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martedì 3 gennaio 2012

Ètienne de La Boétie. Discorso sulla servitù volontaria.Colui che tanto vi domina non ha che due occhi, due mani, un corpo, non ha niente di più dell’uomo meno importante dell’immenso e infinito numero delle nostre città, se non la superiorità che gli attribuite per distruggervi. Da dove ha preso tanti occhi, con i quali vi spia, se non glieli offrite voi? Come può avere tante mani per colpirvi, se non le prende da voi? I piedi con cui calpesta le vostre città, da dove li ha presi, se non da voi? Come fa ad avere tanto potere su di voi, se non tramite voi stessi? Come oserebbe aggredirvi, se non avesse la vostra complicità?

Colui che tanto vi domina non ha che due occhi, due mani, un corpo, non ha niente di più dell'uomo meno importante dell'immenso ed infinito numero delle nostre città, se non la superiorità che gli attribuite per distruggervi. Da dove ha preso tanti occhi, con i quali vi spia, se non glieli offrite voi? Come può avere tante mani per colpirvi, se non le prende da voi? I piedi con cui calpesta le vostre città, da dove li ha presi, se non da voi? Come fa ad avere tanto potere su di voi, se non tramite voi stessi? Come oserebbe aggredirvi, se non avesse la vostra complicità? Cosa potrebbe farvi se non foste i ricettatori del ladrone che vi saccheggia, complici dell'assassino che vi uccide e traditori di voi stessi? Seminate i vostri frutti, affinché ne faccia scempio. Riempite ed ammobiliate le vostre case, per rifornire le sue ruberie. Allevate le vostre figlie perché abbia di che inebriare la sua lussuria. Allevate i vostri figli, perché, nel migliore dei casi, li porti alla guerra e li conduca al macello, li faccia ministri delle sue bramosie, ed esecutori delle sue vendette. Vi ammazzate di fatica perché possa trattarsi delicatamente nei suoi lussi e voltolarsi nei suoi piaceri sporchi e volgari. Vi indebolite per renderlo più forte e rigido nel tenervi la briglia più corta. E di tutte queste indegnità, che neanche le bestie potrebbero accettare o sopportare, voi potreste liberarvi se provaste, non dico a liberarvene, ma solo a volerlo fare. Siate decisi a non servire più, ed eccovi liberi. Non voglio che lo scacciate o lo scuotiate, ma solo che non lo sosteniate più, e lo vedrete, come un grande colosso al quale è stata tolta la base, piombare giù per il suo stesso peso e rompersi.”
Étienne de La Boétie



Così Étienne de La Boétie, filosofo e scrittore francese, nel suo saggio “Discorso sulla servitù volontaria” descriveva il rapporto intercorso tra il tiranno e il popolo, che col suo comportamento avalla il potere che lo opprime. Probabilmente scritto intorno al 1540, il testo fu stampato per la prima volta nel 1576, diventando da allora un punto di riferimento e d’ispirazione per molti pensatori. Nei secoli successivi, i concetti ivi espressi saranno sviluppati per criticare ogni forma di autoritarismo e limitazione delle libertà. Secondo alcuni fu proprio con questo testo che iniziarono a porsi le basi di quella che in futuro sarà la disobbedienza civile.


Costui che spadroneggia su di voi non ha che due occhi, due mani, un corpo e niente di più di quanto possiede l’ultimo abitante di tutte le vostre città. Ciò che ha in più è la libertà di mano che gli lasciate nel fare oppressione su di voi fino ad annientarvi. Da dove ha potuto prendere tanti occhi per spiarvi se non glieli avete prestati voi? Come può avere tante mani per prendervi se non è da voi che le ha ricevute? E i piedi coi quali calpesta le vostre città non sono forse i vostri? Come fa ad avere potere su di voi senza che voi stessi vi prestiate al gioco? E come oserebbe balzarvi addosso se non fosse già d’accordo con voi? Che male potrebbe farvi se non foste complici del brigante che vi deruba, dell’assassino che vi uccide, se insomma non foste traditori di voi stessi?
Étienne De La Boétie - Discorso sulla servitù volontaria (1549)





«Vorrei solo riuscire a comprendere come mai tanti uomini, tanti villaggi e città, tante nazioni a volte, sopportano un tiranno che non ha alcuna forza se non quella che gli viene data, non ha potere di nuocere se non in quanto viene tollerato. Da dove ha potuto prendere tanti occhi per spiarvi se non glieli avete prestati voi? come può avere tante mani per prendervi se non è da voi che le ha ricevute? Siate dunque decisi a non servire più e sarete liberi!»
Étienne de La Boétie


Colui che tanto vi domina non ha che due occhi, due mani, un corpo, non ha niente di più dell’uomo meno importante dell’immenso e infinito numero delle nostre città, se non la superiorità che gli attribuite per distruggervi. Da dove ha preso tanti occhi, con i quali vi spia, se non glieli offrite voi? Come può avere tante mani per colpirvi, se non le prende da voi? I piedi con cui calpesta le vostre città, da dove li ha presi, se non da voi? Come fa ad avere tanto potere su di voi, se non tramite voi stessi? Come oserebbe aggredirvi, se non avesse la vostra complicità?
Ètienne de La Boétie, “Discorso sulla servitù volontaria”, 1550


«Come è possibile che tanti uomini sopportino un tiranno che non ha forza se non quella che essi gli danno?»; «Da dove prenderebbe i tanti occhi con cui ci spia se voi non glieli forniste?»; «Siate risoluti a non servire più, ed eccovi liberi»
Ètienne de La Boétie, “Discorso sulla servitù volontaria”, 1550


Per sua natura l'uomo è e vuole essere libero; ma la sua natura è anche fatta in modo tale da prendere facilmente la piega che le viene data dall'educazione. Diciamo allora che tutte le cose diventano naturali per l'uomo quando vi viene educato e vi si abitua, ma che gli è propriamente connaturato solo ciò a cui lo colloca la sua indole semplice e non alterata. Quindi la causa prima della servitù volontaria è l'abitudine.
Étienne de La Boétie

Decidete una volta per tutte di non servire più, e sarete liberi
Non vi chiedo di scacciare il tiranno, di buttarlo giù dal trono, ma soltanto di smettere di sostenerlo; allora lo vedreste crollare a terra e andare in frantumi per il suo stesso peso, come un colosso a cui è stata tolta la base.
Ètienne de La Boétie, “Discorso sulla servitù volontaria”, 1550



Democrazia non è sempre libertà.
Come psicanalisti sappiamo bene che il consenso non è affatto garanzia di libertà. 
Anzi, i rapporti di sottomissione e oppressione si fondano inevitabilmente sul consenso.
Da un punto di vista psicanalitico, la “servitù volontaria” che analizzava la Boétie (trecento anni prima di Freud), non ha niente di “volontario”: si tratta, di fatto, di una sottomissione “non volontaria”, nel senso che non è la volontà l’istanza su cui si fonda il consenso dell’oppresso alla propria ossessione. La volontà funziona infatti a livello cosciente, mentre il consenso è sostanzialmente inconscio.
Miguel Benasayang - L’epoca delle passioni tristi



Uno che vuole essere sempre serio e non si lascia andare ogni tanto allo scherzo senza nemmeno accorgersene diventerebbe pazzo o idiota.
Erodoto

Questa è la più amara sofferenza per un uomo:
avere molta conoscenza ma nessun potere.
Erodoto





Erodoto, DOPO L’ABBATTIMENTO DELLA FEROCE TIRANNIDE DI CAMBISE , CHE AVEVA RIDOTTO IL POPOLO IN SCHIAVITÙ, FA DIRE AD OTANE, UNO DEI PROTAGONISTI DELLA RIVOLTA, CHIAMATO A DECIDERE SU QUALE FORMA DI GOVERNO: 

ANCHE IL MIGLIORE DEGLI UOMINI, UNA VOLTA SALITO A TALE AUTORITÀ, IL POTERE ASSOLUTO LO ALLONTANEREBBE DAL SUO SOLITO MODO DI PENSARE. Dai beni presenti gli viene, infatti, l’ARROGANZA, mentre sin dalle origini è innata in lui l’INVIDIA. E quando ha questi due vizi, ha ogni malvagità, perché molte scelleratezze le compie perché pieno di arroganza oltre che di invidia. Eppure, UN SOVRANO DOVREBBE ESSERE PRIVO DI INVIDIA DAL MOMENTO CHE POSSIEDE TUTTI I BENI. INVECE EGLI SI COMPORTA VERSO I CITTADINI IN MODO BEN DIFFERENTE, È INVIDIOSO CHE I MIGLIORI SIANO IN VITA E SI COMPIACE DEI CITTADINI PEGGIORI ED È PRONTISSIMO AD ACCOGLIERE LE CALUNNIE. Ma la cosa più sconveniente di tutte è questa, SE QUALCUNO LO ONORA MODERATAMENTE, SI SDEGNA DI NON ESSERE ONORATO ABBASTANZA, SE INVECE UNO LO ONORA MOLTO SI SDEGNA RITENENDOLO UN ADULATORE. Il Governo popolare invece anzitutto ha il nome più bello di tutti, l’UGUAGLIANZA DINANZI ALLA LEGGE, in secondo luogo niente fa di quanto fa il monarca, perché a sorte esercita le magistrature ed ha un potere soggetto a controllo e presenta tutti i decreti all’assemblea generale. IO DUNQUE PROPONGO DI ABBANDONARE LA MONARCHIA E DI ELEVARE IL POPOLO AL POTERE, PERCHÉ NELLA MASSA STA OGNI POTENZA
Erodoto, III, 80





Ma la migliore risposta a Erodoto (che promuove la monarchia) è stata scritta poi nel Rinascimento, in un piccolo pamphlet che rappresenta, anche per la propria storia (degli effetti), una delle invettive più importanti nella storia del pensiero politico: IL «CONTRO UNO» DI ÉTIENNE DE LA BOÉTIE, o più noto come «DISCOURS DE LA SERVITUDE VOLONTAIRE»... PERCHÉ ANCORA OGGI SEMBRA DI ESSER CIRCONDATI PROPRIO DA SERVI VOLONTARI!








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