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venerdì 25 novembre 2011

Susanna Tamaro. Ogni parola è un seme. Assassinando la natura, assassiniamo noi stessi. Ci assassiniamo perché ben presto mancheranno le risorse per vivere. Mancherà l’aria, mancheranno la pioggia e l’acqua. Nella nostra presunta superiorità ci crediamo gli unici degni di vivere. Senza ricordare che noi siamo quello che siamo perché un giorno gli aminoacidi si sono raccolti in catene, perché si sono formate le cellule e un batterio, infilandosi nella cellula, è diventato un mitocondrio. È successo così per tutti: per il protozoo, per l’alga unicellulare e per tutte le forme di vita che ci hanno preceduto. Al nostro interno giace la memoria di ogni forma evolutiva precedente e anche la memoria di ciò che non è mai stato vivo. Dentro di noi sognano anche il sasso, la terra, la sabbia. Perchè il sasso, la terra, la sabbia sono stati la piattaforma da cui si è lanciata la vita. Come si può essere così distratti da pensare che la redenzione e la salvezza si compiano soltanto nell’uomo! Si salverà tutta la creazione oppure non si salverà neanche l’uomo. Non resterà solo a custodire un palazzo ormai vuoto.

"Questa storia comincia tanti, ma tanti anni fa, quando un piccolo seme alato si staccò da una pigna sospesa su un ramo e, dopo aver volteggiato per un po' nell'aria, planò nel bel mezzo di una grande radura". Susanna Tamaro. Il grande albero. La storia del "Grande albero" raccontata da Susanna Tamaro. Attraverso i secoli lo sguardo della natura accompagna il viaggio della terra raggiungendo il cuore di chi sa ascoltarla e vederla.



http://youtu.be/HGzHkxHe--0

Ricordati che un albero con molta chioma e poche radici viene sradicato al primo colpo di vento, mentre in un albero con molte radici e poca chioma la linfa scorre a stento. Radici e chioma devono crescere in uguale misura, devi stare nelle cose e starci sopra, solo così potrai offrire ombra e riparo, solo così alla stagione giusta potrai coprirti di fiori e frutti. E quando poi davanti a te si apriranno strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e va dove lui ti porta.
Susanna Tamaro

Assassinando la natura, assassiniamo noi stessi. Ci assassiniamo perché ben presto mancheranno le risorse per vivere. Mancherà l’aria, mancheranno la pioggia e l’acqua. Nella nostra presunta superiorità ci crediamo gli unici degni di vivere. Senza ricordare che noi siamo quello che siamo perché un giorno gli aminoacidi si sono raccolti in catene, perché si sono formate le cellule e un batterio, infilandosi nella cellula, è diventato un mitocondrio. È successo così per tutti: per il protozoo, per l’alga unicellulare e per tutte le forme di vita che ci hanno preceduto.
Al nostro interno giace la memoria di ogni forma evolutiva precedente e anche la memoria di ciò che non è mai stato vivoDentro di noi sognano anche il sasso, la terra, la sabbia. Perchè il sasso, la terra, la sabbia sono stati la piattaforma da cui si è lanciata la vitaCome si può essere così distratti da pensare che la redenzione e la salvezza si compiano soltanto nell’uomoSi salverà tutta la creazione oppure non si salverà neanche l’uomo. Non resterà solo a custodire un palazzo ormai vuoto.
Susanna Tamaro. “Ogni parola è un seme”


Leggere, in fondo, non vuol dire altro che creare un piccolo giardino all'interno della nostra memoria. Ogni bel libro porta  qualche elemento, un'aiuola, un viale, una panchina sulla quale riposarsi quando si è stanchi. Anno dopo anno, lettura dopo lettura, il giardino si trasforma in parco e, in questo parco, può capitare di trovarci qualcun altro.
Susanna Tamaro


Abbi cura di te...
Ogni volta in cui, crescendo, avrai voglia di cambiare le cose sbagliate in cose giuste, ricordati che la prima rivoluzione da fare è quella dentro se stessi, la prima e la più importante.
Lottare per un'idea senza avere un'idea di sé è una delle cose più pericolose che si possano fare.
Ogni volta che ti sentirai smarrita, confusa, pensa agli alberi, ricordati del loro modo di crescere.
Ricordati che un albero con molta chioma e poche radici viene sradicato al primo colpo di vento, mentre in un albero con molte radici e poca chioma la linfa scorre a stento.
Radici e chioma devono crescere in egual misura, devi stare nelle cose e starci sopra, solo così potrai offrire ombra e riparo, solo così alla stagione giusta potrai coprirti di fiori e di frutti.
quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta.
Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore.
Quando poi ti parla, alzati e và dove lui ti porta......
Susanna Tamaro

E' vero, me ne andrò prima di te, ma quando non ci sarò più ci sarò ancora, vivrò nella tua memoria con i bei ricordi: vedrai gli alberi, l'orto, il giardino e ti verranno in mente tutti i bei momenti passati insieme. La stessa cosa ti succederà se ti siederai sulla mia poltrona, o quando farai la torta che ti ho insegnato a fare oggi, e mi vedrai davanti a te con il naso sporco di cioccolato.. e sorriderai!
Susanna Tamaro


Angelica Spaggiari:
Ho letto questo libro in un momento particolare della mia vita, e devo dire che mi ha dato una gran forza! Brava Susanna e ancora adesso lo rileggo con piacere. Ci sono frasi che toccano il cuore o non ti lasciano più.

Trovare scappatoie quando non si vuole guardare dentro se stessi è la cosa più facile al mondo.
Una colpa esterna esiste sempre, è necessario avere molto coraggio per accettare che la colpa – o meglio la responsabilità – appartiene a noi soltanto.
Susanna Tamaro


Distruggere è sempre la via più breve......per uccidere basta premere un grilletto, per non uccidere bisogna fare l'enorme sforzo di provare a capirsi
I Pensieri di Susanna Tamaro


La solitudine è il più straordinario mezzo per entrare in intimità con noi stessi. Paradossalmente, la solitudine è anche il miglior mezzo per imparare a comunicare. Solo conoscendomi, cioè conoscendo la mia interiorità, posso parlare all'interiorità dell'altro
Susanna Tamaro

Sai qual è l'errore che si fa sempre? Quello di CREDERE CHE LA VITA SIA IMMUTABILE che una volta preso un binario, lo si debba percorrere fino in fondo.Il destino, invece, ha molta più fantasia di noi. Proprio quando credi di trovarti in una situazione senza via di scampo, quando raggiungi il picco della disperazione massima, con la velocità di una raffica di vento, tutto cambia, si stravolge, e da un momento all'altro ti trovi a vivere una nuova vita.
Susanna Tamaro

Le cose che ci accadono ...non sono mai fini a se stesse, gratuite, ogni incontro, ogni piccolo evento racchiude in sé un significato.
Susanna Tamaro

C'era pace, sospensione assoluta del tempo.
I pensieri andavano avanti seguendo la pacata rilassatezza del respiro.
Susanna Tamaro. Cara Mathilda

Il cuore è come la terra, metà illuminato dal sole e metà in ombra.
Susanna Tamaro

L'amore è attenzione.
Susanna Tamaro

In quella notte all'improvviso mi ero accorta di una cosa, e cioè che tra la nostra anima e il nostro corpo ci sono tante piccole finestre, da lì, se sono aperte, passano le emozioni, se sono socchiuse filtrano appena, solo l'amore le può spalancare tutte assieme e di colpo, come una raffica di vento.
Susanna Tamaro


Le cose che ci accadono non sono mai fini a se stesse, gratuite, ogni incontro, ogni piccolo evento racchiude in sé un significato, la comprensione di se stessi nasce dalla disponibilità ad accoglierli, dalla capacità in qualsiasi momento di cambiare direzione, lasciare la pelle vecchia come le lucertole al cambio di stagione.
Susanna Tamaro, Và dove ti porta il cuore




«Il modello femminile si è inesorabilmente conformato a quello maschile. Siamo conformi perché l'immagine che i media propongono di noi – a cui una buona parte delle donne consapevoli cercano strenuamente di resistere – è quello di una femmina puro oggetto di piacere e di seduzione. Siamo conformi perché l'aver liberato la sessualità dalla procreazione ci ha reso altrettanto libere dei maschi. Possiamo realizzarci, avere diverse storie secondo l'estro e l'umore, senza che questo coinvolga l'affettività, così come avviene nei maschi per i quali avere un'avventura non è che uno sfogo della loro esuberanza. Abbiamo imparato a gestire la nostra fertilità, facendo scivolare la maternità in coda alle priorità della nostra vita, salvo poi farla diventare un'imperiosa necessità quando ci rendiamo conto che l'orologio del tempo ha accelerato i suoi battiti. In qualche modo è avvenuta una sorta di pornografizzazione della società. Tutto sembra girare intorno al sesso – ad un sesso esibito, parlato, vissuto, consumato, condiviso. [...] Sembra che il sesso sia l'unico grande pensiero dei nostri giorni e il piacere il pifferaio magico a cui tutti corriamo dietro estasiati.»
Susanna Tamaro dal “Corriere della sera” 14 giugno 2010

Mentre i bambini capiscono sempre cosa vogliono i grandi,
i grandi non capiscono quasi mai cosa vogliono i bambini.
Credono sempre che i bambini vogliano quello che vogliono loro,
invece non è vero: i bambini soltanto per essere gentili ubbidiscono,
o almeno fanno finta di ubbidire.
Susanna Tamaro. Cuore di Ciccia

Cuore di ciccia
Susanna Tamaro (Trieste, 12 dicembre 1957) è una scrittrice italiana.
Era un pomeriggio di pioggia di primavera. MICHELE AVEVA ORMAI FINITO I COMPITI da circa dieci minuti e si stava annoiando molto: mancava ancora un’ ora al ritorno della madre e NON SAPEVA COSA FARE. Subito UNA VOCE SI RISVEGLIÒ NELLA SUA TESTA: LO INCITAVA A MANGIARE ma lui resistette fino a quando ALLA VOCE SI AGGIUNSE IL BRUSIO DELLA SUA PANCIA. Michele non riuscì più a resistere: si alzò e s’indirizzò verso la cucina. ECCOLO LÌ, IL SUO MIGLIORE (E UNICO)AMICO: FRIG, IL FRIGORIFERO. Michele lo guardava ammirato così allungò la mano, afferrò la maniglia e aprì la porta; uno spettacolo meraviglioso si mostrava davanti a sé. Michele guardò l’orologio: MANCAVA MEZZ’ORA AL RITORNO DELLA MAMMA. Cominciò con le LASAGNE, proseguì con il MASCARPONE…IN MEZZ’ORA DIVORÒ TUTTO CIÒ CHE C’ERA NEL FRIGORIFERO, poi stanco e sazio si addormentò. Michele era un bambino simpatico, aveva otto anni e viveva con la mamma. La mamma di Michele era una signora molto bella, aveva una linea invidiabile e curava molto il suo aspetto forse perché, secondo Michele, qualche anno prima aveva aperto un negozio di costumi da bagno. Date queste premesse, la mamma si meravigliò molto quando UNA DOMENICA A MICHELE ESPLOSERO I BOTTONI DELLA CAMICIA SCOPRENDO UNA GROSSA PANCIA. Da quel giorno in poi Michele e la mamma uscivano in giardino a fare GINNASTICA . MICHELE PERÒ NON DIMAGRIVA, ANZI, PIÙ FACEVA GINNASTICA PIÙ AVEVA FAME, PIÙ AVEVA FAME PIÙ MANGIAVA, PIÙ MANGIAVA PIÙ INGRASSAVA….e la mamma si arrabbiava. Tutte le estati Michele andava dalla nonna che lo adorava e lui la ricambiava con molto affetto. Tutte le sere la nonna, prima di andare a dormire, gli dava una bella fetta di torta e gli raccontava delle splendide storie che vedevano come protagonisti i draghi, i fantasmi, gli eroi. Anche Frig, come la nonna, raccontava delle bellissime storie. L’estate finì e Michele fu costretto a salutare la nonna e a ritornare a casa dalla mamma. Quando lo vide, la mamma si congratulò con lui per la perfetta forma e per non essere ingrassato neanche un chilo; dopo ciò, Michele, corse ad abbracciare Frig raccontandogli le storie che la nonna gli aveva narrato. Ad un tratto Michele chiese a Frig se i personaggi fantastici, protagonisti dei racconti della nonna, esistevano veramente rimanendo molto sorpreso quando alla risposta affermativa di Frig si affiancò un’altra verità: anche lui era eroe dal nome un po’ buffo chiamato Cuore di Ciccia.

Le giornate passavano cadenzate dagli stessi ritmi quotidiani e con la mattina impegnata a fare ginnastica con Michele mentre tutte le notti il ragazzo si ingozzava. Preoccupati per il peso che non accennava a scendere, i genitori di Michele portarono il ragazzo in UN ISTITUTO PER DIMAGRIRE DOVE SI FACEVA MOLTA GINNASTICA E NON SI MANGIAVA. Capite bene come il ragazzo dopo pochi giorni tentò la fuga con successo allontanandosi dall’istituto. Durante la fuga, Michele, incontrò un furetto chiamato Fur Furetto, soprannominato Fur Far che lo condusse da UNO SCIENZIATO MEZZO PAZZO DI NOME MR. KAKKOLEN che stava lavorando ad un progetto super segreto. Mr. Kakkolen era un tipo estroso che aveva una caratteristica fuori dal comune: PARLAVA CON GLI ELETTRODOMESTICI TRA CUI FRIG. Un giorno Michele seguì Mr Kakkolen fino al suo laboratorio. Entrò, si sedette e all’improvviso vide spuntare due ali nere. Si era trasformato in pipistrello! Uscì un po’ contrariato dal laboratorio e iniziò a svolazzare per la città fino a sorvolare la propria abitazione. Entrò e si diresse verso la stanza della mamma. In quella stanza notò subito qualcosa di strano. La mamma era notevolmente ingrassata mentre sul letto e sul pavimento giacevano tante buste di caramelle. Non era la sola cosa strana che vide. Sulla testa della mamma c’era un televisore, ma la cosa buffa è che anche i vicini avevano lo stesso elettrodomestico. Michele allora tornò da Mr Kakkolen riferendo cosa aveva visto e chiedendo spiegazioni dello strano fenomeno. Mr Kakkolen allora disse che NEL PROFONDO DEL MARE C’ERA UN MOSTRO CHIAMATO ORCONTE, CHE SOFFRIVA D’INSONNIA E CHE PERCIÒ RUBAVA I SOGNI ALLE PERSONE PER GUARDARLI DI NOTTE. L’UNICO MODO PER RISTABILIRE LA NORMALITÀ ERA QUELLO DI UCCIDERLO FACENDOLO ADDORMENTARE. 

Mr kakkolen, Fur Fur e Michele partirono alla volta del mare. Giunti a destinazione Michele si tuffò negli abissi ma dopo qualche minuto venne fatto prigioniero dal mostro Orconte che già pregustava di mangiarlo per la cena. Ma PRIMA CHE CIÒ AVVENISSE, MICHELE CHIESE AL MOSTRO IL PERMESSO DI POTERGLI RACCONTARE UNA STORIA CHE SI RIVELÒ TALMENTE TANTO NOIOSA DA ADDORMENTARLO. Appena Orconte si addormentò, si sentì un boato, e subito IL MOSTRO SI TRASFORMÒ IN UNA BOLLA AL CUI INTERNO PRESE POSTO IL RAGAZZO. La bolla sorvolò la città fino a rompersi proprio sul prato di casa, mentre la mamma faceva ginnastica. Quando lo vide la mamma lo abbracciò e Michele si rese subito conto di essere tornato un bambino e per di più magro.



* LA RINASCITA DELL'ANIMA *








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