA: Il grado di mescolanza, disordine, indifferenziazione, imprevedibilità e casualità (s.v.) delle relazioni tra le componenti di un qualunque aggregato. Il suo contrario è l'"entropia negativa" (neg-entropia), il grado di ordine, classificazione o prevedibilità di un aggregato. In fisica certi generi di ordine sono legati alla quantità di energia presente.
ENTROPIA NEGATIVA: Vedi ENTROPIA.
EPIGENESI: I processi dell'embriologia considerati, ad ogni stadio, nei loro legami con lo stato preesistente.
EPISTEMOLOGIA: Combinazione di un ramo della scienza con un ramo della filosofia. Come scienza, l'epistemologia studia come gli organismi particolari o gli aggregati di organismi "conoscono, pensano e decidono". Come filosofia, l'epistemologia studia i limiti necessari e le altre caratteristiche dei processi di conoscenza, pensiero e decisione.
FENOCOPIA: Un fenotipo (s.v.) che ha in comune certe caratteristiche con altri fenotipi, nei quali tali caratteristiche sono causate da fattori genetici. Nella "fenocopia" queste caratteristiche sono causate dal cambiamento somatico indotto dalla pressione ambientale.
FENOTIPO: L'insieme delle proposizioni che compongono la descrizione di un organismo reale; l'aspetto e le caratteristiche di un organismo reale. Vedi GENOTIPO.
FILOGENESI: La storia evolutiva di una specie.
FLESSIBILITA': Vedi TENSIONE.
GENETICA: In senso stretto, la scienza della genetica studia tutti gli aspetti dell'ereditarietà e della variazione degli organismi e i processi di crescita e differenziazione all'interno dell'organismo.
GENOTIPO: L'insieme delle prescrizioni e delle ingiunzioni che costituiscono il contributo ereditario alla determinazione del fenotipo (s.v.).
IDEA: Nell'epistemologia proposta in questo libro, la minima unità del processo mentale è una differenza o distinzione o notizia di una differenza. Ciò che viene chiamato "idea" nel linguaggio corrente sembra essere un aggregato complesso di queste unità. Ma nel linguaggio corrente si esiterà a chiamare "idea", per esempio, la simmetria bilaterale di una rana o il messaggio di un singolo impulso neurale.
INFORMAZIONE: Qualunque differenza che generi una differenza.
LINEARE e LINEALE: "Lineare" è un termine tecnico della matematica che qualifica quelle relazioni che sono rappresentate da una retta quando le due variabili siano rappresentate una in funzione dell'altra in coordinate cartesiane ortogonali. Si dice che una serie di cause o di argomenti presenta una relazione "lineale" se la successione non torna al punto di partenza. L'opposto di "lineare" è "non lineare"; l'opposto di "lineale" è "ricorsivo".
MOTO BROWNIANO: Movimento costante, a zig-zag e imprevedibile delle molecole, causato dai loro reciproci urti.
MUTAZIONE: Nella teoria evolutiva tradizionale la prole può differire dai genitori per i seguenti ordini di ragioni:
1. Cambiamenti del D.N.A., detti "mutazioni".
2. Rimescolamento dei geni nella riproduzione sessuata.
3. Cambiamenti somatici acquisiti durante la vita dell'individuo in risposta alla pressione ambientale, all'abitudine, all'età e così via.
4. Segregazione somatica, cioè la perdita o il rimescolamento di geni nell'epigenesi, che dà luogo a zone di tessuto aventi costituzione genetica differenziata. I cambiamenti genetici sono sempre digitali (s.v.), ma la teoria moderna preferisce (a ragione) credere che l'evoluzione sia fatta, in generale, di "piccoli" cambiamenti. Si suppone che molti piccoli cambiamenti mutazionali si combinino nel corso di molte generazioni per creare differenze evolutive più grandi.
OMOLOGIA: Somiglianza formale tra due organismi tale che le relazioni tra certe parti di A sono simili alle relazioni tra le parti corrispondenti di B. Questa somiglianza formale è considerata una prova della correlazione evolutiva.
ONTOGENESI: Il processo di sviluppo dell'individuo; è l'embriologia più tutti i cambiamenti che l'ambiente e l'abitudine possono imporre.
PARALLASSE: Moto "apparente" degli oggetti osservati quando l'occhio dell'osservatore si muove rispetto ad essi; differenza tra la posizione apparente degli oggetti vista da un occhio e la posizione apparente vista dall'altro.
PROCRONISMO: Verità generale secondo cui gli organismi portano, nella loro forma, prove della loro crescita passata. Il procronismo sta all'ontogenesi come l'omologia (s.v.) sta alla filogenesi.
RIDUZIONISMO: Compito di ogni scienziato è di trovare la spiegazione più semplice, più economica e (di solito) più elegante che dia conto di tutti i dati conosciuti. Oltre questo punto, il riduzionismo diventa un vizio se è accompagnato da un'esagerata pretesa che la spiegazione più semplice sia l'unica. Può darsi che i dati siano da capirsi nell'ambito di una qualche "Gestalt" più ampia.
SACRAMENTO: Segno esterno e visibile di una grazia interna e spirituale.
SOMATICO: (Dal greco "soma", “ corpo”). Si dice che una caratteristica ha origine "somatica" se si vuole sottolineare che essa è stata conseguita mediante un cambiamento del corpo avvenuto durante la vita dell'individuo per azione dell'ambiente o dell'esercizio.
STOCASTICO: (Dal greco "stochazein", “tirare al bersaglio con l'arco”, cioè diffondere gli eventi in modo parzialmente casuale, sicch‚ alcuni di essi hanno esito più favorevole).
Se una successione di eventi combina una componente casuale con un processo selettivo in modo che solo certi risultati del casuale possano perdurare, tale successione viene detta "stocastica".
TAUTOLOGIA: Insieme di proposizioni connesse in cui la validità dei "legami" non può essere messa in dubbio. La verità delle proposizioni invece non è richiesta. Esempio: la geometria euclidea.
TAXON: Unità o aggregato nella classificazione degli animali o delle piante (ad esempio una specie, un genere o una famiglia).
TENSIONE: Difetto di entropia, condizione che si presenta quando l'ambiente esterno o una malattia interna pongono richieste eccessive o contraddittorie alla capacità di adattamento dell'individuo. L'organismo difetta e insieme ha bisogno di "flessibilità", avendo consumato tutte le sue alternative non marcate disponibili.
TIPI LOGICI: E' opportuno dare una serie di esempi:
1. Il nome non è la cosa nominata ma è di tipo logico diverso, superiore a quello della
cosa nominata.
2. La classe è di tipo logico diverso, superiore a quello dei suoi membri.
3. Le direttive o il controllo derivanti dalla regolazione del termostato domestico sono di tipo logico superiore al controllo derivante dal termometro. (La "regolazione" è fissata da un apparecchio posto sulla parete che può essere predisposto sulla temperatura intorno alla quale fluttuerà la temperatura dell'abitazione).
4. La parola "tumbleweed" (*) è dello stesso tipo logico di "cespuglio" o "albero". Non è il nome di una specie o di un genere di piante, bensì il nome di una classe di piante i cui membri hanno un loro modo particolare di crescere e propagarsi.
[*Alla lettera, "arbusto rotolante", termine americano usato per una serie di piante che in autunno si staccano dalle radici e rotolano per le praterie sotto la spinta del vento.]
5. "Accelerazione" è di tipo logico superiore a "velocità".
TOPOLOGIA: Branca della matematica che ignora le quantità e si occupa solo delle relazioni formali tra le componenti, specie quelle componenti che possono essere rappresentate geometricamente. La topologia studia quelle caratteristiche (ad esempio di una superficie o di un corpo) che restano invariate rispetto a una distorsione quantitativa.

Tratto da: Mente e natura, un'unità necessaria, "ogni scolaretto lo sa".

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