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lunedì 16 novembre 2015

Jean-Luc Godard. Due o tre cose che so di lei.

Jean-Luc Godard - Due o tre cose che so di lei (1967).
Forse un oggetto è un legame che ci permette di passare da un soggetto all'altro, di vivere in società, di stare insieme. Ma poiché i rapporti sociali sono sempre ambigui e il pensiero divide così come unisce, e le parole uniscono per quello che esprimono… e separano per quello che omettono, c'è un grande abisso che separa la mia certezza soggettiva dalla verità oggettiva degli altri. Poiché so di essere colpevole anche se mi sento innocente. Poiché ogni evento trasforma la mia vita quotidiana. Poiché sbaglio a comunicare, a capire. Ad amare o esser amato. Poiché ogni fallimento mi confina nella solitudine. Poiché non posso sottrarmi all'obiettività che mi schiaccia… né alla soggettività che mi esilia. Poiché non posso innalzarmi fino all'essere, né cadere nel nulla… devo ascoltare, devo guardare intorno a me più che mai… il mondo, il mio simile, mio fratello. 
Guardo il mondo, oggi che le rivoluzioni sono impossibili, minacciato da guerre sanguinose, dove il capitalismo perde la certezza dei suoi diritti, e la classe operaia rinuncia ai suoi, dove le conquiste folgoranti della scienza fanno del futuro una presenza ossessiva. Il futuro è più presente del presente… E le lontane galassie sono alla mia porta. Guardo i miei simili, i miei fratelli. Dov'è l’inizio? L’inizio di cosa? Dio creò il cielo e la terra. Certo. E' comodo e facile. Cosa posso dire di più? Dire che i limiti della lingua sono quelli del mondo, che i limiti della mia lingua sono quelli del mio mondo, e che parlando limito il mondo, lo finisco.
E quando la morte, logica e misteriosa, romperà questi limiti, non ci saranno né domande né risposte, tutto sarà confusione. Ma se le cose avranno contorni netti, non sarà grazie alla rinascita della coscienza. Tutto deriva da questo.



Niente è originale. Ruba dappertutto qualsiasi cosa ti dia ispirazione o alimenti la tua immaginazione. Divora vecchi film, nuovi film, musica, libri, quadri, fotografie, poesie, sogni, conversazioni casuali, architettura, ponti, segnali stradali, alberi, nuvole, masse d’acqua luce e ombra. Seleziona tra le cose da rubare solo ciò che parla direttamente alla tua anima. Se farai così, il tuo lavoro (e il tuo furto) saranno autentici. L’autenticità è senza prezzo, l’originalità non esiste. E non stare a preoccuparti di nascondere il tuo ladrocinio – onoralo se ti sembra il caso. E comunque ricorda sempre quello che ha detto Jean-Luc Godard: “Non è da dove prendi le cose, è dove le porti". 
Jim Jarmush

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