mercoledì 23 novembre 2011

Norberto Bobbio. 3 immagini tratte da Wittgenstein: la bottiglia nella quale la mosca vola a casaccio, la rete in cui si dibatte il pesce, il labirinto entro il quale ci si aggira cercando la via per uscirne. Al di là del comune malessere, la mosca nella bottiglia, il pesce nella rete e l'uomo che erra nel labirinto sono in condizioni molto diverse. La mosca uscirà dalla bottiglia (sempre che sia senza tappo) solo per un colpo di fortuna. La sorte del pesce è invece segnata e il suo dibattersi non farà che impigliarlo sempre di più, mentre chi è perso nel labirinto può tentare di uscirne con il suo ingegno.

I due mali contro cui la ragione filosofica ha sempre combattuto - e deve combattere ora più che mai - sono, da un lato, il NON CREDERE A NULLA; dall'altro, LA FEDE CIECA.
 Bobbio, Norberto in AA.VV., Che cosa fanno oggi i filosofi?, Bompiani, Milano, 1982, p. 168.




In un passo della sua Autobiografia Norberto Bobbio si interroga sul significato della vita individuale e collettiva per mezzo di tre immagini tratte da Wittgenstein: 
  • la bottiglia nella quale la mosca vola a casaccio, 
  • la rete in cui si dibatte il pesce, 
  • il labirinto entro il quale ci si aggira cercando la via per uscirne.

Al di là del comune malessere, la mosca nella bottiglia, il pesce nella rete e l'uomo che erra nel labirinto sono in condizioni molto diverse

La mosca uscirà dalla bottiglia (sempre che sia senza tappo) solo per un colpo di fortuna. 
La sorte del pesce è invece segnata e il suo dibattersi non farà che impigliarlo sempre di più, mentre chi è perso nel labirinto può tentare di uscirne con il suo ingegno.

«Chi entra in un labirinto sa che esiste una via d’uscita, ma non sa quale delle molte vie che gli si aprono innanzi di volta in volta vi conduca. Procede a tentoni. Quando trova una via bloccata torna indietro e ne prende un’altra. Talora la via che sembra più facile non è la più giusta; talora, quando crede di essere più vicino alla meta, ne è più lontano, e basta un passo falso per tornare al punto di partenza. Bisogna avere molta pazienza, non lasciarsi mai illudere dalle apparenze, fare, come si dice, un passo per volta, e di fronte ai bivi, quando non si è in grado di calcolare la ragione della scelta, ma si è costretti a rischiare, essere sempre pronti a tornare indietro».

Essere nel labirinto richiede che «non ci si butti mai a capofitto nell’azione, che non si subisca passivamente la situazione, che si coordinino le azioni, che si facciano scelte ragionate, che ci si propongano, a titolo d’ipotesi, mete intermedie, salvo a correggere l’itinerario durante il percorso, ad adattare i mezzi al fine, a riconoscere le vie sbagliate e ad abbandonarle una volta riconosciute».

Spesso di fronte a certi ragazzi o bambini ci sentiamo persi come in un labirinto e credo che quello che dice Bobbio ci indichi la strada da seguire.




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