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domenica 1 marzo 2015

Il Münchhausen-Trilemma, chiamato anche trilemma di Agrippa, è un termine coniato dal filosofo Hans Albert per definire l'impossibilità di provare alcuna verità assolutamente certa. È definito trilemma perché pone tre possibilità, di cui nessuna riesce a soddisfare l'assoluta certezza necessaria a fondare una conoscenza, ed il suo nome proviene ironicamente dal Barone di Münchhausen, che si dice sia riuscito a tirarsi fuori da una pozza di fango tirandosi per i capelli.

Il Trilemma di Münchhausen
Fonte: Wikipedia

Il Münchhausen-Trilemma, chiamato anche trilemma di Agrippa, è un termine coniato dal filosofo Hans Albert per definire l'impossibilità di provare alcuna verità assolutamente certa. È definito trilemma perché pone tre possibilità, di cui nessuna riesce a soddisfare l'assoluta certezza necessaria a fondare una conoscenza, ed il suo nome proviene ironicamente dal Barone di Münchhausen, che si dice sia riuscito a tirarsi fuori da una pozza di fango tirandosi per i capelli

Albert pose il problema in questi termini:

Ogni affermazione, per essere assolutamente certa, deve essere giustificata, ma a loro volta queste giustificazioni devono essere giustificate. Questo processo, tuttavia, non ha fine dato che ogni giustificazione dovrebbe essere giustificata, arrivando ad una situazione per cui le giustificazioni dovrebbero moltiplicarsi all'infinito;
Esiste un principio autoevidente, o accettato dal senso comune, o ritenuto vero per il principio di autorità. In questo caso, però, l'intenzione di fondare una conoscenza assolutamente certa viene a crollare e si cade nel dogmatismo.
Qualsiasi affermazione viene provata tramite un'argomentazione circolare e, quindi, errata.

Questo trilemma scardinò l'idea classica dell'esistenza di una verità assoluta, eliminando anche il problema della giustificazione delle teorie.

Tuttavia è bene distinguere le conclusioni a cui giunse il filosofo da orientamenti quali lo scetticismo o il relativismo: in accordo con Karl Popper, Albert accettò l'impossibilità da parte dell'uomo di giungere ad una conoscenza assolutamente certa, ma contemporaneamente affermò la possibilità di avvicinarsi il più possibile ad essa (sempre ricordando l'impossibilità della certezza) in modo asintotico, ovvero in base al controllo critico, infatti nessuna attività conoscitiva può pretendere di sottrarsi alla critica razionale

In definitiva, nella visione del filosofo è necessario partire da assiomi e principi indimostrabili per costruire le nostre certezze, abbandonando in questo modo ogni assolutezza nelle nostre affermazioni.


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