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venerdì 16 agosto 2013

Osiride. Testo dei Sarcofagi. Io sono te e tu sei me, e dovunque tu sia, là io sono, e sono disseminato in tutte le cose, e da qualsiasi parte tu voglia tu puoi raccogliermi, ma raccogliendo me raccoglierai te stesso

Io sono te e tu sei me,
e dovunque tu sia, là io sono,
e sono disseminato in tutte le cose,
e da qualsiasi parte tu voglia tu puoi raccogliermi,
ma raccogliendo me, raccoglierai te stesso.
Osiride, Testo dei Sarcofagi


Osiride.
Grande valenza ha il concetto di resurrezione: il dio, infatti, dopo essere stato ucciso, sorge a nuova esistenza grazie alla mediazione della compagna Iside, dea incarnazione del principio femminile, opposto al principio maschile osirico. L'intera vicenda sintetizza dunque tutto il processo di nascita, vita e morte, il ciclo dell'esistenza nella sua interezza, e sottolinea la salvezza cui l'uomo va incontro dopo la morte, nonché la certezza in una vita nell'aldilà. In numerose comunità kemetiche, la vicenda viene interpretata anche come una metafora del processo di trasmigrazione delle anime, la reincarnazione, ovvero la rinascita ad una nuova vita.
https://it.wikipedia.org/wiki/Misteri_di_Osiride


Osiride.
Osiride - Libro dei morti
Osiride – Libro dei morti
All’origine Osiride era un modesto dio della fertilità e dello sviluppo vegetale. Il ciclo annuale della vegetazione che muore quindi riappare, concretizzò l’idea della resurrezione ed egli diventò il dio della morte e del risorgere alla vita eterna. Osiride era il padrone, il protettore ed il giudice del defunto.
Osiride, Iside e Netis
Osiride, Iside e Netis
Osiride era il primo figlio di ut e Geb, il fratello di Seth, Nefthi ed Iside, che era anche sua moglie. Con Iside generò Horo e, secondo alcune leggende, Nefthi sotto forma di Iside, lo avrebbe sedotto e della loro unione sarebbe sorto Anubi.
Osiride aveva numerosi nomi come, ad esempio, Ounennéfer o Ounnéfer che significa “essere perfetto” ed anche sotto questo nome che regnò e portò la pace e la prosperità al suo popolo, affiancato dal dio delle arti e della scienza Thot, inventò i segni della scrittura e si adoperò per civilizzare il resto del mondo, lasciando al governo dell’Egitto la moglie Iside.
Bisogna ricordare, a questo punto, la leggenda del MITO DI OSIRIDE che ci è stata tramandata, sotto forma di un resoconto omogeneo, da Plutarco verso 100 d.C., poiché gli scritti egiziani contengono soltanto allusioni.
Secondo questa versione, Geb e Nut misero al mondo, come riferisce la cosmogonia di Eliopolis, Osiride, Seth, Nefthi ed Iside, come Haroeris, che proveniva già da una relazione prenatale tra Osiride ed Iside.
Osiride sposò sua sorella Iside e ricevette da Geb la valle ricca del Nilo mentre Seth e Nefthi ereditarono i vasti deserti circostanti. Diventato re, Osiride portò la civilizzazione agli egiziani. Insegnò loro a coltivare i campi e diede loro le prime leggi. Suo fratello e nemico, Seth, non poteva spodestarlo dal trono, poiché Iside sorvegliava attentamente il regno del suo coniuge.
osiris_3Seth ordì un inganno: con settantadue cospiratori, preparò una cassa splendida esattamente alle misure di Osiride. Durante un banchetto, promise di offrire la preziosa cassa a chiunque fosse riuscito ad entrarci del tutto. Nessuno dei partecipanti soddisfece a questa condizione, allora Osiride stesso si mise nella cassa. Immediatamente, Seth ed i suoi chiusero il coperchio, inchiodarono la cassa  e lo gettarono nel fiume. Dopo lunghe ed inutili ricerche, Iside finisce per trovare la cassa a Biblos, riportò il corpo in Egitto. Seth lo scoprì in un momento di distrazione di Iside, tagliò il corpo di Osiride in quattordici (o sedici) pezzi che sparse per tutto l’Egitto. Dopo la morte divenne il sovrano dell’oltretomba e simboleggiava la continuazione della vita dopo la morte. Seth prese il potere ed il trono.
In barche di papiro, Iside e Nefthi navigarono nelle paludi alla ricerca dei pezzi del corpo che raccolsero poco a poco. Ogni città rivendicava un pezzo di Osiride: così a Philae, si trovava una gamba, l’isola di Biggeh riparava una tomba di Osiride, Busiris possedeva la colonna vertebrale (pilastro djed), la spalla sinistra si trovava a Letopolis, ed a Abydos si trovava la sua testa. Eccetto il fallo che era stato gettato nel Nilo ed inghiottito dal pesce, Oxyrhynchus.
Iside fabbricò la prima mummia quindi, grazie alla magia, riuscì a renderle la vita agitando le sue ali di falcone sopra di essa. Quindi scese sul corpo del coniuge il tempo necessario per concepire il loro figlio Horus.
Dinanzi alle persecuzioni incessanti di Seth, Iside si nascose con il figlio nelle paludi del delta ed ivi lo allevò. Esortò Horus, una volta adulto, a vendicare suo padre e raccogliere l’eredità reale.
Osiride
Osiride

Osiride è rappresentato avvolto di una coltre bianca dalla quale solo le mani e la testa emergono; il colore della sua pelle è sia verde per ricordare la sua azione sulla vegetazione sia nera come il colore delle mummie. Tiene in mano il flagello e lo scettro.

La rappresentazione animale di Osiride è poco frequente.

Il culto di Osiride, originario di Abydos, dove si diceva che stava la sua tomba leggendaria, si sparge in tutto l’Egitto nel corso. La figura del dio si arricchisce secondo la sua estensione geografica. Osiride assimila gli attributi degli dei che man mano sostituisce e le sue concezioni funerarie eclissano gradualmente tutti gli altri.

Da sempre nella storia egiziana, preghiere e suppliche sono state indirizzate ad Osiride nella speranza di garantire la sua benedizione ed entrare così nella vita ove regnava il dio. La sua popolarità aumentò considerevolmente nel corso del tempo. A partire dalla XVIII dinastia era, probabilmente, il dio maggiormente adorato in Egitto. La sua popolarità rimase fino alle ultime ore della storia egiziana; ed anche degli imperatori romani, conquistatori dell’Egitto, affascinati dai costumi tradizionali dei faraoni, gli fecero ancora offerte nei suoi templi.
Le feste religiose in di Osiride erano molto popolari. Si tenevano in Abydos, ogni anno, nel corso del quarto mese della stagione dell’inondazione nel momento in cui ci si prepara a seminare i campi.

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Antonio Crasto ha scritto:
Nell’antico Egitto non era consentito parlare di Osiride. Erano i così detti misteri del grande dio.
Io ritengo che il mito di Osiride abbia avuto varie valenze: una cosmogonica, una seconda allegorica e una terza mitologica.
La prima è molto complessa e non viene quasi mai discussa. La seconda è, a mio parere, legata al “diluvio” del 5500 a.C. mentre la terza riguarda un mito costruito per far prevalere il bene sul male e creare una divinità dinastiaca che unisse tutto l’Egitto. Tutti i faraoni, tranne uno, furono infatti incoronati come nuovo Horus.
Il mito di Osiride prevede l’eccezionale morte di un dio, la sua mummificazione e la sua rinascita come dio del Duat e dio dei morti.
Il mito considerava che la mummia del dio fu suddivisa in quattordici pezzi dal fratello Seth e che questi pezzi furono sepolti in altrettante località.
Ognuna di queste località divenne un luogo sacro a Osirde. Fra le località principali bisogna ricordare Abydos, dove si riteneva fossa stata sepolta la testa del dio, e Denderah, sul cui tempio furono realizzate sul terrazzo sei cappelle celebrative dei misteri del dio. In una di queste cappelle fu scolpito il famoso zodiaco circolare.
http://tanogabo.com/osiride-il-sovrano-delloltretomba/


DIALOGO DI UN DISPERATO CON LA SUA ANIMA 
un testo dell’antico Egitto datato all’incirca al 2100 a.C. 

A chi parlerò oggi? 
I fratelli sono cattivi, 
gli amici di oggi non possono essere amati. 
A chi parlerò oggi? 
I cuori sono rapaci, 
ognuno prende i beni del compagno. 
A chi parlerò oggi? 
La gentilezza è perita, 
la violenza si abbatte su ognuno. 
A chi parlerò oggi? 
Si è soddisfatti del male, 
il bene è buttato a terra dovunque. 
A chi parlerò oggi? 
Non ci sono più giusti, 
la terra è abbandonata agli iniqui. 
(da Scalfari-Mancuso, "Conversazioni con Carlo Maria Martini")




Io sono te e tu sei me, e dovunque tu sia,
là io sono, e sono disseminato in tutte le cose,
e da qualsiasi parte tu voglia tu puoi raccogliermi,
ma raccogliendo me raccoglierai te stesso.
Osiride, Testo dei Sarcofagi

SONO OVUNQUE TU SIA
Di Osiride


Osiride "vegetante" e "verdeggiante"...
Osiride vegetante anche conosciuto come "Grano delle mummie" era una pratica funeraria già in uso nella XVIII dinastia simboleggiante il CICLO DI OSIRIDE CHE COME DIO DELLA VEGETAZIONE MORIVA DURANTE LA PIENA DEL NILO, RIMANEVA SEPOLTO SOTTO IL FANGO COME IL GRANO SEMINATO E RINASCEVA ALLA FINE IN PRIMAVERA. L'aggettivo "vegetante" scaturiva dalla natura divina come dio della fertilità dei campi ma ERA ANCHE CHIAMATO "VERDEGGIANTE" così come indicato nell'Aegyptiaca di Manetone, nel Canone di Torino e nei Testi delle Piramidi dove OSIRIDE ERA DETTO "IL GRANDE VERDE" e come raffigurato nelle pitture murali funerarie dove la sua pelle è di questo colore. Il rito consisteva in uno stampo a forma statuetta mummiforme che veniva deposto insieme corredo funerario nelle tombe dell'Antico Egitto durante il Nuovo Regno. Era composto da due sagome (una per la parte anteriore l'altra per quella posteriore) di argilla o legno che poi venivano riempite di fango e cereali, e talvolta avvolte in bende di lino. Dopo un certo tempo dalla deposizione nelle tombe, i cereali iniziavano a germogliare. Questa crescita quasi miracolosa del grano poteva esprimere, per gli iniziati, (il desiderio del) la nuova vita del defunto ed era legata al culto dei misteri di Osiride. Questa pratica funeraria prendeva origine dai "LETTI DI OSIRIDE" CHE ERANO DEI CONTENITORI DI LEGNO RIEMPITI DI TERRA E SEMINATI, generalmente allocati nei giardini in onore di Osiride durante la sua festività che si svolgeva al termine dell'esondazione del Nilo nel mese di khoiak. Un'altra pratica propiziatoria che veniva effettuata prima della semina era quella di MODELLARE CON DEL LIMO IL CORPO MUMMIFORME DEL DIO E DI PIANTARVI DEI SEMI CHE GERMOGLIANDO AVREBBERO RICOPERTO DI VEGETAZIONE LA STATUA CHE VENIVA SUCCESSIVAMENTE PORTATA IN PROCESSIONE SULLA BARCA SACRA DEL DIO CHIAMATA NESHMET. Le statue di grano lasciano comprendere come LA RESURREZIONE DEI DEFUNTI FOSSE UNA DELLE COSTANTI CARATTERISTICHE E PRINCIPIO FONDAMENTALE DELLA RELIGIONE EGIZIA. Una leggenda è nata intorno a questi chicchi di grano che ritrovati nelle tombe, sarebbero germogliati dopo 3000 anni. In realtà, nel 1930 il British Museum fece esaminare questo grano: gli studiosi stabilirono senza alcun dubbio che i semi non erano più fertili e seminati ugualmente, si decomposero rapidamente.

http://it.wikipedia.org/wiki/Osiride_vegetante


"Finalmente ho raggiunto il Mio traguardo
e risolto il segreto della mia anima:
Io sono Quello a cui rivolgevo le preghiere,
Quello a cui chiedevo aiuto.
Sono Quello che ho cercato.
Sono la stessa vetta della Mia montagna.
Guardo la creazione come una pagina del Mio stesso libro.
Sono infatti l’Unico che produce i molti,
della stessa sostanza che prendo da Me.

Poiché Tutto è Me, non vi sono due,
la creazione è Me Stesso, dappertutto.
Quello che concedo a Me stesso,
lo prendo da Me stesso e lo do a Me stesso,
l’Unico, poiché sono il Padre ed il Figlio.
Quanto a quello che voglio,
non vedo altro che i Miei desideri, che sgorgano da Me.
Sono infatti il conoscitore, il conosciuto,
il soggetto, il governante ed il trono.

Tre in Uno è quello che sono e
l’inferno è solo un argine che ho messo al Mio stesso fiume,
allorché sognavo durante un incubo.
Sognai che non ero il Solo unico e
così Io stesso iniziai il dubbio, che fece il suo corso,
finché non mi svegliai. Trovai così che
Io avevo scherzato con Me stesso.
Ora che sono sveglio, riprendo di sicuro il Mio trono
e governo il Mio regno che è Me stesso,
il Signore per l’eternità."

(Traduzione di un antico testo egizio)


IL VELO DI ISIDE. 
Quid fuit, quid est, quid erit Su quella che dovrebbe essere la tomba di Iside, vicino a Menfi, era stata eretta una statua ricoperta di un velo nero. Sulla base della statua era stata incisa questa iscrizione: "Io sono tutto ciò che fu (QUID FUIT), ciò che è (QUID EST), ciò che sarà (QUID ERIT) e nessun mortale ha ancora osato sollevare il mio velo." Sotto questo velo si nascondono tutti i misteri e il sapere del passato. La rimozione del velo di Iside rappresenta la rivelazione della luce. ISIDE E SERAPIDE. 




 Perché io sono colei che è prima e ultima
Io sono colei che è venerata e disprezzata,
Io sono colei che è prostituta e santa,
Io sono sposa e vergine,
Io sono madre e figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono sterile, eppure sono numerosi i miei figli,
Io sono donna sposata e nubile,
Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito,
Io sono colei che consola dei dolori del parto.
Io sono sposa e sposo,
E il mio uomo nutrì la mia fertilità,
Io sono Madre di mio padre,
Io sono sorella di mio marito,
Ed egli è il figlio che ho respinto.
Rispettatemi sempre,
Poiché io sono colei che da Scandalo
e colei che Santifica Inno a Iside

rinvenuto a Nag Hammadi,
Egitto; risalente al III-IV secolo a.C.


Il modo in cui guardiamo le forme della Terra
è il modo in cui le trattiamo.
Se una montagna è una DIVINITA',
non un mucchio di minerali;
se un fiume è una delle VENE della Terra,
non acqua che può essere usata per l'irrigazione;
se le altre specie sono NOSTRI PARENTI BIOLOGICI,
non una risorsa,
o se il Pianeta è la nostra MADRE,
non un'opportunità...
Allora noi tratteremmo ogni cosa con grande rispetto.
Questa è la sfida,
guardare al mondo
da una differente prospettiva.
David Suzuki



Proclo, Inno Comune agli Dei
"Ascoltate, o dèi, che avete il timone della sapienza sacra,
voi che, dopo aver destato il fuoco che in alto solleva,
agli immortali riconducete le anime dei mortali,
che hanno lasciato il tenebroso recesso,
purificatesi con le iniziazioni ineffabili degli inni.
Ascoltate, o salvatori possenti, e per effetto dello studio dei libri divini,
mostratemi la luce pura, dopo aver dispersa la caligine,
acciocché io possa riconoscere bene il dio immortale e l'uomo;
e sotto i gorghi letei il demone malefico
non ritenga per sempre me lontano dai beati;
e nei flutti dell'orrida generazione caduta,
l'anima mia, che pur non vuole a lungo errare,
un'espiazione terribile non costringa nei ceppi della vita.
Ma, o dèi, guide di sapienza, fulgidissima,
ascoltatemi, e a chi si affretta verso un cammino che porta in alto,
rivelate i santi deliri e le iniziazioni delle parole sacre".












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