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giovedì 19 ottobre 2017

Emil Cioran, La tentazione di esistere. Io mi levo contro il propagandarsi della menzogna, contro coloro che fanno sfoggio della loro pretesa «salvezza» e la puntellano con una dottrina che non proviene dal loro intimo. Smascherarli, farli scendere dal piedistallo dove si sono issati, metterli alla gogna, è questo un compito cui nessuno dovrebbe restare indifferente.


Io mi levo contro il propagandarsi della menzogna, contro coloro che fanno sfoggio della loro pretesa «salvezza» e la puntellano con una dottrina che non proviene dal loro intimo. Smascherarli, farli scendere dal piedistallo dove si sono issati, metterli alla gogna, è questo un compito cui nessuno dovrebbe restare indifferente.
Emil Cioran, La tentazione di esistere


“Gli altri” mi diceva un vagabondo “trovano piacere nell’avanzare, io nell’indietreggiare”. 
Beato vagabondo! Io non indietreggio nemmeno, sto… E la realtà stessa sta ferma, immobilizzata dai miei dubbi. Più nutro dubbi nei miei confronti, più ne proietto nelle cose e su di esse mi vendico delle mie incertezze. Che tutto si fermi, dal momento che non riesco a concepire né a fare un passo di più verso un orizzonte qualsiasi. Una pigrizia più vecchia del mondo mi inchioda a questo istante… 
E quando per scuoterla metto in guardia i miei istinti, precipito in un’altra che ha nome melanconia. 
Emil Cioran, La tentazione di esistere



"Niente di più fruttuoso che conservare il proprio segreto. 
Vi travaglia, vi rode, vi minaccia. Anche quando è rivolta a Dio, la confessione è un attentato contro noi stessi, contro le energie del nostro essere. [...] Dobbiamo difenderci dai nostri guaritori, e, a costo di perirne, preservare i nostri mali e i nostri peccati. Il confessionale: violazione della coscienza perpetrata in nome del cielo. E cosa dire di quell'altra violazione che è l'analisi psicologica! Laicizzato, prostituito, il confessionale si installerà presto agli angoli delle strade: tranne qualche criminale, tutti aspireranno ad avere un'anima pubblica, un'anima manifesto"
Emil Cioran, La tentazione di esistere




Ingozzati di sensazioni e del loro corollario - il divenire - siamo dei non-liberati per inclinazione e per principio, dei condannati di prim’ordine che, in preda alla febbre del visibile, frugano in quegli enigmi di superficie, ben degni della nostra trepidazione e del nostro sfinimento.
Se vogliamo recuperare la nostra libertà, ci converrà deporre il fardello della sensazione, non reagire più al mondo attraverso i sensi, rompere i legami. 
Ora, ogni sensazione è legame, il piacere come il dolore, la gioia come la tristezza. 
L’unico ad affrancarsi è lo spirito che, puro d’ogni commercio con esseri o oggetti, si esercita alla propria vacuità.
Quanto alla felicità, la maggioranza di noi riesce a resisterle; l’infelicità è ben altrimenti insidiosa. L’avete assaporata? Non ne sarete mai sazi; la cercherete con avidità e, preferibilmente, là dove non si trova; e allora là la proietterete, visto che senza infelicità tutti vi sembrerebbe inutile e opaco.
Emil Cioran, La tentazione di esistere


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