venerdì 2 dicembre 2011

Rosa Luxemburg. Chi non si muove, non può rendersi conto delle proprie catene

Chi non si muove, non può rendersi conto delle proprie catene
Rosa Luxemburg


Il primo gesto rivoluzionario è chiamare le cose con il loro vero nome
Rosa Luxemburg


La libertà non è libertà dei membri del partito o dei sostenitori del governo che sono come si desidera. La libertà è sempre la libertà di chi la pensa diversamente.
Rosa Luxemburg


«Quando si ha la cattiva abitudine di cercare una gocciolina di veleno in ogni fiore schiuso, si trova, fino alla morte, qualche motivo per lamentarsi. Guarda quindi le cose da un angolo diverso e cerca il miele in ogni fiore: troverai sempre qualche motivo di sereno buonumore. (...) Alla fine, tutto sarà ben ricapitolato; e se così non sarà io proprio me ne infischio, anche senza la vita è per me una tale fonte di gioia: tutte le mattine ispeziono scrupolosamente le gemme di ogni mio arbusto e verifico dove ce ne sono; ogni giorno faccio visita a una coccinella rossa con due puntini neri sul dorso che da una settimana mantengo in vita su un ramo, in un batuffolo di calda ovatta nonostante il vento e il freddo; osservo le nuvole, sempre più belle e senza sosta diverse, e in fondo io non mi considero più importante di quella piccola coccinella e, piena del senso della mia infima piccolezza, mi sento ineffabilmente felice.»
Rosa Luxemburg


È esercitando il potere che una massa impara a esercitarlo. Non c'è nessun altro mezzo di insegnarglielo. Noi abbiamo fortunatamente superato i tempi in cui si diceva che bisognava educare socialisticamente il proletariato. Per i marxisti della scuola kautskiana fino a oggi questi tempi sembrano esistere tuttora. Educare socialisticamente le masse proletarie, cioè: tenere dei discorsi e diffondere manifestini e opuscoli. No, l'educazione socialista dei proletari non ha bisogno di tutto questo. Essi si educano gettandosi all'azione (giustissimo!). [---] E perciò, compagni, non era senza un preciso calcolo e senza una chiara coscienza se noi vi esponevamo ieri, se io in modo particolare vi dico: non pensate che la lotta sia così comoda anche per l'avvenire."
Rosa Luxemburg







La poetica delle piccole cose, Le myricae pascoliane. La poesia è nella vita, la poesia è nella esistenza di tutte le cose. Non importa la loro grandezza o il loro rapporto con noi. Esistono e per questo sono degne di rispetto e ammirazione. Per questo la loro esistenza si riverbera in noi e ci rende universali.




Grande donna,socialista. Ha passato parte della sua vita in carcere per le sue idee, ricordo si aver letto un suo libro scritto in carcere, non ricordo proprio il titolo, ma mi aveva commosso la sua pietà verso dei poveri buoi strappati al pascolo dai tedeschi,frustati a sangue e torturati fino alla morte. Lei diceva che uomini, donne, bambini e animali soffrivano tutti allo stesso modo


Me ne sto qui distesa, sola, in silenzio, avvolta in queste molteplici e nere lenzuola dell’oscurità, della noia, della prigionia invernale – e intanto il mio cuore pulsa di una gioia interiore incomprensibile e sconosciuta, come se andassi camminando nel sole radioso su un prato fiorito. E nel buio sorrido alla vita, quasi fossi a conoscenza di un qualche segreto incanto in grado di sbugiardare ogni cosa triste e malvagia e volgerla in splendore e felicità.
E cerco allora il motivo di tanta gioia, ma non ne trovo alcuno e non posso che sorridere di me. Credo che il segreto altro non sia che la vita stessa; la profonda oscurità della notte è bella e soffice come il velluto, a saperci guardare. E anche nello stridere della sabbia umida sotto i passi lenti e pesanti della guardia risuona un canto di vita piccolo e bello, se solo ci si presta l’orecchio.
In quei momenti penso a voi, a quanto mi piacerebbe potervi dare la chiave di questo incanto, perché vediate sempre e in ogni situazione quel che nella vita è bello e gioioso, perché anche voi possiate sentire questa ebbrezza e camminare su un prato dai mille colo
Rosa Luxemburg,"Un po' di compassione"




LA RESPONSABILITÀ STORICA DEI PROLETARI E DEGLI OPERAI (LUXEMBURG)
"L'essenza della società socialista consiste nel fatto che la grande massa dei lavoratori cessa di essere diretta da altri e comincia a vivere in prima persona la vita politica ed economica, determinandone liberamente e consapevolmente il corso. Così, dal più alto vertice dello Stato al più piccolo dei Comuni, il proletariato deve sostituire gli organi ereditati dalla dominazione borghese - consigli federati, parlamenti e consigli comunali - con i propri organi di classe, i consigli degli operai e dei soldati. Deve occupare tutte le cariche, esercitare il proprio controllo su tutte le funzioni, commisurando ogni atto dello Stato agli interessi della classe operaia e ai compiti del socialismo. Solo una costante e intensa interazione tra il proletariato e i suoi organi - i consigli - permetterà di giungere a uno Stato di tipo socialista. [...]

Le masse proletarie devono imparare a trasformarsi da strumenti passivi impiegati dalla classe capitalista nel processo di produzione, in soggetti pensanti, liberi e autonomi, capaci di dirigere questo processo. Devono acquisire il senso di responsabilità proprio dell'unico strato sociale qualificato a detenere tutta la ricchezza sociale. Devono sapere operare con zelo senza la frusta dell'imprenditore, essere efficienti senza lo stimolo del profitto, essere disciplinati senza bisogno di giogo e ordinati senza bisogno di padroni. L'idealismo più puro nell'interesse della comunità, l'autodisciplina più ferrea e il vero senso civico delle masse sono le fondamenta morali della società socialista, come l'ottusità, l'egoismo e la corruzione sono le basi morali della società capitalista. [...]

La socializzazione dell'economia può essere realizzata in tutta la sua pienezza dalla lotta tenace e instancabile delle masse operaie in ogni ambito in cui il lavoro è opposto al capitale e il proletariato al dominio della borghesia. L'emancipazione della classe operaia deve essere opera del proletariato stesso."
Rosa Luxemburg


Signori, noi non facciamo pressioni per una radicale trasformazione del sistema soltanto per motivi di correttezza pecuniaria e di onestà. Costi quel che costi dev’essere attuata al più presto la statalizzazione dell’intera industria degli armamenti, anche per il suo bene, perché soltanto in tal modo sarà possibile eliminare una classe di interessati la cui esistenza rappresenta per l’intero mondo un costante pericolo di guerra e per estirpare così una delle radici della follia degli armamenti ed una delle radici delle discordie tra i popoli. [...]
I popoli non hanno alcun motivo di lasciarsi aizzare alla guerra, di lasciarsi dissanguare per gli errori ed i peccati dei diplomatici.
Nell’interesse del mantenimento della pace, nell’interesse della promozione degli sforzi che debbono impedire che per una simile folle politica di prestigio l’Europa sia trascinata in una guerra, è necessario ancora una volta additare a tutto il mondo quelle cricche capitalistiche il cui interesse ed il cui nutrimento sono la discordia tra i popoli, i conflitti tra i popoli, la guerra; è necessario gridare ai popoli: la patria è in pericolo! Ma non è in pericolo per via del nemico esterno, ma per via di quel minaccioso nemico interno, soprattutto per via dell’industria internazionale degli armamenti."
Karl Liebknecht



"Che cosa vuole la Lega Spartaco"; vale ora come nel 1918
O SOCIALISMO O BARBARIE (LUXEMBURG)

"Non vi è difesa, né via d'uscita, né salvezza alcuna dal sanguinoso caos e dal baratro che si è spalancato, se non nel socialismo. Solo la rivoluzione mondiale del proletariato può ridare ordine a questo caos generale, può dare lavoro e pane a tutti, può porre fine al macello reciproco dei popoli, può portare pace, libertà e vera civiltà all'umanità prostrata. Basta con il sistema del lavoro salariato! Questa è la parola d'ordine del momento. Il lavoro associato deve prendere il posto del lavoro salariato e del dominio di classe. I mezzi di produzione non devono più essere monopolio di una classe, ma divenire bene comune di tutti. Non più sfruttatori e sfruttati! La produzione e la ripartizione dei prodotti devono rispondere all'interesse della comunità. Regolazione della produzione e ripartizione dei prodotti nell'interesse della comunità! Abolizione dell'attuale modo di produzione e di ripartizione, l'uno basato sullo sfruttamento e la rapina, l'altro sulla truffa!

Al posto dei padroni e dei loro schiavi salariati, liberi compagni di lavoro! Il lavoro non sia pena di nessuno, ma dovere di ciascuno! Un'esistenza degna dell'uomo sia assicurata a tutti coloro che adempiono il proprio dovere verso la società. La fame non sarà più la maledizione del lavoro, ma la punizione degli oziosi! Solo in una società basata su questi principi sarà possibile estirpare l'odio tra i popoli e la schiavitù. Solo se questa società sarà realizzata, la terra non sarà più profanata dallo sterminio di esseri umani. Solo allora potremo dire: questa guerra è l'ultima. Il socialismo è oggi l'unica ancora di salvezza dell'umanità. Sulle cadenti mura della società capitalista sfavilla, come un presagio impresso a lettere di fuoco, il monito del Manifesto comunista: Socialismo o regresso nella barbarie!"

(Rosa Luxemburg, tratto da "Che cosa vuole la Lega Spartaco"; vale ora come nel 1918)
O SOCIALISMO O BARBARIE (LUXEMBURG)

"Non vi è difesa, né via d'uscita, né salvezza alcuna dal sanguinoso caos e dal baratro che si è spalancato, se non nel socialismo. Solo la rivoluzione mondiale del proletariato può ridare ordine a questo caos generale, può dare lavoro e pane a tutti, può porre fine al macello reciproco dei popoli, può portare pace, libertà e vera civiltà all'umanità prostrata. Basta con il sistema del lavoro salariato! Questa è la parola d'ordine del momento. Il lavoro associato deve prendere il posto del lavoro salariato e del dominio di classe. I mezzi di produzione non devono più essere monopolio di una classe, ma divenire bene comune di tutti. Non più sfruttatori e sfruttati! La produzione e la ripartizione dei prodotti devono rispondere all'interesse della comunità. Regolazione della produzione e ripartizione dei prodotti nell'interesse della comunità! Abolizione dell'attuale modo di produzione e di ripartizione, l'uno basato sullo sfruttamento e la rapina, l'altro sulla truffa!

Al posto dei padroni e dei loro schiavi salariati, liberi compagni di lavoro! Il lavoro non sia pena di nessuno, ma dovere di ciascuno! Un'esistenza degna dell'uomo sia assicurata a tutti coloro che adempiono il proprio dovere verso la società. La fame non sarà più la maledizione del lavoro, ma la punizione degli oziosi! Solo in una società basata su questi principi sarà possibile estirpare l'odio tra i popoli e la schiavitù. Solo se questa società sarà realizzata, la terra non sarà più profanata dallo sterminio di esseri umani. Solo allora potremo dire: questa guerra è l'ultima. Il socialismo è oggi l'unica ancora di salvezza dell'umanità. Sulle cadenti mura della società capitalista sfavilla, come un presagio impresso a lettere di fuoco, il monito del Manifesto comunista: Socialismo o regresso nella barbarie!"
Rosa Luxemburg, tratto da "Che cosa vuole la Lega Spartaco"; vale ora come nel 1918




15.01.2013
Accadde oggi: l'assassinio di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht

Berlino, 15 gennaio 1919
Vengono assassinati, Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, due settimane dopo aver fondato il partito comunista in Germania. Il corpo di Rosa, gettato in un canale, sarà ritrovato solo alcuni mesi dopo.
1919 – Viene assassinata Rosa Luxemburg, teorica socialista, insieme a Karl Liebknecht, membro dell’SPD e strenuo pacifista. Avevano fondato il partito Spartachista e tentato una sollevazione, la “Rivolta di Gennaio“. La Luxemburg fu assassinata durante il trasporto in carcere, lui venne torturato ed interrogato per diverse ore prima di venire ucciso. I loro corpi furono gettati in un canale. Il brutale assassinio anticipa tragicamente la fine delle libertà costituzionali e l’affermazione del nazismo in Germania. (In fondo potrai vedere un tributo a Rosa Luxemburg accompagnato dal canto de “L’Internazionale“)
Erano stati tra i protagonisti della Sollevazione Spartachista di Berlino del gennaio 1919. Questo tentativo rivoluzionario venne brutalmente represso dal governo socialdemocratico tedesco guidato da Friedrich Ebert, con l’aiuto dell’esercito e dei Freikorps, e i due leaders brutalmente assassinati.
La Luxemburg aveva partecipato alla Rivoluzione Tedesca del novembre 1918 e contribuì a fondare il Partito Comunista di Germania, nel 1918-19.
Nata in Polonia, Rosa Luxemburg divenne ben presto una militante del movimento di sinistra “Proletariat“, ma a causa delle repressioni che spesso questo movimento subiva, venne costretta nel 1895 ad abbandonare la nazione natìa, emigrando in Svizzera, dove frequentò l’Università di Zurigo assieme ad altre figure di spicco del socialismo. Contro il nazionalismo del Partito Socialista Polacco creò, nel 1893, la rivista Sprawa Robotnicza (La causa dei lavoratori). Riteneva che l’indipendenza della Polonia sarebbe stata possibile solo tramite una rivoluzione in Germania, Austria e Russia, e che la lotta contro il capitalismo fosse più importante dell’indipendenza. Negava il diritto di autodeterminazione delle nazioni, in disaccordo con Lenin. Questo disaccordo non impedì però a Lenin di inviare alla Luxemburg una copia del suo libro “Materialismo e Empiriocriticismo” che la Luxemburg recensì l’8 ottobre 1909 su Die Neue Zeit. Nel 1897 ottenne la cittadinanza tedesca e l’anno successivo si iscrisse al Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD). A fianco di Kautsky, Rosa Luxemburg condusse la polemica contro i riformisti, quando nel suo scritto intitolato “Riforma sociale o rivoluzione?” (1899) prese risolutamente posizione per il secondo termine dell’alternativa. Questo era allora, e fu fino al 1914, il più forte partito socialista d’Europa ed il suo segretario Karl Kautsky era considerato l’erede ed il continuatore di Marx ed Engels, il detentore ed il custode della autentica dottrina marxista.
Profondamente pacifista, poco dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale, abbandonò la carriera di insegnante ed iniziò quella di attivista: compì in quel periodo molte manifestazioni contro la guerra, e venne arrestata per ordine del kaiser Guglielmo II.
Karl Liebknecht, oltre la sua attività di avvocato, divenne un membro e parlamentare dell’SPD nel 1900 e fu presidente dell’internazionale socialista giovanile. Liebknecht scrisse estesamente contro il militarismo, e uno dei suoi scritti, “Militarismus und Antimilitarismus” (Il nemico è tra noi) lo portò ad essere arrestato nel 1907 ed imprigionato per diciotto mesi e poi duramente condannato ad anni di carcere. A seguito di un’amnistia, Liebknecht tornò libero e portò avanti le sue attività nella Lega di Spartaco; riprese la direzione del gruppo assieme a Rosa Luxemburg e pubblicò il suo organo di partito, la “Rote Fahne” (Bandiera Rossa).
L’assassinio dei due è storicamente considerato una feroce anticipazione dei violenti rivolgimenti socio-politici della Germania, che porteranno all’affermazione del nazismo.
Voce critica delle posizioni marxiste ortodosse, del leninismo e della derive antidemocratiche della Rivoluzione d’Ottobre, la Luxemburg è la pensatrice più significativa, coraggiosa ed autonoma nel panorama dei teorici del marxismo. Non mancarono polemiche con Vladimir Lenin, di cui lei non condivideva l’idea di un partito formato solo dall’elite proletaria, e con Josif Stalin, perché secondo lei la rivoluzione non doveva abbattere la democrazia, ma doveva estenderla, soprattutto dopo la stesura del suo libro più famoso “L’accumulazione del capitale“.
“Il periodo in cui scrissi “L’accumulazione” è tra i più felici della mia vita… il processo del pensiero, quando rigiravo una questione intricata passeggiando lentamente su e giù (…) oppure la stesura, il fatto di dare una forma letteraria con la penna in mano. (…) Ho scritto l’intero libro d’un fiato, in quattro mesi ..”
Nel 1926, a lei e a Liebknecht venne dedicato un monumento di Ludwig Mies van der Rohe, monumento che in seguito fu distrutto dal regime nazista. La figura di Rosa Luxemburg continua ad essere studiata da storici e biografi, che ne sottolineano il coraggio e l’altruismo. Il suo ricordo viene onorato ancora oggi dai milioni di tedeschi (spesso giovani e giovanissimi) che continuano a commemorarla nel giorno della sua morte.
Vastissima la produzione scritta di carattere teorico, economico e sociale della Luxemburg e vasta la bibliografia sulla sua figura che spicca per l’autonomia delle posizioni e la radicalità delle analisi.



NOI NON SCAPPIAMO! (LUXEMBURG)
"Nella sua esposizione, il signor procuratore ha dedicato molta attenzione specialmente alla mia piccola persona. Mi ha descritta come un grande pericolo per la sicurezza dell'ordine statale, non ha nemmeno disdegnato di scendere a un livello volgare e mi ha chiamata "Rosa rossa". Ha anche osato insinuare sospetti nei riguardi del mio onore personale, esponendo il timore che io fuggissi nel caso la sua proposta di condanna venisse accolta. Signor procuratore, non mi degno di rispondere per la mia persona a tutti i suoi attacchi. Ma una cosa voglio dirle: Lei non conosce la socialdemocrazia. (Il presidente, interrompendo: "Noi non possiamo ascoltare qui un discorso politico"). Nel 1913 molti suoi colleghi hanno lavorato col sudore alla fronte, in modo da riversare sulla nostra stampa un totale di 60 mesi di carcere. Ha forse lei sentito dire che uno solo dei condannati abbia tentato la fuga per timore del castigo? Crede lei che questa infinità di condanne abbia portato anche un solo socialdemocratico a vacillare, oppure lo abbia scosso nell'adempimento del suo dovere? Oh no, la nostra opera se ne ride di tutti i raggiri dei suoi paragrafi punitivi, essa cresce e prospera nonostante tutti i procuratori di stato!
Per ultimo, ancora una parola soltanto sull'attacco inqualificabile che ricade sul suo autore. Il procuratore di stato ha detto testualmente - me lo sono notato - che egli propone l'arresto immediato perché "sarebbe inconcepibile che l'accusata non tentasse la fuga".
Ciò vuol dire in altre parole: se io, procuratore di stato, avessi da scontare un anno di carcere, io tenterei la fuga. Signor procuratore, le credo, lei fuggirebbe. Un socialdemocratico non fugge. Egli conferma i suoi atti e se ne ride dei suoi castighi. E adesso mi condannino."
Rosa Luxemburg, dall'autodifesa di Rosa Luxemburg pronunciata al Tribunale di Francoforte nel febbraio del 1914 contro l'accusa di incitamento alla diserzione



GERMANY ROSA LUXEMBURG
BPK 30.018.523

http://youtu.be/Lh4Y79NWrl8




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